Storia di Acri
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Le origini della città di Acri sono state a lungo dibattute tra gli studiosi e in generale attribuite agli Osci, sostituiti più tardi da Bruzi e Lucani. Tuttavia, gli scavi archeologici, condotti a partire dal 1998[1], hanno permesso il rinvenimento, alle pendici del "colle Dogna", proprio in prossimità dell'attuale centro storico, di un consistente insediamento. I materiali sono stati datati nella fase più antica dell'Eneolitico (3500-2800 a.C.), con somoglianze alla facies di [[Laterza], mentre la fase più recente è relativa ad un momento più avanzato del Bronzo Antico (2800-2100 a.C..), simile per alcuni aspetti alla facies di Cessaniti-Capo Piccolo e quasi uguale alla facies di Palma Campana.
Nel 2002 venne identificato un secondo sito[2] in località "Policaretto",sempre nel comune di Acri, a circa 10 km dall'attuale centro storico. I due insediamenti erano in vista l'uno dell'altro e nella pianura, estesa per diverse decine di ettari, sono stati rinvenuti materiali identici a quelli di Colle Dogna, ma in quantità enormemente superiore, e, secondo gli esperti, forse addirittura più antichi. L'estensione dell'insediamento doveva essere notevole, in quanto abbracciava varie cime collinari, in prossimità del fiume Mucone
Tra i rinvenimenti si segnalano forni per la lavorazione della ceramica, che producevano vasellame di tipo bruzio, e i resti di una villa romana datati al II secolo d.C. Altri rinvenimenti nel territorio si riferiscono a punte di freccia di ossidiana e di selce, frammenti di ceramica locale (osca o bruzia) e infine alcune monete, ora in possesso del Museo Archeologico della Sibaritide. E indubbio che nel territorio di Acri vi fu un insediamento umano ,molto consistente, nel periodo che va dal periodo eneolitico ,al bronzo finale, e chiaro che si debbano identificare come la prima popolaziane giunta sulle nostre terre gli Enotri, soppiantati poi dagli Osco-Umbri,e dal cui ceppo derivano i Sanniti e da questi i Lucani e i Bruzii,infatti nell'elenco delle località bruzie esistenti già l'anno 1240 av.C.nell'opera Storia dei Cosentini lo storico Andreotti cita"Acrae,Albistria,Blanda,Besidie,Cerre,Lao,Nucria, Napezia,Tyllesion".Luigi Caruso in"Storia di Cosenza" fra gli antichi nomi di alcuni comuni della Calabria scrive: "Ocriculum-Axia-Acrium-Acresium-Acrae-Acra" tralasciando evidentemente altri con i quali si ricordava in altri tempi,lo storico Cantù scrive"Ne L'interno acheruntia e Pantosia ne l'Acheronte";Davide Andreotti Loria scrive sulle origini di Acri e l'antica Aciris,che declinava come metabo vale a dire:"Aciris,Aceruntis,Acherontis"precisa che il nome,non è di origine greca ,ma nazionale,chi la fà di origine greca fu ingannato dal suo nome a radice greca,e chi lo ritiene di origine asiatica si appoggiò ai nomi di alcuni suoi monti e valli che sono simili ad alcune voci ebraiche,gli fece cedere,che ebraiche fossero le sue origini".L.Caruso nella sua opera scrive,il rinvenimento di tracce del neolitico superiore e della pietra levigata rinvenute ad Acri,i primi abitatori risalirebbero perciò,ad un periodo compreso tra il 6000 ed il 2800 av.C.,caratterizzato dalla cultura megalitica(mega=grande,e lithos=pietra),ne fa fede anche il graffito raffigurante un gigante,inciso su di una rupe nella parte alta del Mucone come scrive nella sua opera il Capalbo. L'evoluzione demografica della città di Acri è in parte documentata dai registri delle imposte regie del 1561 vengono iscritti 1175 fuochi (famiglie) e nel 1595 arriva a 1453 (famiglie)(università degli studi della Calabria),nel 1615 dal cartografo (Mario Cartaro) si a una descrizione assai più completa del terrritorio della città di Acri e delle sue frazioni Acri 1910 fuochi,,San Demetrio 266 fuochi,Santa Sofia 187,San Giorgio 40 fuochi,Baccarizzo di Acri 133 fuochi,Macchia d'Orto 52 fuochi,San Cosmo 46 fuochi,e nello stesso periodo Cosenza il capoluogo aveva 2503 fuochi,e Bisignano 1239 fuochi. Un ulteriore indizio di quanto la città poteva essere in passato si legge attraverso gli scriti dello storico (R.Curia) che descrivenndo il terremoto nella diocesi di Bisignano,ddescrive che sotto il governo di Guglielmo II tra il 1184 e il 1186 la Calabria fu scossa da terribili terremoti e diversi centri della pre-sila furono danneggiati o completamente distrutti,e che 1185 Acri fu quasi completamente distrutta dal terremoto e a ciò si aggiunse la devastazione fatta dalla fame e dal colera a seguito di una lunga siccità,e che solo dopo parecchi mesi di lavoro, dovuta sopratutto alle frane si riuscì ad aprire uan via di comunicazione per poter portare dei carriaggi per raggiungere le zone più isolate del suo territorio.
Rinvenimenti numismatici
La quantità di materiale monetale rispetto agli altri reperti provenienti dagli scavi è esigua (in totale una ventina di esemplari, abbraccianti tuttavia un ampio lasso di tempo.
Hubert Goltzius documentò nel "Thesaurus rei antiquariae" (BrugesOlanda tra 1575-1576) e nel "Sicilia et Magna Graeciae. Historiae urbium et popolorum Graecia, et antiquae nummismatibus"" il rinvenimento di due monete bruzie alla confluenza del attuale fiume Mucone e del Chàlamo, che scorrono ai piedi della città di Acri, con la scritta "Acherontham" ed in esergo "Nikia".
A queste si aggiungono i ritrovamenti più recenti, con esemplari da Thurii (490 a.C.), da Metaponto (550 a.C.) e di Crotone (443-442 a.C.), e alcune monete provenienti dall'IlliriaDirrachium, alcuni trioboli ed uno statere del 590 a.C.) e molte monete romane: tra queste esemplari della monetazione dei Gallieno, Giulia Domna, Uranio Antoniano (248-254 d.C) e di Tiberio.
I rinvenimenti numismatici, attestano la continuità della frequentazione del territorio fino al periodo dell'impero bizantino [3].
Note
- ^ Gli scavi sono stati condotti dalla Soprintendenza Archeologica della Clabria e dalla cattedra di "Protostorica europea" dell'Università "La Sapienza" di Roma.
- ^ L'identificazione del sito fu dovuta ad una segnalazione dell'Archeoclub d'Italia
- ^ Moneta dell'imperatore LEONE VI detto il saggio 886-912 d.C., rinvenuta nel fiume Chalamo nel 1995)
Bibliografia
- Istituto italiano di Preistoria e Protostoria (atti della XXXVII riunione scientifica-estratto Firenze 2004
- Casetta I; Castagna M.A;Ferranti F; levi s.t. Luppino S. Peroni Renato, Schiappelli A., Vanzetti A., Atti del xxxix convegno di studi della magna Grecia anno 2000 (broglio di Trebisacce, città Vetere, Colle Dogna (Acri)
- Monete Romane di Roma Imperiale di roberto Bartolini Mondadori
- Storia dell'umanità Gedea Istituto geografico de Agostini 2003
- Paesaggi e Memorie (Gal Sibari)edizione Fopndazione Padula 2001
- Cronacha numismatica gennaio 2001 (inserto su le Monete Pandosiane collezione Museo di Milano curata dal professore Ermanno Arslam ed Elena Lattanzi)
- Alla riscoperta del proprio passato edizione Archeoclub d'Italia, di Fiorito Angelo Acri 1999).
- Davide Andreotti Loria,"Storia Dei Cosentini" Napoli 1869
- R. Capalbo,"Memorie Storiche di Acri" Santa Maria Capua a Vetere 1924.
- Marafioti "cronache ed Antichità della Calabria" Padova 1601.
- Jean Berard "la Magna Grecia,storie delle colonie greche dell'Italia meridionale" Milano
- Pier Giovanni Guzzo," I Bretti" Milano 1989.
- Pier Giovanni Guzzo,"Le città scomparse della magna Grecia" Roma 1990.
- Strabone," Geografia, L'Italia libro V-VI" Milano 1996.
- Raul Marzario;A.Giuffrè,"Signori e Contadini della Calabria,dal XV al XIX sec." 1975 Università degli studi della Calabria.