Piretroidi
I piretroidi sono una classe di insetticidi e acaricidi di sintesi. Sono gli anologhi sintetici delle piretrine, costituenti naturali dei fiori di Tanacetum cinerariifolium. Grazie alla similitudine della molecola, vanno difatti ad agire nello stesso modo dei corrispondenti di origine naturale, superando però il principale limite delle piretrine: la loro fotolabilità. Si hanno così a disposizione principi attivi molto più persistenti.
Il primo piretroide di sintesi, il fenvalerate, fu immesso nel mercato nel 1978 ed oggi la classe consta di ben 42 principi attivi. I piretroidi non sono in grado di penetrare nella pianta per cui esercitano azione prevalentemente per contatto, favorita dalla loro liposolubilità che ne permette la penetrazione nelle cere epicuticolari.
Il loro meccanismo di azione si basa sull'interazione stereoselettiva dei canali del sodio che causa un prolungamento del flusso di sodio durante l’eccitazione.
Possono provocare sensazioni anomale al volto piuttosto frequenti (dal 30 al 70% degli esposti), compaiono dopo pochi minuti fino a un’ora dall’inizio dell’esposizione e durano non più di 24 ore; talora vengono confuse con reazioni di tipo allergico.
Principali piretroidi
Vantaggi
- Bassa tossicità per i cordati salvo i pesci
- Possibilità di usare piperonil butossido come sinergizzante, che ne migliora la persistenza (lo protegge dalla degradazione operata dalla luce solare) ed il potere insetticida (ne aumenta la capacità di penetrazione nell’insetto)
- Tossicità sia nelle larve sia negli adulti
Svantaggi
- Insetticidi totali, non selettivi
- Persistenza
- Non ammessi in agricoltura biologica