Damone e Finzia

Damone (in greco Δάμων, Damon) e Pizia (in greco Φιντίας, Pinthias, quindi "Finzia"[1][2], cambiato in Pythias da Richard Edward in una sua opera del 1564 e diffusosi in questa forma[1]) sono due protagonisti di una leggenda greca che simboleggia la fiducia e la lealtà in un rapporto di vera amicizia. La storia è di Aristosseno, giuntaci tramite Giamblico nel De vita pythagorica[2]; dopo di lui, la leggenda è stata riportata da diversi altri, fra i quali Cicerone (nel De officiis), Valerio Massimo (nel De amicitiae vinculo) e Diodoro Siculo.
Leggenda
Nel IV secolo a.C., Pizia e Damone, due cari amici e seguaci del filosofo Pitagora, si recano a Siracusa; qui, Pizia contesta il dominio tirannico di Dionisio I, e viene quindi condannato a morte[3][4] (secondo altre versioni, l'accusa è falsa, orchestrata dai cortigiani di Dionisio per mettere alla prova l'amicizia dei due)[2].
Pizia chiede che gli sia permesso di fare ritorno per un'ultima volta a casa, per salutare la sua famiglia e disporre delle sue cose, ma Dionisio rifiuta, convinto che se gli fosse concesso, Pizia coglierebbe l'occasione per fuggire. Damone si offre allora di prendere il posto di Pizia mentre questi è via: Dionisio accetta, a condizione che, se Pizia non dovesse fare ritorno, Damone verrà giustiziato al suo posto[1][3][4].
Damone accetta le condizioni, e Pizia parte; tuttavia, il tempo passano e Pizia non ritorna. Giunto il giorno dell'esecuzione, Dionisio dà il via ai preparativi per uccidere Damone, deridendolo per la sua malriposta fiducia; Damone rimane però convinto che l'amico farà ritorno, e infatti appena prima che il boia esegua il suo compito, Pizia arriva sulla scena[1][3][4]. Scusandosi con Damone per il ritardo, Pizia spiega che la nave su cui si trovava per tornare a Siracusa era stata colta da una tempesta, e poi dei banditi l'avevano aggredito luingo la strada, ma era riuscito ad arrivare giusto in tempo[4].
Stupito e compiaciuto da questa prova di forte lealtà, Dionisio decide di perdonarli entrambi, e chiede anche di poter diventare a sua volta loro amico[1][2][3][4].
Opere derivate
La leggenda ha ispirato un buon numero di opere letterarie, teatrali e cinematografiche[3]; già nel XVI secolo Richard Edward compose l'opera Damon and Pythias; del 1800 è Damon and Pythias: A Tragedy in 5 Acts, di John Bynum, mentre nel 1908 viene prodotto da Otis Turner il film muto Damon and Pythias, di cui lo stesso registo realizzerà un remake omonimo nel 1914.
Note
Bibliografia
- Robert Aldrich e Garry Wotherspoon, Who's who in Gay and Lesbian History: From Antiquity to World War II, Psychology Press, 2002, ISBN 0-203-98675-X.
- William J. Bennett, The Book of Virtues for Young People: A Treasury of Great Moral Stories, Simon and Schuster, 1997, ISBN 0-689-81613-8.
- Morton S. Freeman, A New Dictionary of Eponyms, Oxford University Press, 1997, ISBN 0-19-509354-2.