Nuovo PSI

partito politico italiano
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Il Nuovo PSI (in precedenza noto come Partito Socialista - Nuovo PSI) è un partito politico italiano fondato il 19 gennaio 2001, attualmente guidato da Stefano Caldoro.

Nuovo PSI
PresidenteStefano Caldoro
SegretarioLucio Barani
VicesegretarioFrancesco Pizzo, Laura Schianchi
VicepresidenteRoberto Scheda
CoordinatoreAntonino Di Trapani
StatoItalia (bandiera) Italia
SedePiazza di Pietra, 44 Roma
Fondazione19 gennaio 2001
IdeologiaSocialismo liberale,[1]
Riformismo[1]
CollocazioneCentro-destra
CoalizioneCasa delle Libertà
(2001-2008)
Coalizione di centro-destra del 2008
Coalizione di centro-destra del 2013
Seggi CameraTemplate:Partito politico/seggi
Seggi SenatoTemplate:Partito politico/seggi (in GAL)
Seggi EuroparlamentoTemplate:Partito politico/seggi
Seggi Consigli regionaliTemplate:Partito politico/seggi
TestataSocialista Lab
Sito webwww.nuovopsi.net

Il suo organo ufficiale è Socialista Lab.

Storia

La fondazione

Nato per iniziativa di Gianni De Michelis e Claudio Martelli, già protagonisti del Partito Socialista Italiano, durante il congresso costitutivo al Palavobis di Milano è stata ufficializzata la scelta di partecipare alla Casa delle libertà.

Alla base di questa scelta vi sono soprattutto i dissidi con i Democratici di Sinistra, indisponibili a rivalutare la figura di Bettino Craxi dopo le condanne seguite a Tangentopoli.

La presenza nell'esecutivo

La vittoria del centro-destra alle elezioni politiche del 2001 permette la nascita del Governo Berlusconi II, dove Caldoro assume l'incarico di Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

Nella quota proporzionale della Camera dei deputati, i voti raccolti sono 350 000, pari all'1%; la soglia di sbarramento del 4% viene aggirata grazie ad un accordo con gli alleati riguardante i collegi uninominali.

Risultano dunque eletti Bobo Craxi e Vincenzo Milioto in Sicilia, Francesco Crinò (candidato per Palazzo Madama) in Calabria e la giovane Chiara Moroni in Lombardia.

Quest'ultima, figlia del parlamentare socialista Sergio, nel corso della XV legislatura è sovente vittima di attacchi verbali da parte di esponenti della Lega Nord.

Il terzo congresso nazionale del 2003 si conclude con la riconferma alla segreteria di Gianni De Michelis e l'ingresso del noto sindacalista Agostino Marianetti e dell'ex presidente delle Ferrovie dello Stato Lorenzo Necci.[2].

I tentativi di unità dei socialisti e il dialogo con le formazioni liberali

  Lo stesso argomento in dettaglio: Socialisti Uniti per l'Europa.

Il gruppo dirigente tenta inoltre di ricomporre il quadro delle formazioni socialiste promuovendo una lista unitaria per le europee del 2004, al fine di recuperare la storia comune e misurarsi come forza politica[3]

I Socialisti Democratici Italiani preferiscono aderire al progetto riformista di Romano Prodi, ribattezzato "Uniti nell'Ulivo".

Gli altri soggetti d'area decidono invece di non partecipare ad alcuna competizione, svolgendo pura testimonianza ideale.

Il cartello promosso con il Movimento di Unità Socialista di Claudio Signorile, "Socialisti Uniti per l'Europa", raccoglie un onorevole 2% a livello nazionale ed elegge due parlamentari europei.

Entrambi prenderanno parte al Gruppo dei Non Iscritti del Parlamento europeo.

In quello stesso periodo viene avviato un dialogo con il Partito Liberale Italiano di Stefano De Luca e il PRI di Francesco Nucara.

Regionali 2005: i malumori nella CdL

In occasione delle elezioni regionali, il Nuovo PSI si presenta insieme alle liste della CdL (ad eccezione che in Basilicata e Umbria, dove preferisce correre da solo). Viene confermato il punto di forza in Calabria, dove il partito raggiunge il 5,4%, la punta più alta in assoluto.

A seguito di questi risultati, emerge nel partito la figura di Saverio Zavettieri, leader calabrese del Nuovo PSI, che più tardi nel giugno 2005 si candiderà al di fuori dei due poli alle elezioni suppletive della Camera raggiungendo il 15% dei consensi e superando il candidato della Casa delle Libertà, fermo al 14,5%.

La CdL, in ogni caso, perde le regionali, la coalizione di centrosinistra si aggiudica infatti 12 regioni su 14: questo episodio determina la crisi di governo e costringe Berlusconi a dimettersi e a formare un nuovo esecutivo per riconquistare la fiducia e l'appoggio degli alleati. In questa fase, Stefano Caldoro viene promosso Ministro per l'Attuazione del Programma di Governo[4] e la rappresentanza del Nuovo PSI nel governo si allarga con le nomine di Giovanni Ricevuto a Viceministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e Mauro Del Bue a Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il congresso della discordia

Una corrente del Nuovo PSI, su spinta di Bobo Craxi e Saverio Zavettieri, chiede di dichiarare conclusa l'alleanza con la CdL e di ricercare un'intesa a sinistra per raggiungere l'unità delle forze socialiste. De Michelis non è d'accordo e afferma che ci dev'essere sì una disponibilità all'apertura verso sinistra, ma non bisogna fare di questo il motivo conduttore del congresso in arrivo, decisivo per stabilire le nuove alleanze.

Il Nuovo PSI, dunque, guarda all'evoluzione dello scenario socialista: in primo piano abbiamo l'accordo fra lo SDI ed i Radicali Italiani, che organizzano, nel settembre 2005, la convention laica, socialista, radicale e liberale con l'obiettivo di gettare le basi per un nuovo soggetto politico sul modello di Fortuna, Blair e Zapatero.

Tale progetto si concretizzerà, poi, con la costituzione della Rosa nel pugno, alleanza elettorale che aderirà alla coalizione di centrosinistra, L'Unione.

Rappresentanti del Nuovo PSI partecipano all'iniziativa e c'è un simbolico abbraccio tra Gianni De Michelis ed Enrico Boselli, leader dello SDI, ma la strada per l'unità socialista a sinistra viene reputata ancora lunga e faticosa.

Le diverse anime del partito emergono nel difficile congresso straordinario che il partito tiene dal 21 al 23 ottobre 2005 presso la Fiera di Roma.

È il momento della conta fra le due mozioni:

  • La prima mozione, presentata dal segretario nazionale Gianni De Michelis, chiede di valutare le condizioni, cercando di perseguire l'obiettivo dell'unità socialista, ma verificando prima la natura delle future alleanze: sostiene che non si può decidere, in quella data, di abbandonare definitivamente la Casa delle Libertà. A sostegno di questa tesi si schierano il ministro Stefano Caldoro, la deputata Chiara Moroni, l'europarlamentare Alessandro Battilocchio, che non vogliono scendere a patti con quei soggetti politici (il riferimento è ai post-comunisti) che sono stati artefici della diaspora socialista sul finire della Prima Repubblica.
  • La seconda mozione, presentata da Bobo Craxi, chiede di tagliar corto col passato e di uscire immediatamente dal Governo di centrodestra, dichiarare conclusa l'alleanza con la CdL e perseguire l'unità socialista nel centrosinistra. Favorevole a questa strada sono la consistente corrente calabrese di Zavettieri ed il senatore Francesco Crinò.

Il congresso fa vivere momenti molto convulsi: in aula si creano tafferugli e la stragrande maggioranza dei delegati che sosteneva la mozione De Michelis abbandona l'aula mentre la parte restante dei partecipanti acclama Craxi nuovo segretario.

La fase di transizione in attesa del verdetto

Da questo momento nasce il paradosso dell'esistenza di due Nuovi PSI: sia Craxi sia De Michelis si auto-dichiarano segretari. Pochi giorni dopo, una sentenza della commissione di garanzia del partito mette provvisoriamente ordine fra le carte: il convulso congresso viene dichiarato nullo perché non c'è stato l'accreditamento dei delegati. Pertanto De Michelis viene confermato alla guida del Nuovo PSI, unico titolare del nome e del simbolo del partito. Craxi presenta ricorso.

Con lo svolgimento del consiglio nazionale, il 29 ottobre, che riconferma la fiducia a De Michelis, si forma all'interno del partito un terzo fronte, sostenuto dal Ministro Caldoro e della deputata Moroni, che sceglie di stare con De Michelis per evitare altre spaccature ma non ne condivide la linea politica e che si astiene nella votazione della fiducia.

Ma il 28 dicembre 2005 arriva la sentenza del Tribunale Civile di Roma ed in primo grado il giudice monocratico accoglie il ricorso presentato da Bobo Craxi e lo proclama segretario nazionale del Nuovo PSI, riconoscendogli piena titolarità legale del nome e del simbolo del partito. De Michelis, tuttavia, non rinuncia alla battaglia legale, presenta appello, che sarà giudicato valido con sentenza di secondo grado in via definitiva il 25 gennaio 2006, sempre per ordinanza dello stesso Tribunale di Roma, che decreta la nullità del congresso di ottobre, e ritorna legale rappresentante del partito. A questa sentenza Bobo Craxi non presenterà alcun appello di fatto riconoscendo la veridicità dei fatti.

La scissione: De Michelis nella CdL e Craxi nell'Unione

La scissione definitiva e perentoria si consuma a gennaio 2006.

Il 7 gennaio, già prima della sentenza di appello, Craxi annuncia ufficialmente di abbandonare la Casa delle Libertà e di sottrarre l'appoggio al Governo. Craxi, al tempo stesso, comunica che il suo gruppo non confluirà nella Rosa nel Pugno, in quanto l'intesa radical-socialista rappresenta una cosa diversa dall'auspicata unità dei socialisti. Successivamente fonderà, pertanto, un nuovo movimento, I Socialisti, e si presenterà autonomamente all'interno dell'Unione.

Il 12 gennaio De Michelis ribadisce l'appartenenza del Nuovo PSI alla Casa delle Libertà, dopo aver già avviato contatti per raggiungere un accordo elettorale con la Democrazia Cristiana per le Autonomie di Gianfranco Rotondi e presentare una lista unitaria alle elezioni politiche. L'adesione al centrodestra è annunciata in una conferenza stampa con il Presidente del Consiglio in carica, Silvio Berlusconi.

Politiche 2006: alleanza con la DC di Rotondi

La lista unica DCA-NPSI punta a rappresentare una terza identità: un ritorno alle ideologie del passato ritenute ancora valide per la politica attuale. All'indomani delle elezioni politiche, tuttavia, la lista ottiene una media di voti inferiore alle aspettative: 285 000 alla Camera (0,7%) e 190 000 al Senato (0,6%). In ogni caso, grazie alle norme previste dalla legge elettorale appena introdotta, partecipa alla ripartizione dei seggi della Camera in qualità di miglior perdente della coalizione essendo stata la lista più votata al di sotto della clausola di sbarramento del 2%.

Il Nuovo PSI elegge quattro deputati. Due nelle liste DCA-NPSI: De Michelis, che poi però opta per la carica di parlamentare europeo lasciando così il posto a Lucio Barani, e Mauro Del Bue. Due nelle liste di Forza Italia: Chiara Moroni[5] e Giovanni Ricevuto. Tuttavia questi ultimi, non condividendo il percorso politico di Gianni De Michelis, decidono di lasciare il partito e di aderire al gruppo parlamentare di Forza Italia, del quale la Moroni diventa Vicepresidente. Il Nuovo PSI rimane dunque con una rappresentanza parlamentare di due deputati, Barani e Del Bue, che aderiscono al gruppo parlamentare Democrazia Cristiana-Partito Socialista.

All'indomani delle elezioni che vedono la vittoria del centrosinistra e la costituzione del Governo Prodi II, il Nuovo PSI sceglie la linea dell'autonomia: si dichiara indipendente dai poli e già al referendum costituzionale del 2006 sulla riforma federalista lascia libertà di voto ai suoi elettori. Si dichiara all'opposizione del governo di centrosinistra, esprimendosi criticamente nei confronti della Legge Finanziaria del 2007 ma, insieme all'UDC ed al PRI, non partecipa alla manifestazione di protesta organizzata dalla CdL, preferendo le vie parlamentari.

Il Congresso e la scissione De Michelis-Caldoro

  Lo stesso argomento in dettaglio: Partito Socialista (Italia).

Ad aprile 2007, il segretario dello SDI Enrico Boselli lancia una Costituente Socialista, con l'obiettivo di far nascere una nuova forza ispirata alla socialdemocrazia. In questa circostanza, e in previsione del futuro appuntamento congressuale, De Michelis si esprime in favore della proposta, con l'obiettivo di raggiungere l'unità dei socialisti nel centrosinistra.

A questo punto, il Nuovo PSI si spacca nuovamente in due tronconi: il Coordinatore nazionale e già ministro Stefano Caldoro è contrario alla Costituente e sostiene che il partito debba mantenere la scelta di campo effettuata nel 2001 rimanendo organico alla CdL.

Il Congresso è convocato dal Consiglio Nazionale per il 23 e 24 giugno (al termine di una riunione burrascosa e piena di scontri, ma chiusasi all'unanimità). Il 26 maggio De Michelis riconvoca il CN perché ritiene che il termine per la presentazione delle mozioni sia stato fissato illegittimamente (e stabilisce una nuova data per il Congresso: il 7 e 8 luglio). L'area vicina a Stefano Caldoro ritiene illegittima quest'ultima presa di posizione e decide di proseguire nello svolgimento del congresso del 23-24 giugno all'Hotel Midas di Roma, data prefissata dal Consiglio Nazionale: in quel Congresso viene eletto segretario nazionale del Nuovo PSI Stefano Caldoro, che ribadisce l'appartenenza del partito alla Casa delle Libertà. È sostenitore di queste posizioni anche il deputato Lucio Barani.

Due settimane più tardi si svolge il congresso della componente di De Michelis che approva la sua mozione con la quale aderisce alla Costituente Liberal socialista insieme allo SDI di Boselli ed ai Socialisti Italiani di Bobo Craxi, abbandonando la CdL. Questo congresso elegge segretario nazionale Mauro Del Bue, deputato, mentre De Michelis viene proclamato presidente. È sostenitore di queste posizioni anche l'europarlamentare Alessandro Battilocchio.

Si sono svolti, pertanto, due congressi paralleli la cui legittimità è stata oggetto di indagine dei tribunali. Nel settembre 2007 fu ufficializzata la scissione del gruppo di De Michelis ed il nome Nuovo PSI rimase al gruppo di Stefano Caldoro.

All'interno del Popolo della Libertà

  Lo stesso argomento in dettaglio: Popolo della Libertà.

In occasione dell'annuncio di Silvio Berlusconi, circa la creazione del nuovo soggetto unitario de il Popolo della Libertà per le elezioni politiche del 2008, Caldoro e Moroni decidono di presentarsi in quelle liste, in posizioni sicure.

Il partito continuerà tuttavia a presentare il proprio simbolo alle elezioni amministrative e regionali, e ad avere una struttura definita.

Anche alle elezioni regionali del 2010, che vedono l'elezione di Caldoro alla presidenza della Regione Campania, il Nuovo PSI si presenta autonomamente dal PdL in Piemonte, Liguria e Campania (in quest'ultima regione si presenta in una lista comune con MpA, PRI e Italiani nel Mondo, eleggendo fra i suoi esponenti 3 consiglieri regionali), alle amministrative del 2012 si presenta autonomamente due volte: alle provinciali di Latina (in lista unitamente a La Destra), a Carrara (assieme a La Destra e al PdL) e a Castrovillari (in provincia di Cosenza) dove, sempre assieme a La Destra ha formato una lista che però ha sostenuto il candidato del PdL Mario Rosa.

Il 25 giugno 2011 Lucio Barani viene eletto nuovo Segretario nazionale del partito e Stefano Caldoro ne diventa Presidente[6].

In occasione delle elezioni politiche del 2013 il Nuovo PSI decide di ripresentarsi all'interno delle liste del PdL, pervenendo all'elezione al Senato del medesimo Barani.

Elezioni Amministrative

Alle elezioni amministrative il partito si presenta in vari comuni. A Bari, dove sostiene Domenico Di Paola, riceve l'1,12% dei consensi.

Ideologia

I suoi valori sono riconducibili al Socialismo liberale teorizzato da Carlo Rosselli, i cui insegnamenti sono stati recepiti dalla "corrente autonomista" di Pietro Nenni e Craxi.

Gli altri precursori ideali sono Filippo Turati, Giacomo Matteotti, Sandro Pertini, e Giuseppe Saragat.

Struttura

Segretari

Presidenti

Vice Segretari

Dirigenti

  • Sergio Passariello (2009-2012) Responsabile Nazionale Ufficio di Segreteria Attività Produttive PMI-Artigianato

Portavoce

Risultati elettorali

Voti % Seggi
Politiche 2001 Camera 353.269 0,95 3
Senato nella Casa delle Libertà 1
Europee 2004 nei Socialisti Uniti per l'Europa 2
Politiche 2006
(Lista DC-Partito Socialista)
Camera 285.474 0,74 4
Senato 190.724 0,55 0
Politiche 2008 Camera nel Popolo della Libertà 2
Senato - - -
Politiche 2013 Camera - - -
Senato nel Popolo della Libertà 1

Congressi

  • I Congresso - Milano, 19-20 gennaio 2001
  • II Congresso - Roma, 15-16 dicembre 2002
  • III Congresso - Roma, 11-13 aprile 2003
  • IV Congresso - Roma, 21-23 gennaio 2005
  • V Congresso (invalidato) - Roma, 21-23 ottobre 2005
  • V Congresso - Roma, 23-24 giugno 2007

Organo di partito: Socialista Lab

Socialista Lab
Stato  Italia
Linguaitaliano
Periodicitàquotidiano
GenereQuotidiano politico
FormatoTabloid
Fondazione2004
SedePiazza di Pietra, 44
00186 Roma
EditoreComunicazione ed Informazione Srl
DirettoreStefano Caldoro
Sito webwww.socialistalab.it/

Socialista Lab è il quotidiano ed organo ufficiale del Nuovo PSI.

Il giornale è stato fondato nel 2004 dal gruppo dirigente del Nuovo PSI per avere un organo di stampa legato al partito.

Nel 2007 a seguito della divisione tra chi ha aderito alla costituente socialista e chi ha deciso di rimanere nella Casa delle Libertà, il giornale passa a quest'ultimo gruppo e Stefano Caldoro ne assume la direzione politica.

Il nome è ambivalente, infatti Lab significa al contempo laburista e laboratorio, pertanto il giornale si pone di essere un laboratorio del socialismo laburista e riformista.

Note

Collegamenti esterni