Giulio Renato Litta
Giulio Renato Litta Visconti Arese, (in Russia noto col nome di Julij René Pompeevic Litta) (Milano, 12 aprile 1763 – San Pietroburgo, 26 gennaio 1839), è stato un ammiraglio italiano naturalizzato russo.
| Giulio Renato Litta | |
|---|---|
| Nascita | Milano, 12 aprile 1763 |
| Morte | San Pietroburgo, 26 gennaio 1839 |
| Luogo di sepoltura | Chiesa cattolica di San Giovanni Battista a Tsarskoye Selo |
| Dati militari | |
| Paese servito | |
| Forza armata | |
| Anni di servizio | 1788-1839 |
| Grado | Ammiraglio |
| Guerre | Guerra russo-svedese (1788-1790) |
| Battaglie | Prima battaglia di Svensksund Seconda battaglia di Svensksund |
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Biografia
Nato a Milano nel 1763, rampollo di una delle più famose famiglie patrizie della nobiltà milanese, sia per parte di madre che per parte di padre era discendente dei Visconti.
A 19 anni entrò nella marina del Sovrano Militare Ordine di Malta, divenendo cavaliere e guadagnandosi una preziosa esperienza sul campo che gli frutterà molto in seguito. Quando la zarina Caterina II di Russia nel 1788 chiese al Gran Maestro Emmanuel de Rohan-Polduc di fornirgli un valido uomo di mare per riorganizzare la flotta russa in previsione di un'eventuale guerra con la Svezia in cambio delle larghe elargizioni che la sovrana russa stava facendo nei confronti dell'Ordine, la scelta ricadde sul giovane Litta. che nel gennaio dell'anno successivo si trovava già a San Pietroburgo.
In breve tempo il cavaliere maltese seppe guadagnarsi la stima e l'amicizia non solo della zarina, ma anche del granduca ereditario Paolo che spinse per la sua nomina a maggiore generale della marina, ponendolo subito in servizio dal momento che la guerra era ormai incalzante. Dopo la vittoria navale dell'Impero Russo, il Litta venne promosso contrammiraglio.
Dopo un breve soggiorno in Italia dal 1792, nel 1795 venne costretto a fare ritorno in Russia dove venne nominato dall'Ordine di Malta delegato a trattare la restituzione dei beni dell'ordine che erano passati sotto il dominio russo a seguito dell'ultima spartizione della Polonia. La zarina Caterina era irremovibile su queste proprietà, ma la sua improvvisa morte il 6 novembre 1796 capovolse gli eventi: il nuovo zar, Paolo I, non solo era intimo amico del Litta (presso il quale aveva alloggiato a Milano nel suo viaggio del 1782) ma era un fervido sostenitore dell'Ordine dei cavalieri di Malta. Grazie all'influenza dello zar, l'Ordine riuscì pertanto ad ottenere i possedimenti che gli spettavano ed istituì il Gran Priorato russo del Sovrano Militare Ordine di Malta. Per ricompensarlo di questo gesto benevolo nei confronti dei cavalieri, fu lo stesso Litta a proporre prima ed ottenere poi che lo zar Paolo I fosse eletto alla carica di gran maestro, dal momento che proprio in quell'anno il gran maestro in carica era fuggito abbandonando l'isola di Malta nelle mani delle truppe napoleoniche. Intenzionato ad ottenere la cittadinanza russa e sempre più propenso a fare del suo servizio allo zar la sua ragione di vita, Giulio Renato sposò la ricca contessa Caterina Skavronskaja, già vedova dell'ambasciatore russo alla corte di Napoli. Tornato a San Pietroburgo dopo i festeggiamenti, fu il Litta a chiedere ed ottenere che anche Paolo I, come tutti i grandi maestri dell'Ordine, disponesse di una propria guardia personale costituita da aristocratici, di cui poi lui venne posto a capo.
Dopo la morte improvvisa dello zar Paolo I, assassinato, i cavalieri di Malta persero il loro storico appoggio in Russia, ma la carriera del Litta proseguì sotto il regno di Alessandro I che lo volle membro del Consiglio di Stato dove Giulio si schierò coi progressisti capeggiati da Speranskj e Kocubej. Sotto il regno poi di Nicola I, il Litta ottenne l'alto incarico di Presidente del dicastero dell'economia. Morì all’età di 76 anni, il 26 gennaio 1839. A suo ricordo, ancora oggi al museo russo dell'Ermitage è conservata la famosa Madonna Litta di Leonardo da Vinci, donata allo zar di Russia nel 1865 dai discendenti di Giulio Litta.
Onorificenze
Onorificenze russe
Bibliografia
- Ivan Bociarov, Pushkiniana italiana, Mosca, 1991