Space Oddity (singolo)

singolo di David Bowie del 1969
Disambiguazione – Se stai cercando l'album omonimo di David Bowie, vedi Space Oddity.

Space Oddity è un brano musicale scritto da David Bowie e pubblicato nel luglio 1969 come 45 giri, con Wild Eyed Boy from Freecloud come lato B. Uscito a due anni di distanza da Love You Till Tuesday rappresenta il decimo singolo del cantante inglese ed il primo estratto dall'album omonimo. Oltre ad aver raggiunto i primi posti della classifica inglese due volte a distanza di sei anni detiene il primato di 45 giri di Bowie più venduto nel Regno Unito e rimane una delle sue canzoni più note, tanto da essere ormai entrata nella cultura di massa.[1] All'inizio del 1970 venne pubblicata la versione italiana della canzone, intitolata Ragazzo solo, ragazza sola (con un testo in realtà non attinente a quello originale) e nel 1971 uscì anche Un homme a disparu dans le ciel, versione in lingua francese eseguita in questo caso da Gerard Palaprat.[2]

Space Oddity
singolo discografico
David Bowie nel video di Space Oddity.
ArtistaDavid Bowie
Pubblicazione11 luglio 1969
Durata4 min : 33 s
Album di provenienzaSpace Oddity
GenereRock psichedelico
Space rock
Folk rock
EtichettaPhilips/Mercury
ProduttoreGus Dudgeon
ArrangiamentiDavid Bowie, Paul Buckmaster
RegistrazioneTrident Studios, Londra
Formati7"
NoteLato B: Wild Eyed Boy from Freecloud
David Bowie - cronologia
Singolo precedente
(1967)
Singolo successivo
(1970)
(inglese)
«Ground Control to Major Tom...»
(italiano)
«Base di Controllo a Maggiore Tom...»

La BBC trasmise Space Oddity durante i servizi dedicati all'allunaggio dell'Apollo 11 del 20 luglio 1969 e da allora la canzone è stata spesso presente nei documentari sulle esplorazioni spaziali.[2] Nel 2009-2011 gli U2 hanno usato il brano originale come apertura dei concerti del loro 360° Tour[3] e nel 2011 è uscito un libro per bambini intitolato proprio Space Oddity che proponeva le parole della canzone illustrate da Andrew Kolb.[4] Il 12 maggio 2013, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, il colonnello e comandante della Expedition 35 Chris Hadfield ha intonato la canzone (con testo in parte modificato) prima di rientrare sulla Terra.[5]

Space Oddity ricevette uno dei primi ascolti di massa il 5 luglio 1969, attraverso il sistema di amplificazione in occasione del concerto dei Rolling Stones a Hyde Park dedicato a Brian Jones.[2][6]

Tracce

  1. Space Oddity (Bowie) - 4:33
  2. Wild Eyed Boy from Freecloud (Bowie) - 4:52

Formazione

Il brano

«Space Oddity, con il suo ossessivo isolamento, la sua purezza asessuata e la sua passività annunciava la fine dei dionisiaci anni sessanta.»

La storia del viaggio spaziale di Major Tom (che verrà ripresa undici anni dopo in Ashes to Ashes) è entrata ormai nell'antologia pop e David Bowie ha sempre lasciato un alone di mistero intorno alla canzone. «Riguarda l'alienazione», disse una volta, aggiungendo di essere molto portato ad immedesimarsi col protagonista.[8] Nel luglio 2002, in un'intervista con Paul Du Noyer della rivista Mojo, il cantante è tornato sul significato del brano affermando che Space Oddity parla solamente «del sentirsi soli».[9]

All'inizio del 1969, dopo una serie di singoli fallimentari e un album d'esordio passato inosservato, le prospettive di Bowie come cantante pop stavano sbiadendo e il suo rapporto con la compagna Hermione Farthingale era ormai giunto alla fine. Alla luce della lite avvenuta durante la registrazione del video promozionale Love You Till Tuesday, proprio il giorno prima che David incidesse la prima versione di Space Oddity,[10][11] versi malinconici come «I think my spaceship knows which way to go» («Penso che la mia astronave sappia quale via seguire») contribuiscono a far vedere Space Oddity come una canzone di rinuncia, rassegnazione e accettazione di un destino preordinato. L'ansia per la perdita di "controllo", una parola sulla quale tornerà in canzoni come The Man Who Sold the World e No Control, potrebbe inoltre avvalorare la visione della base di controllo come metafora del grembo materno, un ambiente che nutre e dà certezze morali ma che l'individuo perde quando viene catapultato nella vita. Il verso «Planet Earth is blue, and there's nothing I can do» si offre poi ad una doppia lettura, essendo interpretabile sia come «Il Pianeta Terra è triste e non c'è nulla che io possa fare» sia come una citazione della prima frase pronunciata dal cosmonauta sovietico Jurij Gagarin durante il volo orbitale attorno al pianeta.[12] Bowie potrebbe aver creato un personaggio mandato in orbita da figure dell'establishment che lo controllano, gli danno ordini e vogliono che faccia la sua parte di promozione mediatica, il che ha portato alcuni biografi a ipotizzare che il suo stato d'animo al momento riflettesse il beato senso di isolamento del protagonista che, come ha scritto Neil McCormick sul Telegraph l'8 ottobre 2009 «decide di andare alla deriva piuttosto che tornare su un pianeta in cui (come molti della sua generazione) si ritiene politicamente impotente».[13]

C'è anche chi ha voluto individuare un sottotesto legato alla droga nel "trip" del Maggiore Tom, suggerendo che il conto alla rovescia, il decollo e il «fluttuare nel modo più strano» («I'm floating in a most peculiar way») potrebbero essere riferiti all'assunzione di eroina e al suo effetto.[10] In seguito il cantante ha ammesso di aver intrattenuto nel 1968 «uno stupido flirt con l'eroina», affermando di essere stato attratto «semplicemente dal mistero e dall'enigma di provare un'esperienza nuova»,[14][15] e nel 1980, in occasione dell'uscita di Ashes to Ashes, è tornato sull'argomento su New Musical Express: «C'era la grande esplosione tecnologica americana che ha spinto questo ragazzo nello spazio, ma una volta arrivato non era del tutto sicuro del perché fosse lì. Ed è lì che l'ho lasciato... Una volta realizzato che l'intero processo che lo spinse lassù è decaduto è entrato in un processo di decomposizione. Ma lui vuole tornare nel rassicurante grembo, sulla Terra, dove tutto è iniziato... Si tratta di uomini dello spazio diventati dei drogati».[16][17]

Eppure, anche se alienazione e solitudine rappresentano possibili chiavi di lettura, Space Oddity non è un brano del tutto cupo e disperato: soprattutto all'inizio il testo suona come il gioco di due ragazzi con il walkie-talkie e, come ha notato David Buckley in Strange Fascination, Bowie usa spesso parole "infantili" al posto di quelle che utilizzerebbe un adulto: "astronave" ("spaceship") invece di "razzo" ("rocket"), "conto alla rovescia" ("countdown") invece di "sequenza di accensione" ("ignition sequence"), e anche il nome di "Major Tom" sembra quello di un eroe d'azione degli anni cinquanta piuttosto che di un reale astronauta.[15]

Influenze

«Molti film mi hanno profondamente impressionato negli anni sessanta e uno dei più importanti è stato 2001: Odissea nello spazio. Lo collegavo al senso di isolamento. Questo e diversi altri elementi modellarono molte delle mie performance, e forse hanno predetto il mio stile di vita negli anni settanta

Una fonte d'ispirazione per Space Oddity è sicuramente il celeberrimo film di Stanley Kubrick del 1968, che secondo il biografo Christopher Sandford avrebbe avuto un "impatto sismico" sul cantante all'epoca della sua uscita.[18] Le sensazioni di isolamento attirarono Bowie che fu particolarmente colpito dalle immagini del finale,[18] tanto da inserire nella coda della canzone un riferimento a Atmospheres, brano finale del film del compositore György Ligeti.[2] Così, quando alla fine del 1968 il manager Kenneth Pitt gli chiese di scrivere una nuova canzone per il video Love You Till Tuesday sollecitandolo a comporre «un pezzo che avrebbe dimostrato inequivocabilmente la potenza inventiva di David e che avrebbe probabilmente rappresentato il punto più alto della sua produzione», il cantante aveva già uno scenario in mente: nei giorni successivi scrisse Space Oddity e il brano andò a completare la scaletta delle tracce per il video.[19]

 
La fantascienza dei racconti di Ray Bradbury, insieme a quella di 2001: Odissea nello spazio, è una delle principali fonti d'ispirazione per Space Oddity.

L'influenza del film di Kubrick non era un caso. Bowie era già un fan della fantascienza (che aveva iniziato ad esplorare con We Are Hungry Men e da cui continuerà ad attingere in futuro) e altre fonti d'ispirazione possono essere intervenute come la raccolta di racconti Il gioco dei pianeti di Ray Bradbury, che comprende L'astronauta (The Rocket Man, in seguito ispiratore anche per Bernie Taupin) dove la vita del'"uomo dello spazio" appare noiosa e isolata come quella di un commesso viaggiatore, e Caleidoscopio, dove gli astronauti bruciano nello spazio e le loro braci morenti sono viste come una stella cadente sulla Terra, ma soprattutto Verso il nulla, in cui un cosmonauta nello spazio profondo ha il dubbio se la Terra e le stelle siano reali e si uccide uscendo dalla camera d'equilibrio.[15]

Non bisogna inoltre dimenticare che nell'estate del 1969 erano in corso i preparativi della missione Apollo 11, che il 20 luglio avrebbe portato Neil Armstrong e Buzz Aldrin sulla Luna. Da questo punto di vista, al di là del diffuso entusiasmo che probabilmente contagiò anche David Bowie, Space Oddity rappresenta anche una riflessione sul carattere vano e transitorio della fama, come emerge nel verso «and the papers want to know whose shirts you wear», interpretabile come «i giornali vogliono sapere per quale squadra fai il tifo». Bowie comincia a porsi domande sui criteri della celebrità, come emergerà ancora in futuro (Fame, It's No Game, Somebody Up There Likes Me) e si comincia a prefigurare la fusione dei diversi significati di "star" che caratterizzerà la figura di Ziggy Stardust.

Dal punto di vista musicale, il brano è caratterizzato da un avvio scandito dalla sinistra voce di un Bowie perso nello spazio, da uno struggente refrain trascinato dal mellotron di Rick Wakeman e da una coda strumentale dissonante. Space Oddity rivela il nuovo indirizzo acustico assunto dalle composizioni di Bowie dopo la formazione dei Feathers. Lo stile, l'arrangiamento e anche il testo devono molto ai modelli folk rock statunitensi di fine anni sessanta, in particolare al brano dei Bee Gees del 1967 New York Mining Disaster 1941. Come ha poi confermato John Hutchinson, chitarrista dei Feathers che David aveva formato a fine 1968: «Space Oddity è una canzone tipo Bee Gees, David lo sapeva e all'epoca lo dichiarava apertamente... il modo di cantarla è preso di sana pianta dai Bee Gees».[20][21]

Il lato B

  Lo stesso argomento in dettaglio: Wild Eyed Boy from Freecloud.

La versione operistica destinata ad essere l'ottava traccia dell'album Space Oddity venne registrata nel luglio 1969[22] ma un'incisione acustica di Wild Eyed Boy from Freecloud era già stata prodotta in poco più di venti minuti ai Trident Studios un mese prima, il 20 giugno, con David alla chitarra e Paul Buckmaster al violoncello e fu questa ad essere scelta come lato B del 45 giri.[23] Nella versione uscita negli Stati Uniti venne eliminato tutto il primo verso per cui la canzone iniziava con «Staring through the message in his eyes» (con una durata ridotta a 3:20).[24] Wild Eyed Boy from Freecloud venne eseguita in alcune sessioni BBC nel 1970 e in alcune date dello Ziggy Stardust Tour (1972) e dell'Aladdin Sane Tour (1973).

Registrazioni

L'incisione originale di Space Oddity è quella registrata ai Morgan Studios di Willesden il 2 febbraio 1969, il giorno dopo la fine della relazione con Hermione.[10] Per questa versione, prodotta da Jonathan Weston e registrata con l'intenzione di inserirla nel video promozionale Love You Till Tuesday, Bowie e il chitarrista John Hutchinson erano accompagnati da Dave Clegg al basso, Tat Meager alla batteria e Colin Wood a organo Hammond e mellotron. Registrata a un ritmo piuttosto sostenuto, è notevole per il fatto che Hutchinson è la voce solista nelle parti che toccano al "Ground Control", mentre Bowie interpreta il Maggiore Tom. A proposito di questo, nel maggio 1986 ha dichiarato su Penthouse: «L'avevo scritta con l'intenzione di cantarla con un amico, John Hutchinson, saremmo stati Hutch e Bowie. Ma mi piantò due giorni prima della registrazione perché si era sposato e aveva deciso che preferiva un lavoro sicuro su al nord. Così l'ho fatta da solo, come David Bowie, e ha funzionato».[25] Ne esistono due varianti: una (3:45) apparsa nella colonna sonora del video promozionale Love You Till Tuesday (versione LP), in The Deram Anthology 1966-1968 e in The Marquee 30 Legendary Years, l'altra (4:31) presente nella versione CD di Love You Till Tuesday e nella raccolta London Boy. Il demo acustico di Space Oddity che assicurò a Bowie il contratto con la Mercury venne registrato tra marzo e aprile, anche questo con John Hutchinson.[26][2] In questo caso esistono tre varianti tutte della stessa durata (5'10"), una presente in Sound + Vision, una in versione incompleta nel bootleg Naked and Wired e una nella versione di Space Oddity uscita per il 40° anniversario nel 2009.

 
Rick Wakeman, turnista ai tempi di Space Oddity, continuerà a collaborare con Bowie in Life on Mars?, Changes, Oh! You Pretty Things e Absolute Beginners.

La versione del singolo, la stessa presente nell'album e, probabilmente, la più conosciuta, venne incisa il 20 giugno. Alle registrazioni parteciparono il chitarrista Mick Wayne (autore delle parti di assolo e del countdown), il bassista Herbie Flowers (che tornerà nel 1974 per Diamond Dogs), il batterista Terry Cox (che in quel periodo suonava nei Pentangle) e il tastierista Rick Wakeman.[2] Nel 2006, Wakeman ha ricordato positivamente la sua prima collaborazione con Bowie: «Ho imparato così tanto da lui sia in studio che semplicemente passando del tempo con lui. Sapeva sempre quello che voleva e non si faceva influenzare dai manager, dalle compagnie discografiche o da chiunque lui pensava non avesse una genuina conoscenza o abilità musicale».[27]

Tra le curiosità della canzone c'è la presenza dello stilofono, uno strumento musicale elettronico introdotto da poco e formato da una tastiera metallica controllata da una piccola penna elettronica. Bowie cominciò ad usarlo per il demo con Hutchinson e in seguito ha rivelato che fu Marc Bolan, leader dei T Rex e pioniere del glam rock a fargli conoscere le modulazioni elettroniche dello stilofono:[28][29] «mi disse "a te piace questa roba, cerca di tirarne fuori qualcosa". Allora l'ho messo in Space Oddity e devo dire che ha funzionato. Non era altro che un piccolo segnale innescato da elettrodi. Il suono era atroce».

 
David Bowie è uno dei primi artisti ad introdurre lo stilofono nel rock.

Tony Visconti, che David aveva conosciuto nell'estate del 1967 e al quale chiese di produrre i rimanenti brani dell'album, odiava questa canzone tanto da decidere di delegare la produzione al suo collega Gus Dudgeon.[30] Dudgeon ricevette la proposta ed il primo ascolto del demo fece il suo effetto. «Non ci potevo credere. Chiamai Tony al telefono e gli dissi "non puoi seriamente non voler registrare questa canzone". "È che non mi piace", mi rispose».[2] Nel 2013 Visconti è tornato sull'argomento in una intervista con Andrew Goldman del New York Times: «Riflettendoci, nessuna delle altre canzoni è stata una hit. Mi sono preso a calci molte, molte volte da allora perché mi ero completamente sbagliato».[31] Come ha scritto Neil McCormick su Telegraph l'8 ottobre 2009, «la cosa che colpisce di più della produzione di Gus Dudgeon è che, nonostante la strumentazione sontuosa, ha davvero una galleggiante leggerezza che corrisponde perfettamente con il tema. La passeggiata spaziale di Major Tom è evocata nei suoni piuttosto che nelle parole...»[13]

Una nuova registrazione semi acustica della canzone (4:56) venne effettuata il 31 dicembre 1979 durante la performance al Kenny Everett New Year's Eve Show.[32] L'anno successivo venne pubblicata come lato B del singolo Alabama Song ed è presente anche come bonus track nell'edizione della Rykodisc di Scary Monsters. «Non avevamo intenzione di farne un singolo» ha detto nel 2001 Visconti, «Andy Duncan è alla batteria e un simil-Bowie, Zaine Griff, è al basso. Ho dimenticato il nome del pianista. David suona di nuovo la chitarra a 12 corde».[33] Il sontuoso arrangiamento del singolo del 1969 è qui ridotto all'essenziale e questo spiega il messaggio "Sorry Gus" (riferito a Gus Dudgeon) che si può trovare scarabocchiato sul bordo interno del vinile.[34] L'idea di effettuare questa reincisione era partita da David Mallet, regista dello spettacolo. In un'intervista apparsa su New Musical Express del 1980, Bowie ha dichiarato: «Ho acconsentito, purché potessi farla senza tutto l'arrangiamento ma solo con tre strumenti. Avendola suonata solo alla chitarra acustica sul palco in passato ero sempre stato sorpreso di quanto forte fosse come semplice canzone, senza tutti gli archi ed i sintetizzatori. In effetti l'aspetto video è secondario...»[35]

Uscita e accoglienza

L'11 luglio 1969 (solo dopo tre settimane dall'incisione) il singolo fu pubblicato su entrambe le coste dell'Atlantico, in tempo per l'impresa dell'Apollo 11. L'attualità di Space Oddity non sfuggì alla Mercury Records, che distribuì il 45 giri in America, né alle tante emittenti sulle quali esercitava pressioni.[36] Alcune di queste adottarono la canzone come inno non ufficiale degli avvenimenti del 20 luglio anche se, proprio a causa dell'attualità del brano, la storia di un astronauta che non tornava dal suo viaggio non venne apprezzata da alcune radio statunitensi che rifiutarono di trasmetterla.[37]

Il singolo venne pubblicato in edizioni differenti in Gran Bretagna e Stati Uniti ed ebbe alcune eccellenti recensioni. «Ho scommesso con i colleghi che sarà un grande successo», scrisse Penny Valentine su Disc and Music Echo, aggiungendo di averlo «ascoltato incantata dall'inizio alla fine... il suo sound è affascinante... È naturalmente destinato a sfondare in America, il che è positivo».[42] Tony Palmer dell'Observer considerò Space Oddity una gradita ventata di cinismo «in un'epoca in cui siamo pateticamente aggrappati ad ogni minima mossa degli astronauti, in cui ammiriamo incondizionatamente le cosiddette conquiste dei nostri eroi in tuta spaziale senza minimamente chiederci perché si trovino lì».[43]

Oltre alla buona accoglienza da parte della stampa specializzata, il brano rappresentò il primo vero e proprio successo di David Bowie raggiungendo la 5a posizione nella classifica inglese il 6 settembre.[44] Inoltre il 45 giri si piazzò al 4o posto in Olanda e, nel gennaio 1970, al 18o in Nuova Zelanda.[45][46] Space Oddity ottenne la vetta delle classifiche britanniche nel 1975, quando venne ripubblicata dalla RCA in un maxi singolo che conteneva anche Changes e l'allora inedita Velvet Goldmine.[47] In questo caso la canzone rimase in 1a posizione due settimane e in classifica circa due mesi.[44] Lo stesso maxi singolo venne ripubblicato nel 1983 e tornò in classifica, anche se solo per tre settimane durante le quali non andò oltre l'85a posizione.[48]

Negli Stati Uniti Space Oddity uscì nella totale indifferenza e venne ripubblicata nel gennaio del 1973, stavolta con The Man Who Sold the World come lato B. Sull'onda del successo di Ziggy Stardust e Aladdin Sane e con la promozione scaturita dal videoclip girato da Mick Rock, stavolta il brano raggiunse il 15o posto.[49] Space Oddity trova posto anche nelle classifiche stilate da riviste specializzate, network televisivi e/o radiofonici.[50]

Rivista/Network Classifica Posizione
  - Pitchfork Media Top 200 Songs of the Seventies
48
  - VH1 The 100 Greatest Songs of All Time
60
  - Mojo The 100 Greatest Singles of All Time
39
  - New Musical Express The Top 150 Singles of All Time
67
  - Nerikes Allehanda The 50 Best Rock Songs of All Time
50
  - Berlin Media Top 100 Guardian
75
  - Rocks Musiczine The 100 Best Rock Songs in History
5

Space Oddity dal vivo

Il successo di Space Oddity dette a Bowie la possibilità di eseguirla in numerose occasioni nel 1969, inclusa una sessione BBC registrata il 20 ottobre e trasmessa la settimana successiva. Tra le altre apparizioni:

  • 30 agosto: Doebidoe, programma della tv olandese.[2]
  • 2 ottobre: prima apparizione a Top of the Pops, in cui suona lo stilofono davanti a un fondale completamente nero accompagnato dall'orchestra della BBC.[2] L'esibizione sarà trasmessa il 9 ottobre e replicata la settimana seguente, favorendo l'insediamento del 45 giri al quinto posto in classifica.
  • 29 ottobre: 4-3-2-1 Musik für Junge Leute, trasmissione della tedesca ZDF. L'esibizione verrà mandata in onda il 22 novembre.[51]
  • 3 novembre: Hits A Go Go, programma della tv svizzera.[2]

Il 10 maggio 1970, durante gli Ivor Novello Awards David eseguì dal vivo Space Oddity e ricevette il premio "Songwriters' Guild" per l'originalità della composizione.[51] Nel 1972 la canzone venne registrata (anche se poi non trasmessa) per un'altra sessione BBC, nella quale, con una frecciata al successo di Elton John a suo tempo quinto in classifica, David infilò scherzosamente tra i versi della canzone la frase "I'm just a rocket man!".[52] Da allora il brano è stato eseguito in quasi tutte le tournée del cantante inglese, con alcune esibizioni anche fuori dai tour:

Space Oddity si trova in numerosi album live, ufficiali e non. Tra i primi David Live (Diamond Dogs Tour 1974), Live Santa Monica '72 (Ziggy Stardust Tour 1972, pubblicato nel 1995) e Ziggy Stardust - The Motion Picture (Aladdin Sane Tour 1973, pubblicato nel 1983). Diversi sono anche i bootleg, da 1980 Floor Show (con spezzoni delle prove dello spettacolo omonimo) e Rare Precious and Beautiful Vol. 1 (versione degli Ivor Novello Awards 1970) fino a Reality Japan Tour 2004 Act 2.

Il videoclip

Il videoclip di Space Oddity venne girato dal fotografo Mick Rock agli RCA Studios di New York nel dicembre 1972, durante le sessioni di Aladdin Sane.[56] Si trattava di una ripresa piuttosto statica di David Bowie intento a suonare la chitarra nello studio deserto, circondato da un armamentario pseudo-era spaziale. Il video (presente nel VHS The Video Collection e nel DVD Best of Bowie), girato e montato in due giorni con meno di 350 dollari fece da supporto alla riedizione americana del 45 giri effettuata dalla RCA nel 1973 e, successivamente, venne utilizzato anche per promuovere la riedizione britannica del 1975.[56] Da notare che Bowie girò il video nelle vesti di Ziggy Stardust, con un aspetto quindi molto diverso da quello che aveva il 6 febbraio 1969 quando, nelle riprese del video promozionale Love You Till Tuesday, si presentava più appropriatamente nelle vesti di un astronauta che parte per il cosmo su quello che sembra un ciclomotore a forma di casco e viene abbordato da due ingannevoli "sirene dello spazio" (Samantha Bond e Suzanne Mercer)[2] acconciate in stile Blake's 7.

Il 31 dicembre 1979, il canale inglese ITV mandò in onda un altro video di Space Oddity all'interno del Kenny Everett New Year's Eve Show, in una nuova versione suonata solo con chitarra, basso e batteria. Realizzato appositamente per lo show e mai più ritrasmesso, comprendeva alcune immagini che sarebbero state utilizzate nel 1980 per il videoclip di Ashes to Ashes.[57]


Edizioni

Nel 1969 il 45 giri uscì in diversi Paesi, inclusi Grecia, Turchia, Spagna, Portogallo, Scandinavia, Libano, Sud Africa, Brasile, Giappone e Singapore. Nel corso degli anni Space Oddity è stata pubblicata molte altre volte, con varie durate, come lato A o lato B.[58][59] Nel 1973, negli Stati Uniti uscì anche in un EP che comprendeva Moonage Daydream, Life on Mars? e It Ain't Easy, mentre nel 1980 venne pubblicato un singolo in formato 12" con Space Oddity che si fondeva con l'inizio di Ashes to Ashes. Il 13 febbraio 2006 Space Oddity è stata resa disponibile per il download digitale all'interno dell'EP Serious Moonlight, fatto per promuovere il DVD omonimo,(ref) e il 12 luglio 2009 è stato pubblicato un EP digitale contenente la versione originale del 45 giri (mono e stereo), quella del 1979 e otto varianti strumentali tra cui "acustica", "basso e batteria", "mellotron", "stilofono e chitarra".

Data Paese Etichetta Durata Note
11 luglio 1969   Regno Unito
4:33
Lato B: Wild Eyed Boy from Freecloud
  Stati Uniti
3:26
4 agosto 1969   Olanda
Philips
5:13
5 settembre 1969   Italia
ottobre 1969   Germania
dicembre 1969   Belgio
1969   Australia
4:30
  Nuova Zelanda
5:13
  Francia
4:33
  Canada
Mercury
3:26
gennaio 1973   Stati Uniti
5:05
Lato B: The Man Who Sold the World
marzo 1973   Giappone
5:18
Lato B: It Ain't Easy
1973   Australia
RCA Victor
5:05
Lato B: The Man Who Sold the World
  Nuova Zelanda
  Canada
5:15
  Spagna
agosto 1975   Italia
RCA
Lato A: Fame
26 settembre 1975   Regno Unito Lato B: Changes/Velvet Goldmine
dicembre 1975   Olanda
RCA Victor
1975   Stati Uniti
RCA
5:05
Lato B: The Man Who Sold the World
1976   Jugoslavia
RCA Victor
5:15
Lato B: Velvet Goldmine
1977   Germania Lato B: The Man Who Sold the World
novembre 1979   Italia[A]
RCA
Lato B: Fame
22 febbraio 1980   Regno Unito
4:50
Lato B: Alabama Song
febbraio 1980   Olanda
novembre 1980
5:12
Lato A: The Jean Genie
1980   Germania
4:50
Lato A: Alabama Song
dicembre 1982   Regno Unito
RCA[B]
5:15
Lato B: Changes/Velvet Goldmine
giugno 1983
RCA[C]
1983   Irlanda
RCA
marzo 1990   Giappone Lato A: Fame (Gass Mix)
Note
  • A ^ Nel 1979 Space Oddity fu la sigla di apertura di Jet Quiz, programma della Rete Due condotto da Attilio Ciciotto.[60]
  • B ^ Versione picture disc pubblicata all'interno della serie Fashions.
  • C ^ Riedizione pubblicata all'interno della serie Lifetimes.

Space Oddity nelle raccolte

Oltre che nei video promozionali Love You Till Tuesday e Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (e nelle relative colonne sonore), la "versione album" di Space Oddity è presente in molte raccolte di David Bowie:

Altre raccolte contengono versioni diverse come il demo registrato con John Hutchinson, incluso in Sound + Vision del 1989 e The Deram Anthology 1966-1968 del 1997 (variante 3:45) e in London Boy del 1995 (variante 4:31), mentre in Bowie at the Beeb del 2000 c'è quella registrata (ma non trasmessa) nella sessione BBC del 5 giugno 1972. Tra le compilation di artisti vari che includono il brano:

Cover

Sono numerosi gli artisti che nel corso degli anni hanno inciso la loro versione di Space Oddity, in alcuni casi inclusa in album tributo o compilation di artisti vari:

  • il tastierista David Matthews in Dune del 1977
  • The King's Singers in Tempus Fugit del 1978
  • Rudi Grant su 45 giri nel 1981
  • Allan Mayes in Stumblimg in the Aisle del 1986
  • The Flying Pickets in Best of the Flying Pickets del 1988
  • i Saigon Kick in Water del 1993
  • Hank Marvin in Heartbeat del 1993
  • Henk Brugge in VTM Soundmix Show del 1994
  • The Guitar Orchestra in Interpretations del 1994
  • i Kyoto Blue in Scanning... Vol. 2 - Cover Versions Continued del 1994
  • Rick Wakeman in Piano Album del 1995
  • Brix Smith nell'EP Happy Unbirthday del 1997
  • i Cold in Oddity EP del 1998
  • le Space Girls in Ashes to Ashes - A Tribute to David Bowie del 1998
  • gli Helloween nella raccolta Metal Jukebox del 1999
  • Natalie Merchant in Live in Concert del 1999
  • gli Stonedigger in A Collection of Headphone Songs del 2000
  • i Crimson Joy in The Dark Side of David Bowie del 2000
  • gli Star One nell'edizione speciale di Space Metal del 2002
  • i More in Someone Like No One del 2002
  • i Dogooder in Sound + Vision - The Electronic Tribute to David Bowie del 2002
  • gli String Quartet in String Quartet Tribute to David Bowie del 2002
  • i Lisa Carbon in Standards del 2003
  • gli Steel Train nell'EP 1969 del 2003
  • gli Ayreon in Day Eleven: Love del 2004
  • i Fuzzy Love in Psycho Romantic Mood Swing del 2004
  • Trevor Tanner in Bellyache del 2004
  • le Pitch Black Dream in Spiders from Venus: Indie Women Artists and Female-Fronted Bands Cover David Bowie del 2004
  • The Neanderthals in The Neanderthals in Space del 2005
  • i Def Leppard in Yeah! del 2006 (come "bonus track")
  • l'arpista Christina Kline in Harp Rock del 2006
  • i Glorious Monsters nell'EP In the Movies del 2007
  • Mel Watson in Seed del 2007
  • The Langley Schools Music Project in BowieMania: Mania, une collection obsessionelle de Beatrice Ardisson del 2007
  • The Marbles in Hero - The Main Man Records Tribute to David Bowie del 2007
  • John Waite in Jim Ladd's Headsets - From Here to Infinity del 2007
  • The Collectors in Tribute to David Bowie del 2007
  • Andy Roberts in Under the Radar del 2008
  • i Jupiter Blue in .2 Contamination del 2008
  • i Reverse in Cool Tributes 2 del 2008
  • i Tangerine Dream in Under Cover - Chapter One del 2010
  • The Ravensbe in Oddities del 2010
  • gli Exitmusic in We Were So Turned On del 2010
  • i Powerman 5000 in Copies, Clones & Replicants del 2011
  • William Shatner in Seeking Major Tom del 2011
  • i Sinfonico Honolulu in Absolutely Live del 2011
  • Samuel Ferrari nel Cd singolo Mattino Blu Elettrico del 2011
  • gli Smashing Pumpkins nel disco dal vivo Oceania: Live in NYC del 2013
  • Kendra Morris in Mockingbird del 2013

Note

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Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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