Baal
Il nome Baal, in lingua fenicia, significa semplicemente "Signore". Per i Cananei dell'Antico Testamento il significato si applicava a qualsiasi dio (e d'altra parte "cananeo" era equivalente a "fenicio"). Solo verso il XIV secolo a.C. il nome di Baal, come ci riferiscono le tavole di Ugarit, passò a indicare il maggiore degli dèi e il signore dell'universo.

Attributi
Baal (conosciuto anche come "El" o "Il" portava anche altri titoli quali "figlio di Dagan", anche se Dagan – il biblico Dagon – non sembra avere ruoli importanti nei testi mitologici. Altri titoli di Baal sono "Cavaliere delle nuvole", "Onnipotente" e "Signore della Terra". Baal era il signore del tuono e il più vigoroso e aggressivo degli dei. La residenza di Baal, chiamato Hadad dai fenici e Baal-Ammon a Cartagine, era posta sul monte Zaphon, a nord di Ugarit in Fenicia, e viene dipinto con le folgori in mano.
Nella mitologia greca Baal veniva associato al nome di Kronos (il Saturno dei Romani) anche se l'immagine di Baal con le folgori si avvicina maggiormente a quella di Zeus. Il nome di Baal Ammon lo ricollega ad Ammon-Ra della mitologia egizia. Si ricordi che il famoso oracolo visitato da Alessandro Magno in Egitto era appunto dedicato a Baal-Ammon.
Baal rappresenta l'energia della vita, che alimenta la natura, dona la fertilità ai campi e regola le piogge e le acque più in generale. Era identificato con la forza che edifica le coscienza di sé degli esseri viventi. Nel tempo la sua figura ha subito alcuni mutamenti mescolandosi anche ad altre divinità; quando era identificato con l'essere natura, Baal moriva e rinasceva a seconda di come l'energia vitale si muoveva.
Nei testi di Ras Shamra
In questi testi Baal viene chiamato padre degli anni e dell'uomo, ed è considerato progenitore del Dei. La sua dimora viene collocata sul Monte del Nord. Questo monte venne identificato nel monte Cassius, oggi denominato el-Akra, il monte è geograficamente collocato a nord di Ras Shamra. Il monte condivide con altri monti la definizione di l'ombelico della terra. Si è ipotizzato che la scelta di questo monte, come sede del Dio Baal, derivi dal fatto che questo monte è la montagna più alta della Siria. Il monte è anche considerato il luogo di incontro delle acque del firmamento superiore con le acque del firmamento inferiore. Questa caratteristica venne poi ripresa dagli Ebrei per il loro paradiso terrestre, infatti esso erana delimitato e bagnato dai fiumi Pihon e Gihon. Molte altri località sono state dichiarate sede del Dio Baal, tra le più conosciute possiamo citare: Sheizar e Sapan, quest'ultima località Baal si fermò dopo la vittoriosa battaglia con Mot.
Divinità chiamate Ba'al o Ba’alath
Aleyan-Baal, divinità di Ugarit, dio della vegetazione e delle tempeste, conosciuto anche con l'appellativo di signore dei solchi. Sposo di Anat. A volte paragonato al dio Marduk o al dio El. Disponeva di un templio sul Monte Carmelo. Venne ucciso da Mot.
Poiché più di un dio portava il titolo di "Ba'al" e più di una dea quello di "Ba'alat" o "Ba'alah", solo il contesto di un testo può indicare con esattezza di quale "Signore" Ba'al o "Signora" Ba'alath si parli in un particolare testo o iscrizione. Sebbene il dio Hadad (o Adad) era particolarmente probabile che fosse chiamato Ba'al, Hadad era lontano da essere l'unico dio con quel titolo.
Cartagine
Nei templi di Baal a Cartagine vi era normalmente una statua del dio con le braccia distese in avanti con le mani tese a indicare il punto dove le vittime sacrificali dovevano essere bruciate.
Nonostante i suoi attributi magniloquenti, Baal-Ammon (parte della triade cartaginese con Tanit ed Eshmun) non era la divinità più importante di Cartagine. Intorno al VI secolo a.C. iniziò a prendere spazio e maggiore popolarità il culto di Tanit, dea della Luna, delle messi e della buona fortuna. E fu nel tempio di Esmun - non di Baal Ammon - che i difensori di Cartagine si ritirarono a combattere gli ultimi giorni della città che cadeva sotto i colpi dei romani di Scipione alla fine della terza e conclusiva delle guerre puniche.
Ba'al come titolo di divinità per i giudei ed israeliti
Sacrifici umani
Fino ai primi anni del XX secolo si riteneva che questa divinità venisse onorata con sacrifici umani. Alcuni studiosi ritengono che la pratica del sacrificio umano, rivoltante alla mentalità moderna, era di uso comune nel mondo antico. Secondo questi studiosi i cartaginesi spesso sacrificavano i loro primogeniti ai loro dèi, esattamente come tutte le culture antiche sacrificavano le primizie dei campi e i primi nati degli allevamenti[1].
Il demone Ba'al
Baal è anche annoverato tra i demoni nella religione cristiana e ciò è una potenziale fonte di confusione.
Corrispondenza con altre divinità
Baal trova una corrispondenza di funzioni con il dio delle tempeste Hadad e il dio accadico Adad. Analogie anche con il dio delle tempeste hurrita Teshub. Per ciò che attiene la fertilità analogie con il dio Mot che veniva considerato come Dio-Grano ed era un concorrente di Baal.
Il termine ba'lu viene comunemente tradotto come signore, appelattivo che veniva utilizzato anche da altre divinità della zona, come: Hadad, Jahvé, Aleyan ed El.
Uso non religioso del termine
Capo degli Dei, non creatore
Ad Ugarit Baal era a capo degli Dei e perciò una figura centrale nel pantheon di questa città. Gli venivano tributati particolari onori come Dio perché garantiva ed apportava la pioggia e la fertilità, ma non è mai stato venerato come creatore di tutte le cose, o come generatore di vita.
Nei miti ugaritici non vi è alcuna cosmologia che abbia somiglianza con quella ebraica, non si riscontrano riferimenti alle origini del loro pantheon, non vi sono racconti sulla nascita dell'universo.
Nella cultura araba preislamica
In periodo pre-islamico la divinità urbana di Hubal a Mecca era probabilmente nient'altro che la resa in lingua araba higiazena del semitico settentrionale Ha-Ba'al, col medesimo significato di "il dio" per eccellenza.
Nella cultura popolare
- Baal è il titolo della prima opera teatrale di Bertolt Brecht.
Nella letteratura
Il tema dell'ipotetica esistenza di sacrifici umani dedicati a questo dio è stato diffuso tramite un'opera letteraria dell'Ottocento. Il romanzo Salammbò di Gustave Flaubert è stata un'opera che ha profondamente contribuito ad accreditare il racconto di sacrifici umani dedicati a Moloch, il nome fenicio dei dio Baal.
Curiosità
Nel 2001 l'Autorità Nazionale Palestinese ha emesso un fracobollo raffigurante il Dio Baal. Un gruppo islamico ha emesso una Fatwa contro chi rendeva onore a Baal. il link alla Fatwa (in inglese)
Bibliografia
- Sabatino Moscati, Gli Adoratori di Moloch, Jaka Book, Milano, 1991; scrive nell'introduzione l'autore, circa i sacrifici umani:
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- Paolo Xella, Gli antenati di dio, divinità e miti della tradizione di Canaan, Essedue Edizioni, Verona, 1983.
- Paolo Xella, La terra di Baal, Curcio, Milano 1984;
- Paolo Xella, I testi rituali di Ugarit, CNR, Roma 1981;
Riferimenti biblici
Note
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