Verdicchio dei Castelli di Jesi classico

vino DOC marchigiano
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Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico è un vino a Denominazione di Origine Controllata (DOC)[1] prodotto nelle province di Macerata e di Ancona
L'uso della menzione "Classico" è riservata al vino ottenuto dalle uve raccolte nella zona originaria più antica.

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico
Dettagli
StatoItalia (bandiera) Italia
Resa (uva/ettaro)14,0 t
Resa massima dell'uva70%
Titolo alcolometrico
naturale dell'uva
10,5%
Titolo alcolometrico
minimo del vino
11,5%
Estratto secco
netto minimo
15,0 g/l
Riconoscimento
TipoDOC
Istituito con
decreto del
30/11/11  
Gazzetta Ufficiale del
Vitigni con cui è consentito produrlo
[senza fonte]
Verdicchio dei castelli di jesi Classico nella tipica bottiglia anfora

Vitigni con cui è consentito produrlo

  • Verdicchio minimo 85%.
  • Altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Marche nella misura massima del 15%

Tecniche di produzione

Per i nuovi impianti e i reimpianti la densità non può essere inferiore a 2 200 ceppi/ha.
È vietato l'allevamento a tendone
È consentita l'irrigazione di soccorso.
Tutte le operazioni di vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento, debbono essere effettuate nella zona DOCG.

Caratteristiche organolettiche

  • colore: giallo paglierino con riflessi verdognoli (da cui il nome) tendente al dorato luminoso sempre più carico con l'invecchiamento
  • odore: una base minerale accompagna le note floreali delle versioni più giovani e si accentua con la maturazione accompagnando le linee aromatiche che dalle note fruttate conducono fino a sorprendenti sfumature esotiche, d'erbe aromatiche e ricordi animali
  • sapore: alla mineralita' e sapidita' che molte versioni acquisiscono dai terreni di origine marina con presenze sulfuree si aggiungono note fruttate dalla gamma più varia fino ad arrivare alle esplosioni gustative che le versioni invecchiate e le riserve sono in grado di regalare ai bevitori più esigenti.

Dal naso, alla bocca, al retrogusto spesso lunghissimo e persistente, il Verdicchio costituisce una vera e propria eccezione nel panorama dei vini bianchi italiani anche perché, per merito della sua elevata acidità unita a valori alcolimetrici e di pH da vino rosso, ha potenzialita' di maturazione ed invecchiamento superiori a qualsiasi altro vino bianco della penisola. Per gustare appieno la complessita' delle numerose versioni non industriali andrebbe aperto solo a partire dal secondo/terzo anno dopo la vendemmia.

Il disciplinare invece riporta:

  • colore giallo paglierino tenue;
  • odore: delicato, caratteristico;
  • sapore: asciutto, armonico, con retrogusto gradevolmente amarognolo;[1]

Abbinamenti consigliati

Si abbina alla cucina marinara: antipasti di pesce anche crudo, paste/risotti/zuppe di pesce, grigliate miste di pesce, pesce arrosto in particolare pescatrice/rombo/spigola. Accompagna anche le carni bianche in particolare il coniglio

Produzione

Provincia, stagione, volume in ettolitri

  • Ancona (1990/91) 128185,05
  • Ancona (1991/92) 154905,0
  • Ancona (1992/93) 160810,0
  • Ancona (1993/94) 138789,05
  • Ancona (1995/96) 135046,0
  • Ancona (1996/97) 145205,02
  • Macerata (1990/91) 10253,56
  • Macerata (1991/92) 14625,84
  • Macerata (1992/93) 11829,44
  • Macerata (1994/95) 10732,92
  • Macerata (1995/96) 12438,2
  • Macerata (1996/97) 13043,38

Note

Voci correlate