La Romuva, è un movimento religioso neopagano, nato di recente come continuazione contemporanea delle tradizionale religione etnica praticata in Lituania prima della cristianizzazione nel 1387.

Simbolo della Chiesa di Romuva su una bandiera.
Stilizzazione dell'Albero del Mondo, Austras Koks ("albero del crepuscolo"), usato anche come simbolo Romuva.
Credenti del culto Romuva in abiti tradizionali lituani.

Origini

Etimologia

I termini Romuva, Romove e Ruomuva derivano dal vocabolo antico prussiano Romowe, che significa "tempio" o "santuario"[1]. La radice del termine ram-/rām-, nelle lingue baltiche significa "calma, serenità, quiete"[2], e deriva dal protoindoeuropeo *(e)remǝ-, "stare in quiete"[3].

Storia

Il nucleo originale delle credenze religiose si sviluppò presso i Pruzzi, popolazione insediata tra i fiumi Nemunas e Minge, avente come principale centro religioso nella Sambia, dove era presente un santuario chiamato semplicemente Romowe, ossia il Tempio. Assieme alla Dievturi, religione indigena simile diffusa in Lettonia, fu la religione pagana che perdurò più a lungo in Europa, in quanto Lettonia e Lituania furono tra le ultime nazioni europee a venire cristianizzate. Nonostante le crociate del Nord iniziate nel 1199[4], costituivano la religione di Stato del Granducato di Lituania finchè quest'ultimo si unì Regno di Polonia nel 1386 accettando l'Unione di Krewo.

Credenze

La Romuva è una religione pagana politeistica che sostiene la sacralità della natura come anche la venerazione degli antenati. Gli aderenti della Romuva ritengono che l'anima di coloro che muoiono continui ad esistere nell'aldilà e stia insieme alla famiglia vivente e ai discendenti.

Rituali

Lo aukuras baltico o "altare del fuoco" è un altare di pietra sul quale viene ritualmente acceso un fuoco. I partecipanti si lavano le mani e la faccia prima di avvicinarsi all'aukura, e poi cantano le dainas o inni rituali quando il fuoco viene acceso. Cibo, bevande, erbe e fiori sono offerti alla fiamma quando il gruppo canta le dainas. Dopo le prime offerte, i partecipanti offrono il loro contributo verbale o silenzioso che viene portato agli dèi e agli antenati insieme al fumo e alle scintille del fuoco.

Divinità Romuva

Repressione sovietica

L'Unione Sovietica occupò con la forza la Lituania nel 1940 e la rinominò Repubblica Socialista Sovietica Lituana. A causa della natura nazionalista della Romuva, questa fu soppressa durante l'occupazione sovietica e molti praticanti furono giustiziati o deportati nei gulag in Siberia. Si sa che è esistito un gruppo clandestino romuva nel campo di lavoro di Inta, in Russia. Dopo che i membri furono rilasciati e poterono tornare in Lituania intorno al 1960, Jonas Trinkunas (nato nel 1939) formò la Vilnius Ethnological Ramuva e iniziò ad organizzare celebrazioni pubbliche delle festività religiose tradizionali lituane nel 1967. Nel 1971 i sovietici espulsero i membri della Romuva dall'università che frequentavano ed esiliarono i loro dirigenti.

Durante la Guerra Fredda quasi tutta l'attività organizzata della Romuva era localizzata in America Settentrionale. Però, dal 1988 quando il potere dell'Unione Sovietica stava svanendo e l'indipendenza lituana era all'orizzonte, i gruppi della Romuva cominciarono a riorganizzarsi nelle nazioni baltiche e a praticare apertamente la loro religione. Sotto gli auspici della "Legge sulle Associazioni e Comunità Religiose", approvata in Lituania nel 1995, la Romuva ottenne il riconoscimento come religione "non-tradizionale". La legge lituana infatti richiede un minimo di 25 anni di esistenza perché una religione possa ricevere il sostegno statale riservato alle religioni "tradizionali".

Diffusione

Ci sono aderenti alla Romuva in tutto il mondo, ma la religione esiste principalmente in Lituania e nelle nazioni dell'ex blocco sovietico. La Romuva ha legami stretti con il sentimento nazionalista lituano e baltico. Per essere accettati dalla comunità religiosa della Romuva non è necessario avere antenati lituani. Praticare la Romuva è considerata da molti aderenti come una forma di orgoglio culturale, insieme alla celebrazione di forme tradizionali d'arte, narrare il patrimonio popolare baltico, praticare le festività tradizionali, suonare musica tradizionale baltica, cantare le tradizionali dainas o inni e canzoni come anche l'attivismo ecologico e la gestione di luoghi sacri.

Note

  1. ^ (EN) Vilius Rudra Dundzila e Michael F. Strmiska, Romuva: Lithuanian Paganism in Lithuania and America, in Modern Paganism in World Cultures: Comparative Perspectives, ABC-CLIO, 2005, p. 246, ISBN 9781851096084.
  2. ^ (EN) Gabriel Ignatow, Cultural Heritage and the Environment in Lithuania, in Transnational Identity Politics and the Environment, Lexington Books, 2007, p. 102, ISBN 978-0739120156.
  3. ^ Template:Citacita web
  4. ^ (EN) Erik Christiansen, The Northern Crusades, Londra, Penguin Books, 1997, p. 287, ISBN 0-14-026653-4.

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