Luciano D'Alfonso

politico italiano (1965)

Luciano D'Alfonso (Lettomanoppello, 13 dicembre 1965) è un politico italiano. È stato sindaco della città di Pescara e presidente della Provincia di Pescara; dal 2007 al dicembre 2008 ha ricoperto il ruolo di Segretario regionale del Partito Democratico in Abruzzo, dal quale si è dimesso il 16 dicembre.

Luciano D'Alfonso

Sindaco di Pescara
Durata mandato9 giugno 2003 –
5 gennaio 2009
PredecessoreCarlo Pace
SuccessoreLuigi Albore Mascia

Presidente della Provincia di Pescara
Durata mandato7 maggio 1995 –
13 giugno 1999
PredecessoreFortunato di Sipio
SuccessoreGiuseppe De Dominicis

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico

Biografia

Laureato in Scienze Politiche e Filosofia (entrambe con votazione 110/110 con lode), sul piano professionale si è occupato di accelerazione dei processi e di sviluppo economico ed infrastrutturale in numerose aziende ed enti pubblici e privati. Nel 1995 è stato eletto presidente della Provincia di Pescara, risultando il più giovane presidente di Provincia d’Italia. Nel 2000 è stato eletto al Consiglio regionale d'Abruzzo per il Partito Popolare Italiano. Nel 2001 aderisce alla Margherita. È consigliere di amministrazione in numerose aziende a partecipazione pubblica oltre a ricoprire vari incarichi politici e di insegnamento presso alcune università.

Il 9 giugno 2003 viene eletto sindaco di Pescara, carica che D'Alfonso manterrà venendo rieletto nel 2008. Il 14 ottobre 2007, attraverso le elezioni primarie, viene eletto segretario regionale del Partito Democratico in Abruzzo battendo l'allora consigliere regionale Tommaso Ginoble vincendo in tutte le quattro Province (dal 85% in Provincia di Pescara al 52% in Provincia di Teramo, feudo elettorale del competitore).

Il 15 dicembre 2008, viene sottoposto agli arresti domiciliari[1] in seguito ad un'indagine della procura di Pescara che lo vede coinvolto. Il giorno seguente si dimette da sindaco di Pescara e da segretario regionale del PD. Il 24 dicembre 2008 il gip di Pescara ha disposto la revoca degli arresti domiciliari.[2] Tuttavia, il 5 gennaio 2009, ha ritirato le dimissioni autosospendendosi per motivi di salute e lasciando pieni poteri al vice sindaco Camillo D'Angelo.

Vicende giudiziarie

Inchiesta Housework: associazione a delinquere, corruzione, concussione, appropriazione indebita, truffa e peculato

Il 15 dicembre 2008 la Procura di Pescara pone agli arresti domiciliari il Sindaco di Pescara D'Alfonso per presunti tangenti al Comune di Pescara in cambio di appalti. Tra i 26 imputati devono rispondere, a vario titolo, di concussione, corruzione, tentata concussione, peculato, falso ideologico, truffa, finanziamento illecito ai partiti, appropriazione indebita, abuso d'ufficio, favoreggiamento e turbata libertà degli incanti. Tra gli indagati anche Guido Dezio, braccio destro di D'Alfonso e diversi imprenditori e dirigenti e funzionari del Comune di Pescara. L'inchiesta riguardante presunte tangenti e illeciti negli appalti in vari settori dell'urbanistica al Comune di Pescara di cui D'Alfonso sarebbe "capo promotore" di un sistema corruttivo in favore di alcuni imprenditori in cambio di favori politici ed economici.

Il 23 febbraio 2011 il Gup di Pescara rinvia a giudizio D'Alfonso e altre 23 persone tra imprenditori e dirigenti comunali prosciogliendo però D'Alfonso da due capi di accusa per concussione e uno per corruzione ovvero i fatti più importanti dell'indagine. D'Alfonso non verrà, dunque, giudicato sulla contestazione di concussione ai danni della ditta Siram (al direttore Francesco Incorvaia) che si era aggiudicata la gara per gli impianti di riscaldamento in Comune. Secondo la ricostruzione dell'accusa la società sarebbe stata costretta a pagare 25mila euro per le luminarie del Natale 2006 e altri 75mila euro per il successivo concerto di Capodanno 2007 senza stipula di contratti, sponsorizzazione o ritorno di immagine per l'azienda.

Assolto anche dalla due accuse di corruzione per aver ricevuto una tangente da 5'000 euro in cambio di un appalto da 92'000 per la manutenzione di strade e marciapiedi da parte dell'imprenditore Valterino di Persio oppure quella di aver ricevuto un computer da 3'000 euro per ottenere il trasferimento di un medico amico alla Asl di Chieti e da quella di aver concesso all'imprenditore Carlo Castellano la sistemazione di un'aiuola verde e di riservare spazi sugli stessi cartelloni per pubblicizzare la sua figura pubblica di sindaco. Per entrambe le ipotesi il giudice ha assolto D'Alfonso perché il fatto non sussiste. Nonostante ciò D'Alfonso continua ad essere sospettato. Per reati gravissimi: concorso per aver indotto Tommaso Di Nardo, legale rappresentante dell’Aquila S.r.l., a consegnargli la somma di euro 10.000 per la proroga del contratto di sorveglianza del tribunale venendo inoltre contestata insieme a Dezio la concussione in concorso per aver chiesto ai gestori provvisori del bar del Tribunale (la Di Pentima Sas) 20 mila euro promettendo in cambio un aiuto per l’aggiudicazione dell’appalto.

Il sindaco avrebbe indotto gli imprenditori De Cesaris e La Rocca (controparti dell’accordo corruttivo) a versare soldi (8.400 euro) alla società Informabruzzo sas del giornalista Francesco Di Miero a seguito di fatture emesse ma prestazioni mai rese mettendoglia disposizione gratuitamente nel 2004 la mano d’opera per la ristrutturazione della sua casa sui colli di Pescara e per la ristrutturazione della sede della Margherita di Lettomanoppello. Sempre D’Alfonso avrebbe indotto, in concorso con Dezio, i De Cesaris a versargli 8 mila euro per atti amministrativi adottati contrari ai principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione. Il sindaco avrebbe inoltre indotto Massimo De Cesaris ad erogare 15 mila euro in favore della Margherita («contributo dichiarato ma illecito perché ispirato da finalità corruttive») ricevendo in cambio il project finanzino sulla gestione e manutenzione dei cimiteri.

A Luciano D’Alfonso e all’imprenditore Enzo Perilli (impegnato in diversi appalti con il Comune) viene contesto il reato di corruzione. L’ex sindaco avrebbe indotto Perilli a versare 3 mila euro alla società del giornalista Di Miero in contropartita di atti amministrativiadottati o da adottarsi nell’ambito di procedure di gara. Stessa accusa al sindaco per aver chiesto il versamento di 3.600 euro alla società del giornalista al direttore della Soget spa Gaetano Monaco. A D’Alfonso, Dezio e all’imprenditore Giacomo Costantini viene contestata la corruzione in concorso. Quest’utlimo sarebbe stato indotto a versare 6 mila euro in contropartita di atti amministrativi contrati ai principi di imparzialità. Accusa di corruzione ancora per D’Alfonso, Dezio, Carlo e Alfonso Toto e Fabrizio Paolini. Gli imprenditori avrebbero versato 7 mila euro tra marzo-aprile del 2006, avrebbero retribuito Paolini (collaboratore di D’Alfonso) con uno stipendio mensile di 1.500 euro, rimborso carburante, l’uso della macchina tra settembre 2004 e gennaio 2007.

I Toto sono anche imputati per aver messo a disposizione dell’ex primo cittadino, gratuitamente, aerei della propria compagnia Airone, per aver pagato vacanze a D’Alfonso e famiglia (Malta e Venezia a Pasqua 2006 mettendogli a disposizione un jet privato), Santiago de Compostela a settembre 2006, un’altra vacanza a maggio 2006 da quasi 11 mila euro, la promessa di un viaggio a Dubai da 17 mila euro (poi non fatta) a dicembre del 2006, il pagamento di cene di rappresentanza (come quella elettorale da 10.800 euro a dicembre del 2006, l’acquisto di una ambulanza (10 mila euro) per Lettomanoppello («per ritorno di immagine del sindaco»), una erogazione di 10 mila euro per la pro loco di Lettomanoppello.Viene inoltre contestato al sindaco di aver erogato appalti di comodo all’impresa Eredi Cardinale per controbilanciare l’impegno di spesa della ditta, impegnata ad eseguire, sottocosto, lavori di costruzione della sua villa (solo 320 mila euro per 350 mq) in Lettomanoppello in favore del sindaco. D'Alfonso, Antonio Dandolo, Pierpaolo Pescara, Luciano Di Biase, Carlo Toto, Alfonso Toto, Giampiero Leombroni sono accusati di turbata libertà di incanti per la l’appalto della gara dell’area di risulta per l'area di risulta a Pescara.

D’Alfonso è accusato di peculato per aver messo a carico del Comune un biglietto aereo usato per motivi personali (321 euro Pescara-Milano). L’ex sindaco e Dezio sono accusati di appropriazione indebita in concorso per essersi appropriato di oltre 50 mila euro confluito nelle casse del partito. Il gup ha assolto, invece, il tesoriere della Margherita Fabio Zuccarini perché avrebbe semplicemente eseguito gli ordini e non avrebbe potuto in alcun modo sottrarsi, né poteva domandarsi o essere tenuto a conoscere il motivo della richiesta. D’Alfonso è accusato di aver usufruito gratuitamente dei locali di via Sardegna (canone 6.800€ annui) e aver dato in cambio «incarichi altamente discrezionali da parte del Comune» a Nicola Di Mascio «come contropartita» e sempre Dezio e D’Alfonso sono accusati di concussione per aver indotto Tino Taraborelli Bellafronte (che ha ricevuto incarichi per 90 mila euro nel 2005-2006) a versare 13 mila euro ad Europa Prossima («la longa manus del sindaco»).

Altra accusa di concussione per aver chiesto alla ditta Fanì (che lavorava per il Comune) il pagamento di cene elettorali. D’Alfonso, Dezio e Marco Molisani sono accusati in concorso di truffa per aver predisposto una determina con la quale si faceva apparire il conferimento alla Pro Loco di Pescara di un finanziamento di 12.200 euro complessivi per varia pubblicità istituzionale («prestazione mai resa e neanche effettivamente richiesta»). Questo denaro sarebbe stato erogato con il preciso ordine, impartito alla Pro-Loco - per conto del sindaco D’Alfonso - da Molisani Marco, di dirottare euro 10 mila in favore della società Jadrolinija «procurando alla suddetta società un vantaggio patrimoniale, con pari danno dell’ente comune».

Il Pm di Pescara aveva chiesto 6 anni di reclusione per D'Alfonso e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e la confisca della villa di Lettomanoppello stessa condanna per il dirigente Dezio, socio secondo l'accusa del sistema corruttivo ma il 23 febbraio 2013 il giudice monocratico assolve d'Alfonso da tutte le accuse con formula piena per non aver commesso il fatto facendo decadere i 25 capi di accusa. Nelle motivazioni emerge la mancanza assoluta di prove utili a certificare la responsabilità penale dell’ex sindaco Luciano D’Alfonso nemmeno del concorso morale di D’Alfonso. Per il Collegio, «i ruoli verticistici e preminenti di D'Alfonso, di certo, non possono essere obliterati, ma da soli non sono risolutivi a dimostrazione del concorso nei reati per i quali i detti ruoli devono necessariamente essere integrati da altri elementi specifici e concreti che, per la rilevanza dell'insieme, valgano a superare la soglia di significanza generica dei ruoli».

Inoltre i giudici ritengono che i numerosi benefit di viaggi e vacanze offerte dagli imprenditori Toto all'ex sindaco non avrebbero influito nel suo agire amministrativo infatti si evidenzia che "D'Alfonso non fosse appiattito sui ritorni economici del gruppo Toto perché almeno in due episodi l'Amministrazione ha assunto decisione contrarie ai Toto, come in occasione dell'apertura del nuovo Palazzo di Giustizia» o «quando furono respinte le osservazioni di Toto al Piano regolatore per le aree portuali nell'ambito dell'approvazione del Prusst». La lista Dezio è per i giudici una lista di versamenti al partito, versamenti in bianco e in nero, cioè non tracciabili (dunque potrebbero essere non regolari) ma sempre al partito mentre non è provato che i soldi siano andati a D’Alfonso (non regge ipotesi di Dezio procacciatore di soldi tra gli imprenditori per D'Alfonso). Anche per la ristrutturazione della villa dell'ex Sindaco a Pescara (che peraltro D'Alfonso aveva già lasciato) e a Lettomanopello mostrando come la ditta Cardinale aveva già eseguito a "prezzi di favore" in altre occasioni lavori di subappalto per le imprese Toto.

Riguardo al project financing dei cimiteri cittadini, «il Collegio ritiene che per tutte le imputazioni vada emessa pronuncia liberatoria per insussistenza del fatto: non si riscontrano - scrive - violazioni o profili sintomatici di illegittimità né i termini dell'accordo corruttivo, proprio ed anche improprio». La procedura è stata giudicata regolare così come le consulenze a Ferragina e Mariani.Smentita pure l'associazione a delinquere tra gli imputati A tal proposito, i giudici nelle motivazioni alla sentenza di assoluzione osservano che, «oltre al dato indubitabile che gli imputati si conoscevano tra loro, già solo per il fatto che lavoravano tutti al Comune di Pescara, non è dato cogliere il quid pluris di comune appartenenza delinquenziale all'interno dell'organigramma comunale che non sia il concorso nella commissione dei reati fine, utile per i reati fine, ma insufficiente per il reato associativo» venendone «un ritorno di utili concreti solo per D'Alfonso» e non, dunque, per gli altri.

Inchiesta Mare-Monti: truffa

Nel 2010 la Procura di Pescara indaga D'Alfonso e altre 12 persone tra cui imprenditori, funzionari ANAS e responsabili dei lavori nell'ambito della vicenda riguardante la mancata realizzazione della S.S. 81 (Mare-Monti) quando era Presidente della Provincia. D'Alfonso è accusato di truffa in quanto considerato referente politico degli imprenditori Toto per la realizzazione, senza autorizzazioni, della statale S.S 81 dentro la Riserva naturale del Lago di Penne.

Le ipotesi accusatorie disegnate dal PM di Pescara parlano di un gruppo di persone che avrebbe piegato per interessi personali e per l'esclusivo vantaggio dell'impresa le istituzioni pubbliche con una serie falsi. Il procedimento è tuttora in corso. Va però precisato che la magistratura contabile riconosce nel merito la pluriennale correttezza della gestione finanziaria e contabile della cosa pubblica. Una ricca documentazione in merito è disponibile presso il sito persone di Luciano D'Alfonso.

Inchiesta Caligola&Ecosfera: corruzione

Nel 2011 la Procura de L'Aquila iscrive D'Alfonso nel registro degli indagati per l'affidamento in carico di una progettazione sul porto di Pescara affidata alla società Ecosfera quando era Sindaco della città. Il 3 febbraio 2014 il giudice ha assolto D'Alfonso con formula piena.

D'Alfonso è rinviato a giudizio insieme ad altre 11 persone nella inchiesta chiamata "Caligola-Ecosfera" per associazione a delinquere, corruzione, soppressione di atti e rilevazione di atti di ufficio, fatti di cui è stato assolto con formula piena. Il PM dell'Aquila aveva rinviato in giudizio anche il Vicepresidente della Regione Abruzzo e Assessore regionale allo Sviluppo nella Giunta di centrodestra targata Chiodi Alfredo Castiglione, l'ex capogruppo Pd in Regione Abruzzo Camillo Cesarone, l'ex Segretario generale alla Presidenza della Regione Abruzzo durante la Giunta di centrosinistra di Ottaviano Del Turco Lamberto Quarta (già condannati nell'inchiesta Sanitopoli) per presunti tangenti per appalti europei della Regione Abruzzo attributi sempre alla società Ecosfera nonché il presidente e amministratore delegato della aziende, nonché numerosi consulenti e dirigenti regionali.

L’inchiesta ruota attorno a una presunta associazione per delinquere che sarebbe stata messa in piedi, sostiene l’accusa, per «condizionare» l’affidamento delle commesse pubbliche in cambio di contropartite economiche sottoforma di consulenze e di assunzioni clientelari. Per quanto riguarda il filone che coinvolge D'Alfonso, di cui poi è stato assolto, si ipotizzava una serie di scambi di contratti di consulenza e appalti per il programma di cooperazione transfrontaliera Ipa Adriatico 2007-2013.

È un appalto da 51 milioni di euro che sarebbe stato affidato alla società Ecosfera in cambio, sostiene l’accusa, di 2 contratti da 46.400 euro offerti poi dalla stessa società all’ex assessore Pd Luciani. Il 10 dicembre 2013 D'Alfonso ottiene il rito abbreviato. Il Pm de l'Aquila aveva chiesto 3 anni e 5 mesi ma il 3 febbraio 2014 il giudice è stato assolto D'Alfonso con formula piena.

Presidente della Provincia di Pescara

Al ballottaggio del 6 e 7 maggio 1995 viene eletto Presidente della Provincia di Pescara, il primo eletto direttamente e il più giovane presidente della provincia d'Italia con il 56,5% contro il 43,5% di Ezio Ardizzi del centrodestra candidato de Il Polo della Libertà (al primo turno D'Alfonso era al 44,1% mentre Ardizzi era al 41,9%).

Sindaco di Pescara

Al ballottaggio dell'8 e 9 giugno 2003 viene eletto Sindaco di Pescara con il 53,5% dei voti battendo Carlo Masci fermo al 46,5%, candidato del centrodestra della Casa delle Libertà strappando la città al centrodestra. Al primo turno Masci con il 48,1% era davanti a D'Alfonso che si posizionava al 47,1%. Nelle elezioni comunali del 13 e 14 aprile 2008, viene di nuovo eletto, al primo turno con il 50,3% dei voti, sindaco di Pescara battendo il candidato del centrodestra Luigi Albore Mascia fermo al 26,4% e Masci sostenuto dall'UdC al 9.1%.

Candidatura alla presidenza dell'Abruzzo

Alle primarie del centrosinistra per eleggere il candidato governatore d'Abruzzo, il 9 marzo 2014, D'Alfonso ottiene una vittoria netta col 76,3% dei voti battendo il consigliere regionale di SEL Franco Caramanico col 13,6% e il consigliere regionale IdV Alfonso Mascitelli col 10,2%. In termini di voti sui 42.293 elettori delle primarie D'Alfonso ha ottenuto in tutto 30.699 voti contro i 5.462 di Caramanico e i 4.101 di Mascitelli.

Note

Voci correlate