«La purezza dell'intenzione può giustificare delle azioni che in se stesse sono contrarie al codice morale e alle leggi umane.»

Nell'ambito della teologia morale, s'intende per sistema morale quella dottrina che, in caso di dubbio riguardo alla liceità di un'azione morale, consente al soggetto di essere moralmente giustificato della scelta personale operata. Nei secoli XVII e XVIII si diffusero nell'ambito della teologia cristiana e della casistica gesuitica vari sistemi morali, che si proposero di comporre gli eventuali conflitti fra libertà di coscienza e regola morale ricorrendo a principi poggianti su un consenso universale.

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Il probabilismo

Il teorico di questo sistema morale viene considerato il domenicano spagnolo B. de Medina che, nella sua Expositio in I-II s. Thomae, sostenne che non avendo valore la legge di dubbia interpretazione, quando l'opinione opposta è pure semplicemente probabile, sia lecito seguirla, anche se è più probabile l'opinione favorevole alla legge. In altre parole, contro la legge incerta prevale la libertà di coscienza.

Se poi si deve operare una scelta tra casi dubbi, è ammesso seguire l'opzione probabile, purché sostenuta da almeno un teologo. Quindi anche se l'altro termine della scelta fosse stato confortato e sostenuto dalla legge, è lecito seguire l'opinione probabile, dettata dalla propria coscienza, purché sostenuta da un parere autorevole.

Il probabilismo di de Medina non è da confondersi con il "probabilismo" filosofico dell'Antica Grecia. Esso risale alla Nuova Accademia platonica, che ebbe come esponenti Lacide scolarca dal 242 a.C. al 224 a.C., Carneade dal 168 a.C. al 137 a.C., Clitomaco dal 127 a.C. al 110 a.C., Filone di Larissa dal 110 a.C. all'80 a.C. circa.

L'equiprobabilismo

In tale sistema la libertà di coscienza ha un peso minore rispetto alla legge morale. Per cui, secondo il suo iniziatore, il gesuita C. Rassler († 1723), si può agire secondo coscienza solo se i motivi probabili per farlo siano della stessa importanza ("æque probabiles", 'ugualmente probabili') di quelli prospettati dalla regola morale.

La grande diffusione delle teorie probabilistiche ed equiprobabilistiche avvenne ad opera del vescovo Alfonso Maria de' Liguori, santo e dottore della Chiesa, il quale nell'opera "Istruzione e pratica" del 1762 sosteneva alla base di quelle teorie morali il principio "Lex dubia non obligat".

Il probabiliorismo

Contro Alfonso Maria de' Liguori si mosse il rigore dell'ordine domenicano con il probabiliorismo sostenuto dai frati italiani Daniele Concina e Vincenzo Patuzzi nel secolo XVIII. Non è la libertà che fonda la legge, come sostenevano i probabilisti, ma al contrario la legge prevale sulla libertà.

Essi, richiamandosi a San Tommaso d'Aquino affermano recisamente che la liceità di un'azione morale è quella che s'ispira alla legge. Questa può essere violata solo nel caso in cui la coscienza ci detti un'opinione più probabile (probabilior) per conseguire un bene che altrimenti non si sarebbe raggiunto seguendo alla lettera la legge.

Il tuziorismo

Contro tutte le morali lassiste e probabilistiche si oppose sin dal secolo XVII il tuziorismo di cui è considerato iniziatore J. Sinnich (1603-1666). Nel dubbio si deve sempre seguire l'opinione più sicura ("tutior", 'più sicuro') che è sempre quella prevista e proposta dalla norma. Ogni opinione in contrasto con la legge va respinta - anche se molto probabile.

Il tuziorismo fu sostenuto dal giansenismo e quindi fu giudicato difforme dalla dottrina cattolica e condannato dal Sant'Uffizio.

Assertore di una sorta di "tuziorismo mitigato" fu il filosofo Antonio Rosmini (1797-1855), che scrisse diversi saggi di teologia morale (Principii della scienza morale (1831), Antropologia in servigio della scienza morale, (1838), Trattato della coscienza morale (1839), sulla linea della filosofia di Sant'Agostino e San Tommaso.

Note


Bibliografia

  • (FR) "Laxisme", in «Dictionnaire de Théologie catholique», IX, i.
  • Nicola Abbagnano e G. Fornero, Protagonisti e testi della filosofia, 2° vol., Paravia, Torino 1996.
  • F. Cioffi et al., Diàlogos, 2° vol., Bruno Mondadori, Torino 2000.
  • N. Abbagnano, Dizionario di filosofia, UTET, Torino 1971 (seconda edizione).
  • F. Brezzi, Dizionario dei termini e dei concetti filosofici, Newton Compton, Roma 1995.
  • «Enciclopedia Garzanti di Filosofia», Garzanti, Milano 1981.
  • E. P. Lamanna e F. Adorno, Dizionario dei termini filosofici, Le Monnier, Firenze (rist. 1982).
  • P. Vismara, Questioni di interesse. La Chiesa e il denaro in età moderna, Bruno Mondadori, Milano 2009.

Voci correlate