Susanna Agnelli
Template:Membro delle istituzioni italiane Template:Membro delle istituzioni italiane Template:Membro delle istituzioni europee Susanna Agnelli (Torino, 24 aprile 1922 – Roma, 15 maggio 2009) è stata un'imprenditrice, politica e scrittrice italiana.
Susanna Agnelli | |
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![]() Sindaco di Monte Argentario (anni 80). | |
Ministro degli Affari Esteri | |
Durata mandato | 17 gennaio 1995 – 17 maggio 1996 |
Presidente | Lamberto Dini |
Predecessore | Antonio Martino |
Successore | Lamberto Dini |
Ministro per il Coordinamento delle Politiche dell'Unione Europea | |
Durata mandato | 17 gennaio 1995 – 17 maggio 1996 |
Presidente | Lamberto Dini |
Predecessore | Domenico Comino |
Successore | Lamberto Dini |
Presidente Telethon | |
Durata mandato | 1990 – 2009 |
Predecessore | nessuno |
Successore | Luca Cordero di Montezemolo |
Sottosegretario del Ministero degli Affari Esteri | |
Durata mandato | dal 9 agosto 1983 – al 11 aprile 1991 |
Presidente | Bettino Craxi Giovanni Goria Ciriaco De Mita Giulio Andreotti |
Sindaco di Monte Argentario | |
Durata mandato | 8 luglio 1974 – 20 ottobre 1984 |
Predecessore | Ettore Zolesi |
Successore | Florio Zolesi |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Repubblicano Italiano |
Titolo di studio | Laurea in Lettere |
Professione | imprenditrice e scrittrice |
Biografia
Susanna era figlia di Edoardo Agnelli e di Virginia Bourbon del Monte, e sorella di Gianni Agnelli. È stata un'esponente di spicco della storica famiglia torinese proprietaria della FIAT, la principale azienda automobilistica italiana. Durante la seconda guerra mondiale entra nella Croce Rossa per portare il suo aiuto sulle navi che trasportano i soldati feriti.
Alla fine della guerra Suni, come la chiamavano in famiglia, sposa il conte Urbano Rattazzi (Genova, 28 gennaio 1918 - Milano, 28 giugno 2012[1][2]), da cui ha sei figli (Ilaria, Samaritana, Cristiano, Delfina, Lupo e Priscilla) e dal quale divorzierà nel 1975. Dal 1974 al 1984 è sindaco del comune di Monte Argentario. Nel 1976 viene eletta deputato e nel 1979 eurodeputato (dimettendosi nel 1981) e nel 1983 senatore nelle liste del Partito Repubblicano Italiano.
È stata sottosegretario agli Esteri dal 1983 al 1991 sotto varie presidenze del Consiglio. Tra il 1995 e il 1996, ha ricoperto il ruolo di Ministro degli Esteri, divenendo quindi la prima donna nella storia italiana ad accedere al dicastero che ha sede alla Farnesina. In quel ruolo ha iniziato la battaglia, in seno alle Nazioni Unite, contro la diplomazia degli Stati Uniti d'America per impedire la riforma del Consiglio di Sicurezza[3] che avrebbe portato di fatto all'esclusione dell'Italia dal consesso dei grandi del mondo. Sarà poi il suo successore Lamberto Dini a completare vittoriosamente quella battaglia.
Già laureata in lettere, nel 1984 riceve una laurea honoris causa in Legge dalla Mount Holyoke University del Massachusetts (USA).
Eletta alle elezioni europee del 1979 per le liste del PRI, è stata membro della Commissione per le relazioni economiche esterne. Ha aderito al gruppo parlamentare liberaldemocratico. È rimasta in carica fino all'ottobre 1981. Negli anni ottanta è stata l'unico membro italiano della Commissione mondiale per l'ambiente e lo sviluppo, il cui rapporto è noto, dal nome della sua presidente, come Rapporto Brundtland.
L'attività di scrittrice
Scrittrice e memorialista, viene ricordata soprattutto per la sua autobiografia intitolata Vestivamo alla marinara (dove si trova la nota frase della governante Miss Parker: "Don't forget you are an Agnelli") che è stata un best seller in Italia e all'estero (Premio Bancarella 1975). Tra gli altri titoli si ricordano: Questo libro è tuo (1993) , Ricordati Gualeguaychu (1982) e Addio, addio mio ultimo amore (1985). Per molti anni ha curato una rubrica di posta intitolata Risposte private sul settimanale Oggi.
La presidenza di Telethon
Susanna Agnelli è stata presidente del Comitato Telethon onlus dal 1990, anno in cui la nota maratona benefica è arrivata in Italia, sino alla morte; le è succeduto Luca Cordero di Montezemolo, designato dalla "Signora" quando ancora era in vita.
In occasione della Maratona Telethon 2009, l'associazione culturale "Il Melabò", in collaborazione con l'UILDM di Lecco (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), ha organizzato, l'11 dicembre alle ore 21, presso l'Auditorium "Casa dell'Economia" della Camera di Commercio di Lecco, uno spettacolo in ricordo di Susanna Agnelli, dal titolo "Fiori bianchi per Te...lethon", viaggio poetico-musicale fra solidarietà umanitaria e ricerca scientifica". Testi di Giuseppe Leone e Roberto Zambonini.
La Fondazione Il Faro
Susanna Agnelli ha dato vita alla Fondazione Il Faro [1997], che ha poi presieduto sino alla morte, con la finalità di accogliere, formare e inserire nel mondo del lavoro giovani in difficoltà. Il Faro ha sede in Roma [Via Virginia Agnelli, 21] e realizza ogni anno corsi di formazione professionale per oltre 200 giovani prevalentemente immigrati.
La morte
Muore a Roma il 15 maggio 2009 al Policlinico Agostino Gemelli dove era ricoverata da oltre un mese per un grave trauma femorale dovuto ad una caduta accidentale in casa. Il rito funebre si è tenuto in forma privata nella chiesa del Convento della Presentazione al Tempio, più semplicemente detto Convento dei Passionisti di Monte Argentario. Per sua espressa volontà, la sua salma è stata cremata e le ceneri sparse in mare in un giorno di tempesta[4].
Opere
- Vestivamo alla marinara, Milano, A. Mondadori, 1975.
- Gente alla deriva, con Giuliano Zincone, Milano, Rizzoli, 1980.
- Ricordati Gualeguaychú, Milano, A. Mondadori, 1982.
- Addio, addio mio ultimo amore, Milano, A. Mondadori, 1985.
- Questo libro è tuo, Milano, A. Mondadori, 1993. ISBN 88-04-37902-2.
Onorificenze
Onorificenze italiane
Onorificenze straniere
Curiosità
- È citata (insieme con altre 27 persone) nella canzone Nuntereggae più di Rino Gaetano.
Note
- ^ Dalla Ferrania all' Ifil, addio a Urbano Rattazzi, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 30 giugno 2012. URL consultato il 28 luglio 2013.
- ^ Urbano Rattazzi, su findagrave.com. URL consultato il 27 luglio 2012.
- ^ All'ONU siamo in zona retrocessione, su archivio.panorama.it, Panorama. URL consultato il 19 maggio 2009.
- ^ Le ultime volontà controcorrente di Susanna Agnelli, su terninrete.it, Terni in rete. URL consultato il 19 maggio 2009.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
Bibliografia
- Casa Agnelli, Marco Ferrante (giornalista), Mondadori, 2007
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Susanna Agnelli
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Susanna Agnelli
Collegamenti esterni
- Scheda personale al Parlamento europeo
- Uno sguardo sulla vita di Susanna Agnelli, sul portale RAI Economia
Controllo di autorità | VIAF (EN) 62339694 · ISNI (EN) 0000 0001 2136 061X · SBN CFIV022848 · BAV 495/285215 · LCCN (EN) n80117014 · GND (DE) 11850102X · J9U (EN, HE) 987007417166105171 |
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