Riccardo Tisci
Biografia
Nato a Taranto, rimane orfano di padre quando era ancora un bimbo. Sua madre Elmerinda rimasta vedova con 9 figli decide di lasciare la Puglia e di trasferirsi in Lombardia.[1] Lascia a 17 anni[2] Cermenate in provincia di Como e si diploma al Central Saint Martins College di Londra.
Carriera
Lavora successivamente per marchi come Puma e l'italiano Coccapani, prima di firmare un contratto triennale con Ruffo Research.
Riccardo Tisci presenta poi una propria collezione (che porta il suo nome) per la Settimana della Moda di Milano nell'autunno 2004/2005.
Viene contattato dalla maison francese Givenchy e ne rilancia il marchio. In breve diventa direttore creativo, curando haute couture, prêt-à-porter e accessori.[3] Ha ricevuto grande successo critico e commerciale grazie al suo stile, che coniuga un'eleganza moderna a romanticismo, sensualità ed una malinconia delicata.
Nel 2008 viene chiamato dalla popstar statunitense Madonna a disegnare molti dei costumi del suo imponente Sticky and Sweet Tour, realizzando per lei alcuni splendidi costumi art-deco e "gypsy", riscuotendo un notevole successo tanto da essere richiamato dalla popstar a reinventare il look per la ripresa del tour l'anno successivo.
Curiosità
È a lui che si deve la ribalta nel mondo della moda di Lea T., la quale è stata chiamata dallo stilista come testimonial della campagna invernale 2010 per Givenchy.[4][5]
Nota l'amicizia tra Riccardo Tisci e la modella Mariacarla Boscono, presente spesso nelle campagne pubblicitarie di Givenchy, nonché nelle sfilate della maison.
Voci correlate
Note
- ^ Eva Desiderio, Riccardo Tisci: il mio credo, su firenzemadeintuscany.com, 31 marzo 2011. URL consultato il 20 aprile 2014.
- ^ Intervista per Vogue Voices Maggio 2013
- ^ (EN) Riccardo Tisci appointed creative director, su givenchy.com, 28 febbraio 2005. URL consultato il 20 aprile 2014.
- ^ Marika Surace, Lea T., su vogue.it, Vogue Italia, 25 maggio 2011. URL consultato il 20 aprile 2014.
- ^ Givenchy sceglie la modella trans Lea T, su excite.it, 7 maggio 2010. URL consultato il 20 aprile 2014.