Udinese Calcio
L'Udinese Calcio (l'Udin in friulano), nota semplicemente come Udinese, è una società calcistica italiana con sede nella città di Udine, in Friuli. È uno dei club più antichi d'Italia, essendo nato nel 1896; la sezione calcio venne creata ufficialmente nel 1911.[2]
| Udinese Calcio Calcio | |
|---|---|
| Zebrette, Bianconeri, Friulani, l'Udin | |
| Segni distintivi | |
| Uniformi di gara | |
| Colori sociali | |
| Simboli | stemma della città di Udine attorniato da alloro dorato, dal nome della società e dall'anno di fondazione |
| Inno | Vinci per noi |
| Dati societari | |
| Città | Udine |
| Nazione | |
| Confederazione | UEFA |
| Federazione | |
| Campionato | Serie A |
| Fondazione | 1896 |
| Proprietario | |
| Presidente | |
| Allenatore | |
| Stadio | Friuli (30 667[1] posti) |
| Sito web | www.udinese.it |
| Palmarès | |
| Titoli nazionali | 1 Campionato di Seconda Divisione 2 Campionati di Serie B |
| Trofei nazionali | 1 Coppe Italia Serie C/Lega Pro |
| Trofei internazionali | 1 Coppa Intertoto UEFA 1 Mitropa Cup 1 Coppa Anglo-Italiana |
| Si invita a seguire il modello di voce | |
I suoi colori sociali sono il bianco e il nero, ossia quelli dello stemma comunale della città (che appare anche nello scudo della squadra e che, peraltro, riprende lo stemma della nobile famiglia Savorgnan); da questi due colori derivano i principali soprannomi affibbiati alla squadra, ovvero bianconeri e zebrette.
I migliori risultati della sua storia, per quanto concerne le competizioni nazionali, coincidono coi secondi posti maturati nella Coppa Italia del 1922 e nella Serie A del 1954-1955.[3] Per quel che riguarda le coppe europee, l'Udinese annovera varie partecipazioni alla Champions League e alla Coppa UEFA/Europa League; il massimo risultato conseguito dalla formazione in campo internazionale, è rappresentato dalla vittoria della Coppa Intertoto nel 2000.
Storia
Dalla fondazione agli anni cinquanta
La Società Udinese di Ginnastica e Scherma fu istituita nel 1896[2] (il giorno preciso fu, probabilmente, il 30 novembre).[4] Il club era, tuttavia, attivo de facto già dal 1895. Il 18 settembre di quell'anno, per l'appunto, gli atleti bianconeri, davanti al Re Umberto I, alla Regina Margherita ed a 20.000 persone, parteciparono a Roma alla prima importante partita di calcio svoltasi nella Capitale d'Italia, disputata contro la Società Rodigina di Ginnastica Unione e Forza.[5] Un anno dopo, la compagine friulana trionfò nel campionato interprovinciale FGNI di Treviso. La sfida romana e quest'altra competizione non furono organizzate dalla FIF (l'odierna FIGC, sorta due anni dopo), ma patrocinate dalla Federazione Ginnastica Nazionale Italiana, e non ebbero carattere ufficiale.[2][6] I tornei, inoltre, non vennero disputati applicando le regole del gioco del calcio dell'IFAB, bensì seguivano quelle della variante nostrana del calcio ginnastico (che, comunque, era de iure considerato football a tutti gli effetti).[7]
Il 5 luglio 1911 alcuni ginnasti, soci dell'Udinese, con a capo Luigi Dal Dan, costituiscono all'interno della polisportiva l'Associazione Calcio Udine che viene iscritta alla FIGC.[2] Il debutto della nuova squadra avviene in un'amichevole contro la Juventus Palmanova vinta dagli udinesi per 6-0.[2] La prima partecipazione in un campionato ufficiale FIGC risale però solamente al Campionato Promozione 1912-1913; in quell'anno l'Udinese si iscrive al Campionato Veneto di Promozione a tre squadre insieme al Padova e al Petrarca Padova; i friulani chiudono il torneo al secondo posto dietro al Petrarca e vengono promossi in Prima Categoria.[2] In Prima Categoria l'Udinese non riesce mai a raggiungere la fase nazionale venendo sempre eliminata nell'Eliminatoria Veneta.
Il primo risultato importante dalla sua fondazione è, nel 1922, il raggiungimento della finale di Coppa Italia: i bianconeri vengono sconfitti 1-0 dal Vado. Quest'ottimo piazzamento è dovuto anche al fatto che le maggiori compagini dell'epoca erano iscritte al concorrente campionato C.C.I..[2]
Nel campionato 1922-23 la squadra arriva ultima nel suo girone e retrocede in Seconda Divisione; la società rischia di fallire per debiti nell'estate 1923. Il 24 agosto l'"AS Udinese" si separa dalla "AC Udinese", ovvero l'attuale Udinese Calcio, e quest'ultima viene costretta ad istituire un bilancio e un direttivo autonomi. Tutti i debiti vengono pagati dal presidente Alessandro Del Torso grazie alla vendita di alcuni suoi quadri e l'Udinese può così iscriversi al campionato di Seconda Divisione dove arriva quarta nel girone eliminatorio.[2]
Nella stagione 1924-25 l'Udinese vince il Girone F di Seconda Divisione e arriva prima al Girone Finale venendo promossa insieme al Parma in Prima Divisione.[2] La permenenza nella massima serie dura poco: l'Udinese conclude il torneo in ultima posizione. Avrebbe potuto comunque salvarsi; infatti vi è in quell'anno una riforma dei campionati, la cosiddetta Carta di Viareggio, e dei conseguenti spareggi per determinare chi sarebbe stato ammesso al nuovo campionato di Divisione Nazionale; la squadra friulana però non si presenta allo spareggio contro il Legnano perdendo la partita a tavolino e dando l'addio alla massima serie.[2]
Nel campionato cadetto l'Udinese conclude all'ultimo posto in classifica ed evita la retrocessione in Seconda Divisione[8] solo grazie all'allargamento dei quadri. Resta in Prima Divisione fino al termine della stagione 1928-29 quando, in seguito alla creazione della Serie A e della Serie B, la Prima Divisione viene declassata a terzo livello.[2] La stagione 1929-1930 è comunque trionfale e, vincendo il proprio girone, l'Udinese riesce a qualificarsi in Serie B.[2]
La permanenza in B dura solo due anni. Al termine della stagione 1931-32 la squadra friulana ritorna subito in Prima Divisione, poi ridenominata Serie C nel 1935. Nella stagione 1938-1939 arrivando seconda nel Girone Finale Nord di Serie C, viene promossa in Serie B.[9]
Finita la seconda guerra mondiale, l'Udinese resta in Serie B fino alla stagione 1947-48, quando retrocesse in Serie C a causa di una riforma dei campionati.[10] A questa retrocessione seguono tuttavia due promozioni consecutive e i friulani ottengono una storica promozione in Serie A dopo la vittoria del campionato di Serie C e il secondo posto nel campionato di Serie B 1949-1950;[10] la società era presieduta da Giuseppe Bertoli e Raimondo Mulinaris,[11] entrambi industriali friulani, mentre sulla panchina sedeva Aldo Olivieri, campione del mondo nel 1938.
L'Udinese resta in Serie A per cinque anni sfiorando anche lo scudetto nella stagione 1954-1955, arrivando seconda dietro al Milan;[12] è proprio al termine di quella stagione però che l'Udinese viene retrocessa in Serie B per illecito sportivo (confessione di Settembrino) commesso il 31 maggio 1953, ultima giornata di campionato, e smascherato due anni dopo.[12] I friulani ritornano comunque in Serie A dopo una sola stagione in Serie B.[12]
Anni sessanta e settanta
Gli anni sessanta segnano un momento difficile nella storia dell'Udinese: i friulani vengono retrocessi prima in Serie B nella stagione 1961-1962 e poi in Serie C nella stagione 1963-64.[12] L'Udinese resta in Serie C per circa un quindicennio, sfiorando la promozione in Serie B in numerose occasioni (in particolare nel 1973, quando viene sconfitta 0-2 dal Parma nello spareggio di Vicenza), ma è solo al termine della stagione di Serie C 1977-1978 che i friulani, guidati dall'allenatore Massimo Giacomini, ritornano in Serie B vincendo il Girone A di Serie C.[2] Nella stessa stagione vince anche la Coppa Italia Semiprofessionisti, battendo la Reggina, e la Coppa Anglo-Italiana.[13]
Intanto l'8 giugno 1976 si era ufficialmente sciolta l'"Associazione Calcio Udinese" e si era formata una società per azioni: la squadra fu rinominata "Udinese Calcio", attuale denominazione.[13] Il presidente è Teofilo Sanson, al quale nel 1978 viene in mente di sponsorizzare la sua società (la Sanson Gelati) sulla divisa della squadra. Dato che all'epoca la pubblicità sulle maglie di calcio era ancora vietata dalla Federazione, il presidente friulano aggirò il divieto con una "particolare" interpretazione del regolamento, posizionando il marchio Sanson sui pantaloncini dei giocatori. Il fatto suscitò gran clamore: per la prima volta in Italia, uno sponsor commerciale griffò una squadra di calcio. L'Udinese venne multata e costretta all'immediata rimozione del marchio pubblicitario, ma l'iniziativa friulana aprì un primo varco alla liberalizzazione delle sponsorizzazioni nel calcio italiano, completata nel giro di pochi anni.[14][15]
Nella stagione successiva l'Udinese, confermato in panchina Giacomini, vince il torneo cadetto e ritorna dopo oltre vent'anni in Serie A.[13]
Anni ottanta
Nella stagione 1979-1980, l'Udinese, neopromossa in massima serie, conclude il campionato al quindicesimo posto, retrocedendo in Serie B; solo lo scandalo del Totonero con la retrocessione di Milan e Lazio evita alle zebrette un immediato ritorno in Serie B.[13] In campo europeo l'Udinese vince la Coppa Mitropa.
Nella stagione 1980-1981 sulla panchina bianconera siede il nuovo allenatore Enzo Ferrari il quale ottiene la salvezza. Teofilo Sanson cede la società alla Zanussi di Pordenone, il nuovo presidente è Lamberto Mazza.
Nella stagione 1981-1982 acquista dalla Juventus Franco Causio e la squadra riesce a salvarsi senza particolari difficoltà. Nella stagione successiva, 1982-1983,[13] coglie un sesto posto nel campionato.
Nell'estate del 1983 la società effettua un grande colpo di mercato: Arthur Antunes Coimbra, detto Zico, passa, dopo un'estate di grattacapi giurisdizionali,[16] all'Udinese.[17] Oltre a Zico la dirigenza dell'Udinese, capitanata dall'Amministratore Delegato Franco Dal Cin, mette insieme una squadra con nomi importanti come Pietro Paolo Virdis ed il difensore nazionale brasiliano Edinho: i tifosi rispondono con la cifra di 26 661 abbonati,[17] quota mai superata dalla società friulana. La stagione 1983-1984, che vede la squadra allenata sempre da Enzo Ferrari, termina con un 9º posto a soli due punti dalla zona UEFA mentre Zico mette a segno alla sua prima stagione in Italia 19 reti.[17]
Nella stagione 1984-1985 l'Udinese cede molti giocatori importanti, ma riesce a trattenere Zico. La squadra viene affidata al tecnico brasiliano Luís Vinício. In questa stagione Zico, anche a causa di un infortunio, lascia l'Udinese e torna in Brasile per noie giudiziarie con lo Stato italiano.[17]
Nella stagione successiva 1985-1986 i friulani ottengono un 13º posto.[17] Nel luglio 1986 Giampaolo Pozzo subentra a Lamberto Mazza come presidente dell'Udinese, ma la sua avventura come presidente della società inizia subito in salita: infatti l'Udinese è inizialmente retrocessa in Serie B per uno scandalo scommesse, pena poi rivista in appello e commutata in nove punti di penalizzazione per la stagione successiva; i friulani arrivano ultimi e retrocedono in Serie B; senza penalizzazione si sarebbero salvati.[18]
Gli anni successivi sono tra Serie A e Serie B: la squadra viene promossa nella massima divisione nel campionato di Serie B 1988-1989 con alla guida Nedo Sonetti e grazie alle reti di Totò De Vitis. Nella stagione successiva i friulani, che in estate acquistarono i giovani talenti argentini Abel Balbo e Nestor Sensini, sotto la guida di Rino Marchesi subentrato a Bruno Mazzia cercano di mantenere la categoria, ma nonostante una lotta durata per tutto il campionato retrocedono all'ultima giornata.[18] Nell'estate 1990 l'Udinese è di nuovo condannata per illecito sportivo: pena 5 punti di penalizzazione per la squadra e 5 anni di deferimento per il presidente Pozzo, accusato di aver contattato Gianmarco Calleri, allora presidente della Lazio, minacciandolo in caso di sconfitta. Pozzo lascia quindi la carica di presidente del club.[18]
Anni novanta
Nella stagione di Serie B 1990-1991 le zebrette, guidate da Marchesi prima e da Adriano Buffoni poi, potrebbero riconquistare immediatamente la promozione in Serie A, ma subiscono 5 punti di penalizzazione prima dell'inizio della stagione; senza questo fardello, l'Udinese avrebbe totalizzato 43 punti piazzandosi comodamente nelle prime quattro, invece la squadra chiuse solo all'ottavo posto,[18] nonostante in quella stagione Balbo fosse divenuto capocannoniere del torneo. L'argentino contribuisce attivamente al ritorno dei friulani nella massima serie nella stagione 1991-1992: la società esonerò il tecnico Franco Scoglio ed affidò la squadra ad Adriano Fedele, e dopo un lungo testa a testa con il Cosenza ottenne il quarto posto che valse la promozione. Sempre le reti di Abel Balbo consentirono la successiva permanenza in Serie A nella stagione 1992-1993, guadagnata sotto la guida esperta di Albertino Bigon dopo una lunga lotta con la Fiorentina ed il Brescia, quest'ultimo sconfitto solo dopo uno spareggio allo Stadio Dall'Ara di Bologna.
Nella stagione 1993-1994 i friulani cedono Balbo alla Roma e Francesco Dell'Anno all'Inter. La squadra è affidata ad Azeglio Vicini, il quale viene esonerato all'indomani della sconfitta a Napoli dopo alcune incomprensioni con il patron Pozzo. Al suo posto subentra Adriano Fedele. Il girone di andata viene chiuso al penultimo posto ma nel girone di ritorno, grazie anche all'exploit della punta Marco Branca (a cui venne affidato compito di sostituire Abel Balbo), rimontano senza successo la classifica retrocedendo nuovamente in Serie B all'ultima giornata.[18] Già l'anno seguente però, con Giovanni Galeone in panchina subentrato a Fedele, i friulani riconquistano la massima serie.[18] Dalla stagione 1995-1996 l'Udinese torna in Serie A rimanendone presenza fissa fino ad oggi.
Da qui in avanti l'Udinese ottiene diverse qualificazioni alla Coppa UEFA, la prima nella stagione 1996-1997 con in panchina Alberto Zaccheroni, ed un clamoroso terzo posto dietro Juventus e Inter nella stagione 1997-1998, grazie ai 27 gol di Oliver Bierhoff, capocannoniere di quella stagione.[19] Nella stagione successiva sarà Marcio Amoroso a conquistare il titolo di capocannoniere, siglando 22 reti con la maglia della squadra friulana, condotta al sesto posto da Francesco Guidolin.
Anni duemila
Nella stagione 1999-2000 l'Udinese è inizialmente allenata da Francesco Guidolin, ma il tecnico sarà poi esonerato a favore di Luigi De Canio: questi riesce a condurre i friulani all'ottavo posto finale, ottenendo l'accesso alla Coppa Intertoto. In estate l'Udinese si aggiudica la vittoria del torneo, qualificandosi per la Coppa UEFA. Il Campionato 2000-2001 inizia bene per i bianconeri, che dopo cinque giornate si trovano addirittura al comando solitario della classifica: la squadra però non manterrà a lungo il primo posto, e a marzo De Canio sarà addirittura licenziato e sostituito da Luciano Spalletti. L'allenatore toscano porta l'Udinese ad un dodicesimo posto al termine del campionato; in Coppa UEFA invece i friulani vengono eliminati al secondo turno dai greci del PAOK Salonicco.
La stagione 2001-2002 vede alternarsi in panchina Roy Hodgson e Giampiero Ventura (subentrato a metà stagione): l'Udinese centra la salvezza, con un quattordicesimo posto ottenuto in extremis.[19] L'anno seguente torna in panchina Spalletti, che nelle stagioni 2002-03 e 2003-04 conduce l'Udinese a due settimi posti consecutivi centrando due qualificazioni alla Coppa UEFA.[19] Nell'estate 2004 la società acquista dall'Empoli Antonio Di Natale, che alcuni anni dopo diventerà capitano e simbolo della squadra.
Il Campionato 2004-2005 vede l'Udinese conquistare uno storico quarto posto, davanti alla Sampdoria, centrando la prima qualificazione alla Champions League.[19] Al termine di questa stagione, Spalletti rescinde il contratto che lo legava al club friulano: sarà sostituito da Serse Cosmi.[19] La stagione 2005-2006 è molto sofferta per l'Udinese: Cosmi verrà esonerato e gli subentrerà Loris Dominissini, a sua volta esonerato e rimpiazzato da Giovanni Galeone che porta la squadra a terminare il campionato con un undicesimo posto a pari punti con l'Ascoli. La prima partecipazione alla Champions League termina nella fase a gironi: l'Udinese perde 2-0 contro il Barcellona e viene eliminata, quando sarebbe stato sufficiente un punto per accedere agli ottavi di finale.
Il campionato 2006-2007, sotto la guida di Alberto Malesani, termina con un decimo posto: l'Udinese è però l'unica squadra a non perdere contro i campioni d'Italia dell'Inter, pareggiando entrambe le gare (0-0 in casa, 1-1 in trasferta) ed interrompendo la striscia nerazzurra di 17 vittorie consecutive. Nell'estate 2007 il nuovo tecnico diventa Pasquale Marino, mentre sul mercato la società si assicura le prestazioni degli attaccanti Fabio Quagliarella e Antonio Floro Flores.[19] Terminando il Campionato 2007-2008 con un settimo posto, l'Udinese accede ancora una volta alla Coppa UEFA.
La stagione 2008-2009 è ricordata per il cammino in Coppa UEFA, che termina ai quarti di finale contro i tedeschi del Werder Brema: in tale annata, l'Udinese è la squadra italiana che ha raggiunto il miglior risultato nelle coppe europee. Il campionato si chiuderà invece con un altro settimo posto, ma stavolta la squadra non accede alla Coppa UEFA (al suo posto si qualifica la Lazio, vincitrice della Coppa Italia): l'Udinese stabilisce comunque un record personale, vincendo 6 partite consecutive.[20] La fine della stagione coincide con le partenze del direttore generale Leonardi e di Quagliarella, che si accasano rispettivamente al Parma e al Napoli.
Il Campionato 2009-2010 non inizia bene per l'Udinese, così il 22 dicembre Marino viene esonerato per essere sostituito da Gianni De Biasi. La permanenza di De Biasi dura appena due mesi, infatti il 21 febbraio 2010 viene richiamato Marino: l'Udinese centra la salvezza con due giornate di anticipo, pareggiando 2-2 contro il Cagliari. L'annata è invece memorabile per Di Natale, che si laurea capocannoniere con 29 reti: per la terza volta un calciatore dell'Udinese è capocannoniere della Serie A (in precedenza ci erano riusciti Oliver Bierhoff nel 1998 e Marcio Amoroso nel 1999).
Anni duemiladieci
Per la stagione 2010-2011 l'Udinese ingaggia come allenatore Francesco Guidolin,[21] mentre Fabrizio Larini va a ricoprire la carica di Direttore Sportivo.[22]
Da gennaio 2011 l'Udinese lancia sul digitale terrestre del Friuli-Venezia Giulia il proprio canale tematico Udinese Channel, il primo del genere in Italia totalmente gratuito e visibile in chiaro.
Dopo un inizio di campionato disastroso (4 sconfitte nelle prime 4 giornate), i friulani risalgono la classifica e raggiungono il quarto posto, valevole per i play-off di Champions League. Il 27 febbraio 2011 l'Udinese vince 7-0 in casa del Palermo (mai l'Udinese aveva realizzato 7 gol in una trasferta di Serie A, e ad oggi le più larghe vittorie esterne erano frutto di due 5-0 inflitti al Genoa nel torneo 1983-1984 ed al Perugia nel 1999-2000).[23] Il 22 maggio con il pareggio contro il Milan i friulani stabiliscono a 66 punti il nuovo record in Serie A dopo il precedente record di 64 punti stabilito da Alberto Zaccheroni nel 1997-1998 (record ottenuto però in un campionato di sole 34 giornate anziché 38) e, arrivando al quarto posto, raggiungono i preliminari di Champions League (da disputarsi contro gli inglesi dell'Arsenal.[24]) Inoltre Antonio Di Natale si riconferma capocannoniere con 28 marcature ed il record di rigori parati in serie A spetta a Samir Handanović (6 rigori parati).
La stagione 2011-2012 inizia con la sfida dei play-off di Champions League contro Arsenal, che in doppia sfida elimina i bianconeri. L'Udinese ottiene però il diritto di partecipare all'Europa League, dove viene sorteggiata nel girone con gli spagnoli dell'Atlético Madrid, i francesi del Rennes e gli scozzesi del Celtic, superando il turno. Dopo aver eliminato i greci del PAOK i friulani sono estromessi dagli olandesi dell'AZ Alkmaar agli ottavi di finale. In campionato il rendimento segue fasi alterne: il girone di andata si chiude con ben 38 punti, a soli tre punti dalla Juventus capolista, mentre nel girone di ritorno, complici la preparazione anticipata e la stanchezza per gli impegni di coppa, l'Udinese stenta perdendo il vantaggio accumulato. A fine campionato comunque, grazie a una serie di quattro vittorie consecutive, l'Udinese riconquista con 64 punti la terza posizione, qualificandosi per la seconda volta consecutiva ai play-off di Champions League. Nel corso della stagione, il 29 novembre 2011 la società e l'intera squadra ricevono dal CONI il Collare d'Oro al Merito Sportivo, massima onorificenza dello sport italiano, concessa a club di calcio con più di 100 anni di storia.[25]
La stagione successiva vede ancora i friulani uscire ai play-off di Champions League, stavolta contro i portoghesi del Braga. Dopo l'1-1 in Portogallo, in Friuli, dopo l'1-1 dei tempi regolamentari, i bianconeri perdono ai rigori con errore decisivo del neo acquisto Maicosuel (cucchiaio bloccato dal portiere). In Europa League i friulani sorteggiati in un duro girone comprendente gli inglesi del Liverpool, gli svizzeri dello Young Boys e i russi dell'Anzhi, conquistano una storica vittoria (3-2) ad Anfield contro il Liverpool, ma chiudono il girone all'ultimo posto uscendo così dalla competizione. Il campionato non inizia bene, e i friulani navigano a metà classifica. Ma una serie di 8 vittorie consecutive nelle ultime 8 giornate proietta l'Udinese al 5º posto finale e alla qualificazione in Europa League.
Nella stagione successiva i friulani escono ai play-off di Europa League contro i cechi dello Slovan Liberec, perdendo 3-1 in casa e pareggiando 1-1 in Repubblica Ceca. Nel prosieguo dell'annata i bianconeri raggiungono, come quattro anni prima, le semifinali di Coppa Italia, perdendo stavolta contro la Fiorentina. Il campionato non porta grandi soddisfazioni all'Udinese, che staziona a metà classifica per gran parte della stagione.
Cronistoria
| Cronistoria dell'Udinese Calcio | |
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Colori e simboli
Simboli ufficiali
Stemma
L'Udinese nella sua storia ha avuto numerosi stemmi, sempre però richiamanti il colore e lo stemma della città Friulana.
Il primo stemma è dei primi anni settanta, raffigurante uno scudo con all'interno delle strisce verticali bianconere, e il trigramma "ACU" (Associazione Calcistica Udinese). Verso la fine del decennio, si è utilizzato uno stemma raffigurante una zebra inscritta da un cerchio verde.
Il secondo stemma comparve nei primi anni ottanta, con l'avvento del presidente Lamberto Mazza, dove all'interno dello scudo con la "V" rovesciata, come sullo stemma del comune di Udine, venne inserita la "Z" della Zanussi, società che possedeva tutte le azioni dell'Udinese Calcio, e al di sopra venne posta la scritta in minuscolo "udinese calcio".
Il terzo stemma è una variante del secondo, infatti uscita di scena la Zanussi, con l'acquisizione della società da parte di Giampaolo Pozzo scomparve la "Z" e restò solo lo scudo con lo stemma di Udine.
Il quarto stemma apparì sulle maglie dei bianconeri nella stagione 1995-96. Lo scudo venne circondato da un cerchio prima grigio e poi nero; ritorna di colore grigio nella stagione 2010-11, avvolto stavolta con due rami d'alloro.
Tutti gli stemmi hanno avuto al loro interno lo stemma della città di Udine.
Più volte è stato chiesto dalla tifoseria di far comparire anche l'aquila del Friuli sulle maglie bianconere, richiesta mai recepita dalla società anche a causa delle norme in vigore.[30] Nel 2008 venne fortemente contestata dai tifosi la scelta della società di far comparire sulle maglie lo stemma della regione Friuli-Venezia Giulia (in quanto percepita come la regione della rivale Trieste) e non lo stemma del Friuli.[31]
Inno
L'inno ufficiale dell'Udinese Calcio si intitola Vinci per noi ed è interpretato da Nicole Pellicani, corista di Elisa; il brano viene proposto all'inizio di ogni partita giocata allo Stadio Friuli. In precedenza l'inno era Alè Udin, cantato dal popolare cantante friulano Dario Zampa: il ritornello è diventato il coro distintivo del tifo friulano.
Strutture
Stadio
L'attuale campo di gioco dell'Udinese è lo Stadio Friuli di Udine, inaugurato nel 1976 in sostituzione del vecchio Stadio Moretti (che venne demolito, ed al cui posto sorge oggi un parco urbano). Il nome venne scelto per commemorare la regione, colpita nel maggio di quell'anno dal terremoto del Friuli.[32] Progettato dall'ingegnere udinese Giuliano Parmegiani, è considerato come uno dei più riusciti impianti dal punto di vista estetico. Lo stadio è situato a nord-ovest della città nel quartiere dei Rizzi, in una posizione abbastanza periferica. Particolare del Friuli, e simbolo di questo impianto, è il maestoso arco che con i suoi 33 metri di altezza alla sommità fa da tetto alla tribuna.
La prima partita di campionato nel nuovo stadio venne disputata il 26 settembre 1976 tra l'Udinese e il Seregno, incontro valevole per il campionato di Serie C 1976-1977. L'impianto era ancora formato solamente dalle tribune e dai distinti centrali. La sfida finì 1-0 per i padroni di casa, con Claudio Pellegrini che mise a segno la prima rete assoluta nello stadio.
Lo stadio è molto accessibile in quanto vicino alla tangenziale e all'autostrada A23; inoltre, essendo situato in periferia e non in centro città come nel caso di molti stadi in Italia, i lavori di adeguamento alle norme Pisanu-Amato sono stati molto più facili. Peraltro, è uno degli impianti più sicuri in Italia e in Europa, tanto che al Friuli si utilizzano le forze dell'ordine solo nelle partite di cartello che richiamano allo stadio numeroso pubblico. Il sistema di videosorveglianza, installato nel 2007, permette una copertura totale dell'impianto sportivo.
La volontà dell'azionista di riferimento dell'Udinese Giampaolo Pozzo è stata quella di operare una profonda ristrutturazione dell'impianto, eliminando la pista di atletica quasi mai utilizzata ed avvicinando gli spalti al campo, per offrire agli spettatori una visibilità migliore. Lo stadio verrà inoltre interamente coperto e dotato di spazi per la ristorazione e di aree ricreative. I lavori di ristrutturazione sono ufficialmente partiti il 5 giugno 2013 e procedono a lotti, demolendo e ricostruendo nell'ordine la curva Nord, la curva Sud e i distinti; il termine di questi è previsto per settembre 2014.
Centro di allenamento
Il "Centro Sportivo Dino Bruseschi" è l'insieme di strutture e campi d'allenamento che vengono utilizzate dalla prima squadra dell'udinese e dalle giovanili. Intitolato ad uno dei più importanti presidenti della storia bianconera, sorge a pochi metri dallo Stadio Friuli.
Si estende per circa 64943 m² ed è composto da:
- campo regolamentare (105 x 68 m) in erba naturale, con impianto d'illuminazione;
- campo regolamentare (105 x 68 m) in erba naturale, privo d'illuminazione;
- campo non regolamentare (100 x 55 m) in erba naturale;
- campo regolamentare (105 x 68 m) in erba sintetica, con impianto d'illuminazione;
- campo regolamentare (105 x 68 m) in erba sintetica, privo d'illuminazione;
- gabbia in erba sintetica, con impianto d'illuminazione;
- area dall'allenamento in erba sintetica (150 x 50 m);
- tensostruttura coperta e riscaldata con area d'allenamento in erba sintetica (80 x 50 m) e con impianto d'illuminazione;
- 4 spogliatoi a disposizione degli atleti. La prima squadra utilizza lo spogliatoio presente all'interno dello stadio Friuli;
- spogliatoio per lo staff tecnico;
- 2 magazzini per materiale tecnico.
Società
La società friulana nel 2011 fa parte dei membri dell'European Club Association (ECA), organizzazione internazionale che ha preso il posto del soppresso G-14, e composta dai principali club calcistici riuniti in consorzio al fine di ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla FIFA.
Organigramma societario
Dal sito web ufficiale della società.[33]
- Consiglio di amministrazione
- Franco Soldati - Presidente
- Stefano Campoccia - Vicepresidente
- Gino Pozzo - Consigliere
- Giuliana Linda Pozzo - Consigliere
- Franco Collavino - Consigliere e direttore generale
- Cristiano Giaretta - Direttore sportivo
- Angelo Trevisan - Responsabile settore giovanile
- Alberto Rigotto - Responsabile amministrazione, finanza, controllo
- Andrea Carnevale - Responsabile scouting
- Marco Colautti - Stadium Facilities Responsible
- Luigi Infurna - Team manager
- Daniela Baracetti - Segreteria
- Gabriele Bruni - Ufficio stampa e comunicazione
- Francesco Pezzella - Ufficio stampa e comunicazione
Sponsor
- 1979-1981: Pouchain
- 1981-1984: Americanino
- 1984-1986: Diadora
- 1986-1990: ABM
- 1990-1992: Adidas
- 1992-1994: Lotto
- 1994-1998: Hummel International
- 1998-2002: Diadora
- 2002-2005: Le Coq Sportif
- 2005-2010: Lotto
- 2010-2013: Legea
- 2013-oggi: HS FootBall
- 1980-1981: Sanson
- 1981-1983: Zanussi
- 1983-1985: AgfaColor
- 1985-1986: Agfa
- 1986-1987: Freud
- 1987-1992: REX
- 1992-1993: Fonte Gaudianello
- 1993-1994: Victors
- 1994-1996: Albatros
- 1996-1997: Milionaire
- 1997-1998: Atreyu
- 1998-2000: Telital
- 2000-2001: Telit
- 2001-2002: Ristora
- 2002-2003: Bernardi
- 2003-2004: Postalmarket
- 2004-2006: Kia Motors
- 2006-2008: Gaudì
- 2008-oggi: Dacia
Impegno nel sociale
Udinese per la vita
L'Udinese è una delle prime squadre in Italia ad avere creato un'associazione onlus, infatti sono state devoluti numerosi macchinari ospedalieri e creato nuovi reparti negli ospedali della regione. L'associazione "Udinese per la Vita", nata 10 anni fa da un'iniziativa di Giuliana Pozzo, moglie del patron Giampaolo, ha devoluto circa 600 000 euro alla ricerca scientifica e alla sanità.
Progetto Borgonovo
Nel 2009 sono state organizzate alcune iniziative volte a raccogliere fondi per la ricerca sulla SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, che ha colpito anche l'ex-bianconero Stefano Borgonovo. La più importante, una Cena di Gala e Asta Benefica organizzata da "Udinese per la Vita", si è svolta il 16 marzo al "Là di Moret" di Viale Tricesimo. L'evento ha avuto risalto in tutta Italia, trasmesso in diretta su Rai Tre con la conduzione dagli studi di Roma di Marco Civoli e con Ivan Zazzaroni inviato sul campo. Alla serata, presentata da Piero Chiambretti e da Bruno Pizzul, hanno partecipato tra gli altri l'intera squadra bianconera, la sua dirigenza e la proprietà, ex compagni di squadra di Stefano Borgonovo quando vestiva la maglia bianconera e personaggi di spicco del mondo del calcio, nonché gli sponsor istituzionali dell'Udinese Calcio. Il programma della manifestazione è stato caratterizzato da un’asta in cui giocatori di oggi e di ieri hanno donato maglie, scarpe da gioco e oggetti personali per la raccolta di fondi da destinare al progetto. Inoltre si è svolta una lotteria con in palio ricchi premi offerti dalle ditte e aziende del Friuli che hanno voluto dare il loro contributo alla riuscita dell'iniziativa.
In totale sono stati raccolti oltre 80 000 euro, da utilizzare per l’acquisto di attrezzature tecnologicamente avanzate destinate al Dipartimento di Medicina Riabilitativa dell'istituto "Gervasutta" di Udine, con le quali è possibile migliorare la vita di coloro che sono stati colpiti dalla SLA.
Allenatori e presidenti
- 1912-1920 ...
- 1920-1921 József Ging
- 1921-1922 ...
- 1922-1923 György Kanjaurek
- 1923-1925 Otto Krappan
- 1925-1926 Otto Krappan, György Hlaway
- 1926-1927 ...
- 1927-1928 Lájos Czeizler
- 1928-1929 István Fögl
- 1929-1930 Eugen Payer
- 1930-1931 Imre Payer
- 1931-1932 István Fögl
- 1932-1933 Károly Csapkay[34]
- 1933-1934 ...
- 1934-1936 Emerich Hermann
- 1936-1937 István Fögl
- 1937-1938 ...
- 1938-1939 Luigi Miconi
- 1939-1940 Eugen Payer, Luigi Miconi
- 1940-1941 Pietro Piselli
- 1941-1942 Luigi Miconi
- 1942-1943 Ferenc Molnár, Gino Bellotto
- 1943-1946 ...
- 1946-1947 Vittorio Faroppa
- 1947-1948 Hermann Schramseis, Elio Loschi
- 1948-1950 Aldo Olivieri
- 1950-1952 Guido Testolina, Severino Feruglio
- 1952-1953 Aldo Olivieri
- 1953-1958 Giuseppe Bigogno
- 1958-1959 Luigi Miconi, Severino Feruglio
- 1959-1960 Severino Feruglio, Giuseppe Bigogno
- 1960-1961 Giuseppe Bigogno, Luigi Bonizzoni
- 1961-1962 Luigi Bonizzoni, Sergio Manente, Alfredo Foni
- 1962-1963 Alberto Eliani
- 1963-1964 Alberto Eliani, Armando Segato
- 1964-1965 Severino Feruglio
- 1965-1967 Gigi Comuzzi
- 1967-1968 Umberto Pinardi con D.T. Giuseppe Bigogno, Gigi Comuzzi con D.T. Giuseppe Bigogno
- 1968-1969 Romolo Caruffo con D.T. Gipo Viani, Romolo Caruffo
- 1969-1970 Oscar Montez, De Stefano, Paolo Tabanelli
- 1970-1971 Paolo Tabanelli Gigi Comuzzi
- 1971-1973 Gigi Comuzzi
- 1973-1974 Massimo Giacomini & Sergio Manente, Sergio Manente
- 1974-1975 Sergio Manente, Humberto Rosa
- 1975-1976 Humberto Rosa
- 1976-1977 Livio Fongaro
- 1977-1979 Massimo Giacomini
- 1979-1980 Corrado Orrico, Dino D'Alessi
- 1980-1981 Marino Perani, Enzo Ferrari, Gustavo Giagnoni, Enzo Ferrari
- 1981-1984 Enzo Ferrari
- 1984-1985 Luís Vinício
- 1985-1986 Luís Vinício, Giancarlo De Sisti
- 1986-1987 Giancarlo De Sisti
- 1987-1988 Massimo Giacomini, Marino Lombardo & Bora Milutinovic, Nedo Sonetti
- 1988-1989 Nedo Sonetti
- 1989-1990 Bruno Mazzia, Rino Marchesi
- 1990-1991 Rino Marchesi, Pietro Fontana, Adriano Buffoni
- 1991-1992 Franco Scoglio, Adriano Fedele
- 1992-1993 Adriano Fedele, Alberto Bigon
- 1993-1994 Azeglio Vicini, Adriano Fedele
- 1994-1995 Adriano Fedele, Giovanni Galeone
- 1995-1998 Alberto Zaccheroni
- 1998-1999 Francesco Guidolin
- 1999-2000 Francesco Guidolin, Luigi De Canio
- 2000-2001 Luigi De Canio, Luciano Spalletti
- 2001-2002 Roy Hodgson, Giampiero Ventura
- 2002-2005 Luciano Spalletti
- 2005-2006 Serse Cosmi, Loris Dominissini & Néstor Sensini, Giovanni Galeone
- 2006-2007 Giovanni Galeone, Alberto Malesani
- 2007-2009 Pasquale Marino
- 2009-2010 Pasquale Marino, Gianni De Biasi, Pasquale Marino
- 2010-2014 Francesco Guidolin
- 2014- Andrea Stramaccioni
- Alessandro del Torso
- Francesco Dormisch
- Gino Roiatti[35]
- Achille Villoresi
- Lao Menazzi Moretti
- Enea Caine
- Guido Cappelletto
- Giuseppe Bertoli
- Dino Bruseschi
- Pietro Brunello
- Teofilo Sanson
- Lamberto Mazza
- Giampaolo Pozzo
- Franco Soldati
Giocatori
Ugo Schiffo giocò per 13 anni nelle file dei friulani tra gli anni venti e la prima metà degli anni trenta.
Vincitori di titoli
- Campioni del mondo
- Campioni d'Europa
Palmarès
Competizioni internazionali
- 1978
- Coppa Intertoto UEFA: 1 (record italiano condiviso con Bologna, Juventus e Perugia)
Competizioni nazionali
Competizioni interregionali
Competizioni giovanili
- 1963-1964 (Serie B); 1980-1981
- 1992-1993
Onorificenze
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
| Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
|---|---|---|---|---|---|
| 1º | Prima Divisione | 2 | 1922-1923 | 1925-1926 | 43 |
| Serie A | 41 | 1950-1951 | 2013-2014 | ||
| 2º | Seconda Divisione | 2 | 1923-1924 | 1924-1925 | 23 |
| Prima Divisione | 2 | 1926-1927 | 1927-1928 | ||
| Serie B-C Alta Italia | 1 | 1945-1946 | |||
| Serie B | 18 | 1930-1931 | 1994-1995 | ||
| 3º | Prima Divisione | 5 | 1928-1929 | 1934-1935 | 24 |
| Serie C | 19 | 1935-1936 | 1977-1978 | ||
Esordi agonistici
Escluso il campionato interprovinciale FGNI vinto nel 1896 ma mai riconosciuto dalla FIGC, l'Udinese fa il suo esordio nell'organico federale durante il torneo di Promozione 1912-1913 organizzato dal Comitato Regionale Veneto, di cui fece parte fino al 1922 allorquando, in qualità di club di Prima Categoria, fu società fondatrice della Lega Nord, progenitrice della Lega Calcio.
Statistiche di squadra
Dati aggiornati al 18 maggio 2014
- Miglior piazzamento in serie A: 2° (1954-1955)
- Peggior piazzamento in serie A: 18° (1961-1962)
- Maggior numero di punti in serie A: 66 (2010-2011), (2012-2013)
- Maggior numero di vittorie in serie A: 20 (2010-2011)
- Maggior numero di pareggi in serie A: 20 (1982-1983)
- Minor numero di pareggi in serie A: 5 (1984-1985), (2000-2001)
- Minor numero di sconfitte in serie A: 4 (1982-1983)
- Maggior numero di vittorie consecutive in serie A: 8 (2012-2013)
- Maggior numero di vittorie casalinghe consecutive in serie A: 7 (1954-1955), (2011-2012)
- Miglior sequenza di partite utili in serie A: 23 (1954-1955)
- Massimo delle reti segnate in serie A: 65 (2010-2011)
- Minimo delle reti subite in serie A: 29 (1982-1983)
- Vittoria più larga: Udinese-M.A.T.E.R. Roma 9-0 (1942-1943)
- Vittoria più larga in serie A: Udinese-Napoli 7-0 (1957-1958); Palermo-Udinese 0-7 (2010-2011)
- Sconfitta più pesante: Udinese-Bari 0-7 (1930-1931); Atalanta-Udinese 7-0 (1931-1932); Milan-Udinese 7-0 (1958-1959); Fiorentina-Udinese 7-0 (1958-1959)
- Nel 1922 raggiunge la finale della Coppa Italia venendo sconfitta dal Vado per 1-0 dopo i tempi supplementari
- Giocatore più prolifico in una sola stagione: Antonio Di Natale 29 (2009-2010)
- Miglior rigorista in serie A: Antonio Di Natale 17
- Giocatori utilizzati in 41 tornei in serie A: 421
- Maggior numero di stagioni consecutive in serie A: 19 (dal 1995 ad oggi)
- Stagione 2005-2006 prima partecipazione alla UEFA Champions League
- Stagione 2008-2009 per la prima volta ai quarti di finale di Coppa UEFA
- È la squadra con più campionati di serie A (41) all'attivo fra quelle che non si sono aggiudicate né lo scudetto né la Coppa Italia
- Vittorie in serie A: 466 (stabilito in Udinese-Livorno 5-3 del 4 maggio 2014)
- Pareggi in serie A: 421 (stabilito in Udinese-Sampdoria 3-3 del 17 maggio 2014)
- Sconfitte in serie A: 522 (stabilito in Torino-Udinese 2-0 del 27 aprile 2014)
- Reti segnate in serie A: 1804 (ultima: Antonio Di Natale in Udinese-Sampdoria 3-3 del 17 maggio 2014)
- Reti subite in serie A: 1970 (ultima: Roberto Soriano in Udinese-Sampdoria 3-3 del 17 maggio 2014)
Statistiche individuali
- 387 Antonio Di Natale
- 336 Valerio Bertotto
- 286 Giampiero Pinzi
- 280 Dino Galparoli
- 280 Luigi Zorzi
- 261 Severino Feruglio
- 255 Alessandro Calori
- 240 Roberto Néstor Sensini
- 233 Paolo Poggi
- 231 Renato Valenti
- 211 Fabio Rossitto
- 202 Cirano Snidero
- 198 Walter D'Odorico
- 196 Massimo Giacomini
- 194 Morgan De Sanctis
- 184 Martin Jørgensen
- 182 Samir Handanovič
- 177 Giovanni Romano
- 176 Vincenzo Iaquinta
- 174 Paolo Miano
- 171 Attilio Gallo
- 175 Antonio Di Natale (2004-in corso)
- 67 Lorenzo Bettini (1954-1955; 1957-1961)
- 65 Abel Balbo (1989-1993)
- 58 Vincenzo Iaquinta (2000-2007)
- 57 Oliver Bierhoff (1995-1998)
- 50 Paolo Poggi (1994-2000)
- 40 Giuseppe Secchi (1955-1957)
- 39 Paolo Tabanelli (1937-1940)
- 39 Marcio Amoroso (1996-1999)
- 39 Roberto Muzzi (1999-2003)
- 37 Marco Branca (1986-1987; 1988-1990; 1992-1994)
- 37 Nerio Ulivieri (1977-1980)
- 34 Roberto Sosa (1998-2002)
- 32 Arne Selmosson (1954-1955; 1961-1964)
- 30 Claudio Pellegrini (1976-1978)
- 30 Martin Jørgensen (1997-2004)
- 29 Bengt Lindskog (1956-1958)
- 26 Antonio Floro Flores (2007-2011; 2011-2012)
- 26 Alberto Fontanesi (1955-1960)
- 25 Luigi Zorzi (1936-1942; 1949-1956)
- 25 Fabio Quagliarella (2007-2009)
- In grassetto i calciatori che attualmente militano nell'Udinese Calcio.
Tifoseria
Gemellaggi e rivalità
L'Udinese è gemellata con il Vicenza, rapporto che dura da molti anni e sentito dalla maggior parte della tifoseria, e con le compagini toscane del Siena[37] e dell'Arezzo.[senza fonte] Fuori dai confini nazionali, vi sono inoltre amicizie con gli austriaci dell'Austria Salzburg[senza fonte] e coi tedeschi del Werder,[38] legami nati durante gli incontri in campo europeo.
Le rivalità storiche sono invece con la Triestina – dovuta alla vicinanza delle città di Udine e Trieste, una capitale storica del Friuli, l'altra capoluogo della regione Friuli-Venezia Giulia – e con l'Hellas Verona – risalente agli anni ottanta, ai tempi di Zico e dello scudetto degli scaligeri, poi cementata dall'opposto gemellaggio Hellas-Triestina. Le altre principali rivalità sono con la Juventus (nonostante per lungo tempo le due società abbiano tenuto buoni rapporti commerciali, con vari acquisti di giocatori), con il Napoli (sfociata negli ultimi anni in gravi incidenti), con il Bologna (una ex amicizia tra tifoserie, tramutata in rivalità dopo la rottura del precedente gemellaggio) e con il Venezia (dualismo nato, similmente a quello con la Triestina, dalla vicinanza tra le due città).[37] Esistono inoltre rivalità meno sentite con Cremonese, Fiorentina e Lazio.[senza fonte]
Organico
Rosa
Rosa, numerazione e ruoli, tratti dal sito ufficiale, sono aggiornati al 15 luglio 2014.
|
Staff tecnico
Dal sito web ufficiale della società.[39]
- Staff tecnico
- Francesco Guidolin - Supervisore tecnico[40]
- Andrea Stramaccioni - Allenatore[41]
- Dejan Stankovic - Vice allenatore
- Alessandro Nista- Preparatore portieri
- Alex Brunner- Preparatore portieri
- Federico Pannoncini - Preparatore atletico
- Paolo Artico - Preparatore atletico
- Andrea D'Urso - Preparatore atletico
- Alessandro De Guidi - Preparatore atletico
- Paolo Miano - Collaboratore tecnico
- Vincenzo Sasso - Match Analyst
- Staff sanitario
Udinese Channel
Dal 2011 la società dispone di un canale televisivo ufficiale, Udinese Channel, visibile gratuitamente sul digitale terrestre in Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma in grado di trasmettere anche via satellite grazie ai dispositivi presenti su una speciale vettura FlyCar, e visibile inoltre in streaming nel web. Gli studi dell'emittente si trovano a Udine, in via di trasferimento presso lo stadio Friuli.[42] La programmazione è incentrata sulle attività della squadra e dei club di tifosi e include, oltre agli approfondimenti di attualità, anche interviste ai giocatori del passato. È previsto anche l'ampliamento della programmazione agli altri sport cittadini e alla politica ed economia locale.[42]
Note
- ^ Lo stadio, su udinese.it.
- ^ a b c d e f g h i j k l m La nascita dell'Acciù, in udinese.it, udinese.it. URL consultato il 22 maggio 2013.
- ^ Quest'ultimo piazzamento culminò con una retrocessione d'ufficio in Serie B per un illecito sportivo commesso due anni prima; nonostante il declassamento, il risultato conseguito dai friulani nel campionato 1954-1955 non venne revocato, cfr. Confessione di Settembrino (e relative fonti).
- ^ Tanti auguri Udinese!
- ^ Marco Impiglia, Pionieri del calcio romano. Edizioni La Campanella
- ^ Marco Impiglia, Il calcio dei ginnasti e i primi regolamenti (PDF), su magliarossonera.it. URL consultato il 3 maggio 2013. Formato sconosciuto: PDF (aiuto)
- ^ Carlo Fontanelli, Il ritorno del Genoa. I campionati italiani della stagione 1901-1902. Empoli, GEO Edizioni
- ^ Declassata a terzo livello con la creazione della Divisione Nazionale.
- ^ Gli anni '30 e '40, su udinese.it. URL consultato il 10 giugno 2009.[collegamento interrotto]
- ^ a b Da Bertoli a Bruseschi, su udinese.it. URL consultato il 10 giugno 2009.[collegamento interrotto]
- ^ Dal libro Mulinaris storie di pastai udinesi di Michele Tomaselli Goliardica 2012
- ^ a b c d Dal '55 a Brunello, su udinese.it. URL consultato il 10 giugno 2009.[collegamento interrotto]
- ^ a b c d e Da Sanson agli anni '80, su udinese.it. URL consultato il 10 giugno 2009.[collegamento interrotto]
- ^ Antonello Capone; Paolo Piani, Sponsor, in Marco Sappino (a cura di), Dizionario del calcio italiano, 1ª edizione, Milano, Baldini & Castoldi, 2000, p. 1732.
- ^ Massimiliano Castellani, Soldi in campo - Sponsor e sport più forti della crisi, in avvenire.it (sponsornet.it), 27 luglio 2009.
- ^ Infatti il 9 giugno 1983 la FIGC, presieduta dall'avvocato Sordillo, impone il blocco immediato dei trasferimenti per i giocatori stranieri; chi dice per motivi economici (il costo del giocatore vicino ai 6 miliardi di lire, che potrebbe mandare in rovina il club friulano), chi addirittura per motivi politici rischiando che la figura del presidente dell'Udinese, Lamberto Mazza, patron della Zanussi, diventi eccessivamente ingombrante. I cittadini del capoluogo friulano manifestano in piazza XX settembre la loro rabbia verso la FIGC al coro di "O Zico o Austria!"; sulla questione si pronuncia a favore anche il Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini che afferma che gli piacerebbe veder giocare Zico in Italia. Il Coni decide quindi di nominare tre giuristi di fama che in pochi giorni concedono il nulla osta per portare il giocatore brasiliano in Italia.
- ^ a b c d e Arriva sua maestà Zico, su udinese.it. URL consultato il 20 agosto 2012.[collegamento interrotto]
- ^ a b c d e f L'avventura di Giampaolo Pozzo, su udinese.it. URL consultato il 10 giugno 2009.[collegamento interrotto]
- ^ a b c d e f Il modello ispiratore, su udinese.it. URL consultato il 1º febbraio 2010.[collegamento interrotto]
- ^ Le partite, in ordine, sono: Reggina-Udinese 0-2 (12 aprile 2009), Udinese-Fiorentina 3-1 (19 aprile), Udinese-Atalanta 3-0 (26 aprile), ChievoVerona-Udinese 1-2 (3 maggio), Lazio-Udinese 1-3 (10 maggio), Udinese-Milan 2-1 (16 maggio)
- ^ Udinese calcio - Udinese.it , sito ufficiale dell'udinese calcio Serie A 2009/2010[collegamento interrotto]
- ^ Udinese calcio - Udinese.it , sito ufficiale dell'udinese calcio Serie A 2009/2010[collegamento interrotto]
- ^ FootStats
- ^ C'è l'Arsenal per l'Udinese, su it.uefa.com, 5 agosto 2011.
- ^ Il CONI premia l'Udinese con il Collare d'Oro al Merito Sportivo, in legaseriea.it, 30 novembre 2011. URL consultato il 15 dicembre 2011.
- ^ Su "Il Calcio" Bollettino ufficiale della F.I.G.C. n. 1 del 15-10-1914 (elenco società affiliate - Veneto) a pag. 7 è ancora trascritta con denominazione "A.C. Udine" (conservato dall Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze nel repertorio digitalizzato.
- ^ Dall'Annuario Italiano del Football 1919-1920 pag. 70.
- ^ Almanacco illustrato del calcio, Modena, Edizioni Panini, 1978 pag. 296 (A.C. Udinese S.p.a.).
- ^ Almanacco illustrato del calcio, Modena, Edizioni Panini, 1979 pag. 252 (Udinese Calcio S.p.a.).
- ^ Aquila friulana per l’Udinese: no della Uefa
- ^ articolo di Lenghe.net
- ^ Honsell: «Stadio dedicato a Bearzot? Decidano i friulani con un sondaggio», in messaggeroveneto.gelocal.it, 23 dicembre 2010. URL consultato il 27 dicembre 2011.
- ^ Organigramma societario, su udinese.it.
- ^ Ne dà notizia dell'assunzione l'edizione del 1 dicembre 1932 de Il Littoriale.
- ^ Chi arriva e chi parte Emeroteca.coni.it
- ^ Il CONI premia l’Udinese con il Collare d’Oro al Merito Sportivo, su udinese.it.[collegamento interrotto]
- ^ a b Pozzoni, p. 131
- ^ Pierluigi Todisco, Brema, abbraccio tra tifosi, in gazzetta.it, 9 aprile 2008.
- ^ Staff tecnico e sanitario, su udinese.it.
- ^ Guidolin nuovo Supervisore Tecnico, in udinese.it, 20 maggio 2014.
- ^ Comunicato: è Andrea Stramaccioni il nuovo allenatore, in udinese.it, 4 giugno 2014.
- ^ a b Non soltanto calcio, Udinese Channel amplia i programmi, in Il Messaggero Veneto, 23 ottobre 2012. URL consultato il 30 luglio 2013.
Bibliografia
- Roberto Meroi, Storia dell'Udinese Calcio, Campanotto Editore, 1989.
- Roberto Meroi, 1896/1996 Udinese Calcio, Edizioni Biblioteca dell'Immagine, 1996.
- Stefano Pozzoni, Dove sono gli ultrà?, Zelig, 2005.
- Roberto Meroi, Storie dal balon e de Udinese, Liciniana, 2006.
- Roberto Meroi, L'Udinese è tutta un quiz, Andrea Moro Editore, 2010.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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