Allargamento della zona euro
L'euro fu introdotto come unità di conto virtuale il 31 dicembre 1998 in 11 stati membri dell'Unione europea, mentre sotto forma di monete e banconote il 1º gennaio 2002.

UE appartenenti agli AEC II con deroga
UE non appartenenti agli AEC II
Non UE che usano bilateralmente l'euro
Non UE che usano unilateralmente l'euro
Il primo allargamento avvenne nel 2001 con l'adesione della Grecia; ciò le permise di introdurre le nuove banconote e monete contemporaneamente agli undici stati originari. In seguito la moneta è stata introdotta in Slovenia (1º gennaio 2007), Cipro e Malta (1º gennaio 2008), Slovacchia (1º gennaio 2009), Estonia (1º gennaio 2011), Lettonia (1º gennaio 2014)[1][2]. La Lituania sarà il prossimo Paese a entrare nella zona euro, il 1º gennaio 2015[3].
Criteri di accesso
L'adesione ufficiale alla zona euro di uno stato membro dell'Unione europea è subordinata al rispetto di criteri economici sanciti dal Trattato di Maastricht (1992), noti come parametri di Maastricht.
Alcuni microstati, che prima dell'introduzione godevano di particolari accordi monetari con stati membri dell'UE, hanno potuto introdurre l'euro, ma non è stata loro consentita la partecipazione alle decisioni relative agli affari economici e monetari della zona euro: non possono partecipare alle riunioni dell'Ecofin. Inizialmente i microstati aderenti all'euro furono Monaco, San Marino e la Città del Vaticano. Andorra cominciò ad utilizzare l'euro senza un accordo con la Banca centrale europea. L'accordo fu raggiunto il 30 giugno 2011[4]: il microstato ha iniziato a far circolare euro il 1º gennaio 2014.[5].
Stato | Inflazione (media su 12 mesi dei tassi annuali)[7] |
Rapporto deficit/PIL | Rapporto debito pubblico/PIL | Membro AEC II | Interesse bond decennale (media su 12 mesi)[8] |
Valori di riferimento | Max 1,7% (al 30 aprile 2014) |
Min -3,0% (anno fiscale 2014) |
Max 60% (anno fiscale 2014) |
minimo 2 anni (al 30 aprile 2014) |
Max 6,2% (al 30 aprile 2014) |
Bulgaria | -0,8% | -1,9% | 23,1% | No | 3,5% |
Croazia | 1,1% | -3,8% | 69% | No | 4,8% |
Danimarca[9] | 0,4 | -0,8% | 44,5% | 1º gennaio 1999 | 1,8% |
Lituania | 0,6% | -2,1% | 41,8% | 28 giugno 2004 | 3,6% |
Polonia | 0,6% | 5,7%[10] | 49,2% | No | 4,2% |
Regno Unito[9] | 2,3 | -5,8% | 90,6% | No | 2,25% |
Rep. Ceca | 0,9% | -1,9%[11] | 44,4% | No | 2,2% |
Romania | 2,1% | -2,2% | 39,9% | No | 5,3% |
Svezia | 0,3% | -1,8% | 41,6% | No | 2,2% |
Ungheria | 1,0% | -2,9% | 80,3% | No | 5,8% |
Cronologia degli allargamenti
Membri aderenti agli Accordi europei di cambio Aec II
Valuta | Codice | Tasso di cambio | Data obiettivo |
---|---|---|---|
Membri aderenti agli Accordi europei di cambio Aec II | |||
Litas lituano | LTL | 3,45280 | 1º gennaio 2015[12] |
Corona danese | DKK | 7,46038 | da stabilirsi a seguito dell'esito di referendum |
Obbligati all'adesione agli Accordi europei di cambio Aec II | |||
Lev bulgaro | BGN | 1,95583[13] | non in agenda |
Corona ceca | CZK | — | 1º gennaio 2019 |
Złoty polacco | PLN | — | 1º gennaio 2018[14] |
Leu romeno | RON | — | 1º gennaio 2020 |
Fiorino ungherese | HUF | — | 1º gennaio 2020 |
Corona svedese | SEK | — | da stabilirsi |
Kuna croata | HRK | — | da stabilirsi |
Tutti gli altri membri dell'Unione europea devono adottare l'euro, ad eccezione della Danimarca, comunque membro degli accordi europei di cambio Aec II, e del Regno Unito, i quali hanno ricevuto una deroga dal Trattato di Maastricht. I seguenti membri hanno avuto accesso agli accordi europei di cambio Aec II, nel quale devono rimanere due anni prima di adottare la moneta unica.
Il litas lituano fa parte dell'AEC II ed è agganciato all'euro al cambio di 3,45280 LTL. In origine la Lituania aveva fissato il 1º gennaio 2007 come data obiettivo per l'adozione dell'euro, ma la sua richiesta è stata rifiutata dalla Commissione europea a causa dell'inflazione, leggermente superiore al consentito[15]. Nel dicembre 2006 il governo approvò un nuovo piano di convergenza, che ribadiva la volontà del governo di aderire alla zona euro "il più presto possibile" e affermava che gli incrementi dell'inflazione attesa per il biennio 2007-2008 avrebbero implicato che il periodo più probabile per l'adesione sarebbe stato dal 2010 in poi[16]. L'obiettivo non fu raggiunto.
Un sondaggio d'opinione pubblicato nel gennaio 2007 mostrò che i lituani contrari all'adesione erano la maggioranza[15].
A inizio 2012 la presidente lituana Dalia Grybauskaitė ha lasciato intendere che la Lituania non adotterà la moneta unica sino al 2015[17]. Anche secondo quanto affermato dal premier lituano Butkevičius nel gennaio 2013, la Lituania dovrebbe entrare nella Zona euro il 1º gennaio 2015.[18] Per questo motivo, la Lituania sta attuando politiche per rispettare i criteri di convergenza, attualmente non raggiunti, relativi al deficit pubblico ed al tasso di inflazione[19][20].
A febbraio 2013, il governo ha approvato il piano per l'adozione dell'euro nel 2015[12]. Il 4 giugno 2014 la Commissione europea, visto il parere favorevole della Banca centrale europea, ha dato il proprio assenso, constatando che il paese rispetta tutti i criteri di convergenza[21][22]. La decisione definitiva è stata presa dal Consiglio dell'Unione europea il 23 luglio, dopo aver ricevuto i pareri positivi del Consiglio europeo (riunitosi il 26 e 27 giugno) e del Parlamento europeo[23].
La corona danese fa parte dell'AEC II, con una banda di oscillazione del 2,25% rispetto al tasso di cambio centrale — una banda più stretta di quella della maggior parte dei membri. In seguito all'iniziale rifiuto danese del Trattato di Maastricht tramite referendum, la Danimarca ha negoziato un opt-out sull'adesione all'eurozona in base all'Accordo di Edimburgo e non è obbligata ad adottare l'euro.
Il 28 settembre 2000 ha avuto luogo un referendum sull'adesione alla zona euro, bocciato con il 53,2% di voti. Il 22 novembre 2007, il governo danese, da poco rieletto, aveva dichiarato l'intenzione di indire entro il 2011 un nuovo referendum sull'abolizione delle quattro eccezioni danesi al Trattato di Maastricht, inclusa quella relativa all'euro[24].
Tra il 2007 e il 2009 sono stati effettuati sondaggi con cadenza mensile[25] che hanno evidenziato come la maggioranza dei Danesi fosse favorevole ad entrare nell'eurozona.
In seguito, a causa della incertezza dovuta all'emergere della crisi economica il Governo danese ha deciso di posticipare i referendum previsti per il 2011. Con l'insediamento del Governo nel settembre del 2011 è stato deciso che il referendum sull'abolizione delle quattro clausole di opt-out non si terrà per i successivi quattro anni. Allo stesso tempo i sondaggi hanno mostrato un rapido declino nella percentuale di danesi favorevoli all'adozione dell'euro[26]. Nonostante ciò, la Danimarca ha comunque deciso nello stesso anno di partecipare al patto per l'Euro[27].
Non è chiaro se la Groenlandia e le Fær Øer adotteranno l'euro nel caso in cui la Danimarca scegliesse di farlo. Entrambe fanno parte del Regno di Danimarca, ma rimangono al di fuori dell'Unione europea. Le Isole Fær Øer attualmente utilizzano banconote danesi stampate con motivi feringi — la corona delle Fær Øer — e la Groenlandia progetta di introdurre un sistema simile. In base al sistema attuale, entrambi continuerebbero ad utilizzare valuta danese.
Obbligati all'adesione agli Accordi europei di cambio Aec II
I seguenti stati devono aderire all'AEC II prima di poter adottare l'euro.
Il lev bulgaro non fa parte dell'ERM II, ma è stato legato all'euro fin dalla nascita di questo (1,95583 BGN = 1 EUR). In precedenza era ancorato con cambio fisso al marco tedesco. La Bulgaria sin dal 2007 rispetta la maggior parte dei criteri per l'adesione all'UEM e all'epoca prevedeva di aderire all'AEC II all'inizio del 2009, in modo da soddisfare tutti i parametri di Maastricht per aderire all'eurozona nel 2012, data allora fissata in via provvisoria dal ministro delle finanze, Plamen Orešarski[28].
Mentre il currency board, che aggancia la Bulgaria all'euro, è stato visto come un punto a favore per il rispetto a breve dei parametri di Maastricht da parte del paese[29], la BCE ha fatto pressioni sul governo bulgaro affinché desista poiché non sa come consentire di aderire all'eurozona a un paese con un currency board. Il primo ministro ha dichiarato la volontà di mantenere tale currency board fino all'adozione dell'euro, ma fattori quali l'alto tasso di inflazione, un tasso di cambio non realistico con la moneta unica e la bassa produttività sono penalizzati da tale sistema[30].
La Bulgaria doveva aderire all'ERM II nel novembre 2009,[31] ma questa data obiettivo fu spostata. Il 22 dicembre 2009 Simeon Dyankov, ministro delle finanze della Bulgaria, disse che il Paese si sarebbe mosso per aderire agli accordi nel marzo 2010,[32] ma a causa dell'alto deficit la Bulgaria decise di rinviare di nuovo.[33] Un'analisi del 2008 riportò che la Bulgaria non sarebbe stata in grado di entrare nell'Eurozona prima del 2015, a causa dell'elevata inflazione e della crisi economica.[34]
La Bulgaria nel 2011 riuscì a soddisfare quattro dei cinque parametri di convergenza per l'adozione dell'euro. L'unico criterio non rispettato era quello di essere stato un membro dell'ERM-II per almeno due anni. Il Ministro delle Finanze nel luglio 2011 che il governo aveva deciso di non aderire a tali accordi finché fosse durata la crisi del debito sovrano dei Paesi dell'Eurozona.[35] Secondo la Deutsche Bank, il governo avrebbe scelto di aderire all'euro non prima del 1º gennaio 2016.[36]
La Croazia è desiderosa di far parte della moneta unica sin dal suo ingresso nell'Unione europea, tanto che la banca nazionale croata ha annunciato l'intenzione per la Croazia di adottare l'euro nel giro di due o tre anni[37]. La Croazia non fa ancora parte dell'ERM II, ma il cambio tra kuna croata ed euro da marzo del 2005 ad oggi è sempre stato molto stabile[38], il che semplifica l'ingresso nel meccanismo ERM.
In base al Trattato di Atene, la Polonia è obbligata all'ingresso nella zona euro e, come prerequisito, alla stabilizzazione di alcuni vincoli macroeconomici.
Un ostacolo politico è dato dal fatto che l'adozione dell'euro implica una modifica della Costituzione della Repubblica di Polonia, procedura assai lunga e che richiede la maggioranza parlamentare dei 2/3, di cui il Governo non dispone[39][40].
Al momento la Polonia non ha una tabella di marcia per l'adesione all'AEC II. Inoltre l'opinione pubblica, dalla crisi del debito sovrano europeo, si è progressivamente orientata contro l'adesione all'euro[41].
Date queste difficoltà, nel gennaio 2013 il presidente polacco affermò che la questione deve essere rimandata a dopo le elezioni del 2015[42].
Nel settembre del 2014, il presidente polacco ha esortato il nuovo premier Ewa Kopacz a rompere gli indugi sul tema dell'adozione, affrontare il dibattito e prendere una decisione[43].
Inizialmente la Repubblica Ceca aveva l'intenzione di adottare l'euro nel 2010[44]. In seguito la data è stata posticipata al 2012 per il forte deficit del Paese[45]. Nel 2007 il Ministro delle Finanze della Repubblica Ceca ha posticipato la data al 2012[46]. La data è slittata poi al 2015 con il governo Mirek Topolanek[47][48], per poi ancora indicativamente per il 2019[49].
Mentre col 2014 i fondamentali economici sono tornati a rispettare i 5 criteri di convergenza[50], diversi esponenti politici hanno iniziato a proporre semmai un referendum di conferma prima di procedere all'adesione, sebbene una consistente maggioranza della popolazione negli ultimi anni si è orientata contro il progetto europeo[51] e non vede di buon occhio l'abbandono della moneta nazionale.
Il leu romeno non fa ancora parte dell'AEC II. Il presidente della BCE ha affermato nel giugno 2007 che "la Romania ha un sacco di lavoro da fare ... per un periodo di diversi anni" prima di aderire all'AEC II[52]. Per semplificare le future modifiche agli sportelli bancomat necessarie in caso di adozione dell'euro, quando è stato adottato il nuovo leu nel 2005 (al cambio di 10.000 vecchi lei per 1 nuovo leu) le nuove banconote sono state emesse con le stesse dimensioni e proporzioni delle banconote euro. Le vecchie banconote rumene erano infatti decisamente più larghe di quelle nuove.
Il governo rumeno aveva annunciato un piano per l'ingresso nella zona euro entro il 2014, prevedendo inoltre che l'adesione all'AEC II avvenisse non prima del 2012[53]. Tali date non sono poi state rispettate a causa dei lenti progressi nel raggiungere i criteri imposti per l'adozione dell'euro.
Per tali motivi, nel 2013, il governo rumeno ha comunicato alla commissione europea un programma di allineamento senza una data obiettivo[54], dichiarando in seguito che l'ingresso nell'eurozona rimane un obiettivo fondamentale e una data realistica potrebbe essere intorno al 2020.
In base al Trattato di Corfù, approvato mediante referendum, la Svezia è tenuta ad entrare nella zona euro e quindi ad adottare la moneta unica. Nonostante ciò, il 14 settembre 2003 è stato votato un ulteriore referendum relativo all'euro, che ha avuto esito contrario all'adozione della moneta comune (56% contrari; 42% favorevoli)[55]. Il governo svedese ha sostenuto che stare al di fuori dell'eurozona è legale, poiché uno dei requisiti per l'ingresso è l'appartenenza per almeno due anni all'AEC II; scegliendo semplicemente di rimanere al di fuori del meccanismo dei tassi di cambio, il governo svedese è riuscito ad evitare il rispetto dell'obbligo di adozione dell'euro. Alcuni dei maggiori partiti svedesi continuano a credere che aderire sarebbe nell'interesse nazionale, ma tutti si sono impegnati ad attendere l'esito del futuro referendum e non mostrano interesse nel sollevare la questione.
Prima delle elezioni parlamentari del settembre 2006, tutti i maggiori partiti erano d'accordo nel non sollevare la questione prima delle successive elezioni (che si sono tenute nel settembre 2010). I partiti sembrano concordare sul fatto che la Svezia non adotterà l'euro se non dopo un secondo referendum. A dicembre 2007 non è stato indetto il referendum poiché i sondaggi non hanno evidenziato una stabile maggioranza di favorevoli[senza fonte]. Finora i sondaggi hanno invece mostrato una stabile maggioranza di contrari. L'esito dell'ultimo, nel maggio 2008, è stato decisamente negativo (34,6% favorevoli; 51,7% contrari; 13,7% indecisi)[56]. L'Unione europea ha reso chiaro che tollererà questo comportamento dalla Svezia, ma non dai membri che hanno aderito nel 2004, nel 2007, nel 2013 e dai futuri aderenti.
L'Ungheria intendeva sostituire il fiorino ungherese nel periodo 2010-2012, ma tale data in seguito è stata posticipata. in base all'andamento dell'economia nazionale. In origine l'Ungheria aveva pianificato di adottare l'euro come sua valuta ufficiale il 1º gennaio 2010, ma quella data è stata abbandonata a causa del deficit di bilancio eccessivamente alto. Il fiorino non fa tuttora parte dell'AEC II.
È realisticamente difficile che l'Ungheria possa aderire alla zona euro nel prevedibile futuro, almeno fino a che non avrà migliorato la gestione della finanza pubblica. Nel 2008 il deficit di bilancio ammontava al 6% del PIL, mentre il rapporto tra debito pubblico e PIL si attestava al 67%[57]. Ad aprile 2013, il deficit di bilancio è rientrato all'1,9%, in linea con i criteri di convergenza, ma il debito pubblico continua a crescere a tassi superiori di quelli del PIL, attestandosi al 79,2%.
Non obbligati all'adesione agli Accordi europei di cambio Aec II
Il Regno Unito ha negoziato un opt-out dal Trattato di Maastricht relativamente all'adozione dell'euro al posto della sterlina britannica. Nel 2007, l'allora Primo Ministro, Gordon Brown, aveva escluso che l'ingresso potesse avvenire nel prevedibile futuro, affermando che la decisione di non aderire è stata quella giusta per il Regno Unito e per l'Europa[58]. Il governo di Brown si era impegnato ad adottare una procedura che prevede, prima di aderire alla zona euro, tre diverse approvazioni da parte del Gabinetto, del Parlamento, e dell'elettorato britannico mediante un referendum.
Note
- ^ ilPost.it - La Lettonia verso l'euro
- ^ (EN) Consiglio dell'Unione europea, Latvia to adopt euro on 1 January 2014 (PDF), su consilium.europa.eu, europa.eu, 9 luglio 2013. URL consultato il 9 luglio 2013.
- ^ [1]
- ^ Andorra firma un acord monetari amb la UE que li permetrà encunyar euros
- ^ (CA) Cinca preveu que Andorra pugui començar a emetre euros el gener del 2014, su forum.ad, 3 ottobre 2012. URL consultato il 23 novembre 2012.
- ^ RAPPORTO SULLA CONVERGENZA Tavola 1 e (EN) European Commission - Convergence report 2014
- ^ Il valore medio di tale indice non dev'essere superiore di 1,5 punti percentuali della media aritmetica non pesata dei tre Paesi UE con il più basso indice; nel caso in cui in uno di questi Paesi l'indice sia significativamente minore di quello medio dell'Eurozona e ciò sia dovuto a particolari circostanze, l'indice di questo Paese sarà sostituito con quello del quarto Paese con l'indice più basso
- ^ Il valore medio di tale indice non dev'essere superiore di 2 punti percentuali alla media aritmetica non pesata dei rendimenti decennali dei bond dei tre Paesi UE con il più basso indice di inflazione; nel caso in cui in uno di questi Paesi il rendimento sia significativamente maggiore di quello medio dell'Eurozona (ovvero superiore a esso di 2 punti percentuali) e se il Paese avesse difficoltà nell'accesso al credito nei mercati finanziari, il rendimento di questo Paese non sarà preso in considerazione ai fini del calcolo
- ^ a b Danimarca e Regno Unito sono state esclusi dal rapporto di convergenza della BCE. Eurostat continua a monitorare i dati macroeconomici dei due paesi [2]
- ^ La Polonia è ancora sottoposta ad una procedura di deficit eccessivo, pertanto non rispetta il parametro secondo la Commissione europea (cfr. (EN) European Commission - Convergence report 2014, p. 20 & graph 7b).
- ^ La Commissione europea ha chiesto di chiudere la procedura per deficit eccessivo nei confronti della Repubblica ceca, tuttavia essa è ancora aperta, poiché la decisione spetta al Consiglio (cfr. (EN) European Commission - Convergence report 2014, p. 9).
- ^ a b (EN) Lithuanian government endorses euro introduction plan, su 15min.lt, 15 min, 25 febbraio 2013. URL consultato il 3 marzo 2013.
- ^ La Bulgaria, pur non facendo ancora ufficialmente parte degli Accordi europei di cambio Aec II, ha una moneta che era agganciata al marco tedesco (e quindi ora all'euro) con un tasso di cambio fisso e dunque è possibile, almeno provvisoriamente, inserire tale dato nella lista.
- ^ La Polonia frena: niente moneta unica almeno fino al 2018, l'eurozona deve riconquistare credibilità - Il Sole 24 ORE
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- ^ Euro/ Lituania ci ripensa: "Non realistica" adozione nel 2014, su tmnews.it, 2 gennaio 2012.
- ^ Il premier lituano Butkevičius: “La Lituania potrebbe entrare nell’euro nel 2015″, su balticanews.wordpress.com. URL consultato il 9 febbraio 2013. /
- ^ Greek Paradox May Bolster Lithuania’s Euro-Adoption Aspirations - Bloomberg
- ^ Lithuania Leader Says Europe’s Crisis May Delay Euro Plan - Bloomberg
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