Diomede della Corgna

marchese di Castiglione del Lago e politico italiano
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Diomede della Corgna (Perugia, 1547Perugia, 6 settembre 1596) è stato un nobile italiano. Fu marchese sovrano di Castiglione del Lago (1571-1596) e succedette allo zio materno Ascanio della Corgna.

Diomede della Corgna
File:Diomede della corgna.jpg
Il marchese Diomede
(Villa del Colle del Cardinale, presso Perugia)
Marchese di Castiglione del Lago
File:Arme della corgna3.jpg
In carica3 dicembre 1571-
6 settembre 1596
PredecessoreAscanio I
SuccessoreAscanio II
Nome completoDiomede
della Penna-Corgna
NascitaPerugia, 1547
MortePerugia, 6 settembre 1596
Sepolturachiesa di San Francesco al Prato a Perugia
Dinastiadella Corgna
PadreErcole Arcipreti della Penna
MadreLaura della Corgna
ConsortePorzia Colonna
FigliAscanio II, Cesare, Fabio

Biografia

File:Mura di castiglione del lago.jpg
Parte della cinta muraria di Castiglione del Lago

Secondogenito (i fratelli erano monsignore Fabio e Cesare) di Laura della Corgna, sorella di Ascanio I e del cardinale Fulvio, e di Ercole Arcipreti della Penna, esponente di un'antica famiglia perugina. I tre della Corgna era nipoti, per via materna, del papa Giulio III che aveva infeudato la sorella Giacoma del territorio di Castiglione del Lago e del Chiugi.
Ascanio della Corgna fu nominato marchese il 19 novembre 1563 da Pio IV, ma dal matrimonio con Giovanna Baglioni non ebbe figli: scelse, dunque, come successore, il nipote Diomede che gli subentrò alla sua morte il 3 dicembre 1571.

Altero, invadente, ambiguo ed astioso, probabilmente privo delle qualità che distinsero gli zii, Diomede compensò con l'ostentazione esagerata del prestigio familiare e di un lusso che forse non poteva sempre permettersi.[1]

Lo zio Ascanio gli procurò un vantaggioso matrimonio con Porzia Colonna (+1583), sorella di Marzio, duca di Zagarolo e nipote del famoso ammiraglio Marcantonio Colonna. Da lei nacquero tre figli: l'erede Ascanio II (1571, Cesare (chierico di Camera) e Fabio (chierico).[2]

La madre di Diomede, Laura della Corgna, sposò in prime nozze il conte Sano Bigazzini, ma l'unione fu annullata da Paolo III.Lodovico Domenichi, nel suo libro sulla nobiltà delle donne, edito a Venezia nel 1549, la definì una delle più belle ed eloquenti signore di Perugia.[3]Diomede assunse il cognome della Corgna, mettendo da parte quello paterno.

File:Porzia colonna-della corgna.jpg
La marchesa Porzia
moglie di Diomede

Diomede, intanto, amante dello sfarzo e delle apparenze, si dedicò alle arti: fece realizzare dal Pomarancio, nel 1582, (recentemente è stato rinvenuto, in Vaticano, il contratto tra questi e il marchese)[4] da Salvio Savini e Antonio Pandolfi gli affreschi nel palazzo castiglionese celebranti le gesta di Ascanio e la grandezza della stirpe. Fece completare pure le decorazioni del palazzo di Castel della Pieve e della villa del Cardinale, ereditata dallo zio Fulvio della Corgna (con il quale, fino al 1583, condivise la reggenza), dove a volte soggiornava piacevolmente. All'insigne architetto Galeazzo Alessi, invece, commissionò la progettazione di una sua personale dimora a Perugia, nota anche oggi come il palazzo del Duca: l'unico duca dei della Corgna fu, però, soltanto il nipote di Diomede e ultimo sovrano di Castiglione Fulvio Alessandro. Diomede, per il suo smisurato amore per il lusso, fu denominato "il Marchese d'oro", con il trattamento di Eccellenza.[5] Era talmente orgoglioso delle parentele acquisite che, nelle proprie residenze, fece sempre dipingere lo stemma partito della Corgna-Colonna.
Si dedicò, al contrario, poco alle cose militari: partecipò con lo zio Ascanio della Corgna al "Soccorso di Malta", minacciata dai turchi; il papa Clemente VIII lo nominò Generale delle armate pontificie in Avignone, ma fu solo un titolo onorifico di cui lui andò fiero.[6]

Nel 1588 il marchese assunse come segretario di corte il letterato Scipione Tolomei (1553-1630), secondo la storica dei della Corgna Maria Gabriella Donati-Guerrieri "una specie di Mentore scritturale che elargiva precetti e formulava missive in bello stile per incarico di terzi meno capaci".[7]

Diomede, comunque, completò nel 1592 gli Statuti, redatti dallo zio Ascanio, con la partecipazione del cardinale Fulvio. Il suo temperamento gli causò seri problemi con la Santa Sede: fu sotto processo, nel 1566, per il tentato assassinio del capitano Flaminio Graziani e di quel povero contadino di Panicarola, da lui ucciso solo per aver protestato contro l'esosità delle tasse.[8]. Il pentimento del marchese giunse, ma in ritardo, e fece diminuire i tributi agli abitanti del paeselloo.
Diomede morì, all'età di 49 anni, nel palazzo di Perugia il 6 settembre 1596: fu tumulato nella cripta di famiglia nella chiesa perugina di San Francesco al Prato. Gli succederà il figlio venticinquenne Ascanio II

  Lo stesso argomento in dettaglio: Della Corgna.

Immagini

Note

  1. ^ Festuccia, p.22
  2. ^ Donati-Guerrieri, pp. 223 e 248
  3. ^ Battaglini, p.174
  4. ^ Sapori, p.214
  5. ^ Donati-Guerrieri, p.222
  6. ^ Tolomei, p.81
  7. ^ Donati-Guerrieri, p.218
  8. ^ Festuccia, p.23

Bibliografia

  • I. Battaglini, Notizie istoriche di Castiglione del Lago e del suo territorio, Montepulciano 2000.
  • V. Borgnini, La Chiesa di San Francesco al Prato in Perugia, Perugia 2011.
  • Ascanio della Corgna, Statuti, Siena 1750.
  • M.G. Donati-Guerrieri, Lo Stato di Castiglione del Lago e i della Corgna, Perugia 1972.
  • L. Festuccia, Castiglione del Lago, Perugia 1985.
  • G. Lana, Ascanio I della Corgna ed il suo tempo, Castiglione del Lago 1999.
  • G. Sapori, I della Corgna mecenati del Lago, <Trasimeno lago d'arte>, pp. 201-227, Torino 1994.
  • S. Tolomei, Lettere, Perugia 1617.

Voci correlate