Castello di Pieve di Cadore
Il castello di Pieve di Cadore (anche noto come castello di Cadore) era un fortilizio di origini medievali situato a Pieve di Cadore, in provincia di Belluno.
Castello di Cadore | |
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Ubicazione | |
Stato attuale | ![]() |
Regione | ![]() |
Città | Pieve di Cadore, località Monte Ricco. |
Coordinate | 46°26′00″N 12°22′00″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Fortezza |
Stile | Medievale |
Inizio costruzione | Antecedente al X secolo[1] |
Informazioni militari | |
Termine funzione strategica | Metà del XVIII secolo |
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Storia
È il primo luogo fortificato di cui si ha notizia in Cadore e sorgeva su un'altura posta alla confluenza del Boite nel Piave. Sembra che il sito fosse frequentato sin dall'antichità come sede di un luogo sacro pagano.
Da sempre sede della Magnifica Comunità Cadorina, dopo la dedizione alla Serenissima fu residenza del capitano del reggimento del Cadore. Fu particolarmente coinvolto negli eventi e antefatti della guerra della Lega di Cambrai: occupato nell'inverno del 1508 da una colonna imperiale comandata dal tirolese Sisto Von Trautson, fu riconquistato dai Veneziani e dai Cadorini, guidati da Bartolomeo d'Alviano, dopo la Battaglia di Rusecco del 2 marzo 1508 (nota anche come Battaglia di Cadore). Resistette per altri due anni a ripetuti assedi e, conquistato nei primi giorni di dicembre del 1511[2] dal maresciallo Regendorf agli ordini dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo, ritornò quasi subito sotto il controllo dei Veneziani. Durante l'occupazione gli imperiali saccheggiarono e incendiarono i paesi vicini e requisirono gli Statuti cadorini.
La Battaglia di Cadore fu rappresentata dal Tiziano nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, ma l'affresco andò distrutto nell'incendio del 1577.
Cessate le sue funzioni militari, specie dopo la caduta di Venezia, il castello cadde in rovina. Sui suoi resti fu costruita la batteria Castello, fortilizio risalente alla fine dell'Ottocento e mai utilizzato.
Architettura
Secondo le vecchie raffigurazioni, il castello si articolava su due piani e le mura, di perimetro quadrangolare, davano per tre lati su un precipizio, mentre a nord-ovest si trovava l'ingresso. Al piano terra, nell'ala nord, stavano le prigioni e le cantine, mentre dalla parte opposta vi erano magazzini e armerie. Gli era inoltre annessa una cappella, i cui arredi (una statua attribuita a Mino da Pisa e due pale) sono oggi conservati nella parrocchiale di Pieve.[3]
Curiosità
- I due castelli presenti nello stemma del Cadore rappresentano l'uno quello di Pieve, l'altro quello di Botestagno.
Voci correlate
Bibliografia
- Serafino De Lorenzo, Cernide - milizie popolari cadorine, edizioni Comitato Cadore 1848-1998.
Note
- ^ http://www.archiviodigitalecadorino.org/asc0001/Castello.html
- ^ Il castello di Botestagno fu invece occupato verso la fine di ottobre del 1511
- ^ http://www.magnificacomunitadicadore.it/SitoFontiItalo-Austriache/Museo_Raccolte.htm Raffigurazione del Castello