Villa Marioni Pullè

Villa storica di Verona

Villa Pellegrini Marioni Pullè è una villa situata in via Aeroporto Berardi a Chievo (frazione di Verona). È detta anche Villa Pullè, e quindi talvolta confusa con Villa Pullè Monga Galtarossa di San Pietro in Cariano.

Villa Pellegrini Marioni Pullè (include il parco e palazzina dei servizi)
File:2014 giu Villa Pellegrini Marioni Pullè, Chievo, Verona, photo Paolo Villa
La facciata nel giugno 2014
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneVeneto
LocalitàChievo
IndirizzoVia Aeroporto Berardi
Coordinate45°27′27.07″N 10°56′40.06″E
Informazioni generali
Condizionipericolante nel tardo XXsecolo e XXIsecolo
CostruzioneXVIIsecolo - XVIIIsecolo rifatto
Ricostruzioneprobabilmente tardo XVIIIsecolo
StileVilla: Neoclassico. Palazzina: Neorinascimentale o Neopalladiano, Esotico, Eclettico (unisce più stili diversi nello stesso edificio).
UsoResidenza signorile, residenza per ospiti e servitù, servizi per i residenti
PianiPalazzina (primo piano). Villa: ali (piano terra in facciata, primo piano nel retro), corpi laterali (primo piano), corpo centrale (secondo piano).
Realizzazione
ArchitettoIngnazio Pellegrini tardo XVIIIsecolo ultima veste
IngegnereIngnazio Pellegrini
AppaltatoreGiacomo Fattori - Angela Pellegrini
ProprietarioInps

Si tratta di una villa neoclassica con palazzina eclettica che unisce il Neorinascimento (nella facciata) con l'esotismo (la parte laterale e retrostante); la veste attuale è dell'architetto Ignazio Pellegrini (XVIII secolo).

È Patrimonio culturale dettagli di vincolo[1]: Provvedimento Ministeriale 23/02/1998; 3/11/2009 (mapp. 45 parte). Trascrizione in Conservatoria 19/05/2000 n.19153rg n.13111rp; 11/12/2009 n.47293rg n.28534rp. Foglio catastale 184. Particelle 71 parte-70-15-69-68-67-66-65-64-45 parte. Tipo di vincolo Diretto. È di proprietà dell'Inps[2]

Storia[3][4]

XVIIsecolo

  • I terreni della Villa nel secondo quarto del secolo XVII appartenevano ad Antonio Fattori, possidente borghese di famiglia di commercianti originaria dalle Fiandre, in Verona attorno al 1600; grazie al commercio acquistò titoli nobiliari.

Antonio Fattori era residente in contrada Sant'Eufemia a Verona e sposò Domenica Fracalanza da cui ebbe sedici figli; nel 1653 egli dichiara la proprietà di settantadue campi a Chievo, acquistati dalla Camera Fiscale per cinquemila ducati, dai quali ebbe buone rendite.

  • Il figlio Giacomo Fattori, non lavorò e visse da nobile con le rendite delle proprietà terriere in varie località del veronese; a Chievo possedeva una casa da patron, tre case per lavorenti, centosettantacinque campi arativi e venticinque prativi, nel 1672 altri ottantaquattro campi vitati, gelsi, case dominicali e rusticali. Si sommarono negli anni successivi altre proprietà, nella polizza d'estimo del 1694 i campi arativi arrivavano a centonovanta, più altri quattro campi prativi irrigati e tre edifici affittati.

XVIIIsecolo

  • Morto Giacomo Fattori nel 1708 i tre figli che mantennero salda la proprietà.
  • Nel 1744 diventa padrone il nipote di Giacomo Fattori, omonimo del nonno che acquisì il blasone nobiliare e rinnovò le abitazioni, investendo ingenti capitali, trasformò la tenuta di Novare in Valpolicella (poi Mosconi, oggi Bertani) e quella di Chievo di sua proprietà, la villa di Chievo fu incisa in una stampa di Volkamer.

Il primo complesso aveva mura di cinta, brolo, una torre colombara; i campi erano irrigati dall'Adige con una ruota idrovora; nel parco esisteva un piccolo teatro per le rappresentazioni. Giacomo Fattori consigliato dall'amica di famiglia, Angela Marioni Merchenti, nata Pellegrini, a scegliere Ignazio Pellegrini, famoso architetto nonché di lei cugino. La nuova villa fece perdere il patrimonio a Giacomo Fattori, così vendette la villa di Novare ai Mosconi, anch'essi mercanti di seta.

Tommaso Pellegrini nel 1779 inviò due suppliche al Magistrato veneziano delle acque per una ruota idrovora in riva all'Adige e convogliarla in tre vasche nell'orto, sul lato nord della proprietà per irrigare i prati della tenuta, iniziando i lavori di trasformazione della villa che Giacomo Fattori non era riuscito a concludere. Poche le variazioni del progetto di Ignazio Pellegrini che aveva previsto annessi rustici, il parco abbellito da numerose sculture: La decorazione interna venne affidata ai migliori artisti disponibili in quel tempo a Verona: Angelo Da Campo, Filippo Maccari, Gian Domenico Cignaroli, Marco Marcola.

  • Salone con affreschi del pittore veronese Angelo Da Campo “L’accoglienza di Ercole da parte di Minerva”; Angelo Da Campo fu allievo di Sante Prunati (anche Giambettino Cignaroli), si occupò anche di salvaguardare il patrimonio artistico veronese durante le soppressioni napoleoniche.

Nel 1802-1806 Da Campo insegnò presso l’Accademia Cignaroli, con Luigi Frisono e Saverio Dalla Rosa (noto per aver redatto un Catastico in cui elencava tutte le opere pittoriche e scultoree esistenti nelle chiese che dovevano essere soppresse) raccolse e catalogò opere d’arte che costituirono la prima pinacoteca civica veronese.[5]

XIXsecolo

 
Interno della villa nei primi anni del Novecento
  • Requisizione napoleonica e lungo abbandono
  • Acquistata nel 1873 da Leopoldo Pullè che ripristinò il teatro dove si tenevano anche concerti da camera.[6]
  • Nel luglio del 1887 e nel settembre del 1897 venne ospitato Umberto I di Savoia per assistere ad alcune manovre militari, una targa all’interno della villa indica la stanza in cui dormì.[7]

XXsecolo

  • La Villa fu venduta agli Istituti Ospedalieri di Verona, per un tisicomio diretto da Elvira Ponti, sposata Miniscalchi Erizzo, successa nell’eredità a Erminia Turati, vedova Pullè.
  • La villa fu venduta il 1 aprile 1919 per circa duecentomila lire (circa centoventicinquemila euro attuali) somma modestissima per volere della proprietaria del tisicomio.

La presenza del sanatorio provocò proteste da parte della popolazione che temeva contagi. Se un'area al parco di centoventimila metri quadrati venne costruirvi il nuovo centro sanatoriale, inaugurato nel 1937 da Benito Mussolini, poi Istituto Professionale di Stato per i servizi alberghieri della Ristorazione Angelo Berti.

  • Dal 1942 i locali della villa vennero adibiti a preventorio per i ragazzi minori di quattordici anni di famiglie disagiate, fino al 1960.

Per i costi insostenibili degli impianti di sicurezza anti incendio, la villa venne chiusa ed abbandonata.

  • Dalla Riforma Ospedaliera del 1968, si aprì una lunga vertenza per stabilire la proprietà del bene così divenne proprietà all'INPS.
  • Nel 1977 il comitato pro - apertura parco spinge il Comune di Verona a presentare la domanda di utilizzo di una parte del verde.
  • Nel 1979 l'INPS acconsente di rendere pubblica la porzione del parco più vicina alla piazza.

In seguito gli edifici, non più recintati, furono oggetto di atti vandalici e parziali distruzioni degli interni e degli affreschi.

  • Nel 1981 vennero così murate le finestre degli edifici per preservare quel che era rimasto.

XXIsecolo

 
Veduta panoramica della facciata di Villa Pellegrini Marioni Pullè, Chievo (Verona) giugno 2014

Dal 2013 sono iniziati nuovi restauri[8] dopo decenni di vandalismo ed abbandono

Villa

 
Parte della villa nel giugno 2014

In Stile Neoclassicco promosso dalle accademie, lo si può notare dal revival degli elementi dell'architettura classica più numerosi in facciata come il timpano sia arcuato che triangolare (talvolta con lo stemma dei Pullè), galleria ad archi (come il Teatro alla Scala di Milano per un ingresso agevole con la carrozza in caso di pioggia) con accennate chiavi di volta, ordini architettonici come il Tuscanico, Ionico nel classico ordine di peso, i più pesanti esteticamente alla base per suggerire forza e slancio nel piano superiore. Molto bella la progressione dei piani in facciata, più bassi tuscanici alle ali e maggiormente più alti nel corpo centrale Ionico al primo piano che dà un bel slancio alla struttura, qualche chiave di volta a voluta e mascherone localmente detto testa da porton (perché in pietra e si trovano sul portone) la troviamo in particolare nella facciata della Palazzina che si trova ne retro della Villa. Anche se neoclassica la villa ha la pianta delle ali non ad angoli ortogonali, le ali in facciata infatti si aprono decisamente verso l'esterno nella tipica illusione prospettica che dà maggior senso di profondità. Il retro appare più rigido, a causa della maggiore altezza e brevità delle ali, oltre ad una minor varietà di sporgenze e rientranze. La linea di gronda del tetto per ammorbidire la linearità della struttura era adornata da vasi decorativi (vedi fotografie di primo XXsecolo), poi rimossi forse per timore di possibili cedimenti.

Palazzina di servizio

Stile eclettico, unisce più stili del passato (storicismo) studiati presso l'Accademia di belle arti ed esotici con bizzarria.

Facciata giugno 2014

In Stile Neorinascimentale o neopalladiano tutte varianti dello stile Neoclassicco, l'estro dello stile Barocco nel XVIII secolo non piaceva più.

Fianco giugno 2014

Stile orientaleggiante (Esotismo)

Retro giugno 2014

Esotismo più temperato

Note

  1. ^ sbap-vr beniculturali it vincoli dettagli 1430 (luglio 2014)
  2. ^ larena.it 16.08.2013 Villa Pullè, finalmente partono i restauri
  3. ^ Prof. ssa Daniela Zumiani: RELAZIONE PROGRAMMATICA (art. 17 comma 5 lett. A) ALLEGATO N. 9 Per una storia del paesaggio di Verona e dintorni Aspetti storico culturali - Relazione di dettaglio Elementi connotativi degli ambiti paesaggistici omogenei (Adottato con D.C.C. n° 59 del 8.9.2011 Approvato con D.C.C. n° 91 del 23.12.2011) Comune e Provincia di Verona pp 9-11
  4. ^ Villa Pullé: la presenza dell'oblio , a cura di R. Cecchini, Verona 1989; E. Benetti, Villa Pullé a Chievo: nascita, sp lendore e morte di un pubblico bene , tesi di laurea specialistica in Storia dell'Arte, Università degli Studi di Verona, Facoltà di Lettere e Filosofia, relatore A.Conforti Calcagni,correlatore Daniela Zumiani, a.a. 2008/2009.
  5. ^ Scheda compilata a cura del dott. Lorenzo Vicentini, iconografo, socio SIPBC: L'Abbandono, Sezione del Veneto Verona, 24 ottobre 2008 SIPBC Sezione Regionale del Veneto – Contrà Pedemuro San Biagio, 8 36100 Vicenza sipbc.veneto@gmail.com www.sipbcveneto.it
  6. ^ Scheda compilata a cura del dott. Lorenzo Vicentini, iconografo, socio SIPBC: L'Abbandono, Sezione del Veneto Verona, 24 ottobre 2008 SIPBC Sezione Regionale del Veneto – Contrà Pedemuro San Biagio, 8 36100 Vicenza sipbc.veneto@gmail.com www.sipbcveneto.it
  7. ^ Scheda compilata a cura del dott. Lorenzo Vicentini, iconografo, socio SIPBC: L'Abbandono, Sezione del Veneto Verona, 24 ottobre 2008 SIPBC Sezione Regionale del Veneto – Contrà Pedemuro San Biagio, 8 36100 Vicenza sipbc.veneto@gmail.com www.sipbcveneto.it
  8. ^ larena.it 16.08.2013 Villa Pullè, finalmente partono i restauri

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