Battaglia di San Carlos (1982)

battaglia delle guerra delle Isole Falkland

La battaglia di San Carlos avvenne durante la guerra delle Falkland tra la forza di spedizione aeronavale britannica e le forze aeree argentine della Fuerza Aérea Argentina e della Aviación Naval, durante l'Operazione Sutton, lo sbarco principale, a partire dal 21 maggio 1982, delle forze anfibie britanniche nella baia di San Carlos nell'isola Falkland Orientale.

Battaglia di San Carlos
parte della guerra delle Falkland
File:Skyhawk FAA Falkland.jpg
Un aereo Douglas A-4 Skyhawk della Fuerza Aérea Argentina attacca a bassa quota le navi britanniche nella baia di San Carlos il 25 maggio 1982
Data21 - 25 maggio 1982
LuogoBaia di San Carlos, Isole Falkland/Malvine
EsitoVittoria strategica britannica. La forza da sbarco britannica riuscì a stabilire una testa di ponte nonostante le rilevanti perdite navali a causa degli attacchi aerei argentini
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
2 cacciatorpediniere, 7 fregate, 11 navi da sbarco, Combat Air Patrol di Sea Harrier90 cacciabombardieri dalla terraferma, 2 aerocisterne KC-130 Hercules, 10 aerei d'attacco sulle isole Falkland
Perdite
1 cacciatorpediniere affondato, 2 fregate affondate, 8 navi danneggiate, 4 elicotteri persi, 49 morti22 aerei persi, 11 piloti uccisi
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Le forze anfibie britanniche erano comandate dal commodoro Mike Clapp, mentre le unità navali della Royal Navy di protezione allo sbarco erano sotto il controllo dell'ammiraglio John "Sandy" Woodward comandante in capo della task force da battaglia britannica. Il comandante delle forze argentine sulle isole, generale Mario Benjamín Menéndez, fu sorpreso dallo sbarco britannico e non riuscì a contrastare le forze terrestri nemiche che poterono facilmente consolidare un'ampia testa di ponte da cui nelle settimane seguenti sarebbero avanzati in direzione della capitale Port Stanley.

Le forze aeree congiunte dell'Fuerza Aérea Argentina e dell'Armada invece, guidate dal comando della Fuerza Aerea Sur del generale Ernesto Horacio Crespo, intervennero dal 21 al 25 maggio 1982 con grande determinazione e tenacia sull'area della baia di San Carlos infliggendo continue e pesanti perdite alle forze navali di protezione britanniche che ebbero notevole difficoltà a respingere i ripetuti attacchi e mantenere la protezione della forza da sbarco.

Nonostante il valore e il coraggio dimostrato, i piloti argentini, che subirono a loro volta dure perdite a causa della reazione delle navi e degli aerei da caccia nemici, non riuscirono peraltro a costringere alla ritirata la squadra navale britannica.

Operazione Sutton

A partire dalla metà del mese di maggio 1982 la forza di spedizione dell'ammiraglio John "Sandy" Woodward era ormai pronta, dopo il lungo viaggio attraverso l'Atlantico, alla fase decisiva della campagna di riconquista delle isole Falkland, occupate di sorpresa il 2 aprile 1982 dalle forze armate argentine. L'ammiraglio Woodward disponeva di un notevole complesso aeronavale e anfibio in grado di assicurare la superiorità locale intorno all'arcipelago e di impedire un intervento della marina argentina, ma le forze terrestri disponibili erano limitate; si trattava della 3ª Brigata d'assalto e della 5ª Brigata di fanteria che peraltro era ancora in viaggio essendo salpata da Southampton solo il 12 maggio. La guarnigione argentina delle isole al comando del generale Mario Menendez era numerosa, 10.000 soldati, ed equipaggiata con artiglieria campale e mezzi corazzati leggeri. Divenne quindi essenziale individuare un luogo di sbarco strategicamente idoneo per permettere la costituzione di una testa di ponte senza immediate interferenze nemiche. Alcune missioni segrete di ricognizione effettuate sulle isole ai primi di maggio da reparti del SAS e del SBS permisero di raccogliere preziose informazioni sullo schieramento delle truppe argentine e sulle caratteristiche delle coste e del territorio[1].

Forze in campo

Forza di spedizione britannica

Delle forza da sbarco facevano parte, oltre alle navi della marina britannica HMS Fearless e HMS Intrepid, la nave mercantile Atlantic Conveyor con un carico di elicotteri e materiale per piste di atterraggio di fortuna. Inoltre seguivano la flotta le navi logistiche da sbarco RFA Sir Tristram e RFA Sir Galahad.

Le forze imbarcate comprendevano la 3ª Brigata d'assalto di Royal Marines (costituita dal 42º e 45º Commando e rinforzata da e 3º Para, dove Para è l'abbreviazione britannica per indicare i battaglioni paracadutisti facenti parte del Parachute Regiment (il reggimento paracadutisti erede delle tradizioni dei red devils che combatterono ad Arnhem) e la 5ª Brigata di Fanteria (costituita da Welsh Guard, Scots Guard e Gurka).

La principale debolezza della forza aeronavale dell'ammiraglio Woodward impiegata per la riconquista delle isole Falkland era rappresentata dall'insufficiente copertura aerea disponibile per assicurare la superiorità sui cieli e per proteggere in modo realmente efficace le navi della Royal Navy. La carenza della difesa aerea della forza di spedizione derivava in primo luogo dalla mancanza di un efficiente sistema di preallarme radar che potesse segnalare tempestivamente gli aerei avversari. I Nimrod impiegati per questa missione erano basati sull'isola di Ascensione e non disponevano dell'autonomia di volo necessaria per garantire una sorveglianza radar continuativa che quindi doveva essere assicurata dai radar presenti a bordo delle navi che non si dimostrarono pienamente adeguati[2].

Il mantenimento della superiorità aerea sui cieli della baia di San Carlos e la copertura delle navi britanniche doveva essere fornita dai caccia imbarcati a decollo verticale Sea Harrier della Fleet Air Arm a bordo delle portaerei HMS Hermes e HMS Invincible che tuttavia per ragioni di sicurezza rimasero durante la battaglia ad oltre 320 chilometri di distanza dalle zone di sbarco; inoltre a causa della scarsezza numerica di questi aerei non tutte le rotte di volo furono coperte. I Sea Harrier disponibili sulle due portaerei erano solo venti inquadrati negli Squadron 800 (HMS Hermes) e 801 (HMS Invincible); in pratica i caccia potevano rimanere sui cieli della baia solo per dieci minuti a causa dei problemi di autonomia; le due portaerei durante la battaglia furono in grado di organizzare solo due pattuglie di copertura ogni ora, mantenendo un altra coppia di caccia pronti al decollo sui ponti di volo[3]. I Sea Harrier, guidati da piloti ben addestrati, ottennero durante la battaglia alcuni successi contro gli aerei d'attacco argentini ma, a causa anche delle carenze del loro radar Blue Fox, non in grado di individuare aerei volanti a bassa quota, non riuscirono ad evitare sensibili perdite alle navi della Royal Navy[4]. I cacciatorpedinieri e le fregate della forza di spedizione disponevano di sistemi missilistici antiaerei moderni Sea Dart, Sea Wolf e Sea Cat che supplivano in parte alle carenze di copertura aerea.

Efficace si dimostrò l'azione degli Harrier della RAF impiegati nel supporto alle truppe a terra; questi aerei d'attacco erano dotati di bombe a caduta ritardata che permetteva il disimpegno in tempo utile anche volando a quota molto bassa. Inoltre gli Harrier erano dotati di razziere per razzi FFAR[5] da 70 mm, molto peridolosi a distanza ravvicinata. Nessun Harrier venne abbattuto in duello aereo, ma tutte le perdite furono dovute al fuoco dell'artiglieria o, almeno in un caso, a missili superficie-aria.

Forze aeree argentine

Il generale Ernesto Horacio Crespo, comandante della Fuerza Aérea Sur, il quartier generale congiunto delle forze aeree argentine e dell'aviazione navale dell'Armada costituito nella base di Comodoro Rivadavia per dirigere tutta l'attività aerea contro la forza aeronavale britannica, aveva pianificato per tempo un intervento in massa delle sue forze nel momento dell'atteso sbarco del nemico sulle isole[6].

 
Le basi aeree argentine sul continente e la zona di esclusione britannica sulle isole Falkland.

La Fuerza Aerea Sur alla metà del mese di aprile aveva concentrato nelle basi di San Julian e di Rio Gallegos i suoi reparti d'attacco; queste basi aeree erano poco attrezzate e distavano circa 700 chilometri dalle isole Falkland. Gli A4 Skyhawk del 4° Grupo de Caza-Bombardero, 19 velivoli, si trasferirono l'11 aprile 1982 da El Plumarillo (Mendoza) a San Julian, mentre il 14 aprile i circa 30 A4 Skyhawk disponibili del 5° Grupo de Caza-Bombardero "Los Halcones", basati a Villa Reynolds, si trasferirono a Rio Gallegos. Il generale Crespo poteva inoltre contare su 37 caccia-bombardieri IAI Dagger del 6° Grupo de Caza basati a San Julian e Rio Grande e su un gruppo di otto A4 Skyhawk dell'Aviacion Naval, la 3ª Escuadrilla de Caza y Ataque che il 9 maggio raggiunsero a loro volta la base aerea di Rio Grande[7].

I piloti argentini di questi gruppi aerei erano fortemente motivati, determinati e abili ma dovevano fronteggiare notevoli problemi tattici e tecnici. Le prime missioni all'inizio della guerra si erano concluse con scarsi successi e avevano evidenziato una serie di difficoltà pratiche.

Le bombe impiegate dagli argentini erano dotate di un dispositivo di sicurezza che ne impediva l'esplosione prima di un tempo minimo percorso in volo, per evitare che l'esplosione investisse anche l'aereo attaccante; ma gli aerei argentini, nel tentativo di non essere individuati dai radar britannici ed evitare l'artiglieria contraerea e i missili anti-aerei delle navi, attaccavano a quota bassissima, così come i loro colleghi dell'aviazione navale, e molte bombe rimanevano così inesplose.

Solo dopo diversi giorni, le bombe vennero dotate di dispositivi di innesco ritardato per risolvere il problema. Furono gli stessi britannici, tramite il World Service della BBC a pubblicare la notizia, con forti proteste da parte dei militari, come raccontò l'ammiraglio Woodward nella sua biografia[8].

Come ammesso dagli stessi inglesi, i piloti argentini furono sempre corretti nel rispettare le navi ospedale, la cui collocazione era dichiarata pubblicamente dagli inglesi a nord delle isole; inoltre, durante gli attacchi a bassissima quota nella baia di San Carlos, in varie circostanze i piloti non attaccarono la SS Canberra, un grosso transatlantico che trasportava il 42° Commando (una delle unità della brigata dei Royal Marines), perché essendo interamente dipinto di bianco veniva scambiato per una nave ospedale non segnalata, perdendo secondi preziosi visto che la stessa era il più grosso bersaglio nella baia e quindi attirava l'attenzione costringendoli poi a ripiegare su altri bersagli[9].

Lo sbarco britannico

 
Una carta delle isole Falkland con evidenziata la zona dello sbarco a San Carlos

La notte del 21 maggio le forze britanniche sbarcarono a San Carlos. La forza da sbarco era composta da unità scelte dei Royal Marines e del Parachute Regiment. Iniziava l'operazione Sutton. 4000 uomini, della 3rd Commando Brigade, sbarcarono nella baia dalla RFA Stromness, dalle HMS Intrepid e HMS Fearless e dalla nave traghetto RORO Norland in quattro punti diversi.

Subito dopo lo sbarco, iniziarono i bombardamenti notturni a bassa quota da parte argentina, condotti dagli English Electric Canberra armati con bombe a caduta libera.

Cronologia degli attacchi aerei argentini

21 maggio

Le truppe britanniche iniziarano lo sbarco; reparti elitrasportati dello SBS atterravano e venivano fatti segno al fuoco di armi leggere e cannoni senza rinculo da parte di una pattuglia del 25º Reggimento Infanteria, l'Equipo de Combate Güemes (gruppo di combattimento Güemes); la risposta costringeva gli argentini a ritirarsi ma due elicotteri Gazelle britannici venivano abbattuti. Dato l'allarme iniziavano le missioni di bombardamento argentine. Alle 10:00 un Aermacchi MB-339 veniva inviato in ricognizione sopra la baia e individuava posizione e composizione della forza anfibia, attaccando con razzi la HMS Argonaut ed una nave da sbarco non meglio identificata. Alle 10:15 un volo di FMA Pucarà, proveniente da Goose Green e con nominativo di chiamata Tigre, attaccava le navi nella baia. Il primo veniva abbattuto da un missile Stinger lanciato da un membro del SAS, il secondo, pilotato dal maggiore Tomba, veniva abbattuto da un Harrier della Combat Air Patrol pilotato dal comandante Ward dopo un lungo contatto e con entrambi i motori in fiamme, il terzo raggiungeva Port Stanley dopo aver colpito con razzi insieme al secondo un posto di osservazione britannico.

 
Un Douglas A-4 Skyhawk della Fuerza Aérea Argentina.

Il generale Ernesto Horacio Crespo, comandante della Fuerza Aérea Sur, reagì rapidamente dopo aver ricevuto le prime notizie dell'attacco nemico. Secondo i piani congiunti delle forze aeree e della marina, era stato previsto di effettuare il primo giorno degli sbarchi britannici 63 sortite da parte delle FAA e 12 da parte della CANA (comando dell'aviazione navale); in realtà il 21 maggio gli argentini riuscirono ad impegnare 54 aerei delle FAA e 6 aerei dell'aviazione navale, suddivisi in quattro ondate[10]. I decolli della prima ondata, formata da sei Douglas A-4 Skyhawk del 5° Grupo de Caza-Bombardeo di Rio Gallegos e undici IAI Dagger del 6° Grupo de Caza di Rio Grande e San Julian, avvennero tra le ore 09.00 e le 09.30 del mattino e gli aerei, armati con bombe da 1000 libbre e da 500 libbre, raggiunsero l'area degli sbarchi a San Carlos tra le 10.25 e le 10.30[4].

L'attacco iniziale fu sferrato dai caccia Dagger del 6° Grupo de Caza che, divisi in quattro sezioni Ñandú, Perro, León e Zorro, guidate rispettivamente dal capitano Carlos Rohde, dal capitano Carlos Moreno, dal capitano Norberto Dimeglio e dal capitano Raul Diaz, arrivarono nelle acque di San Carlos da ovest dopo aver superato l'isola Falkland occidentale e volando a quota molto bassa, inferiore al livello delle colline circostanti la baia. I tre aerei della sezione Ñandú riuscirono a colpire con il fuoco dei cannoni la fregata HMS Broadsword ma il Dagger del tenente Pedro Bean venne abbuttuto da un missile Sea Wolf lanciato dalla nave britannica; il pilota si lanciò ma non sopravvisse. La sezione Perro raggiunse maggiori risultati e colpì con due bombe la fregata HMS Antrim, gli ordigni non esplosero ma provocarono danni rilevanti alla fregata; anche la sezione León attaccò la HMS Antrim e segnalò un colpo a segno; infine la sezione Zorro non riuscì a sganciare le bombe sulla fregata HMS Brilliant e si limitò a mitragliare la nave britannica. L'intervento di una pattuglia area di protezione di caccia Sea Harrier dell'800° Squadron della portaerei HMS Hermes non fu efficace e gli aerei argentini poterono rientrare indenni alle basi[4][11]. Gli A4 Skyhawk del 5° Grupo de Caza-Bombardeo arrivarono subito dopo sulla baia di San Carlos da nord volando a bassa quota; le sezioni Orion guidata dal tenente Mariano Velasco, e Leo, guidata dal tenente Alberto Filippini individuarono all'imbocco della baia la fregata HMS Argonaut che venne colpita da due bombe che però non esplosero, la nave subì seri danni e dovette ben presto abbandonare l'area per riparazioni[12][13].

Dopo un infruttuoso attacco di aerei FMA Pucarà decollati da Goose Green contro la fregata HMS Ardent che terminò senza successo per gli argentini e con l'abbattimento di un Pucarà ad opera di un Sea Harrier, la seconda ondata di attacchi della Fuerza Aerea Argentina, formata da cacciabombardieri A4 Skyhawk del 4° e del 5° Grupo de Caza-Bombardeo, decollò da da San Julian e Rio Gallego tra le 12.55 e le 13.00. La sezione Tero tuttavia dovette rinunciare alla missione a causa di problemi tecnici mentre la successiva sezione Pato di quattro aerei del 4° Grupo de Caza-Bombardeo, guidata dal capitano Eduardo Almoño, fu intercettata dai caccia Sea Harrier dell'800° Squadron: gli Skyhawk del tenente Daniel Manzotti e del tenente Nestor Lopez furono abbattuti dai caccia dei capitani di corvetta Neil Thomas e Mike Blissett, mentre gli altri due aerei ritornarono alla base senza risultati[14].

22 maggio

23 maggio

24 maggio

25 maggio

Bilancio e conseguenze

L'intensità degli attacchi aerei argentini sull'area nei giorni della battaglia di San Carlos fu tale che i britannici la soprannominarono The Bomb Alley (in spagnolo El Callejón de las Bombas, il viale delle bombe). Durante tali attacchi quattro navi britanniche furono affondate, le fregate Type 21 HMS Ardent ed HMS Antelope, la motonave Atlantic Conveyor e il cacciatorpediniere Coventry che fungeva da esca al di fuori della baia, mentre altre due fregate, la Type 12I Argonaut e la Type 22 Brilliant, furono danneggiate.

In particolare, la perdita della Atlantic Conveyor fu un grave danno logistico per i britannici, visto che conteneva i grossi elicotteri CH-47 Chinhook per trasporto truppe e grosse scorte non immediatamente rimpiazzabili. La perdita dell'unità diede origine a forti polemiche poiché la nave non era stata dotata di alcun dispositivo di disturbo ed inganno, attivo o passivo, perché non considerata una unità di alto valore.[15] Dodici membri dell'equipaggio morirono, incluso il comandante Ian North al quale venne conferita la Distinguished Service Cross alla memoria; North era un veterano della seconda guerra mondiale ed era sopravvissuto a due siluramenti.

Inoltre, la nave era stata dotata di un ponte di volo con due piazzole dal quale partivano i grossi elicotteri CH-47 Chinook che aviorifornivano le altre navi e le truppe a terra, e molti tra gli elicotteri (4 Chinook su 5 e alcuni Westland Commando) disponibili per l'attacco furono distrutti con la nave. La dozzina di Sea Harrier che la nave aveva trasportato era stata già trasferita sulle due portaerei della squadra e la nave aveva raggiunto il gruppo da battaglia quasi al tramonto, perché avrebbe dovuto fare una veloce puntata nella zona di sbarco, scaricare gli elicotteri e i rifornimenti, compreso il materiale per costruire una pista avanzata per gli Harrier, e rientrare prima dell'alba del giorno dopo. Il missile venne ingannato dai chaff di una delle fregate della linea di difesa esterna, e dopo aver superato la fregata si diresse verso il primo bersaglio che riuscì a rilevare.

Gli attacchi aerei argentini nella baia di San Carlos misero in grande difficoltà la forza di spedizione aeronavale dell'ammiraglio Woodward che si dimostrò vulnerabile alle incursioni a bassa quota ed ai sistemi missilistici più sofisticati; tuttavia nonostante la continua pressione dei piloti argentini e le sensibili perdite, la Royal Navy non abbandonò la sua missione, non si ritirò dalle acque di San Carlos e riuscì a continuare le operazioni assicurando il successo dello sbarco, l'operazione decisiva dell'intero guerra delle Falkland[16].

Le forze aeree argentine si opposero allo sbarco con abilità e tenacia; durante gli attacchi la Fuerza Aerea Sur perse venti aerei. Il coraggio dei piloti argentini venne ammesso dagli stessi britannici, compreso il ministro della difesa John Nott:

«Credo che i piloti argentini stiano mostrando grande valore, sarebbe stupido da parte mia dire qualunque altra cosa»

Note

  1. ^ AA.VV., Guerre in tempo di pace dal 1945, pp. 298 e 304-305.
  2. ^ AA.VV., Guerre in tempo di pace dal 1945, p. 301.
  3. ^ AA.VV., Aerei da guerra, vol. 4, pp. 883-884.
  4. ^ a b c AA.VV., Aerei da guerra, vol. 4, p. 883.
  5. ^ Folded Fin Air Rocket - razzi aerei ad alette ripiegabili
  6. ^ AA.VV., Aerei da guerra, vol. 4, pp. 881-882.
  7. ^ AA.VV., Aerei da guerra, vol. 8, pp. 1403-1404.
  8. ^ Woodward, p. 239.
  9. ^ Sea Harriers over the Falklands - Sharkey Ward - pag. 271
  10. ^ AA.VV., Aerei da guerra, vol. 4, pp. 882-883.
  11. ^ Fuerza Area Argentina, su fuerzaaerea.mil.ar.
  12. ^ AA.VV., Aerei da guerra, vol. 8, pp. 1403-1404.
  13. ^ Fuerza Area Argentina, su fuerzaaerea.mil.ar.
  14. ^ Fuerza Area Argentina, su fuerzaaerea.mil.ar.
  15. ^ Michael Evans, Legal fears left Atlantic Conveyor defenceless, in The Times, 11 dicembre 2007.
  16. ^ AA.VV., Guerre in tempo di pace dal 1945, p. 300-301.
  17. ^ Los Angeles Times, 27 maggio 1982, su news.google.com, Google. URL consultato il 18 maggio 2012.