Longiarù
Longiarù (Campill in tedesco, Lungiarü in ladino) è una frazione del comune italiano di San Martino in Badia.
Longiarù frazione | |
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Longiarù/Campill/Lungiarü | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 46°41′00″N 11°54′00″E |
Altitudine | 1,485[1] m s.l.m. |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 39030 |
Prefisso | 0471 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 021838 |
Cod. catastale | E676 |
Cartografia | |
La prima denominazione accertata del paese di Longiaru risale all'anno 1312 con il nome Campil e al 1410 con il nome Campill oder Legraun[2]; sarebbe oggi pronunciato "Ciampeil" o "Ciampei". Il nome "Lung-a-ru - Lungiarü" lo troviamo in documenti appena nell'anno 1831; ciò non esclude però che la popolazione abbia usato questo nome già prima. Lungiarü è un modesto paese rurale adagiato in una conca discosta dai vivaci centri turistici della Val Badia. Vi appartengono le sottofrazioni di Miscí e Seres.
Poderosi massicci come il gruppo del Puez, la Cresta di Longiarù, il Sass de Putia, il Gherdenaccia fanno da cornice ai ricchi boschi e prati al ingresso nel parco naturale Puez-Odle. Fino a pochi decenni fa gli abitanti di Longiarù vivevano esclusivamente dalla rendita agraria. Più vantaggioso è invece l'allevamento del bestiame (bovini, pecore, cavalli) avvantaggiato dai prati della vallata e dai pascoli dei boschi e degli alpeggi. Anche il commercio del legname ha sempre dato il suo contributo per alleggerire la sopravvivenza dei contadini di Longiarù.
La peculiarità che spicca maggiormente in questo paese è però il singolare modello d'insediamento abitativo: le "Viles", tipici nuclei rurali di case e rustici che si richiamano ad una tradizione culturale medievale. Di particolare interesse risultano i mulini ad acqua lungo i rii di Longiarù in quanto una viva testimonianza per un tempo, in cui la popolazione locale era alquanto autarca ed economicamente indipendente.[3]
Di buona fama godono gli esercizi di agriturismo che riescono a coniugare il servizio all'ospite con l'attività aziendale dando così la possibilità di vivere ed apprendere da vicino la realtà quotidiana della gente locale.
Note
- ^ Pagina del Comune → Municipio → Informazioni utili
- ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 225. ISBN 88-7014-634-0
- ^ Giovanni Mischi, La roda dl tëmp, op. cit.
Bibliografia
- (DE) Franz Clara, Das Tiroler Bauerngeschlecht der Clara in Campill - Namendeutung und Genealogie ab 1632 über acht Generationen, in «Der Schlern», 60, 1986, pp. 392–414.
- (LAD) Giovanni Mischi, La roda dl tëmp: morins da paur tla val da Lungiar, San Martin de Tor, Uniun Ladins Val Badia, 2002. ISBN 88-88682-00-7
- (DE) Roswitha Asche, Larjëi - 1000 Jahre Bewirtschaftung der Lärche im Campilltal, Südtirol, San Martin de Tor, Uniun Ladins Val Badia, 2007. ISBN 978-88-88682-10-5