Giorgio Parodi

aviatore italiano
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Giorgio Parodi (Venezia, 1897Genova, 18 agosto 1955) è stato un aviatore italiano, pluridecorato al valor militare e cofondatore dell'azienda motociclistica Moto Guzzi.

Giorgio Parodi (a destra) nel 1935 all’arrivo del T.T.250, stringe la mano al vincitore: Stanley Woods su di una moto Guzzi
«Preoccupatevi degli interessi del nostro Paese più che del vostro. Non circondatevi di troppi agi; non sottraetevi al servizio militare, né al pagamento delle tasse. Siate indulgenti con gli altri e severi con voi stessi. Prego Iddio che i vostri figli siano la gioia della vostra vita come voi lo siete per me.»

Biografia

Si arruolò volontario nella prima guerra mondiale dove fu pilota dell'aviazione e ottenne tre medaglie d'argento. In quel periodo conobbe il meccanico di aerei Carlo Guzzi col quale condivideva la passione per le moto e le corse motociclistiche.

Grazie al prestito di duemila Lire ottenuto dal padre Emanuele Vittorio, noto armatore genovese, il 15 marzo 1921 fondò a Genova la "Società Anonima Moto Guzzi", insieme al suo amico Carlo. La produzione cominciò in un piccolo stabilimento a Mandello del Lario in provincia di Lecco.

La prima moto sviluppata dai due fu la G.P., nome derivato dalle iniziali di Guzzi e Parodi. "G.P." erano però anche le sue iniziali, per cui Giorgio, onde evitare fraintendimenti e con un grande gesto di lealtà e di generosità verso il progettista Carlo Guzzi, decise di cambiare il nome della moto commerciale derivata dalla G.P. (la Normale) in Moto Guzzi, riservandosi la scelta del logo con l'aquila d'oro, simbolo degli aviatori militari.

Nel 1935 partì, di nuovo volontario, per la guerra d'Etiopia e ottenne un'altra medaglia, di bronzo, per l'attacco a volo radente dell'aeroporto di Addis Abeba.

Volontario per la terza volta allo scoppio della seconda guerra mondiale, il 15 giugno 1940, durante una ricognizione fotografica sul porto di Tolone, il bimotore da lui pilotato venne colpito dalla contraerea, incendiandosi. Parodi rimase ai comandi per consentire ai sopravvissuti dell'equipaggio di lanciarsi, per a sua volta paracadutarsi in mare. Ancora una medaglia d'argento gli venne conferita nel 1942 quando, in Africa settentrionale, decollò alla ricerca di un aereo non rientrato dalla missione. Durante il lungo volo sul deserto un motore andò in avaria ed esplose causandogli serie ferite al volto. Malgrado ciò fornì al secondo le indicazioni per il rientro e una volta atterrato riferì sulle ricerche e diede istruzioni su come continuarle, dopodiché venne operato ma le gravi lesioni gli causarono la perdita di un occhio e non poté più volare.

Parodi, che fu mentore della pioniera dell'aviazione Carina Massone Negrone, morì nel 1955 lasciando una figlia (Marina) e due figli (Roberto e Andrea) nati in seguito al matrimonio (avvenuto a Genova nel novembre del 1937) con Elena Cais dei conti di Pierlas, nipote del famoso storico nizzardo Eugenio Cais di Pierlas.

A Genova, nel quartiere di Albaro, la strada che unisce via Angelo Orsini e Via Puggia è intitolata a Giorgio Parodi "aviatore pluridecorato al valor militare".

Lo sport

Giorgio Parodi fu un grande appassionato degli sport motoristici. Sui campi di gara si presentava spesso sotto lo pseudonimo di "Lattuga", come al tempo usavano molti piloti delle famiglie nobili o molto conosciute, per riservatezza. Aveva scelto tale nomignolo perché definiva una verdura tra le più umili, privo di ogni enfasi e adatto a sottolineare il principio di essenzialità che caratterizzò tutta la sua vita.

Nel periodo tra le due guerre fu pilota istruttore e da competizione. Vinse il IV Avioraduno del Littorio, tenutosi a Rimini il 15 luglio 1939. Nello stesso anno e a bordo dello stesso aereo SAI 7, conquistò il primato mondiale di velocità di volo in circuito chiuso sulla distanza di 100 km, alla media di 392 km/h.

Nel campo motociclistico Parodi rappresentò la vera anima sportiva della Moto Guzzi, in perenne "lotta" con il socio Carlo Guzzi che avrebbe preferito dedicare i suoi preziosismi tecnici esclusivamente a migliorare l'affidabilità, le prestazioni e il comfort della produzione di serie.

L'attività sportiva della Guzzi, sotto la direzione di Parodi, fu improntata alla minuziosa attenzione e controllo di ogni particolare, oltre che a uno spirito di competizione che si rifaceva alle norme cavalleresche osservate dagli aviatori della prima guerra mondiale. Ad esempio, quando la sua scuderia vinceva la gara faceva accompagnare il pilota alla premiazione da un solo rappresentante dell'azienda, scelto a turno tra i più meritevoli. Invece, quando la vittoria andava agli avversari, tutti gli addetti della squadra e i piloti, senza eccezioni, avevano ordine di presenziare sotto il podio per applaudire il vincitore.[2]

Onorificenze[3]

  • Cinque medaglie d'argento
  • Una medaglia di bronzo

Note

  1. ^ Massimo Zamorani, Il pilota «lattuga» che fondò la Guzzi, Il Giornale, 18 agosto 2005
  2. ^ Gianni Perrone, Moto Guzzi 4 "La Romana", Moto Storiche - 12/1997, Editoriale C&C, Milano
  3. ^ Associazione Arma Aeronautica Genova - Gruppo Ricerche Storiche - Giorgio Parodi

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