Utente:MLWatts/Sandbox2
Langley Aerodrome A | |
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Descrizione | |
Tipo | Aereo sperimentale pionieristico |
Equipaggio | 1 |
Progettista | ![]() |
Costruttore | ![]() |
Data primo volo | 7 ottobre 1903 |
Esemplari | 1 |
Voli | 2 (entrambi senza successo) |
Destino finale | Esposto presso lo Steven F. Udvar-Hazy Center dello Smithsonian National Air and Space Museum, Chantilly, VA. |
Dimensioni e pesi | |
Struttura | Tubi d'acciaio, legno |
Lunghezza | 16,0 m (52 ft 5 in) |
Apertura alare | 14,8 m (48 ft 5 in) |
Rivestimento | Tela |
Altezza | 3,5 m (11 ft 4 in) |
Peso carico | 340 kg (750 lbs) |
Propulsione | |
Motore | Un radiale a 5 cilindri |
Potenza | 39 kW (52 hp) |
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L'Aerodrome A (citato anche come Great Aerodrome o, in italiano, Grande Aerodromo) era un aeroplano sperimentale che il pioniere dell'aviazione statunitense Samuel Pierpont Langley collaudò senza successo nel 1903.
Storia del progetto
Antefatto: le prime sperimentazioni di Langley
Samuel Pierpont Langley era uno stimato professore e scienziato statunitense, terzo segretario della prestigiosa Smithsonian Institution a partire dal 1887. Accanto alle sue ricerche astronomiche, per le quali in particolare era conosciuto, egli negli anni ottanta del XIX secolo[2] cominciò a interessarsi anche del problema del volo con mezzi più pesanti dell'aria.[1]
Nel 1891 pubblicò un libro, Experiments in Aerodynamics, nel quale descriveva gli studi di aerodinamica che aveva condotto negli anni precedenti grazie, in primo luogo, a modelli volanti di piccola scala propulsi da eliche mosse a loro volta da una banda elastica attorcigliata; e grazie, in secondo luogo, a un braccio rotante di 18,3 m di diametro, da lui realizzato presso l'Allegheny Observatory della Western University of Pennsylvania, all'estremità del quale aveva collocato superfici aerodinamiche di varia natura per analizzarne il comportamento.[1]
Le sperimentazioni di Langley proseguirono con una nuova fase in cui realizzò modelli di dimensioni maggiori (con apertura alare di circa 4 m) che si caratterizzavano per la configurazioni a due ali in tandem e per la dotazione di un motore a vapore azionato dalla combustione di benzina;[2] Langley cominciò a chiamare questi aeromobili "Aerodromes", dal greco per "corridori dell'aria".[3] Un altro braccio rotante, di 9 m di diametro, fu realizzato presso la Smithsonian Institution per sperimentare superfici aerodinamiche curve ed eliche.[1]
Il 6 maggio 1896 l'Aerodrome 5, che seguiva altri modelli i cui collaudi non avevano avuto successo per problemi strutturali o legati alla propulsione, compì un volo che rappresentò un notevole successo: lanciato da un'apposita catapulta dal tetto di una casa galleggiante nelle vicinanze di Quantico, Virginia, planò per 1005 m (e poi di nuovo per 700 m) sul fiume Potomac. Pochi mesi dopo, il 28 novembre, un modello analogo (l'Aerodrome 6) volò per 1460 m.[1] La velocità di questi aeromobili era di circa 40-50 km/h.[1][2]
Langley, che nutriva l'ambizione di costruire il primo aeroplano capace di portare in volo un uomo, ritenne che il successo dei suoi modelli fosse una solida base da cui partire. Aveva però bisogno, a questo scopo, di un consistente finanziamento; un aiuto importante gli venne da Charles D. Walcott, un suo amico che lavorava presso l'U.S. Geological Survey, che propose di portare la situazione di Langley all'attenzione del presidente degli Stati Uniti d'America William McKinley.[1] Langley era conscio del fatto che il governo federale statunitense avrebbe potuto mostrare un certo interesse per una macchina volante, poiché ne immaginava già le possibili applicazioni in campo bellico (egli scrisse nel 1898: «Un aerodromo capace di 30 miglia orarie e di un'autonomia di tre ore, che trasporti un 'aeronauta' e magari dei missili può essere tentato»).[2] In effetti, vista anche la concomitanza di questi sviluppi con lo scoppio della guerra ispano-americana, la commissione istituita per valutare il lavoro svolto da Langley fino a quel momento (di cui faceva parte anche l'allora assistente segretario alla marina, Theodore Roosevelt) approvò rapidamente la concessione allo stesso di 50 000 $.[1]
Il Grande Aerodromo
Tecnica
Impiego sperimentale
Esemplari attualmente esistenti
Note
- ^ a b c d e f g h (EN) Langley Aerodrome A, su Smithsonian National Air and Space Museum. URL consultato il 5 luglio 2014.
- ^ a b c d Edwards Park, Langley's Feat--and Folly, in Smithsonian Magazine, novembre 1997, ISSN 0037-7333 . URL consultato il 12 luglio 2014.
- ^ R.G. Grant, (ed. italiana a cura di R. Niccoli), Il volo – 100 anni di aviazione, Novara, DeAgostini, 2003, p. 19, ISBN 8841809515.
Bibliografia
- Edwards Park, Langley's Feat--and Folly, in Smithsonian Magazine, novembre 1997, ISSN 0037-7333 . URL consultato il 12 luglio 2014.
- R.G. Grant, (ed. italiana a cura di R. Niccoli), Il volo – 100 anni di aviazione, Novara, DeAgostini, 2003, ISBN 8841809515.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- (EN) Langley Aerodrome A, su Smithsonian National Air and Space Museum. URL consultato il 5 luglio 2014.
- (EN) Carroll Gray, Langley Large Aerodrome "A", su Flying Machines. URL consultato il 5 luglio 2014.