Campo di concentramento di Gross-Rosen
Il Campo di concentramento di Gross-Rosen, in lingua tedesca: Konzentrationslager Groß-Rosen o KZ Groß-Rosen, era un lager nazista situato presso l'omonimo villaggio di Gross-Rosen, oggi Rogoźnica, in Polonia nella Bassa Slesia[2]. Il campo fu aperto il 2 agosto 1940[3] come sottocampo di lavoro[4] di Sachsenhausen[5], ma il 1º maggio 1941, divenne indipendente da quest'ultimo[6][7]. Il campo è noto per essere stato uno fra i più famigerati per il trattamento brutale riservato ai prigionieri Nacht und Nebel (Notte e Nebbia) e per aver internato 26,000 donne (la maggior parte delle quali ebree) su un totale di 76.728 prigionieri, che rappresentò «uno dei più grandi gruppi di prigionieri di sesso femminile» in tutto il sistema concentrazionario nazista[8].

Storia
«Istituito nel 1940 come sottocampo del campo di concentramento di Sachsenhausen, il campo prese il nome dal vicino villaggio di Gross-Rosen oggi chiamato Rogoznica. Il villaggio si trova a circa 40 km a sud ovest di Breslavia, nell'attuale Polonia Occidentale». Appena un anno dpo nel 1941, Gross-Rosen divenne un campo di concentramento autonomo[10] con tutte le caratteristiche criminali dell'universo concentrazionario nazista.
Il primo gruppo di prigionieri che arrivò a Gross-Rosen, fu quello di 98 polacchi provenienti da Sachsenhausen[11]. Il campo progettato per ospitare il numero massimo di 12.000 internati, subi' diversi ampliamenti, tanto che nel 1944, la popolazione degli internati veniva stimata in 35.000 unità[12].
Inizialmente gli internati furono obbligati a lavorare nella grande cava di granito, nei pressi del campo di proprietà della DESt, Deutsche Erd- und Steinwerke GmbH («Società tedesca della terra e della pietra»), una società di proprietà delle SS[13] che si occupava dell'estrazione del granito da utilizzare per la creazione dei monumentali edifici che avrebbero dovuto sorgere in tutto il Reich. «L'impresa non risultò particolarmente vantaggiosa, ma ciò nonostante migliaia di belgi, bulgari, danesi, cechi, greci, francesi, polacchi, rumeni, ungheresi, italiani e russi vi condussero una vita di stenti, di fame, di epidemie»[14]. Con la crescita del complesso ed il prosieguo del conflitto molti internati vennero trasferiti nei campi satelliti di Gross-Rosen per lavorare nelle industrie di materiale bellico e di prodotti chimici.
In breve tempo Gross-Rosen si trovò ad amministrare una rete di circa 97 sottocampi, tanto che il 1 gennaio 1945 Gross-Rosen ed i suoi campi satelliti potevano contare su 76.728 prigionieri di cui 26.000 donne, «uno dei più grandi gruppi di prigionieri» donne nel complessivo sistema dei campi di concentramento istituiti dal nazismo[15]
Il lager di Gross-Rosen è famoso per il brutale trattamento riservato ai prigionieri Nacht und Nebel (NN, «notte e nebbia»), principalmente resistenti alle forze tedesche catturati e deportati senza processo e senza che nessuno, neppure i parenti più stretti,
sapesse nulla circa il loro destino (e per questo scomparsi nella «notte e nella nebbia»). La maggior parte della popolazione del campo era comunque formata da ebrei[16] trasferiti inizialmente dai campi di Dachau e Sachsenhausen, e successivamente da Buchenwald. La popolazione ebrea del campo proveniva principalmente dalla Polonia e dall'Ungheria, ma non mancarono internati da Belgio, Francia, Grecia, Jugoslavia, Slovacchia ed Italia.
Raggiunse la massima espansione nel 1944 arrivando a contare un centinaio di sottocampi[17] sparsi tra la Germania orientale e la Polonia. Nel suo ultimo periodo la popolazione del complesso di Gross-Rosen arrivò a contare l'11% del totale degli internati rinchiusi nei campi di concentramento nazionalsocialisti. Un totale di circa 125.000 deportati transitò per il complesso e si stima che di questi circa 40.000 siano morti per il lavoro o durante le marce forzate di evacuazione[18].
Quando il campo stava per essere raggiunto dall'avanzata delle forze sovietiche nel gennaio del 1945, il complesso di Gross-Rosen incominciò ad essere evacuato, cosa che accadde anche per i sottocampi della riva orientale del fiume Oder. «Ai primi di febbraio del 1945, il campo principale e molti sottocampi erano stati completamente evacuati»i. «40.000 prigionieri, la metà dei quali ebrei furono costretti a marce della morte verso ovest, a piedi ed in condizioni brutali». Alcuni fra i sopravvissuti a queste marce furono trasportati su treni a «Bergen-Belsen, Buchenwald, Dachau, Flossenbürg, Mauthausen, Dora-Mittelbau e a Neuengamme. Molti furono i prigionieri che trovarono la morte, per la mancanza di cibo e di acqua, durante quelle evacuazioni, d'altronde le SS uccisero tutti quei prigionieri che erano diventati troppo deboli per continuare "il viaggio"[19].
Il 14 febbraio 1945[20] sopraggiunsero i «reparti della 52.a armata sovietica del fronte ucraino», e liberarono Gross-Rosen[21].
Sottocampi
Alcuni sottocampi di Gross-Rosen vennero adibiti all'internamento femminile (Brunnlitz o Bruennlitz, Graeben, Gruenberg, Gruschwitz Neusalz, Hundsfeld, Kratzau II, Oberalstadt, Reichenbach e Schlesiersee Schanzenbau) e a questo scopo vennero utilizzate circa 500 guardie femminili appartenenti alle SS.
- Langenbielau
- Bunzlau
- Bolkenhain
- Dyhernfurth (sottocampo di Gross-Rosen)
- Kurzbach
- Buchwald-Hohenwiese
- Bad Warmbrunn
- Ebensee
- Gabersdorf
- Gebhardsdorf,
- Lärche,
- Wüstegiersdorf
- Graffenort
- Wolfsberg
- Gräben
- Grulich
- Birnbäumel
- Guben
- Oberwüstegiersdorf
- Halbstadt
- Vrchlabi
- Halbau
- Gassen
- Königszalt
- Bad Charlottenbrunn
- Tannhausen
- Hirschberg
- Gellenau
- Hausdorf
- Kamenz
- Landeshut
- Kretschamberg
- Klein Radisch
- Dörnhau
- Schmiedeberg
- Kratzau
- Gruschwitz
- Christianstadt
- Fürstenstein
- Kurzbach-Gruenthal
- Langenhorn
- Laskowitz
- Lehmwasser
- Lissa
- Liebau
- Ludwigsdorf
- Märzdorf
- Markstädt
- Mährisch-Weisswasser
- Marzbachtal
- Halbstadt
- Friedland
- Hartmannsdorf
- Fünfteichen
- Faulbrück
- Ziellerthal
- Namslau
- Nimptsch
- Niesky
- Neusalz/Oder
- Neiße
- Oberaltstadt
- Erlenbusch
- Aslau
- Treskau
- Parschnitz
- Peterswaldau
- Parschnitz
- Prausnitz
- Schertendorf
- Hundsfeld
- Reichenau
- Rauscha
- Schotterwerk - Sauferwassergraben
- Gräflich Röhsdorf
- Schlesiersee
- Falkenberg
- Eule
- Striegau
- Kaltenbrunn
- Bad Salzbrunn
- Mittelsteine
- Schweidnitz
- Freiburg
- Neuhammer
- Trutnov
- Kittlitztreben
- Wüstewaltersdorf
- Waldenburg
- Hochweiler
- Wittichenau
- Breslau
- Sackisch
- Görlitz
- Grünberg
- Kaltwasser
- Zittau
Le categorie degli internati
Oskar Schindler e Gross-Rosen
Oskar Schindler, imprenditore tedesco famoso per aver salvato, durante la seconda guerra mondiale, circa 1.100 (o come riportato sulla sua lapide, 1.200) ebrei dallo sterminio con il pretesto di impiegarli come personale necessario allo sforzo bellico presso la sua fabbrica di oggetti smaltati, la D.E.F. (Deutsche Emaillewaren-Fabrik) nel distretto industriale di Zablocie, a Cracovia, ebbe un ruolo importante nelle vicende di uno dei più importanti sottocampi di Gross-Rosen: Bruennlitz, sede di una fabbrica di sua proprietà. Il «sottocampo con sede di una ex fabbrica tessile venne svuotato grazie agli sforzi di Oskar Schindler. Dopo la chiusura del campo di Cracovia-Plaszow, 1.100 prigionieri ebrei che avevano lavorato lì per Schindler furono trasferiti presso il nuovo campo di Bruennlitz»[22]. Grazie a questo "trasferimento" riuscirono a sopravvivere alla guerra e vennero liberati nel maggio 1945.
Prigionieri famosi legati a Gross-Rosen
- Paolo Carpi (figlio di Aldo Carpi), 17 anni, ucciso a Gross-Rossen con una iniezione letale[24]
Gross-Rosen nella Memoria
Note
- ^ ANED - Associazione Nazione Ex Deportati Politici Nei Campi Nazisti
- ^ Storia del campo nel sito del Museo di Rogoźnica
- ^ Data dell'apertura del campo (1940)
- ^ Gross-Rosen nella scheda di Yad Vashem
- ^ Gross-Rosen prima sottocampo di Sachsenhausen nel sito dell'ANED
- ^ Gross-Rosen indipendente da Sachsenhausen nel 1941
- ^ Gross-Rosen in Lower Silesia becomes a satellite station of Sachsenhausen. (On May 10, 1941, it becomes an independent concentration camp.) [1]
- ^ Le donne internate a Gross-Rosenn nel sito dewll'USHMM
- ^ La stessa scritta dell'ingresso dei campi di Auschwitz I, Dachau, Flossenbürg, Sachsenhausen e Terezin
- ^ Scheda con caratteristiche del campo nel sito dell'USHMM
- ^ Scheda ANED su Gross-Rosen
- ^ Scheda ANED su Gross-Rosen
- ^ ANED: La DESt era propietaria oltre che di quella di Gross-Rosen anche delle cave di pietra di Mauthausen, Flossenbürg, Natzweiler e della mattonaia di Neuengamme
- ^ Scheda ANED sul campo di Goss-Rosen
- ^ SScheda di Goss-Rosen nel sito dell'USHMM
- ^ «Tra il 1944 e il '45 il numero degli internati aveva raggiunto quasi i 100.000, di cui gli ebrei rappresentavano circa il 40 per cento», Dizionario dell'Olocausto, voce: Gross-Rosen, pag.371
- ^ [http://www.deportati.it/lager/grossrosen/grossrosen.html Scheda ANED su Goss-Rosen
- ^ Dizionario dell'Olocausto di Walter Laqueur e Judith Tydor Baumel. Due volumi di cento autori di undici paesi. Edizione italiana a cura di Alberto Cavaglion con introduzione di Gad Lerner, volume I: pagine 372. Su licenza di Giulio Einaudi Editore, edizione speciale Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2012, ISBN 977-11-2860814-0
- ^ The Liberation of Gross-Rosen nella scheda del campo dell'USHMM
- ^ The Liberation Of Gross-Rosen nel sito dell' United States Holocaust Memorial Museum
- ^ Scheda ANED sul campo
- ^ Oskar Schindler nella storia del campo di Gross-Rosen dell' USHMM
- ^ Il Museo di Rogoźnica
- ^ Ibio Paolucci -Biblioteca - TR febbraio 1998 - ANED
Bibliografia
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su campo di concentramento di Gross-Rosen