Maria Beatrice d'Este (regina)
Maria d'Este (Modena, 5 ottobre 1658 – Saint-Germain-en-Laye, 7 maggio 1718) Educata nel monastero della Visitazione, manifestò fin da bambina una profonda religiosità ed il desiderio di entrare in convento, ma la politica e la ragion di Stato non le permisero di realizzare questo proposito; divenne infatti regina consorte d'Inghilterra sposando Giacomo II Stuart. Template:Infobox titolazione
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Regina consorte d'Inghilterra, di Scozia e d'Irlanda | |
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In carica | 6 febbraio 1685 – 11 dicembre 1688 |
Incoronazione | 23 aprile 1685 |
Predecessore | Caterina di Braganza |
Successore | Giorgio di Danimarca |
Nome completo | Maria Beatrice Eleonora Anna Margherita Isabella |
Trattamento | Maestà |
Nascita | Palazzo ducale di Modena, 5 ottobre 1658 |
Morte | Castello di Saint-Germain-en-Laye, 7 maggio 1718 |
Casa reale | Stuart |
Dinastia | Este |
Padre | Alfonso IV d'Este |
Madre | Laura Martinozzi |
Consorte di | Giacomo II d'Inghilterra |
Figli | Giacomo Francesco Edoardo, Luisa |
Era figlia di Alfonso IV d'Este, duca di Modena e Reggio, e di Laura Martinozzi, nipote del cardinale Mazarino.
Biografia
La scelta della sposa di Giacomo Stuart
Luigi XIV, il "Re Sole", appoggiato da papa Clemente X, per ragioni politiche voleva favorire il ritorno del Cattolicesimo in Inghilterra e pensò quindi di ottenere ciò anche facendo sposare al principe di York, Giacomo II Stuart, che era cattolico, una principessa cattolica. All'epoca in Inghilterra regnava Carlo II, ormai vecchio e senza figli, alla cui morte il trono sarebbe dovuto passare al fratello Giacomo II, quarantenne, vedovo e con due figlie femmine.
Luigi XIV voleva una donna di nobile e antico casato, cattolica, devota ed osservante, che risultasse gradita al duca di York e gli assicurasse una numerosa prole ed altrettanto numerosa discendenza. La scelta cadde su Maria Beatrice che, già votata a farsi suora, non ne voleva però sapere. La madre inizialmente l'appoggiò, ma ormai tutto era deciso e a risolvere la questione fu l'intervento del papa, che fece sapere a Maria Beatrice che sarebbe stato più meritorio e utile per la Chiesa cattolica sposare il futuro re d'Inghilterra piuttosto che entrare in convento. Maria Beatrice acconsentì al volere del papa.
Le nozze
Il 30 settembre 1673, a Modena, il quarantenne Giacomo II sposò per procura la quindicenne principessa d'Este, senza sfarzo e festeggiamenti, quasi in segreto. Qualche giorno dopo la madre, che era reggente del ducato per il figlio tredicenne, Francesco II, partì con la sorella per Londra, accompagnata dallo zio, il cardinale Rinaldo, e dagli ambasciatori, facendo tappa a Parigi.
La sosta a Parigi doveva essere breve ma si prolungò per diverso tempo in attesa del permesso di entrare in Inghilterra, che il Parlamento inglese non voleva concedere temendo il pericolo di un ritorno al cattolicesimo favorito da quel matrimonio. Dopo lunghe polemiche e diatribe finalmente il Parlamento inglese concesse il permesso e il 1º novembre 1673 Maria Beatrice ed il suo seguito poterono sbarcare a Dover diretti a Londra, dove avvenne l'incontro fra i due sposi, che non si erano mai visti e conosciuti prima.
La vita a corte
Fino alla morte di Carlo II nel 1685 la vita a corte per Maria Beatrice fu durissima a causa dell disprezzo dei cortigiani, che la chiamavano "la figlia del papa" o "la papista", le loro calunnie, le infedeltà del marito, che continuò la sua vita libertina, e la morte di quattro dei sei figli avuti dal matrimonio (un settimo si aggiungerà più tardi).
Alla morte di Carlo II e all'ascesa al trono di Giacomo II Stuart, il comportamento del marito cambiò e fra i due si stabilì un rapporto più affettuoso, grazie soprattutto al carattere mite della nuova regina. Non cambiò invece il rapporto con i sudditi protestanti, che non potevano accettare un re e una regina cattolici.
Dopo la gloriosa rivoluzione
Ne scaturì la gloriosa rivoluzione, la cacciata degli Stuart. Maria Beatrice e Giacomo II furono costretti all'esilio e si stabilirono a Saint-Germain-en-Laye, presso Parigi.
Maria Beatrice, anche nell'esilio, tenne un comportamento regale e nelle lettere ai parenti e governanti si firmò sempre secondo l'uso, ancora oggi praticato dalla regina Elisabetta II, di far seguire al nome la R maiuscola iniziale del termine latino regina.
Incoraggiò e appoggiò il proposito del marito di ritornare sul trono, instaurare il cattolicesimo e stabilire l'assolutismo monarchico. Alla morte di Giacomo II nel 1701 assunse la reggenza per il figlio Giacomo Francesco Edoardo cui il Re Sole riconobbe il titolo di "Giacomo III": Maria Beatrice difese strenuamente i diritti del figlio e lo spronò a continuare l'azione, ormai anacronistica, del padre volta a riportare uno Stuart sul trono d'Inghilterra, convinta di essere portatrice di una missione divina.
A Giacomo III fu offerto il trono a condizione che, anche solo formalmente, si convertisse al protestantesimo, ma egli rifiutò con sdegno la proposta.
Maria Beatrice, ultima regina cattolica d'Inghilterra, ricordata dagli inglesi come Mary of Modena, morì il 7 maggio 1718 e fu sepolta accanto al marito.
Nel 1793, durante la rivoluzione francese, alcuni fanatici violarono le tombe dei due sovrani e dispersero i resti di entrambi.
Discendenza
A Giacomo II Maria diede 7 figli:
- Caterina Laura (10 gennaio - 3 ottobre 1675)
- Isabella (18 agosto 1676 - 2 marzo 1681)
- Carlo (7 novembre - 12 dicembre 1677)
- Elizabetta (1678)
- Carlotta Maria (16 agosto - 6 ottobre 1682)
- Giacomo Francesco Edoardo, detto the Old Pretender
- Luisa Maria Teresa
Canonizzazione
Nel 2007 si è costituito a Modena un comitato per ottenere dall'autorità ecclesiastica l'introduzione della causa di canonizzazione della regina Maria Beatrice, ravvisando nella vita della regina «...tutti gli elementi che contraddistinguono la santità», cioè una condotta di vita moralmente irreprensibile e inattaccabile e la virtù della rinuncia: «Maria Beatrice è stata capace di rinunciare a un trono in nome della propria Fede, seguendo il motto: "non si può barattare il Regno dei Cieli con un regno terreno, per quanto grande esso sia". In un mondo dove il motto dominante è "fai ciò che vuoi" e dove ogni più piccola rinuncia a beni materiali sembra insopportabile, Maria Beatrice costituisce un esempio di vita, un vero e proprio faro».
Testimonianze contemporanee
I contemporanei dicono di lei che fu di bell'aspetto, gentile e regale nel portamento, affabile, sempre di buon umore e religiosissima, per cui anche sotto gli abiti eleganti indossati portava un cilicio e prima di coricarsi pregava lungamente e devotamente in ginocchio sul pavimento freddo. Come tutti gli Estensi era colta e amante delle arti e della letteratura, per cui si circondò di artisti e letterati. Fece affrescare Hampton Court da Benedetto Gennari, pittore di corte e ridestò l'interesse per la pittura, la musica, il canto, l'opera lirica e teatrale.
C'è chi afferma che questo contribuì allo sviluppo dell'arte inglese del tempo. Lo storico inglese Martin Haile che per primo l'ha studiata e descritta nell'opera Queen Mary of Modena. Her life and letters pubblicata nel 1905, afferma che «...più leggiamo le sue lettere e conosciamo il suo carattere, sempre più cresce in noi la stima e l'ammirazione per lei».
Bibliografia
- E. Bianchini Braglia, O Regina o santa. L'unica italiana sul trono d'Inghilterra: Maria Beatrice d'Este spodestata per la Fede, Modena, Terra e Identità, 2005.
- V. Mazza Monti, Le duchesse di Modena, Reggio Emilia, Tecnograf, 1977.
- B. Rossi, Gli Estensi, Milano, Mondadori, 1972.
- L. Amorth, Modena capitale, Modena, Poligrafico Artioli, 1977.
- M. Ragazzi, Maria Beatrice d'Este Regina d'Inghilterra, Assisi, Pro Civitate Christiana, 1941.
- G. Silingrdi-A. Barbieri, Enciclopedia Modenese. S. Pietro in Cariano, Il Segno, 1996.
- R. Severi, Il matrimonio reale di Maria di Modena, Modena, Il Fiorino, 1933.
- G. Panini, La famiglia estense da Ferrara a Modena, Modena, Edizioni Armo, 1996.
Collegamenti esterni
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Maria di Modena
Controllo di autorità | VIAF (EN) 54952899 · ISNI (EN) 0000 0000 6319 1976 · SBN MUSV063060 · BAV 495/320732 · CERL cnp01388226 · LCCN (EN) n82000826 · GND (DE) 119206080 · BNE (ES) XX5443356 (data) · BNF (FR) cb15016599s (data) · J9U (EN, HE) 987007425067605171 |
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