Radice primitiva modulo n

numero intero

In aritmetica modulare, un generatore modulo n è un intero g le cui potenze (mod n) sono congruenti con i numeri coprimi ad n.

Un generatore o radice primitiva modulo n è un concetto dell'aritmetica modulare, in teoria dei numeri. Se n≥1 è un intero, i numeri coprimi ad n, considerati modulo n, costituiscono un gruppo rispetto all'operazione di moltiplicazione; esso viene generalmente indicato con (Z/nZ)× oppure Zn*. Esso è un gruppo ciclico se e solo se n è uguale a 2, 4, pk o 2 pk per un numero primo dispari p e k ≥ 1. Un generatore di questo gruppo ciclico è chiamato radice primitiva modulo n, o anche elemento primitivo di Zn*. In altri termini, un generatore modulo n è un intero g tale che, in modulo n, ogni intero primo con n è congruo ad una potenza di g.

Si consideri per esempio n = 14. Gli elementi di

(Z/14Z)×

sono le classi di congruenza di

1, 3, 5, 9, 11 e 13.

3 è un generatore modulo 14, perché 32 = 9, 33 = 13, 34 = 11, 35 = 5 e 36 = 1 (modulo 14). L'unica altra radice primitiva modulo 14 è 5.

Di seguito vi è una tabella che contiene i più piccoli generatori per diversi valori di n[1]:

n 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
generatore mod n 1 2 3 2 5 3 - 2 3 2 - 2 3

Non è nota nessuna formula generale ragionevolmente semplice per determinare i generatori modulo n. Vi sono però dei metodi per individuare un generatore che sono più veloci della semplice verifica per tentativi di tutti i candidati. Se l'ordine moltiplicativo di un numero m modulo n è uguale alla φ(n) (l'ordine di Z/nZ)×), allora m è un generatore. Si può utilizzare questo test per i generatori:

calcolare φ(n). Quindi determinare i diversi fattori primi di φ(n), siano p1,...,pk. Ora, per ogni elemento m di (Z/nZ)×, calcolare

usando il rapido algoritmo di esponenziazione mediante elevamento al quadrato. Non appena si trova un numero m per il quale questi k risultati sono tutti diversi da 1, allora m è un generatore.

Il numero di generatori modulo n, se ne esistono, è uguale a

φ(φ(n))

dal momento che, in generale, un gruppo ciclico di r elementi possiede φ(r) generatori.

A volte si può essere interessati nei generatori piccoli. Al riguardo sono stati dimostrati i seguenti risultati. Per ogni ε>0 esistono delle costanti positive C e p0 tali che, per ogni primo pp0, esiste un generatore modulo p minore di

C p1/4+ε.

Se l'ipotesi di Riemann generalizzata è vera, allora, per ogni numero primo p, esiste un generatore modulo p minore di

70 (ln(p))2.

I generatori modulo m rivestono un'importanza considerevole in crittografia.

Dimostrazione dell'esistenza di un generatore modulo pk, p dispari

La dimostrazione dell'esistenza del generatore procede dapprima provando che essa esiste per ogni numero primo p, poi dimostrando che, se a è una radice primitiva di p, allora o a o p+a è una radice primitiva di p2, e che questa è poi radice primitiva anche di ogni potenza successiva di p. Infatti, sia a una radice primitiva modulo p. Allora, per definizione di radice primitiva,

 

e p-1 è il più piccolo esponente per cui ciò avviene. Poiché  , l'ordine moltiplicativo di a modulo p2 divide p(p-1), ed è multiplo di p-1, e quindi può essere solamente p-1 o lo stesso p(p-1). In quest'ultimo caso a è una radice primitiva modulo p2; altrimenti, sviluppiamo con la formula del binomio di Newton

 

che non può essere 1, perché altrimenti p dividerebbe ap-2, il che è assurdo, e quindi l'ordine di p+a non è p-1, e deve essere p(p-1), cioè abbiamo trovato una radice primitiva modulo p2.

Per dimostrare la proposizione per pk, con k>2, si procede per induzione: supponiamo che a sia una radice primitiva per tutti i pj con j<k. In particolare,

 

ovvero

 

per un qualche l. Questa relazione vale anche modulo pk; inoltre l'ordine di a modulo pk deve essere un multiplo di  , perché ha quest'ordine modulo pk-1. Quindi, poiché  , l'ordine può essere solo   o  ; in particolare, a è una radice primitiva se il suo ordine è il secondo di questi valori. Se p è un primo dispari,

 

Questa quantità è uguale a 1 se e solo se l è divisibile per p; tuttavia, se lo fosse, si avrebbe

 

contro l'ipotesi che l'ordine di a modulo pk-1 sia  . Questo è assurdo, e quindi l'ordine di a modulo pk è esattamente  , e a è una radice primitiva modulo pk. Per induzione questo è valido per ogni k.

L'estensione ai numeri nella forma 2pk segue immediatamente, perché il gruppo moltiplicativo di questo anello contiene lo stesso numero di elementi di quello dell'anello di pk elementi, ed esiste una corrispondenza biunivoca che conserva le operazioni (ossia un isomorfismo) tra questi due gruppi.

Funzioni simmetriche delle radici primitive modulo p

Indicando con   il generatore di   allora, per quanto precedentemente esposto, tutte le radici primitive modulo p si potranno esprimere come   dove   .

Gauss nelle Disquisitiones Arithmeticae dimostrò agli articoli 80 ed 81 il valore (modulo p primo) della somma delle radici primitive di   e del loro prodotto.

Esse valgono:

  •   dove p primo diverso da 3.(Art.80, DA)
  •   per qualsiasi p primo,   è la funzione di Möbius. Ovviamente Gauss descrisse la funzione di Möbius, che non era stata ancora formalizzata al suo tempo, in maniera equivalente. (Art.81, DA)

La seconda identità si può estendere considerando tutti gli elementi di ordine d con d divisore di p-1. Sia   un elemento di   di ordine d, allora tutti gli elementi di ordine d saranno del tipo   con   e quindi saranno in numero   . La loro somma vale  . Tramite tale formula possiamo calcolare la somma delle potenze k-esime delle radici primitive. Supponiamo che k sia tale che   allora tale elevamento a potenza k manda l'insieme delle radici primitive in sé stesso e pertanto  . Ora consideriamo un k che divida interamente p-1, se  

è radice primitiva (e quindi ha ordine p-1), l'elemento   avrà ordine pari a   quindi l'insieme delle radici primitive (ossia l'insieme degli elementi di ordine p-1) viene mandato nell'insieme degli elementi di ordine   che ha cardinalità   . Tale funzione è iniettiva se e solo se   mentre negli altri casi si assiste ad una "restrizione" delle radici primitive, nel senso che   radici primitive vengono mandate nello stesso elemento di ordine   . Tale funzione è suriettiva, detto ciò per calcolare   basta calcolare la sommatoria degli elementi di ordine   e moltiplicare tale valore per l' "indice di restrizione"   . Quindi  . Sia ora   dove  , quindi   e   pertanto al posto di applicare direttamente la potenza   alle radici primitive, prima applichiamo la potenza   e poi,agli elementi ottenuti, la potenza  . La potenza   manda le radici primitive in sé stesse, la potenza   le fà "restringere" in un sottoordine e pertanto, indicando   in luogo di   otteniamo:

 

Tali formule si rivelano utili per calcolare le varie funzioni simmetriche delle radici primitive, tramite i teoremi newtoniani riusciamo facilmente nell'impresa. Supponiamo di voler calcolare il valore della sommatoria del prodotto delle radici primitive prese due a due, allora tramite i teoremi newtoniani otteniamo che:

 

Considerando ora il polinomio monico delle radici primitive modulo p (primo e diverso da 3) esso sarà di grado  :

 

Si dimostra che valgono le relazioni   . Infatti se   è una radice primitiva allora anche   la è e tali radici sono distinte per p diverso da tre. Valutando i polinomi in queste radici otteniamo:

(1)  

(2)  

moltiplicando la (2) per   otteniamo:

(2)   Sottraendo la (1) alla (2') otteniamo:

(3)  

In particolare il termine   vale   dove p diverso da tre, pertanto per qualsiasi p primo e maggiore di 3 si ha che   è pari e quindi  . Sostituendo tale valore nella (3) otteniamo che l'equazione ha, quindi, grado   e della quale due radici sono   e  ; considerando le altre radici primitive a due a due, l'una l'inverso dell'altra, otteniamo sempre la stessa equazione (3) e quindi, in sintesi, la (3) si annulla per tutte le   radici primitive ed ha grado   . Ma allora è identicamente nulla e quindi   .

Allora in base alle considerazioni precedenti sappiamo:

 

Riportiamo alcuni esempi di tali polinomi:

  •   (Per questo non si può impiegare l'Art.80 di Gauss, ma si è solo verificato "a mano")
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Nei moduli p laddove nel polinomio si assiste ad un "passo" costante tra gli esponenti di x (per esempio per p=5 il passo degli esponenti è 2, come succede per p=13,29) e nominando k il valore di tale "passo", allora in tali moduli l'insieme delle radici primitive è quozientabile tramite il gruppo delle radici k-esime dell'unità , e vale il viceversa.

In particolare se p è un primo di Fermat allora il polinomio delle sue radici primitive sarà:  .

Infatti se p è un primo di Fermat esso è del tipo:   ed il numero delle radici primitive sarà   , tale sarà anche il grado del polinomio delle radici primitive. Per il Piccolo teorema di Fermat l'equazione che ha per radici tutti degli elementi di   è   dove il primo polinomio si annulla solo e solamente per i residui quadratici modulo p (Criterio di Eulero) e poiché le radici primitive non sono residui quadratici, il polinomio delle radici primitive deve fattorizzare il secondo polinomio. Quest'ultimo è monico e di grado  , cioè ha lo stesso grado del polinomo cercato: pertanto lo è.

Note

Bibliografia

Voci correlate

  Portale Matematica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di matematica