Natoli (famiglia)
I Natoli sono una importante famiglia nobiliare siciliana, di origine francese[1][2].
Storia
L’origine della famiglia viene fatta risalire dalla maggioranza degli studiosi, al castello Natolium Alduin in Provenza chiamato volgarmente Nanteuil l'Hadovin. Lo stemma conserva la torre a memoria di questa origine.
La nobiltà di diritto nasce intorno all’anno mille, legata alle funzioni militari e ai privilegi di possesso di territori, ottenuti per statuti giuridici o per tradizione consolidata. Una delle caratteristiche principali dei privilegi nobiliari era l'amissione ai collegi professionali di giureconsulti. Le notizie relative alla ancestrale famiglia Natoli risalgono al XIII secolo.
Si vuole il passaggio dalla Francia a Napoli con Giovanni di Natoli, reale Cavaliere e familiare del Re Carlo I d’Angiò. Da Napoli passò in Sicilia, a Messina, con Antonino Natoli, al seguito della Regina Eleonora d'Angiò[3] che gli conferirà sconfinati feudi. Suo figlio ebbe grado ecclesiastico in commenda della Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani al tempo detta di Castellamare. Infine Antonino Natoli fu poi il padre di Amedeo a sua volta padre di Aldo, che generò a sua volta Amedeo e Giuliana Elena Natoli.
Un Gio Natoli, discendente di una famiglia principesca è citato nelle cronache storiche, fin dal primo ingresso in Napoli degli angioni del 1266 e notato come Regio Cavaliere con il titolo di milite e familiare diretto del Re, proveniente dalla famiglia di Francia del Principato del Castello Natolium Alduin. I Cavalieri angioini furono infatti inviati in Italia insieme al Re in una spedizione militare per difendere Papa Urbano IV contro Manfredi, sconfiggendolo nella dura e decisiva battaglia di Benevento il 26 febbraio del 1266, riconquistando così il Regno delle Due Sicilie, fondato nel 1130, con Palermo capitale. Durato 152 anni, fu il primo modello dello Stato moderno, in tutta Europa, fino a quando con i Vespri Siciliani del 1282, si dividerà nel Regno di Napoli e nel Regno di Sicilia. Anno in cui i Natoli si resero indipendenti dagli angioini, non condividendone più la politica. Dopo la Francia la famiglia Natoli divenne molto illustre per la nobilità dei soggetti, tanto in Napoli e quanto in Messina[4].
Un Giovanni barone di Laconia, fu strategoto di Messina fin dal 1272. In Messina si trova nel 1343 un Antonino fra i baroni al servigio militare di Re Ludovico di Sicilia.
Un Antonio fu senatore della stessa città negli anni 1427, 1436, 1443, un Gerardo tenne la stessa carica dal 1467 al 93; da questi si giunge a Giovanni Matteo che nel 1457 appare come nobile messinese a cui venne concesso il cingolo militare col titolo di regio cavaliere. Un altro Giovanni fu senatore in Messina nel 1535; un TOR. Antonio detto il Pattese, nato nel 1539, appartenente al terzo ordine regolare di San Francesco, fu visitatore apostolico su mandato del Papa e custode del regio monastero della Basilica di Santa Chiara (Napoli), fu accusato dai fratelli che non volevano sottostare alla disciplina, ma venne riconosciuta la sua innocenza e morì nel 1618 in odore di santità. Da un Giovanni, che il Villabianca dice senatore di Messina nel 1500, decorato con il titolo di Regio Cavaliere con privilegio del 1517, venne un Francesco che fu marito di Margherita Lanza, barone di Ficarra, da cui nacque il nobile Blasco che concorre ai posti senatori di Messina nel 1564 e nel 1573, morto nel 1580, a sua volta padre di Agostino dai quali provengono i vari rami della famiglia]][5].
Sono molti gli eroi che si contano nella famiglia Natoli, che portarono grande lustro alla patria. Fra questi Giovanni di Natoli, che fu accompagnato dall’Ambasciatore di Messina Pietro di Gregorio, a Bruxelles, per ricevere la nomina di Regio Cavaliere e Cavaliere Imperiale detto Cavaliere dell'Impero, da parte dell'Imperatore Carlo V d'Asburgo. Da lungo tempo la Sicilia era circondata da un territorio completamente controllato dagli arabi e continuò a subire per decenni numerosi attacchi fino ad essere progressivamente occupata. Gli arabi attaccarono poi anche la penisola, e dopo aver fondato a Bari un emirato, sopravvissuto per 25 anni, tentarono diverse volte la conquista di Roma. Giovanni, detto Gio Matteo, con il titolo di "Magnifico", che ebbe passaporto da Console della Nazione Veneta in Sicilia, stipulò alleanze militari ma con difficoltà e a proprie spese nel 1523 in Messina, armò due Galee proprie per fronteggiare duramente nel mare adriatico, come Capitano di un suo personale esercito, i nemici della Santa Sede, respingendoli, come raccontano le cronache del tempo[6]. Gio Matteo, intervenne in tutti i più celebri fatti d’armi in quel secolo, nell’espugnazione di Tunisi e della Goletta nel 1535. Morì carico di gloria nella terra di S.Angelo dove possedeva grandi ricchezze[7]. E' lui l'erede di Antonio, annoverato tra i Baroni del 1343, i cui figli furono Simone e Gerardo Natoli, proprietario del Castello della città di Patti, marito di Francesca, figlia di Girolamo d'Amato. Da Simone nacquero Gio, Luca e Pierluiggi, da cui pervenne il Don Francesco Principe di Sperlinga nel 1637, che si è congiunto in matrimonio con la casa Lanza del Barone del Mojo.
Un Giovanni Forti Natoli, primo Principe di Sperlinga nel 1627, Barone di S.Bartolomeo, Barone di Biliei, Barone di Capuano ed Alaburchia, che avrà reale licentia populandi cum privilegium aedificandi, fece vivere il massimo splendore al Castello di Sperlinga, trasformandolo in un centro commerciale di grande interesse per tutto il territorio. Incredibili rilevare ancora oggi che all’interno del Castello, vi fossero escavazioni progettate per funzioni astronomiche, tra cui la gestione della penetrazione del sole nel solstizio di inverno e d’estate e un silos dalle 12 nicchie con funzione di orologio solare. Il Francesco, investito nel 1637, Barone di S.Pietro sopra Patti, che acquisto il vassallaggio della terra e Baronia del Mojo, è ricordato dai critici storici Collurasi, Pocili e Ricci.
Un Giovanni investito nel 1669, è primo deputato della Sanità di Messina, un Francesco investito nel 1704 è Regio Consigliere della giunta di Commercio di Messina fino al 1738,[8]. Giovanni di Natoli e Ruffo d'Alifia, Principe di Sperlinga e primo Duca d’Archirafi, notabile letterato, ebbe titolo per privilegio diretto del Sovrano Carlo III di Spagna il 24 maggio 1741[9], Cavaliere Gerosolimitano per la cui morte i titoli passarono al nipote Francesco Moncada e Natoli dei Principi di Montecateno.
Un Vincenzo Natoli, fu primo concessionario del titolo di Marchese per conto della Giunta di Stato di Sicilia e dei domini di Parma e Piacenza, fu fatto ritornare in Palermo personalmente dal Re delle due Sicilie Carlo di Borbone nel settembre del 1758 per presiedere tutta la gestione del Real Patrimonio di cui gli fu affidato incarico il 18 aprile del 1761. Venne incaricato anche come “Maestro Giustiziere” del Regno detto Gran giustiziere, governando il paese quando il Re era assente, presiedendo la suprema Regia Gran Corte, sia civile che penale e tutto il Corpo del Sacro Regio Consiglio del governo siciliano. Fu sepolto il 21 ottobre del 1770 nella capella del nobile mausoleo edificato per lui nella Chiesa del Cimitero dei Cappuccini (Palermo), adiacente alle catacombe dove avrebbe voluto essere realmente sepolto, nelle quali fin dal 500 a.C. si esponevano i cadaveri innumerevoli per riflettere sulla "caducità della vita, sulle vanità terrene e sull'inutilità dell'attaccamento degli uomini alle loro fattezze esteriori". Vincenzo si sposò con la nobildonna Maria Sieripepoli che morì a Palermo il 28 ottobre del 1763, e generò il figlio Artale Marchese Natoli che vestì la toga di giudice della Regia Gran Corte Civile nel 1752 e nel 1754, morì il 28 ottobre 1768. Vincenzo Natoli e Ramondetta succede al padre Artale e si sposò il 28 ottobre del 1761 con Brigida Vanni e Marino, figlia di Placido Marchese di S.Leonardo (ex memoriale del 1737 di Benedetto Emanuele)[10]. Il secondogenito di Artale, di nome Gaspare morirà a soli 23 anni.
Altri personaggi illustri di questo nome furono Giuseppe Natoli, scrittore e medico che nacque nel 1853 e Biagio Natoli, avvocato nato nel 1845. Un Giuseppe Natoli, Barone di Scaliti, giurista, patriota e politico italiano, fu esponente della rivoluzione del 1848 chiamata la Primavera dei popoli che iniziando dalla Rivoluzione siciliana del 1848 fece sussultare presto tutta Europa, fu Senatore del Regno e ministro per gli Affari Esteri e per il Commercio del Governo La Marmora nel 1860 e chiamato a reggere, all'atto di fondazione del Regno d'Italia del 17 marzo 1861, il nuovo Stato come Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio (Governo Cavour) e poi ancora divenne Ministro agli Interni e Ministro della Pubblica Istruzione nel primo Governo La Marmora (1864-1865). Un Luigi Natoli di Antonino nato il 1º marzo del 1894 a S.Angelo di Brolo fu decorato di Medaglia di bronzo al Valor Militare e poi morto il 5 luglio 1915 sul Monte Pizzo Timau (UD).
Rami
La famiglia si divise in cinque linee principali:
- Principi di Sperlinga, Duchi di Archirafi, Baroni del Mojo, Bilici, San Bartolomeo, San Piero Patti, etc. Cominciati da Gian Forte Natoli, figlio di Blasco Natoli e Lanza e Domenica Giambruno e Perna.
- Marchesi di Camporotondo, di cui fu stipite Pietro Natoli e Lanza figlio di Francesco, secondo Principe di Sperlinga.
- Marchesi Natoli di Palermo, cominciati da Agostino Natoli e Lanza figlio di Francesco e Margherita Lanza della Ficarra e rappresentati poi dal Marchese Giuseppe Natoli.
- Baroni di Alburque e Capuano, iniziati da Girolamo Natoli e Giambruni, fratello di Gian Forte, primo principe di Sperlinga.
- Baroni di Scaliti, discesi da Sebastiano Natoli e Orioles.
Arma
D’azzurro, alla torre d’argento merlata alla ghibellina, fondata verso il fianco destro dello scudo sopra uno scoglio uscente da un mare nella punta il tutto al naturale; al leone d’argento coronato dello stesso fermo sullo scoglio e rampante a sinistra della torre. (Mango , Nobiliario di Sicilia)[11]
Dimore
Personalità
- Giuseppe Natoli (1815-1867) - politico e ministro italiano.
- Cav. Antonino Natoli (26.06.1857-20.07.1919) - Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia
- Salvatore Natoli (1942) - filosofo italiano.
- Gr. Uff. Amedeo Natoli (23.09.1888-1.06.1953) - Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
- Guido Natoli (1893- ?) - politico e deputato italiano.
- Comm. Aldo Natoli (4.09.1906-5.02-1971) - politico e Commendatore della Repubblica italiana
- Ugo Natoli (1915-1992) - giurista italiano.
- Aldo Natoli (1913-2010) - medico e deputato italiano.
Bibliografia
- Della Sicilia Nobile, Opera di Francesco M.Emanuele e Gaetani, continuazione parte seconda, stamperia de'Santi Apostoli, Palermo, MDCCLVII
- Nobiliario della Città di Messina, Giuseppe Galluppi, A.Forni, 2007, pgg 133
- Repertorio Genealogico delle famiglie confermate nobili esistenti nelle province venete. Francesco Schroder
- Il Blasone di Sicilia . V. Palizzolo Gravina . Palermo 1871-75 [2]
- Fasti di Sicilia . Vincenzo Castelli . Vol. II . Messina 1820
- Annali della città di Messina. Cajo Domenico Gallo. Tomo Secondo. 1758/59[3]
- Discorsi Postumi del signor Carlo de Lellis. Napoli 1701
- Della Sicilia Nobile . F. M. Emanuele e Gaetani . Parte seconda . Palermo 1757[4]
- Della Sicilia Nobile . F. M. Emanuele e Gaetani . Parte prima . Palermo 1754
- Nobiliario di Sicilia . Dott. A. Mango di Casalgerardo . Nani e Nelson
- Società messinese di Storia Patria. Lotte della città di Patti. 1906
- Annuario della nobiltà Italiana. 1887. Giovanni Battista, Goffredo, Aldo di Crollalanza
- Istoria de feudi del Regno delle Due Sicilie Vol. III, Cav. Erasmo Ricca, 1865 Napoli[5]
- Delle città d'Italia e sue isole adjacenti compendiose notizie, Conte Cesare Orlandi, 1772
- Ordine in cui intervennero li tre bracci nel Parlamento celebrato in Messina nel mese di Marzo 1639, Alberico Lo Faso di Serradifalco.
- Nobiltà Messinese, Giuseppe Galluppi (Rist. Anastatica 1881), Forni Ed. 2008
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Famiglie nobili di Sicilia [6]
- Nobiliario di Sicilia, Mango [7]
- Visita virtuale del castello di Sperlinga
Note
- ^ http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/bibliotecacentrale/mango/nani.htm
- ^ Teatro genealogico delle famiglie nobili di Sicilia . Parte II , di D. Filadelfo Mugnos
- ^ Nobiliario della città di Messina, Giuseppe Galuppi, pgg 133
- ^ Annali della citta si Messina, Capitale del Regno di Sicilia - BIBLIOTECA REGIA MONACENSIS Di Cajo-Domenico Gallo 1758
- ^ [ http://books.google.it/books?id=XScUAwAAQBAJ&pg=RA1-PA84&dq=natoli+nobili&hl=it&sa=X&ei=qdGQU-axIOry7Aa8noDwAw&ved=0CDEQ6AEwAQ#v=onepage&q=natoli%20nobili&f=false Della Sicilia Nobile di Francesco Maria Emanuele E Gaetani]
- ^ Teatro Genologico Delle Famiglie Nobili Titolate Feudatarie Volume 2 di Filadelfo Mugnos
- ^ Bibliografia sicola sistematica, Volume 2 Di Alessio Narbone
- ^ Il blasone in Sicilia ossia Raccolta araldica. Volume 1 di Vincenzo Palizzolo Gravina. pgg 280
- ^ Della Sicilia nobile, Volume 2 Di Francesco Maria Emanuele e Gaetani Villabianca (marchese di)
- ^ http://books.google.it/books?id=nscOAAAAQAAJ&pg=PA492&dq=natoli+nobili&hl=it&sa=X&ei=qdGQU-axIOry7Aa8noDwAw&ved=0CCsQ6AEwAA#v=onepage&q=natoli%20nobili&f=false
- ^ [1]