Template:Comune Modugno è un comune di 36.1617 abitanti della provincia di Bari, che sorge ai margini sudoccidentali del capoluogo. Il suo territorio è pressoché pianeggiante. Sino agli anni Sessanta Modugno aveva una vocazione agricola, ma con la costruzione della zona industriale di Bari nella zona nord del territorio modugnese, la cittadina ha conosciuto un rapido sviluppo economico e demografico. Importante centro agricolo industriale e commerciale, la cittadina mantiene viva la lunga tradizione d'artigianato.

Il campanile della Chiesa Matrice Maria SS.ma Annunziata

Geografia

Modugno è situata nell'immediato entroterra barese, nel territorio detto anche Conca di Bari. La città modugnese sorge a circa 10 Km a sud-ovest di Bari. Il suo territorio è prevalentemente pianegiante e caratterizzato dall'interessante fenomeno carsico delle lame.

Morfologia del Territorio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Carsismo.

Gran parte della Puglia ha una conformazione geomorfologia calcarea, risalente al periodo Cretacico del Mesozoico e al Pliocene del Cenozoico. L’emersione di queste terre si fa risalire nel periodo tra 65 e 2 milioni di anni fa, quando si stavano formando le Alpi e l’uomo faceva la sua comparsa sulla Terra. Questa conformazione rocciosa è tipica anche del territorio tra Italia ed ex Jugoslavia, e delle Alpi Giulie. Dal nome di questo territorio (Carso) prende nome il fenomeno del carsismo tipico anche della regione pugliese. Il suolo è composto rocce carbonatiche come i calcari, i tufi e le dolomie. Le acque piovane facilmente corrodono e modellano il terreno creando anfratti in superficie (apigei) o nel sottosuolo (ipogei).

I due fenomeni si combinano nelle grotte che si trovano ai bordi delle lame. Un esempio in territorio modugnese di questo fenomeno si può trovare nel Santuario di Santa Maria della Grotta. Le lame, come le gravine, sono fenomeni carsici tipici del paesaggio pugliese. Esse sono voragini, profonde spaccature del terreno relativamente strette e allungate. Non tutti gli studiosi concordano sull’origine della loro formazione: c’è chi sostiene che siano provocate dall’erosione delle piogge e dei fiumi, e chi afferma che siano state originate da sollevamenti della crosta terrestre. Oggi, le lame del territorio barese sono dei piccoli torrenti, che si ingrossano solo in occasione di copiose piogge.

Dai fenomeni erosivi del carsismo deriva il caratteristico colore del terreno delle campagne Modugnesi e delle vicinanze: il colorito rossiccio del terreno deriva dai materiali insolubili, come gli ossidi di ferro, contenuti nelle rocce calcaree che rendono il suolo anche particolarmente fertile.

Le lame di Modugno

  Lo stesso argomento in dettaglio: Macchia mediterranea.
File:Mappa Lame Modugno.jpg
Mappa del percorso delle due lame nel territorio barese

Le lame sono ambienti particolarmente favorevoli al popolamento, grazie al loro microclima temperato, alla fertilità del suolo e alla presenza di corsi d’acqua. I loro pendii consentivano la coltivazione tramite terrazzamenti ed essendo di tufo sono adatte anche allo scavo di ambienti rupestri. Proprio nelle lame si sono trovate presenze umane risalenti al Neolitico: selci lavorate ed utensili.

Anche nel Medioevo, gli anfratti che caratterizzano i pendii delle lame erano abitati, anche grazie alla migrazione di monaci groco-bizantini, soprattutto Basiliani, che fuggivano dalla repressione iconoclastica condotta da Papa Leone III. Questi monaci diedero vita a comunità isolate ed eremitiche (laure) e a comunità più allargate in chiese ipogee. Nello stesso tempo, c’erano anche vere e proprie comunità rupestri laiche, che si dedicavano alla pastorizia, all’agricoltura e al piccolo commercio. Questa gente si rifugiava negli anfratti delle lame per sfuggire agli attacchi pirateschi che funestavano i territori costieri nell’Alto Medioevo. Nel XIV secolo, gli insediamenti rupestri furono progressivamente abbandonati, e gli abitanti delle terre modugnesi presero a stabilirsi in masserie e casali intorno alle lame.

Dal punto di vista naturalistico, il microclima particolarmente favorevole consente lo sviluppo di una florida vegetazione, caratteristica della macchia mediterranea. Particolarmente diffusi sono i mandorli, gli ulivi, le viti, le quercie, i carrubi, i fichi, i fichi d’india, i sambuchi, diverse piante aromatiche e molte altre specie che dimostrano una grande ricchezza di flora. Nell’ambito faunistico, è possibile scorgere piccoli mammiferi e diverse specie di uccelli stanziali e migratori.

Purtroppo, per lungo tempo le lame sono rimaste in stato di abbandono e di incuria. La scarsa consapevolezza del valore paesaggistico del territorio carsico pugliese ha talvolta ridotto le lame a discariche abusive di rifiuti solidi urbani, anche di rifiuti speciali, nonostante dal 1923 questi territori fossero sottoposti a vincoli di tutela ambientale.

Lama Balice

È la lama più occidentale che attraversa il territorio della provincia barese, e la più estesa. Molto interessante sia dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, ma anche dal punto di vista storico e architettonico, essendo anticamente attraversata dalla via Traiana. Raggiunge, in alcuni tratti, una profondità di 25 metri. Si estende in buona parte della zona industriale di Modugno e termina nel territorio di Bitonto lambendone il centro abitato. In questa lama sono stati rinvenuti resti di antichi casali risalenti al Medioevo, ed altri ritrovamenti archeologici confermano una remota presenza umana in ipogei.

Il fondo della lama è percorso da un piccolo torrente nel quale confluiscono le acque reflue di Bitonto e l’acqua piovana. Dopo un persorso di 40 Km sfocia in Adriatico in località Fesca. In casi di precipitazioni del tutto eccezionali (1816, 1956 e 1967) si è assistito a piene e inondazioni. Dal 1977 è in progetto la realizzazione di un parco naturalistico per tutelare l’ambiente e il paesaggio della lama.

Lama Misciano

È una diramazione della Lama Balice che si protende a meridione entrando nel territorio nord di Modugno, nella zona industriale. È molto meno profonda ed è lunga circa un Kilometro e mezzo. Essa è coltivata a vigneti, mandorleti e uliveti; anche qui sono stati fatti ritrovamenti archeologici che testimoniano un’altica presenza umana: ipogei, menhir, costruzioni e casali rurali.

Lama Lamasinata

Attraversa i territori di Bari, Modugno, Bitritto, Bitetto e Palo del Colle. Sul ciglio della lama si scorgono ancora oggi numerosi insediamenti rupestri. Essa attraversa i luoghi dove sorgono ancora oggi il Santuario di S. Maria della Grotta e Balsignano.

Storia

Periodo preistorico

Il territorio comunale era abitato sin da età preistorica. Confermano questa notizia i ritrovamenti archeologici, degli anni Ottanta, di un villaggio neolitico risalente al VI-V millennio a.C., nelle vicinanze del casale di Balsignano, a sud-est nel territorio comunale, in direzione di Bitritto. In contrada Cappuccini, nella zona est in direzione di Carbonara, sono stati ritrovati i resti di una necropoli peuceta risalente al VII-VI secolo a.C.

Periodo tardo romano e altomedioevale

Risalente al periodo tardo romano ed altomediovale sono i resti di un casale e di una necropoli, nella zona Lama Misciano, oggi nella zona industriale. Questo casale era situato lungo la via Traiana, nel tratto tra Bari e Bitonto. Non è certo se qui sorse il primo nucleo cittadino di quella che sarebbe diventata Modugno, fato stà che non si hanno notizie di questo centro da documenti di quest’epoca. Sempre all’età tardo romana o alto medioevale risalgono i così detti menhir, che in origine erano nove.

Scorrerie saracene

Il primo documento dove si trova il nome di Modugno risale al maggio 1021. Prima di quella data è possibile solo ipotizzare di una villa romana, di un corion bizantino, o di un villaggio rurale nel territorio barese, che si ipotizza sorgesse intorno alla chiesa di Santa Maria di Modugno, i cui ruderi sono ancora visibili. Le incursioni e le devastazioni dei Saraceni che colpirono le terre tra Bari e Bitonto per tutta la durata del X secolo convinsero le popolazioni a ripararsi sulla piccola altura della motta, dove una postazione di guardia bizantina o longobarda vigilava sulla via Traiana. Questo è sicuramente il centro da cui si è sviluppata l’attuale città di Modugno, e la Motta è un palazzo presente ancora oggi nel centro storico cittadino.

Dominazione normanna

Alcune bolle pontificie apocrife di Giovanni XX (1025), Alessandro II (1063) e Urbano II (1089), citano Modugno come sede vescovile suffraganea di Bari. Nel 1172 Modugno viene nominato in una bolla di Alessandro III fra i paesi appartenenti alla giurisdizione della diocesi di Bari.

Nel corso della sua storia, Modugno subì diverse dominazioni. La dominazione normanna ebbe inizio nel 1071 quando Roberto il Guiscardo conquistò i territorio di Bari. A quel tempo, Modugno era feudo della famiglia Loffredi. Secondo alcune fonti lo rimase sino alla morte di Guglielmo il Malo nel 1166; secondo altri, invece, Roberto il Guiscardo concesse, nel 1078, Modugno in feudo a Ursone vescovo di Rapolla.

Sotto la dominazione Sveva, Modugno fu feudo degli Arcivescovi di Bari: Berardo Costa nel 1212 e Andrea Testa nel 1223. Successivamente Federico II di Svevia, in lotta con il potere papale, concesse le terre di Bari a Roberto Chyurlia. Solo nel 1269 il feudo ritornò nelle mani dell’arcivescovo Giovanni VI. Nel 1281, approfittò della vacanza del seggio arcivescovile Francesco Loffredi per occupare il paese. Ma l’anno successivo dovette cede il posto al nuovo arcivescovo Romualdo Grisone.

Dominazione angioina

L’ultimo arcivescovo feudatario fu, per conto del re angioino di Napoli, Bartolomeo Carafa. Egli fece ricostruire la Chiesa Madre di Mugugno e, nel 1347, fece cingere il paese da nuove e più possenti mura allo scopo di difenderlo dalle scorribande dei soldati del re d’Ungheria, Luigi. Nonostante questa precauzione, all’avvicinarsi degli Ungari, i modugnesi abbandonarono il paese rifugiandosi all0interno delle mura di Bari. Effetto di quegli eventi fu il passaggio del feudo al principe Roberto di Taranto. Ciò nonostante la curia barese ne rivendicò il possesso almeno sino al 1431, quando il paese fu occupato da Giovan Antonio Del Balzo Orsini, Principe di Taranto, che era partigiano degli Aragonesi. Nel 1436 Modugno fu assediato senza fortuna dalle truppe del capitano di ventura Giacomo Caldora, che lottava dalla parte degli Angioini.

Dominazione aragonese

Le lotte tra Angioini e Aragonesi misero a ferro e fuoco tutto il Regno di Napoli, in particolare la Puglia, e si conclusero con la vittoria definitiva di Alfonso d’Aragona nel 1442: il ducato di Bari, con Modugno, fu riconfermato all’Orsini. Modugno parteggiò sempre per gli Aragonesi e la sua fedeltà venne ricompensata con la riconferma dei privilegi fiscali e delle franchigie di cui godeva il suo mercato domenicale, e con la concessione del titolo di città con conseguente possibilità di utilizzare un proprio stemma. Nel 1463, con la morte di Giovan Antonio Del Balzo Orsini, ritornò al demanio.

Ducato sforzesco

  Lo stesso argomento in dettaglio: Bona Sforza.

L’anno seguente Modugno venne riunito in feudo con Palo del Colle e Bari, e venne concesso col titolo di ducato a Sforza Maria, figlio del duca di Milano, Francesco Sforza che era venuto in aiuto del re di Napoli Ferdinando, in occasione della congiura dei Baroni. Sotto l’amministrazione degli Sforza la città di Modugno conobbe uno dei periodi di suo massimo splendore. Sotto il regno di Isabella d’Aragona e sua figlia Bona, Modugno accrebbe notevolmente la sua popolazione superando i 1400 fuochi nel 1595. Nello stesso periodo, alla crescita della popolazione si accompagnò uno sviluppo edilizio che portò alla costruzione di un Borgo Nuovo, o Suburbio, che si sviluppa intorno alla chiesa di Sant’Eligio.

La regina Bona Sforza, duchessa di Bari dal 1524 al 1557, fu molto generosa con Modugno: nel 1518 contribuì al restauro della chiesa Madre; in seguito concesse un pubblico mercato di otto giorni in beneficio della chiesa di Sant’Eligio; fece costruire, accanto alla stessa chiesa, un ospedale e un ospizio per i poveri; ordinò la realizzazione di un condotto lungo le mura per raccogliere le acque di scolo; fece scavare un pozzo di acqua sorgiva, profondo 60 metri, sulla via di Carbonara. Bona Sforza possedeva in città una scuderia di cavalli e, forse, un palazzo.

In questo momento particolarmente fortunato per le sorti modugnesi, molte famiglie si trasferirono a Modugno, alcune delle quali giocheranno un ruolo fondamentale nelle vicende economiche e politiche di Modugno.

Dominazione spagnola e acquisizione della libertà dai vincoli feudali

Alla morte della duchessa Bona il ducato di Bari passò alla Corona di Spagna. Re Filippo II lo vendette col titolo di feudo al Viceré di Sicilia, Don Garcia di Toledo. Alla sua morte il feudo fu ricomprato dalla Corona e successivamente rivenduto, nel 1581, ad Ansaldo Grimaldi di Genova che acquisì il titolo di Marchese.

Nel 1582 i Modugnesi raccolsero 40.000 ducati e rimborsarono Ansaldo Grimaldi, svincolandosi da ogni legame di natura feudale. Il vicereame spagnolo asburgico impose all’Università di Modugno di nominare una persona che figurasse come feudatario e che pagasse i tributi dell’adoa e del rilevio, ai quali il governo spagnolo non voleva rinunciare. Il finto feudatario continuò ad essere eletto fino al XVIII secolo quando il regime feudale fu abolita.

Sotto la dominazione spagnola, iniziò un periodo di declino che, col calo delle rendite fondiarie, portò all’impoverimento di molte famiglie benestanti modugnesi. In quel periodo si assiste al dimezzamento della popolazione. L’Università di Modugno, dovendo far fronte alle richieste dell’[[[adua]],all’alloggio e al sostentamento delle compagnie di soldati spagnoli, non ebbe altra scelta che contrarre debiti, sia con privati cittadini, modugnesi e stranieri, sia col Capitolo di Modugno. Non potendo più far fronte ai creditori, nel 1666 dovette dichiarare fallimento.

Dominazione borbonica e riacquisizione della libertà

Nel 1738, dopo l’ascesa al trono di Napoli di Carlo III di Borbone, fu ripetuto il tentativo di vendere Modugno come feudo. Nuovamente l’Università riuscì ad evitare i vincoli feudali pagando alla Corona 18.000 ducati. Carlo III stabilì la realizzazione di un catasto onciario dal quale si evince che il Capitolo di Modugno e le altre congregazioni religiose possedevano 7393 aratra di terra, le rimanenti 1308 aratra erano divisi tra il resto della popolazione.

Con decreto del Consiglio di Santa Chiara, datato 3 agosto 1760, venne istituito a Modugno, come in atre città del regno, il Decurionato: i Decurioni dovevano essere 30 (15 della piazza del Popolo e 15 della piazza dei Nobili) con compito di eleggere il Sindaco e 6 Eletti con funzione di consiglieri.

Dopo gli eventi della Rivoluzione Francese, Modugno aderì alla [[Repubblica partenopea].

Monumenti

Santuario di Santa Maria della Grotta

Il santuario di Santa Maria della Grotta, sorge sul ciglio della lama Lamasinata, a tre chilometri da Modugno, sulla strada provinciale per Carbonara. Caratteristico è il viale fiorito che conduce al santuario. Dalle terrazze del santuario si domina una bella fetta di territorio dove si possono vedere cipressi, salici ed eucalipti; alle spalle del santuario sorge una pineta.

L’insediamento religioso ha origine antiche: nel VIII secolo era una chiesa rupestre, chiamata S.Maria in Gryptam, dove trovarono rifugio i Monaci basiliani che sfuggivano alle repressioni iconoclastiche. Nella stessa area sono stati trovati altri insediamenti ipogei. Sembra che su questo insediamento sia sorto il sito attuale nel XI secolo come un’abbazia benedettina. Grazie alla sua posizione, nel Medioevo è stata meta di pellegrinaggi, punto di transito per Crociati e luogo dove si riposavano anacoreti. Dal 1718 al 1851 vi si stabilirono i Gesuiti, sempre dediti al culto mariano. Nel 1854, l’intero complesso fu rilevato dal canonico modugnese Luigi Loiacono che trasformò la chiesetta e costruì la villa soprastante con torrione e coronamento merlato. L’aspetto di questa costruzione ricorda un palazzo tardorinascimentale caratteristico del centro cittadino modugnese.

Nel XX secolo l’insediamento fu abbandonato al degrado fino al 1974 quando i Padri Rogazionisti diedero il via ad una serie di restauri che hanno riportato il santuario all’antico culto di Maria. I restauri hanno riportato alla luce l’antica grotta dedicata alla Madonna e lo speco dove visse e morì il cistercense S. Corrado di Baviera, dopo il suo ritorno dalla Terra Santa. Sono state riportate alla luce anche parti di un mosaico che ricopriva il pavimento e due tombe, una delle quali accoglie forse le spoglie del Santo. Sono stati scoperti anche tre affreschi eseguiti sulla roccia con stile bizantino e risalenti al XII-XIV secolo: uno raffigura il volto del Cristo, il secondo il Compianto sul Cristo morto e il terzo un’altro volto, forse di Cristo. Interessante è il ritrovamento di una statuetta in pietra calcarea, eseguita da un anonimo nel XVI secolo, che rappresenta una Pietà simile a quella michelangiolesca.

Balsignano

Nel territorio di Modugno, a sud-est in direzione di Bitritto, a poca distanza dal centro abitato si trova il Casale fortificato di Balsignano le cui prime notizie storiche sono datate 962: in un documento si parla di un castrum in loco “basiliano”. Il nome potrebbe derivare dai monaci seguaci di San Basilio che si sarebbero insediati nelle vicinanze. Nel 988 fu distrutto dai Saraceni durante le loro azioni in Terra di Bari. Venne subito ricostruito e, nel 1092, donato all’abbazia benedettina di Aversa; dal XIII secolo fu posseduto da diversi feudatari. Nel 1349 fu teatro di uno scontro fra esercito filoangiono e quello filoungherese, nel quadro degli scontri per la successione al Regno di Napoli. Nel 1526 venne distrutto durante lo scontro tra francesi e spagnoli che si contendevano il possesso dell’Italia meridionale. Attualmente il Casale fortificato di Balsignano è soggetto ad una serie di restauri promossi dal comune di Modugno e dall’Associazione Nuovi Orientamenti. Si conserva la struttura perimetrale realizzata a secco, una costruzione a due livelli con due torri a base rettangolare, la corte con la chiesa di S. Maria di Costantinopoli e, all’esterno, la chiesa di San Felice in Balsignano.

La chiesa di S. Maria di Costantinopoli risale al XIV secolo ed è formata da due costruzioni affiancate di base rettangolare, con volta a botte ogivale. Sono presenti degli affreschi di scuola senese molto deteriorati. La chiesa di San Felice (erroneamente attribuita in passato a S. Pietro) costituisce un meraviglioso esempio dell’arte romanico-pugliese dell’XI secolo. Fonde elementi architettonici d’oltralpe, bizantini ed arabi: ha pianta a croce e cupola a tamburo ottagonale.

Presso il Casale di Balsignano, negli anni ’90, in seguito agli scavi archeologici finanziati dall’Amministazione Comunale, sono stati rinvenuti 10.000 reperti che mostrano l’esistenza di un insediamento neolitico del VI-V millennio a.C.; il sito archeologico, che si estende per circa due ettari, è considerato il più antico della Bassa Murgia.

Chiesa Maria SS.ma Annunziata

In origine il titolo di Chiesa Madre di Modugno era attribuito alla Chiesa S. Maria di Modugno. Intorno all’anno Mille, con la costruzione dell’abitato intorno alla Motta, la Chiesa Maria SS.ma Annunziata venne rifondata dov’è ora. Nell’XI secolo viene citata come sede vescovile, ma il secolo successivo viene ridotta alle dipendenze degli arcivescovi di Bari, feudatari di Modugno. Fu restaurata nel 1347 dall’arcivescovo Bartolomeo Carafa e nel 1518 a spese del Capitolo di Modugno e grazie al contributo della regina Bona Sforza.

La sua struttura odierna risale al 1626 quando finirono i lavori che seguirono il progetto dell’architetto Bartolomeo Amendola di Monopoli. La copertura del tetto venne ultimata nel 1698 e il campanile è del 1615. Nel 1642 è stato aggiunto un cappellone laterale. La struttura Seicentesca a navata unica, lunga 45 metri e larga 14, inglobava la precedente chiesa a tre navate. Il campanile è in stile romanico-pugliese, come quello che caratterizza la cattedrale di Bari e di Palo del Colle. È alto più di 60 metri ed è impreziosito da bifore, trifore e quadriforme. La facciata, in stile tardo rinascimentale, è preceduta da un ampio sagrato ed è realizzata in pietra calcarea. Di importante valore artistico è il portale con architrave riccamente decorato e con due colonne corinzie sormontate dalle sculture a tutto tondo della Vergine Maria inginocchiata e dell’Arcangelo Gabriele. Il portale è sormontato da un bassorilievo che rappresenta lo Spirito Santo sotto forma di colomba. Il cappellone e il presbiterio sono sormontate da cupole ottagonali con lanterna finale. All’interno sono presenti sette altari laterali, due di legno e gli altri di marmo; un tempo erano dedicati alle famiglie nobili modugnesi e fungevano da sepolcri gentilizi come è intuibile dagli stemmi familiari che li sormontano. Il presbiterio è separato dalla navata da una balaustra di marmo intarsiato.

Le decorazioni degli interni sono state affidate a diversi artisti esponenti del barocco napoletano del Seicento. Le famiglie modugnesi furono particolarmente generose nelle commissioni: i quadri sono di Carlo Rosa, Nicola Gliri di Bitonto si occupò del Cappellone e Domenico Scura di Modugno dipinse il magnifico soffitto ligneo che sovrasta la navata. Particolarmente armonici risultano, nell’insieme, tutte le decorazioni nell’interno della Chiesa. È considerato un capolavoro la tavola di Bartolomeo Vivarini, del 1472, raffigurante l’Annunziata. Nel 2002 è tornata nella Chiesa dopo circa 60 anni d’assenza. La chiesa Matrice di Modugno conserva anche tele provenienti dalla chiesa delle Tonacelle, fra cui quelle di Gaspar Hovic, di Giuseppe e Nicola Porta della scuola di Corrado Giaquinto (XVIII secolo).

Palazzo Pascale (commissionato dal primicerio di Bona Sforza, Vito Pascale) del XVI secolo ed il seicentesco complesso dell'ex convento delle suore olivetane (ora sede del comune).

Infine Piazza Sedile con la settecentesca Torre dell'Orologio e la chiesa di Santa Maria del Suffragio.

Piazza Sedile

La Piazza Sedile è situata ad est del centro storico e trae il proprio nome dal “Seggio dei Nobili”, luogo in cui l’aristocrazia modugnese eleggeva i propri rappresentanti e prendeva le proprie decisioni per l’indirizzo politico della comunità. Infatti, la piazza è di origine Settecentesca, fortemente voluta da quelle famiglie trasferitesi, soprattutto dal Ducato di Milano, a Modugno quando era ducato sforzesco e che volevano mostrare il loro potere e la loro ricchezza frutto dei commerci. Il palazzo, forse, più rappresentativo della piazza è la Sala del Sedile dei Nobili, frutto di un restauro Settecentesco che aggiunse alla fabbrica preesistente la torre dell’orologio caratterizzato da merlatura alla guelfa e sormontato da una elegante struttura in ferro battuto che contiene due campane: una che segna lo scandire del tempo, l’altra che avvisava i nobili dell’inizio delle assemblee. L’orologio funziona grazie a un sistema di caricamento a contrappesi. Il recente restauro del 2005 ha mostrato il profilo dell’originale portale del Seicento. L’emblema comunale del cardo selvatico è presente sia sulla facciata, nella parte superiore alla finestra che sormonta l’architrave, sia nella ringhiera di ferro battuto, a voler sottolineare il ruolo istituzionale che il palazzo aveva. Dal 1998 è sede della Pro Loco. Nel lato opposto della piazza si può vedere il Palazzo Scarli, datato 1601, al cui facciata è impreziosita da un’elegante balaustra. Il Palazzo fu fatto costruire dalla famiglia Scarli, trasferitasi a Modugno da Novara nella prima metà del XVI secolo.

Sino all’abbattimento delle mura cittadine nel 1821, la Piazza era chiamenta Largo Purgatorio, dal nome dell’omonima chiesa presente al culmine della piazza. La successiva creazione della strada consolare Bari-Altamura (oggi Via Roma e Corso Vittorio Emanuele) definì i limiti attuali della piazza che venne sistemata tra il 1863 e il 1879. La Chiesa di S. Maria del Suffragio (o del Purgatorio) fu costruita dal 1639 al 1766. Il sagrato è sopraelevo costituisce la cima di una cisterna pubblica sistemata nel 1860. Un portico in pietra levigata di stile neoclassico precede la facciata in tufo. La parte destra della chiesa è collegata alle abitazioni vicine tramite archi, sulla parte sinistra sono presenti cinque monofore e un ingresso secondario, sormontato da un bassorilievo. L’interno, a navata unica, conserva un pavimento maiolicato del 1720, una cantoria seicentesca in legno dorato e intarsiato, impreziosita dalla tela della Madonna del Suffragio e da due piccoli organi simmetrici del Settecento. Ci sono sue altari laterali con statue lignee e un pulpito di legno dorato e intarsiato. Si contano ben 46 dipinti appartenenti alla scuola napoletana seicentesca, una trentina dei quali sono attribuiti al bitontino Carlo Rosa. La Chiesa viene comunemente detta del Purgatorio dalla confraternita che vi opera, fondata nel 1632 dall’arcivescovo Ascanio Gesualdo e insediata nella chiesa dal 1651. Nel 1877 venne rifondata, col regio consenso, trasformandosi in Opera Pia dedita al sostentamento e all’educazione di povere ragazze orfane.

I palazzi Ottocenteschi che circondano la Piazza sono in armonica con le strutture del secolo precedente. Palazzo Crispo, realizzato tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo seguendo il progetto del bitontino Vincenzo Castellucci, segue uno stile tardo neoclassico. Interessanti sono il coronamento della facciata con traforo floreale e il torrino con merlatura alla ghibellina in evidente contrasto con quella della torre dell’orologio: il generale sardo Alberto Crispo, voleva simboleggiare la rottura tra i Savoia e lo Stato della Chiesa. Gli interni del palazzo conservano la struttura, gli affreschi con motivi vegetali e animali mitologici, e gli arredamenti originari. La famiglia Crispo abita il Palazzo ancora oggi. Sul lato opposto della piazza c’è l’Ottocentesco Palazzo Zanchi-Giampaolo, in stile neoclassico, del quale non si hanno notizie storiche approfondite.

Piazza Sedile, continua ad avere ancora oggi un’importanza fondamentale nella vita della comunità modugnese, qui hanno sede diversi circoli ricreativi cittadini e molte manifestazioni culturali si svolgono proprio nella piazza principale.

Da vedere

Nel centro storico di Modugno sono presenti molti palazzi storici costruiti secondo criteri architettonici tardo-rinascimentali, che ispirano i progettisti di edifici civili e religiosi anche in epoche successive. I monumenti storico-artistici più interessanti del centro di Modugno sono:

In Piazza Sedile (XVII secolo) e nei suoi pressi (vedi sopra)

  • Sala del Sedile dei Nobili (XVIII secolo)
  • Chiesa di S. Maria del Suffragio (o del Purgatorio) (XVII-XVIII secolo)
  • Edicola Madonna con Bambino (XX secolo)
  • Palazzo Scarli (XVII secolo)
  • Palazzo Angarano-Maranta (XVII secolo)
  • Palazzo Crispo ( XVIII-XIX secolo)
  • Palazzo Zanchi-Giampaolo (XIX secolo)
  • Edicola della Madonna della “Corte Campanile” (XX secolo)

In Piazza del Popolo (XII-XIII secolo) e nei suoi pressi

In Piazza Romita Vescovo e in Via D. Scura

  • Chiesa di S. Vito (XVI-XVII secolo)
  • Chiesa di S. Giuseppe delle Monacelle (XVI-XVIII secolo)
  • Edicola Bassorilievo della Deposizione
  • Palazzo Scura (XVI secolo)
  • Edicola Madonna con Bambino ( Palazzo Scura)
  • Edicola bassorilievo di S. Agostino in via D. Scura n.19

In Via Carmine e Via Corsica

Nel Borgo Antico

  • Palazzo della Regia Corte (XVI secolo)
  • Edicola del Crocifisso in via G. Cazzano (XVIII-XIX secolo)
  • Edicola della Madonna del Suffragio in via G. Cazzano (XVIII-XIX secolo)
  • Edicola dell’Annunciazione
  • La Motta
  • Palazzo Cesena (XI-XVII secolo)
  • Palazzo Pilolli (XVI-XVII secolo)
  • Chiesa e ospedale si S. Giovanni Battista (XIV secolo)
  • Edicola della Madonna delle Grazie in via Verginin.1 (XVIII-XIX secolo)
  • Edicola della Madonna di Cosatntinopoli in via Vergini n.12 (XVIII-XIX secolo)
  • Edicola della Natività in Corso Vittorio Emanuele n.7 (XVIII-XIX secolo)

In Via conte Rocco Stella

  • Palazzo Parmigiani-De Sario (XVIII secolo)
  • Palazzo della famiglia Stella (ora Colavecchio) (XVII-XVIII secolo)
  • Cappella di S. Anna (XVII-XVIII secolo)
  • Palazzo Maffei (XVII secolo)
  • Edicola Madonna delle Grazie in via Madonna delle Grazie
  • Palazzo del I ramo della famiglia Capitaneo (XVI secolo)
  • Palazzo del II ramo della famiglia Capitaneo (XVIII secolo)
  • Palazzo Valerio-Longo (XVII-XVIII secolo)
  • Cappella Valerio-Longo (XVIII secolo)
  • Chiesa di S. Agostino (o della Madonna delle Grazie) (XVI-XVII secolo)

Chiese fuori dalle mura

  • Chiesa dell’Assunta (XVI-XVIII secolo)
  • Chiesa di S. Maria dello Spasimo (Madonna dei Martiri) (XVII secolo)
  • Chiesa di S. Maria dell’Assunta o di Modugno (VIII-XVIII secolo)
  • Chiesa dell’Immacolata ed ex convento dei Frati Cappuccini (Xvi-XVII secolo)
  • Ex convento dei Domenicani (XV-XIX secolo)
  • Chiesa di S.Lucia (XV-XVII secolo)

Fuori dal Centro Abitato

  • Menhir “Il Monaco”
  • Titoli rinascimentali
  • Tappeto di Montepeloso o “dell’olio rosso”
  • Casedde
  • Torre della Bella Mora
  • Ipogeo di San Simeone o Grotte di Cosatntino
  • Palmenti
  • Balsignano (vedi sopra)
  • Santuario di S. Maria della Grotta (vedi sopra)

Cultura

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazioni culturali di Modugno.

Le dinamiche culturali che contribuiscono a definire l’identità di una comunità, nel caso modugnese, hanno avuto una serie di sconvolgimenti dovuti alla metamorfosi subita da Modugno: da piccolo centro agricolo a grande realtà industriale. Questi sconvolgimenti culturali che si sono verificati a Modugno hanno comportato una serie di conseguenze, come la perdita di importanti contenitori culturali come il cinema e il teatro. Nonostante queste perdite, la cultura modugnese ha visto un proliferare di iniziative portate avanti grazie all’iniziativa dei singoli o di associazioni.

Alcuni personaggi illustri di Modugno

Musicista, scrittore, critico d’arte e direttore d’orchestra. Sin dall’inizio della sua carriera musicale manifesta uno spirito ribelle che lo rese uno dei protagonisti del Futurismo pugliese e uno dei fondatori del Futurismo in musica. Crea il “Manifesto sul Futurismo musicale in Puglia” che presenta, con Marinetti, nel teatro Petruzzelli di Bari. Fra le sue opere si ricordano: “Il Gobbo del califfo” (1929), “Le astuzie d’amore” (1936) e molte musiche da film come “Sette giorno all’altro mondo” (1936), “Il pozzo dei Miracoli” (1940), “Gli anni difficili” (1948).

Scrittore, giornalista, saggista. Ha operato poco a Modugno ma ha sempre conservato il ricordo della vita del paese agricolo. È stato corrispondente per diverse testate italiane: il Messaggero, La Stampa, Il Corriere della Sera, L’Espresso. Scrisse diversi saggi d’arte e tre romanzi: “Gli Inganni” (1962), “La Guida” (1963), “I Cattivi Pensieri” (1967).

Arciprete di Modugno dal 1946 è stato uno dei protagonisti della vita religiosa e culturale del paese. Ha restaurato la Chiosa Madre e ha costruito l’Oratorio; ha fondato il Centro Culturale Mater Ecclesiae e il periodico Il Cardo Selvatico. Ha scritto tre testi che ancora oggi rimangono le opere più complete sulla storia e sul patrimonio culturale di Modugno: “Memorie Storiche” (1970), “Curiosando per Modugno” (1979), “Le Chiese della Diocesi di Bari” (1982).

Contenitori culturali

  • Palazzo della Cultura. Questo palazzo, intitolato a Carlo Perrone e inaugurato nel 2005 nel centro di Modugno, contiene la Biblioteca comunale, spazi espositivi e una sala conferenze. La Biblioteca comunale contiene una vasta scelta di libri, quotidiani e periodici, Alcuni libri antichi, dono di cittadini modugnesi, impreziosiscono la raccolta della biblioteca. La biblioteca è dotata di una confortevole sala lettura ed offre diversi servizi.Il Palazzo della Cultura rappresenta una vittoria della comunità modugnese contro un “mostro edilizio”. Nel 1968 venne rilasciata una licenza edilizia che autorizza la costruzione di un palazzo di dieci piani in pieno centro storico. La risposta della cittadinanza, offesa nella propria dignità dal “Bubbone”, si ribella. Nel 1980 il comune compra quel palazzo e ne abbatte otto piani, riqualificandolo come centro culturale.
  • L’oratorio, inaugurato nel 1960, fu costruito grazie ai fondi offerti dalla popolazione ed ha costituito per lungo tempo un riferimento culturale per molte generazioni di modugnesi. Ora è sottoposto a restauro.
  • Palazzo Colavecchio, Palazzo storico modugnese che, ormai da trent’anni, ospita mostre convegni e dibattiti.
  • La Sala Beatrice Romita è dotata di tecnologie audiovisive all’avanguardia ed è situata all’interno del nuovo Comando dei Vigili Urbani.
  • Auditorium dell’I.T.C. Tommaso Fiore
  • Museo Civico. In via di realizzazione, il museo ospiterà reperti rinvenuti durente gli scavi presso il sito archeologico di Balsignao, una collezione di 50 vasi di epoca peuceta e una collezione di monete antiche. Queste ultime due collezioni sono dono di cittadini modugnesi alla comunità.

Manifestazioni Religiose

Il primo patrono di Modugno fu San Pietro martire, santo veronese domenicano che combatté l’eresia manichea e martirizzato dai suoi avversari. Il suo culto si diffuse a Modugno, nel 1401, con al venuta dei Domenicani. Il 29 aprile, giorno della sua commemorazione liturgica, venivano benedetti rami d’olivo. La chiesa Matrice conserva un suo quadro.

Culto della Madonna Addolorata

La venerazione della figura di Maria ha origini millenarie e risale, secondo la tradizione al viaggio di San Pietro in terra di Bari. Ciò è visibile dalle chiese dedicatele (la quasi totalità delle chiese modugnesi: S. Maria di Modugno, SS.ma Maria Annunziata, S. Maria della Croce, Assunta, S. Maria dei Martiri, Immacolata, S. Maria delle Grazie, S. Maria del Carmine, ecc.), dalle numerose edicole sacre e immagini venerate, dalle manifestazioni promosse dalle Confraternite modugnesi.

La devozione per la Madonna Addolorata iniziò nel XVII secolo quando venne invocato il suo aiuto contro la pestilenza del 1656. I modugnesi, come segno di ringraziamento, costruirono la Chiesa della Madonna dello Spasimo e ogni terza domenica di settembre veniva celebrata una festa in cui si facevano opere di beneficenza, e il lunedì seguente veniva offerto da mangiare ai poveri. Nel 1691 venne nuovamente invocato l’aiuto della Madonna a protezione dalla nuova epidemia di peste. Nel 1722 il culto della Madonna venne trasferito nella chiesa Madre, per ragioni di spazio, e venne sistemata sull’altare dell’Addolorata una nuova statua.

La definitiva affermazione del culto della Madonna Addolorata si ebbe dopo gli avvenimenti del 10 marzo del 1799. Quel giorno una massa di malfattori filoborbonici dei paesi limitrofi si riunì per saccheggiare Modugno. In quell’occasione diversi testimoni assistettero all’apparizione di una donna di bianco vestita, con un fazzoletto in mano, sul tento di un palazzo la limite sud del paese. Si ritenne un miracoloso intervento della Madonna Addolorata apparsa sui tetti modugnesi per proteggerla dagli assalitori. Da quel momento, la festa della Madonna Addolorata venne spostata da ottobre al X marzo e celebrata con grande solennità. Nel 1876 venne proclamata patrona di Modugno.

Festa patronale di San Rocco e San Nicola da Tolentino

La festa popolare delle celebrazioni patronali in onore di San Rocco e San Nicola da Tolentino si festeggia nell’ultima domenica di settembre, mentre il venerdì, il sabato precedenti e la domenica stessa tre processioni accompagnano la statua di San Nicola per le strade del centro cittadino e delle periferie. La sera, festose luminarie rischiarano a giorno le vie principali e la Piazza Sedile, bande locali eseguono concerti e fuochi pirotecnici colorano il cielo. Il lunedì si festeggia San Nicola. La lunga processione si ferma in Piazza Sedile dove il Sindaco, a nome della comunità modugnese, consegna le chiavi della città al Santo.

San Rocco è il protettore di Modugno. La sua statua di legno che viene portata in processione durante le celebrazioni della festa patronale risale al 1522, quando fu invocato l’intervento del santo a protezione dalla peste e nominato patrono minore della città. I gambali e il cappello d’argento furono donato, nel 1836, dal canonico Luigi Loiacono, come ringraziamento per lo scampato pericolo dell’epidemia di colera che aveva colpito tutta la regione. Nel 1907 la statua del santo venne spostata in un altare della chiesa Matrice.

Secondo la tradizione, San Nicola da Tolentino fu concepito a Modugno dai suoi genitori in ritorno dal viaggio votivo presso la tomba di San Nicola di Bari. Invocato, insieme alla Madonna Addolorata, come protettore dalla peste del 1656, venne proclamato l’anno successivo Patrono di Modugno. Inizialmente, la sua festa era il 10 settembre. Venne perdendo di popolarità, fino al 1930 quando la Confraternita di San Nicola da Tolentino riprese gli originari fasti nei festeggiamenti. Dal 1952 i festeggiamenti di San Nicola vennero abbinati a quelli di San Rocco.

Nel 2001 Modugno ha ospitato le reliquie del Santo che uscivano per la prima volta dalla Basilica di Tolentino.

Dal 1990, coniuga spiritualità, solidarietà e cultura. I festeggiamenti iniziano il primo giorno di giugno nella chiesa di S. Antonio e trovano il loro apice i giorni 12 e 13 di giugno. Il 12 giugno c’è la benedizione del pane che viene distribuito ai modugnesi, l’immagine del Santo viene spostata dalla chiesa di S. Antonio alla Matrice, poi alla chiesa di S. Anna e infine in Piazza Sedile. Il giorno successivo ci sono celebrazioni di carattere religioso. In questi giorni si susseguono una serie di iniziative di carattere culturale.

Manifestazioni culturali e Tradizioni

Fiera del SS. Crocifisso

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Commercio, dei Mercati e delle Fiere Modugnesi.

La fiera del Crocifisso si svolge la seconda e la terza domenica di novembre. Nasce nel 1622 per celebrare un evento giudicato miracoloso: un fulmine caduto sulla chiesa Matrice uccise alcuni sacerdoti e bruciò l’asta del Crocifisso, lasciando intatta la figura del Cristo. Questa figura del Cristo in croce è conservata ancora oggi nella stessa chiesa ed è posto in una nicchia che sovrasta la cappella della Madonna Addolorata.

In origine la fiera durava otto giorni, per tutto il periodo compreso tra la seconda e la terza domenica di novembre. A partire dal 1656, la fiera acquisì una forte importanza per la popolazione in quanto la peste che colpì Modugno quell’anno terminò i primi giorni di novembre, poco prima dell’inizio della fiera.

Questa fiera ha sempre attratto persone dai paesi vicini e attrae espositori e venditori da tutta Italia: è una delle più importanti della provincia. Nei primi secoli, la fiera vendeva quasi esclusivamente prodotti agricoli e animali; col tempo si è evoluta allargandosi anche al settore dell’artigianato locale, ai mezzi per lavorare la terra, ai tessuti, ai vestiti , alle piante e a diversi generi alimentari. Oggi è possibile trovare ogni genere di prodotti: la fiera è un’occasione per fare acquisti a prezzi vantaggiosi o semplicemente per godersi il piacere di una passeggiata all’aperto. Negli ultimi anni, in concomitanza con la fiera, vengono organizzate manifestazioni culturali collaterali.

Festa di San Giuseppe e Sagra del Calzone

Il 19 marzo si festeggia il padre putativo di Gesù con l’allestimento di falò, la preparazione delle zeppole e di pane che viene benedetto e distribuito alla cittadinanza. I festeggiamenti di San Giuseppe, trovandosi alla fine dell’inverno, si sovrappongono ai riti pagani che celebravano l’inizio della primavera e il rifiorire dei germogli. Nei falò che vengono accesi ai margini delle piazze della città (e in quello più grande che viene allestito nella piazza principale) si bruciano grandi cataste di legna e nei campi si incendiano i residui del raccolto precedente. Al fuoco del falò venivano arrostite le rape e si consumavano taralli, ceci abbrustoliti nella cenere (“le cìcere a la rena” nel dialetto modugnese) e il calzone di cipolla. Ecco perché alla festa di San Giuseppe è abbinata la Sagra del Calzone.

La Sagra del Calzone consiste nella vendita del calzone di cipolla e di altri prodotti tipici modugnesi nella Piazza principale, accanto al grande falò. La serata è animata da canti popolari, danze e spettacoli di vario genere. Il connubio tra falò e calzone di cipolla ha le proprie origini in un episodio glorioso della storia modugnse, quando, sull’onda degli sconvolgimenti della Rivoluzione Francese, Modugno aveva aderito alla Repubblica partenopea erigendo in città l’“alberi della libertà rivoluzionario”. Quando, il 10 marzo 1799, le truppe filoborboniche, provenienti da Carbonara, Ceglie e Loseto, assediarono la città gli assalitori fecero razzia di quanto trovarono nei campi e negli orti delle case fuori le mura cittadine, soprattutto cipolle e rape, e le arrostirono sui dei fuochi preparati fuori le mura. In quell’occasione si registra l’evento ritenuto miracoloso dell’apparizione della Madonna Addolorata.

Presepe vivente

Dal 1995 i parrocchiani della chiesa Immacolata, organizzano un presepe vivente. Nella suggestiva cornice del giardino interno dell’ex convento dei Cappuccini, figuranti in costume animano un museo degli antichi mestieri. L’iniziativa culmina il 6 gennaio con l’arrivo di figuranti negli agiti dei Re Magi e si accompagna alla degustazione di pettole e fagiolata. Il presepe vivente di Modugno attrae ogni anno un gran numero di visitatori, anche dai paesi vicini.

Sempre nel periodo di Natale, la locale Pro Loco organizza un concorso per premiare i più bel presepe di Modugno. Il concorso prevede diverse categorie in base alla grandezza del presepe e all’età dei partecipanti.

Iniziative Pro Loco

La Pro Loco di Modugno è attiva nell’organizzazione di diverse iniziative. Le Rioniadi sono una competizione giocosa tra ragazzi, in costume, divisi in squadre rappresentanti le sei contrade storiche modugnesi. Le squadre della Motta, dei Cappuccini, della Marina, del Lago, di Gammarola e di Cecilia, si affrontano in diversi giochi che ricordano tempi passati. Essi sono (da pronunciarsi rigorosamente in dialetto): “Cors iind o sacc” (corsa nel sacco), “Cors a tre iamme” (corsa a tre gambe), “U fazzuett” (il fazzoletto), “La pall d’pezz” (la palla di pezza), “Tir a la zoche” (tiro alla fune).

Ritmika è un festival musica a carattere nazionale nato nel 2000. Riveste un importante ruolo promozionale per giovani talenti che hanno l’opportunità di farsi conoscere dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Lo stesso festival è anche un’opportunità di confronto e di crescita per le band e coinvolge gruppi musicali di tutt’Italia.

Modugno in bicicletta è una passeggiata non competitiva che consente di percorrere in bicicletta le vie della città e quelle fuori dal centro abitato lungo un percorso di circa 10 Km che segue la pista ciclabile inaugurata dal Comune qualche anno fa. Alla manifestazioni partecipano diversi gruppi come i Bersaglieri in bicicletta o rappresentanti di organizzazioni con finalità sociale come l’UNITALSI. La chiusura al traffico delle strade consente le iniziative legate alla “giornata ecologica”.

La Biodomenica è una giornata dedicata in cui viene allestita una fiera mercato di prodotti biologici, con lo scopo di sensibilizzare ai problemi dell’ambiente e promuovere l’agricoltura biologica. In Piazza Sedile diversi produttori di prodotti biologici della provincia espongono i loro prodotti illustrando le tecniche ecocompatibili utilizzate.

La Pro Arte è una mostra pittorica e di arti visive che permette agli artisti, soci della Pro Loco, di esporre le loro opere e di far conoscere la propria arte.

Il Concerto per Modugno è sorto in collaborazione con l’UPSA-Confartigianato di Modugno e raccoglie una serie di brani classici e contemporanei a tema natalizio, fornendo una guida all’ascolto. L’iniziativa permette di allietare la cittadinanza e di valorizzare le realtà musicali del territorio.

Iniziative Archeoclub

La sede modugnese dell’Archeoclub d’Italia si pone lo scopo di diffondere tra i cittadini l’interesse per i beni culturali di Modugno e di favorirne la tutela. Fondata nel 1994 ha sede nel complesso monumentale di S. Maria di Modugno che apre ai visitatori nelle domeniche della bella stagione e in occasioni particolari come la fiera del Crocifisso. L’Archoclub di Modugno organizza diversi convegni, concerti e manifestazioni, la più importante delle quali è “Chiese aperte”che permette l’apertura al pubblico di antichi luoghi di culto, fornendo guide e materiale illustrativo. Nell’occasione vengono organizzati, in alcune chiese, dei concerti di musica classica.

Sport

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazioni sportive di Modugno.

Fiore all'occhiello dello sport modugnese sono la squadra di pallavolo, la Modugno-Noicattaro Volley, che milita nel campionato di A2; la squadra di Calcio a 5 che gioca nel campionato di serie B girone D; e il campione di pugilato, Michele Piccirillo.

Alcuni Sportivi Illustri di Modugno

  • Michele Piccirillo, campione del mondo di pesi welter.
  • Paola Elia, campionessa italiana di tuffi;
  • Graziano Montel, campione italiano di arrampicata sportiva;
  • Leonardo Lopasso, portiere della nazionale italiana di pallamano e della A.S. Pallamano Conversano Papillon;
  • Martina Pascazio, giocatrice di pallamano nell’Elpe Altamura;
  • Francesco Roseto, campione di karate;
  • Giovanni Scardinale, campione di karate;
  • Dominga Massarelli, campionessa di karate;
  • Michele Amendolaggine, portiere di pallamano;
  • Francesco Amendolaggine, portiere di pallamano.

Impianti Sportivi

  • Piscine Comunali. È una struttura di recente realizzazione che comprende una piscina di 25 metri a 12 corsie e tre palestre. Sono attivi molti corsi di fitness, karate, judo, pallavolo, danza sportiva, e naturalmente di nuoto, per nuotatori con ogni gradi di esperienza.
  • Palazzotto dello Sport. Ha un campo di calceto esterno e un campo coperto di pallacanestro e pallavolo. Realizzato nel 1999 necessità già di un adeguato allargamento, per rispondere alla crescita delle realtà sportive modugnesi che, come nel caso della pallavolo, si vedono negato dalla federazione il permesso di giocare nel palazzotto date le sue dimensioni limitate.
  • Campo sportivo “Palmiotta”. Realizzato alle porte della città, ha un campo in erba sintetica e una tribuna coperta.
  • Centro sportivo l’Oratorio. Di proprietà dlla curia arcivescovile di Bari, è affidato alla società Ma.ve.co. che ha provveduto alla realizzazione di un campo per calcio a 5 e un per calcio a 7.

Integrazione sociale e Volontariato

Le profonde trasformazioni che hanno caratterizzato la struttura sociale modugnese dal passaggio da una cultura rurale ad una realtà industriale, si sono sommate ai mutamenti che anno caratterizzato la vita sociale italiana e ai forti fenomeni di immigrazione che hanno interessato al Puglia dagli anni ’80 e ’90. La tradizionale accoglienza caratteristica della popolazione modugnese ha consentito un rapido allargamento della popolazione del centro abitato con l’ingresso di immigrati stranieri, e, prima ancora, con la venuta di lavoratori che da tutta Italia cercavano occupazione nelle aziende della zona industriale.

Purtroppo, molto spesso le amministrazioni hanno assistito in maniera passiva e quasi inconsapevole ai mutamenti sociali che si sono verificati e che hanno indotto nella popolazione le caratteristiche della mentalità della periferia della grande città con poca identità e scarso senso di appartenenza. Le offerte assistenziali, spesso affidate all’iniziativa di singoli o di gruppi di cittadini volenterosi, sono risultate purtroppo inadeguate per far fronte alle crescenti esigenze della comunità modugnese. Accanto all’opera delle Caritas parrocchiali, si sono recentemente intensificate le iniziative delle associazioni di volontariato e operanti nel terzo settore.

Gastronomia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Piatti tipici di Modugno.

La cucina tradizionale modugnese fa largo uso di prodotti agricoli come l’olio e le olive, ortaggi (zucchine e melanzane), legumi (fave, fagioli, lenticchie, ceci, piselli), verdura (rape, cavolfiori, carciofi, cardi), frutta (mandorle, fichi, ciliegie, uva) e alcune erbe selvatiche usate per insalate (perchjazze, recquasce, sporchja). Nei giorni feriali, i pasti erano generalmente costituito da un piatto unico di minestra. La carne (di solito coniglio) e il pesce venivano consumati soli nei gioni di festa.

Caratteristica della gastronomia modugnese è una particolare varietà di uva bianca da tavola, dall’acino di forma allungata, detta uva còrnola (in dialetto “ciuarèdde”). Viene coltivata in pergolati in cortili o terrazzi e produce frutti da agosto a dicembre.

Popolazione

Con lo sviluppo della zona industriale, negli ultimi decenni, la popolazione di Modugno è aumentata notevolmente triplicandosi dagli anni Sessanta agli anni Novanta. Una larga fetta della popolazione modugnese (più di 5000 persone) risiede in contrada S. Cecilia, nel centro residenziale C.E.P., contigua al quartiere S.Paolo di Bari. Si registra una forte presenza di cittadini immigrati da paesi extracomunitari.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

Urbanistica

L’assenza per molto tempo di un piano regolatore ha consentito uno sviluppo disordinato della città e la nascita di quartieri isolati dal centro cittadino: la Strada Statale 96 tagliava dal resto del centro urbano i due quartieri di Porto Torres e di Piscina dei Preti. Solo recentemente, con la realizzazione del sottovia stradale per la Statale 96, lo sviluppo dei due quartieri li sta avvicinando al centro e dotando di nuove infrastrutture e servizi, come il nuovo Ufficio Postale. Il centro residenziale C.E.P., in contrada S. Cecilia nei pressi del quartiere S. Paolo di Bari rimane tutt’oggi distante e poco agevolmente raggiungibile dal centro cittadino.

Centro storico e antica cinta muraria

Il centro storico modugnese è composto dal borgo antico e dal suburbio. Il primo è sorto e si è sviluppato intorno alla fortezza della Motta. È possibili ipotizzare l’esistenza di un’antica cinta muraria di epoca normanna che circondava il borgo antico. Nella espansione urbana di Modugno, il borgo antico si ingrandì col suburbio. Nel XIV secolo la città aveva una cinta di mura con almeno quattro porte difese da torri.

A oriente si apriva la Porta di Bari (piazza del Popolo); la Porta Bitonto immetteva sulla strada che conduceva alla sede vescovile; a ovest si apriva il Portello (via Portello), in direzione di Palo del Colle, che vide accresciuta la sua importanza nel periodo del Ducato sforzesco; a sud c’era la Porta del Suburbio (via Donato Olimpio). Con l’inglobamento, nel Cinquecento, del Suburbio entro le mura cittadine, questa porta perse d’importanza e rimpiazzata con la Porta la Staccata (fine di via Conte Rocco Stella). Nel Seicento venne sposta la Porta di Bari (in Via Porta di Bari) e venne aggiunta la Porta delle Beccherie (a nord-est di Piazza Sedile).

La porta del Suburbio è l’unica di cui si conserva ancora oggi traccia, anche se in un rifacimento più recente. Degli ingressi cittadini scomparsi rimangono solo le croci lignee che erano apposte sulle porte e benedette annualmente.

Nel XVIII secolo le mura non comprivano l’intero perimetro cittadino o, perlomeno, non assolvevano ad un’adeguata funzione difensiva: durante l’assedio del 10 marzo 1799, Giambattista Saliani, nella sua cronaca degli eventi, parla di “borgo non murato”. Le mura cittadine, o quel che ne rimaneva caddero in stato di abbandono e nel 1821 venne abbattuta.

Infrastrutture e Trasporti

Trasporto su strada

  • L’Autostrada A14 Bologna-Taranto (casello Bari Nord, uscita Modugno) permette di spostarsi velocemente nella Regione e arrivare fuori di essa;

Trasporto su rotaie

Trasporto pubblico e bus

  • Linea Bari-Matera delle Autoferrovie Apulo Lucane;
  • Linea Miccolis, che consente un trasporto urbano (linea A e B) e verso l’ospedale San Paolo (linea C);
  • Gli autobus della Ferrotranviaria S.p.a. consentono collegamenti con Bari e Bitonto.

Trasporto aereo e navale

  • La vicinanza con Bari consente il rapido accesso alle strutture portuali e aeroportuali del capoluogo.

Economia

Nel 2004 le aziende attive a Modugno erano 2.592, registrando un lieve incremento rispetto all’anno precedente. Sul territorio comunale modugnese sono presenti circa il 2% delle aziende operanti nella Provincia di Bari, e sono generalmente realtà economiche di medie-piccole dimensioni. Il settore del commercio, all’ingrosso e al dettaglio, è al primo posto con 1029 aziende, segue il settore industriale e manifatturiero con 487 aziende e dal settore edilizio (294). Fanno registrare un forte incremento il settore dell’informatica, quello immobiliare e quello dei trasporti. Si registra, di contro, un inflessione nel settore agricolo, della ristorazione, della mediazione finanziaria e monetaria, dei servizi.

La Confartigianato locale, che associa 320 imprenditori, offre diversi servizi ed è molto attiva nella promozione della produzione modugnese. La C.A.G. (Cooperatica Artigiana di Garanzia di Modugno) conta 720 imprese associate e svolge il compito di creare convenzioni con istituti di credito, per agevolare i tassi d’interesse. Il Consorzio Coima è nato con l’obiettivo di creare l’Area Artigianale; ora si occupa di fornire servizi alle imprese artigiane modugnesi. La Confcommercio modugnese conta oltre 900 iscritti fornendo servizi di formazione professionale, assistenza sindacale e previdenziale, convenzioni con istituti di credito e di servizi.

Il Consorzio ASI

Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale nasce nel 1960 per promuovere la creazione di nuove realtà industriali, artigianali e terziarie. Ne fanno parte Bari, Adelfia, Bitonto, Bitritto, Capurso, Giovinazzo, Modugno, Mola di Bari, Molfetta, Noicattaro, Valenzano, Terlizzi, Triggiano.

Industria

Nell’ultimo quarantennio la storia e l’evoluzione di Modugno sono state fortemente condizionale dall’espansione dell’area industriale di Bari che si estende per 1509 ettari, circa metà dei quali in territorio di Modugno. Si tratta di un’area in cui convivono aziende piccole e piccolissime con grandi realtà produttive di rilevanza nazionale e internazionale che superano anche le 1000 unità lavorative. Esse operano nei settori più disparati. La zona industriale costituisce un forte motore di sviluppo per Bari e l’hinterland, con le sue oltre 600 imprese che danno lavoro a più di 20.000 persone.

Artigianato

Recentemente, il Consorzio ASI ha promosso la realizzazione di un polo artigianale, sulla provinciale Modugno-Bari, a ridosso del centro abitato, che ha contribuito alla nascita di molte nuove realtà produttive. La Zona Artigianale conta 119 lotti ma è ancora in espansione. Denominata “Cittadella dell’Artigianato” è il vanto dell’artigianato modugnese. Nel 2004 risultavano attive, presso la Camera di Commercio di Bari, 718 imprese artigiane. Il settore è fortemente cresciuto dal 2000 quando si contavano 585 imprese. Crescono le imprese costituite in forma societaria, anche se rimangono molto più numerose (80%) le attività artigiane costituite su base individuale.

Commercio

Lo sviluupo del commercio ha seguito la rapida evoluzione industriale che si è avuta dagli anni ’60. Da un commercio che prima riguardava prevalentemente i prodotti agricoli si è passati in un breve lasso di tempo ad un settore che vanta un’offerta molto differenziata e che conta più di 1200 attività.

Il mercato giornaliero, dal 2005, si svolge presso la nuova struttura del mercato coperto in via X marzo e conta 38 operatori economici titolari. Ogni venerdì si svolge un mercato settimanale con vendita di abbigliamento e varie merci; sono presenti 180 operatori economici titolari. Modugno conta 428 esercizi servizi di vicinato e di vendita di prodotti, alimentari e non, al dettaglio. Le strutture classificate come Medie Strutture di vendita coprono circa un terzo della superficie globale di vendita pur contando 26 esercizi. È presente un Centro Commerciale, composto da un Ipermercato di 15.000 mq. e da una Galleria Commerciale di 8.000 mq. che ospita 24 esercizi commerciali.

Agricoltura

Da centro a vocazione agricola, Modugno ha subito una forte e rapida metamorfosi a favore dell’industria e dell’artigianato. Dagli anni ’60 questo settore ha sottratto all’agricoltura superficie e manodopera. L’espansione urbanistica che ne è conseguita ha contribuito notevolmente alla riduzione di tale area. La superficie agricola modugnese è di 1381 ettari, al 43° posto fra i 48 comuni della Provincia di Bari.

Ciò nonostante, oggi si assiste ad una ripresa del settore agricolo che conta circa 30 aziende. Esse operano nella coltura di prodotti ortofrutticoli, della pregiata ciliegia “Ferrovia”, dell’uva da tavola (di cui la Puglia è prima produttrice in Italia), di mandorle e soprattutto di olive per la produzione dell’olio extravergine. Modugno è al quarto posto nella coltivazione provinciale di piante aromatiche e medicinali.

I tradizionali prodotti agricoli modugnesi, le mandorle e l’uva, trovano largo utilizzo nella cucina tipica locale. Le colture di questi due prodotti, generalmente, non seguono tecniche intensive e, essendo in buona parte destinate ad un consumo familiare, fanno un uso ridottissimo di pesticidi e prodotti chimici. Questo tipo di agricoltura, pur non essendo certificata come tale, può essere considerata biologica a tutti gli effetti.

Le varietà di olive maggiormente coltivate nel territorio modugnese sono l’Ogliarola (o Cima di Bitonto) e la Coratina. Dalla sintesi delle caratteristiche della dolce ogliarola e della piccante coratina deriva una pregevole qualità d’olio Extravergine d’oloibva dal leggero retrogusto mandorlato derivante dalla vicinanza di colture di mandorlo.

A Moduglio sono operanti tre frantoi, il più importante dei quali è il frantoio sociale che raccoglie il 90% della produzione locale (circa 20.000 quintali) e rappresenta un punto di riferimento anche per i paesi limitrofi. Questo frantoio è affiliato all’ASSO.PRO.OLI. (Associazione dei Produttori Olivicoli) che controlla e certifica tutte le fasi della trasformazione dell’oliva in olio extravergine.

Una quantità dell’olio prodotto è destinato al consumo locale, ma la parte più grande è destinata al centro di imbottigliamento di Andria, dove viene accuratamente controllato, imbottigliato e commercializzato in tutto il mondo con marchio D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta).

Tipo di Coltivazione

  • Ulivo, 1037,92 ettari (75,2%)
  • Mandorlo, 216,88 ettari (15,7%)
  • Vite, 51,45 ettari (3,7%)
  • Altro, 74,75 ettari (5,4%)
  • Totale, 1381 ettari

Amministrazione comunale

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