Da grande (film)

film del 1987 diretto da Franco Amurri

Da grande è un film del 1987, diretto da Franco Amurri.

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Una scena del film
Paese di produzioneItalia
Durata94 min
Generecommedia
RegiaFranco Amurri
SoggettoFranco Amurri, Stefano Sudriè
SceneggiaturaFranco Amurri, Stefano Sudriè
ProduttoreAchille Manzotti
FotografiaLuciano Tovoli
MontaggioRaimondo Crociani
MusichePino Massara
ScenografiaGiorgio Luppi
CostumiLaura Losurdo
TruccoFranco Corridoni
Interpreti e personaggi

Trama

Marco Marinelli (Joska Versari) ha otto anni e si sente trascurato dai suoi genitori. Fa la pipì a letto, è rimproverato dalla madre Anna (Ottavia Piccolo) e preso in giro dai suoi compagni di classe, che non lo lasciano mai giocare a pallone con lui e lo picchiano. Il giorno del suo compleanno scopre che il padre Claudio (Alessandro Haber), a causa delle difficoltà economiche, non gli ha regalato il grande Lego che gli aveva promesso ed inoltre si becca una ramanzina anche da lui per aver alzato la voce con l'antipatica sorellina Silvia (che nel film voleva a tutti i costi essere chiamata Gaia, cioè con il suo vero nome). Al colmo dell'indignazione, Marco corre in lacrime nella sua stanza, getta per terra tutti i vecchi giocattoli ed esprime il desiderio di diventare grande per non essere più sottoposto a queste umiliazioni. Incredibilmente, dopo un'improvvisa luce magica, si ritrova nel corpo di un uomo di quarant'anni (Renato Pozzetto), sfondando i suoi vestiti da bambino, quindi ruba il doppio petto, i pantaloni e le scarpe del padre, ormai della sua stessa misura e anche alcuni dei soldi dal suo borsellino per andare lui stesso a comprarsi il Lego (memorabile è la scena in cui scoppia a piangere nel negozio di giocattoli perché il denaro non è sufficiente). Incapace di gestire la situazione, cerca rifugio a casa della sua maestra Francesca (Giulia Boschi), della quale è segretamente innamorato; quest'ultima, che cercava un inquilino da potergli garantire la pigione, lo accoglie amorevolmente, dimostrandosi quasi la dolce mamma che Marco non ha mai avuto, ma si farà valere sempre più come sua fidanzata, anche se a malincuore scoprirà che Claudio aveva una mezza storia d'amore con la stessa Francesca. Mentalmente Marco ha ancora otto anni, ed è molto difficile avere a che fare con lui, finché non si scopre che ha "misteriosamente" un ottimo rapporto con i bambini. Diventa quindi un baby sitter a tempo pieno, molto richiesto, che gioca sempre a nascondino e a ruba bandiera con tutti i bambini della zona ed inoltre si finge maresciallo dei vigili per poter sequestrare il pallone a quei compagni che non lo lasciavano mai giocare a calcio con lui e potersi finalmente vendicare. Dopo molte avventure, comincia a provare nostalgia per la sua famiglia, quindi desidera ritornare piccolo, senza riuscirci, specialmente quando va a fare il baby-sitter anche alla sua sorellina, che riesce in qualche modo a riconoscerlo visto che insieme a lui erano cresciuto anche il pesciolino rosso e la piantina presente nella sua stanza e dai discorsi dei suoi familiari capisce che comunque gli volevano bene, malgrado i rimproveri e i dispetti. Nel tentativo di raggranellare qualche soldo e risolvere i problemi economici di suo padre, mette in scena in modo maldestro il finto rapimento di se stesso, ma mentre è inseguito dalla polizia si ritrova improvvisamente di nuovo nel suo corpo di bambino, venendo "salvato" e riconsegnato ai suoi genitori ai quali spetta di diritto la somma del rapimento, tirata fuori dallo zio Nicola, direttore della banca dove lavorava il padre come impiegato. Francesca, che nel frattempo si era innamorata del Marco adulto, quando scopre l'accaduto tramite una dedica scritta sul quaderno del bambino, esprime il desiderio di diventare anche lei una bambina, venendo accontentata e nel finale si vede lei ormai diventata definitivamente piccola stringere la mano a Marco e uscire dalla scuola insieme a lui.

Presunto remake

Nel 1988 uscì nelle sale il film statunitense Big, diretto da Penny Marshall, con Tom Hanks ed Elizabeth Perkins, spesso citato come remake di Da Grande ma mai dichiarato ufficialmente tale. Nel Dizionario dei Film di Paolo Mereghetti si parla di «casuale, ma strana rassomiglianza tematica». In realtà la storia di un bambino che magicamente "diventa grande" era già presente nel film statunitense Storia di Tre Amori del 1953.

Premi

Per questo film Stefano Sudriè e Franco Amurri vinsero il Nastro d'argento, assegnato dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, come Migliore Soggetto Originale del 1988.[1]

Curiosità

  • Il film è stato girato a Roma prevalentemente nel quartiere Fonte Meravigliosa.
  • Altro set utilizzato per girare le scene in esterna è quello delle Terrazze, centro commerciale "aperto" del quartiere di Casal Palocco.
  • Alla piccola Gaia Piras non piaceva che la chiamassero Silvietta e in due scene, non tagliate, la si sente dire: Io non mi chiamo Silvietta! Mi chiamo Gaia!. Per questo motivo anche nel film ripete il desiderio di essere chiamata Gaia.
  • All'inizio del film, quando Marco si arrabbia coi genitori e corre in camera, viene inquadrato un giocattolo appeso al muro con la scritta "TAC", espressione spesso usata da Pozzetto nei suoi film.
  • Tra i bambini a cui Marco fa da baby sitter c'è anche Ilary Blasi (accreditata nei titoli di coda come Hilary).
  • Nella famosa scena del ruba-bandiera, un bambino accusa Pozzetto di aver fatto una scorrettezza, si tratta di Marco Vivio ("Bambino ruba-bandiera" nei titoli di coda), futuro attore e doppiatore.
  • Mentre Marco guarda in televisione dei film polizieschi per trovare suggerimenti che lo aiutino a recuperare il denaro di cui hanno bisogno i suoi genitori, sullo schermo appare Susan Sarandon, all'epoca compagna del regista Amurri.
  • Pozzetto si reca in un concessionario e tenta di guidare un'auto finendo per sfondare una vetrata e per danneggiare alcune auto; il concessionario è interpretato da Antonio Amurri, padre di Franco.
  • Durante la prima notte a casa di Francesca, si vede Marco guardare i cartoni animati in televisione: si tratta del primo episodio di Mazinga Z (nascita di un robot prodigioso); curiosamente a distanza di qualche giorno, mentre fa da baby-sitter a sua sorella, viene svegliato dalla madre e portato in un'altra stanza; l'inquadratura si ferma sul televisore che trasmette la scena di dialogo iniziale tra il dottor Inferno e il barone Ashura del medesimo episodio del cartone animato visto qualche giorno prima.

Note

  1. ^ (EN) Premi del film, su IMDB

Altri progetti

Collegamenti esterni

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