Lancia Flaminia
La Flaminia fu la grande ammiraglia della Lancia; nasceva per sostituire i fasti della precedente Aurelia e per porsi sul mercato come la nuova grande auto di rappresentanza di produzione italiana nel periodo che va dalla seconda metà degli anni cinquanta agli anni sessanta. Non ha avuto una discendente diretta, poiché al momento del termine della produzione, nel 1969, nella medesima categoria di vetture il Gruppo Fiat aveva in produzione la Fiat 130. Per avere una vettura Lancia della stessa categoria si dovette attendere la Lancia Gamma nel 1975.
Lancia Flaminia | |
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Descrizione generale | |
Costruttore | ![]() |
Tipo principale | Berlina |
Altre versioni | Coupé (Pininfarina) GT Coupé (Touring) GT Convertibile (Touring) Sport (Zagato) Supersport (Zagato) |
Produzione | dal 1957 al 1969 |
Sostituisce la | Lancia Aurelia |
Sostituita da | Lancia Gamma |
Esemplari prodotti | 12.630 (3.932 berlina, 8.698 altre versioni) |
Altre caratteristiche | |
Dimensioni e massa | |
Lunghezza | 4.855 mm |
Larghezza | 1.750 mm |
Altezza | 1.480 mm |
Passo | 2.870 mm |
Massa | (in ordine di marcia) 1.480 kg |
Altro | |
Progetto | Antonio Fessia Francesco De Virgilio |
Auto simili | Alfa Romeo 2600 |
Note | ingombri e peso della berlina prima serie |
La Flaminia
Dalla Aurelia alla Flaminia
Più o meno nel momento in cui, nel 1955, la famiglia Lancia cede la maggioranza azionaria al gruppo Pesenti (Italcementi), alla direzione tecnica avviene una piccola rivoluzione: al posto dell'ingegner Vittorio Jano che passa alla Ferrari, il 27 marzo 1955 viene nominato il professor Antonio Fessia, un tecnico illustre e di vasta esperienza[1].
Fessia, un fautore della trazione anteriore (che infatti di li a qualche anno progetterà la Flavia, prima vettura di serie italiana con ruote motrici anteriori), inizia con la revisione del modello di punta, l'Appia, varando la seconda serie (che esce nei primi mesi del 1956), ma contemporaneamente deve occuparsi di progettare la macchina destinata a sostituire il modello Aurelia che comincia a denunciare i suoi anni.
È così che nasce la Flaminia, un'automobile di alta classe, dall'indole assai meno vivace rispetto a quella della progenitrice, ma senza dubbio più moderna nella linea e più lussuosa nell'allestimento.
La prima Flaminia vede la luce nell'aprile del 1956 ed è la versione berlina[2][3][4].
Si tratta di una voluminosa limousine la cui linea è dovuta a Pininfarina, dotata di motore a 6 cilindri a V di 60° da due litri e mezzo di cilindrata erogante circa 100 HP e capace di spingere la vettura fino a 160 km. orari.
Rispetto all'Aurelia, presenta con una livrea totalmente diversa (tra cui l'abbandono della classica mascherina anteriore Lancia) ma con una meccanica non certo rivoluzionaria, in cui la variazione di maggior rilievo è data dal mutato sistema di sospensione anteriore, non più a foderi verticali ma a trapezi trasversali e molloni elicoidali.
La messa a punto del nuovo modello richiede tuttavia più di un anno: la versione definitiva, che si caratterizza per il nuovo sistema di apertura delle porte (ora tutte incernierate anteriormente) e per un notevole allargamento della carrozzeria, viene esposta al Salone di Ginevra (marzo 1957) ma per le prime consegne ai clienti occorre attendere ancora qualche mese.
La scelta del nome
Nel 1956, quando esce la vettura di fascia superiore destinata a sostituire l'Aurelia, la direzione Lancia sceglie un nome che abbandona la serie di quelli aventi inizio con la lettera “a” (Aprilia, Ardea, Aurelia) ma che ripercorre la via intrapresa con la Aurelia e proseguita con l'Appia, designando cioè il modello con il nome di un'altra strada consolare romana cioè “Flaminia”.
La Via Flaminia è una via consolare romana che collega Roma a Rimini; oggi, nel tratto tra Roma e Fano, è classificata come strada statale SS 3.
È stata la prima, e per molti secoli l'unica, strada terrestre di collegamento tra Roma e il nord Italia. Da Rimini continuava verso Milano come Via Emilia; da Milano le strade si diramavano verso le altre località europee.
La dinastia Flaminia in breve
La berlina Flaminia inizia la sua carriera nel 1957: quattro anni dopo ha la sua seconda serie, caratterizzata da alcune piccole varianti meccaniche (che peraltro influiscono marginalmente sulle prestazioni) poi, nel settembre 1963, riceve un motore di maggior cilindrata (2,8 litri contro 2,5) che accresce soprattutto le doti di elasticità e ripresa.
Il successo riscosso dalla Flaminia berlina al suo apparire sul mercato è indiscutibilmente buono: subito dopo però, dopo aver degnamente sostituito la berlina Aurelia, la Lancia deve pensare a lanciare le versioni dall'impronta più sportiva, quelle che debbono prendere il posto delle famose Aurelia B20 coupé e B24 spyder; per far questo, la casa torinese imbocca la strada già percorsa con l'Appia, creando un telaio che possa essere degnamente rivestito dai migliori carrozzieri italiani.
Le Flaminia sportive vengono esposte al pubblico per la prima volta in occasione del XV Salone dell'automobile di Torino che si apre il 5 novembre 1958: sono tre versioni, tutte aventi forma di coupé, logicamente molto diverse tra loro e realizzate da tre dei carrozzieri italiani più quotati, Pininfarina, Touring e Zagato.
Rispetto a quella della berlina, la meccanica delle tre nuove coupé non presenta grandi rivoluzioni se non l'accorciamento del passo (275 cm. la coupé Pininfarina e 252 cm. la Touring e la Zagato, contro i 287 cm. della berlina), ed un incremento della potenza (da 102 a 119 HP).
Pininfarina presenta una lussuosa coupé, creata adattando il design del prototipo precedentemente realizzato su base Aurelia, chiamato Florida II (per anni auto personale dello stesso Battista Pininfarina); questa coupé rimane comunque nel contesto delle auto da rappresentanza dalle dimensioni generose, più che delle sportive, anche se non mancheranno partecipazioni, anche di successo, di questa vettura ad alcune competizioni velocistiche.
Touring espone invece, con la classica struttura definita “Superleggera” (ossatura in tubi di acciaio con copertura in alluminio) un filante versione a soli 2 posti, caratterizzato dalla doppia fanaleria anteriore e da vistosi gruppi ottici posteriori.
Zagato, specializzato nelle costruzioni di tipo più sportivo, lancia la sua berlinetta più spartana, di peso contenuto e dalla linea che ricalca quella della sorellina minore Appia. Le Flaminia Sport di Zagato parteciperanno a numerose competizioni, cogliendo, nella propria categoria, un buon numero di significativi successi.
Grazie alla maggiore potenza ed alla diminuzione di peso, le tre coupé vantano prestazioni più elevate: le velocità massime dichiarate sono di 170 Km. orari per la coupé di Pininfarina., di 180 per la Touring e di 190 per la Zagato.
Per il parto della versione aperta della Flaminia, che sostituisce la B24 Aurelia, occorre pazientare ancora più di un anno: la “convertibile” (questa la denominazione ufficiale) - che porta a cinque il numero di versioni della Flaminia - esce infatti nel marzo del 1960 quando viene esposta al Salone di Ginevra. È dovuta a Touring ed ha una linea che è sostanzialmente identica a quella della coupé, dalla quale naturalmente eredita anche la meccanica.
Le evoluzioni successive possono così sintetizzarsi:
- 1962 (gennaio): le coupé Touring e Zagato e la convertibile Touring montano un motore che, grazie alla alimentazione mediante 3 carburatori, eroga una potenza di 140 HP (contro 128); queste vetture vengono identificate mediante l'aggiunta della sigla “3C”;
- 1962 (settembre): anche la coupé Pininfarina viene modificata nell'alimentazione, ed adotta un carburatore triplo corpo; il motore eroga così 128 HP (contro 119); questa vettura viene identificata mediante l'aggiunta della sigla “3B”;
- 1963 (settembre): nasce una nuova versione della GT Touring, maggiorata nel passo, che ora può ospitare 2 persone sul sediolo posteriore (cosiddetta versione 2+2); la nuova versione viene identificata come “3C-GTL”;
- 1963 (settembre): come la berlina, anche tutte le versioni derivate possono montare, in luogo del 2,5 litri, il motore maggiorato a 2,8 litri.
- 1964 (novembre): nasce l'ultima Flaminia, la Supersport, sempre carrozzata da Zagato.
- 1970 (marzo): la Flaminia sparisce definitivamente dai listini; le ultime ad essere commercializzate sono state la berlina e la coupé di Pininfarina.
Per chiudere la storia della Flaminia, occorre ancora citare i 4 o 5 esemplari di vettura "Presidenziale" costruiti (nel 1960-61) da Pininfarina per la Presidenza della Repubblica Italiana.
Quanto alle vere e proprie "fuoriserie" se ne contano soltanto cinque, tutte in esemplare unico.
Schema periodi commercializzazione Flaminia
Commercializzazione in Italia vetture Flaminia con motore da 2457 cmc | ||||||
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Anni | _Berlina_ | _Coupé_ | __GT__ | Convert | _GTL 2+2_ | _Sport_ |
1957 | maggio/dicembre | --- | --- | --- | --- | --- |
1958 | tutto l'anno | --- | --- | --- | --- | --- |
1959 | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | --- | --- | tutto l'anno |
1960 | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | giugno/dicembre | --- | tutto l'anno |
1961 | tutto l'anno (da dicembre 2ªserie) |
tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | --- | tutto l'anno |
1962 | tutto l'anno | tutto l'anno (da ottobre tipo 3B) |
tutto l'anno (da febbraio tipo 3C) |
tutto l'anno (da febbraio tipo 3C) |
--- | tutto l'anno (da febbraio tipo 3C) |
1963 | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | solo 2 o 3 esemplari |
tutto l'anno |
1964 | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | --- | tutto l'anno |
1965 | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | --- | gennaio/giugno |
1966 | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | --- | --- |
1967 | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | --- | --- |
1968 | gennaio/ottobre | gennaio/ottobre | gennaio/ottobre | gennaio/ottobre | --- | --- |
Commercializzazione in Italia vetture Flaminia con motore da 2774 cmc | |||||||
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Anni | _Berlina_ | _Coupé_ | __GT__ | Convert | _GTL 2+2_ | _Sport_ | Supersport |
1963 | ottobr/dicembre | ottobr/dicembre | ottobr/dicembre | ottobre/dicembre | ottobre/dicembre | ottobre/dicembre | --- |
1964 | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | gennaio/novembre | dicembre |
1965 | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | --- | tutto l'anno |
1966 | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | --- | tutto l'anno |
1967 | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | tutto l'anno | --- | tutto l'anno |
1968 | tutto l'anno | tutto l'anno | gennaio/ottobre | gennaio/ottobre | gennaio/ottobre | --- | gennaio/ottob |
1969 | tutto l'anno | tutto l'anno | --- | --- | --- | --- | --- |
1970 | gennaio/febbr | gennaio/febbr | --- | --- | --- | --- | --- |
Numerazione chassis Flaminia
Nota generale preliminare
I dati di cui alle tabelle sotto-riportate sono tratti per la quasi totalità dal volume «La Lancia» di Wim H.J. Oude Weernink e Adriano Cimarosti, Edito da Motor Racing Publications LtD (Croydon, GB) nel 1991 e sono stati integrati con ulteriori notizie attinte principalmente da due volumi : 1. «Lancia Fulvia, Flavia, Flaminia» di Sergio Puttini, Edito da Giorgio Nada Editore(Milano, I) nel 1989; 2. «The Italian Car Registry» di John De Boer, Corrado Bellabarba e Lorenzo Boscarelli,Edito da John Fulton De Boer (Walnut Creek, USA) nel 1994.
Il dato della produzione anno per anno é stato invece ricavato dal volume «Storia della Lancia: Impresa Tecnologie Mercati 1906-1969», Gruppo Editoriale Fabbri. Bompiani. Sonzogno. Etas s.p.a.(Milano, I)(1992) con una piccola integrazione (relativamente alle Flaminia da 2774 cmc) ricavata dal sito Internet http://www.viva-lancia.com/lancia_fora/read.php?41,1076754
Numerazione chassis vetture Flaminia con motore da 2457 cmc | ||||||||
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Sigla | Gui da |
Anni | Dal n° |
Al n° |
Quan tità |
Modello | Specifica | Esemplari |
813.00 813.03 813.36 |
SN | '57..'61 | 1001 | 3695 | 2695 | Berlina 1ª serie |
Berlina Berlina con frizione automatica Berlina per gli USA |
2616 [1] 48 [1] 31 |
813.10 813.11 |
SN DS |
'61..'63 | 5001 | 5638 | 638 | Berlina 2ª serie | Berlina | 638 |
813.12 | SN | '62 | 1001 | 1012 | 12 | Berlina Speciale | Berlina Speciale | 12 |
813.50 | SN | '59 | 0001 | 0001 | 1 | Flaminia Florida II | Flaminia Florida II | 1 |
813.99 | SN | '61 | 1001 | 1004 | 4 | Presidenziale | Presidenziale "335" | 4 [2] |
823.00 823.01 |
SN DS |
'59..'62 | 1001 1001 |
4053 1148 |
3053 148 |
Coupé 1ª serie | Coupé (Pininfarina) (guida SN) Coupé (Loewy-Nardi-Motto) Loraymo [3] Coupé (Pininfarina) (guida DS) |
3052 1 [3] 148 |
823.02 823.03 |
SN DS |
'62..'63 | 4054 1149 |
4966 1185 |
913 37 |
Coupé 3B | Coupé 3B (Pininfarina)(guida SN) Coupé 3B (Pininfarina)(guida DS) |
913 37 |
824.00 824.01 824.02 824.03 |
SN DS SN DS |
'59..'61 | 1001 | 2067 | 1067 | GT Coupé Sport |
GT Coupé (Touring) Sport (Zagato) |
868 199 |
824.04 | SN | '60..'61 | 1001 | 1421 | 421 | Convertibile | Convertibile (Touring) Convertibile (Vignale) [3] Spider (Boneschi) Riconvertiti [4] |
378 1 [3] 1 41 [4] |
824.10 824.11 824.12 824.13 |
SN DS -- SN |
'62..'63 | 3001 | 3856 | 856 | 3C GT Coupé 3C Sport |
3C GT Coupé (Touring) (guida SN) 3C GT Coupé (Touring) (guida DS) 3C Sport (Zagato) (guida SN) Riconvertiti [5] |
672 10 152 22 [5] |
824.14 824.15 |
SN DS |
'62..'63 | 2001 | 2247 | 247 | 3C Convertibile | 3C Convertibile (Touring)(guida SN) 3C Convertibile (Touring)(guida DS) |
245 2 |
824.16 | SN | '63 | 1001 | 1002 [6] | 2 6] | 3C GTL Coupé | 3C GTL Coupé (Touring) | 2 [6] |
Note
[1] Secondo il volume «Lancia Fulvia, Flavia, Flaminia» di Sergio Puttini, Edito da Giorgio Nada Editore(Milano, I) nel 1989, le Flaminia tipo 813.00 sarebbero 2623 e quelle tipo 813.03 sarebbero 41.
[2] Secondo alcuni, le Flaminia Presidenziali costruite sarebbero 5 e non 4.
[3] Dato stimato.
[4] Probabilmente riconvertiti in 824.14 (3C Convertibile) e come tali marchiati.
[5] Riconvertiti in 826.232 (Supersport).
[6] Secondo il volume «Lancia Fulvia, Flavia, Flaminia» di Sergio Puttini, Edito da Giorgio Nada Editore(Milano, I) nel 1989, gli esemplari cosrtuiti sarebbero 3, numerati da 1001 a 1003.
Numerazione chassis vetture Flaminia con motore da 2774 cmc | ||||||||
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Sigla | Gui da |
Anni | Dal_____ n° |
Al______ n° |
Quan tità |
Modello | Specifica__________ | Esemplari |
826.000 826.001 |
SN DS |
'63..'69 | 1001 | 1599 | 599 | Berlina | Berlina (guida SN) Berlina (guida DS) |
556 43 |
826.030 826.031 |
SN DS |
'63..'67 | 1001 [1] | 2085 [1] | 1085 [1] | Coupé 3B | Coupé 3B (Pininfarina)(guida SN) Coupè 3B (Pininfarina)(guida DS) |
1037 [1] 48 [1] |
826.132 826.133 |
SN -- |
'63..'64 | 1001 | 1070 | 70 | 3C Sport | 3C Sport (Zagato) Riconvertiti [2] |
33 37 [2] |
826.134 826.135 |
SN DS |
'63..'64 | 1001 | 1180 | 180 | 3C Convertibile | 3C Convertibile (Touring)(guida SN) 3C Convertibile (Touring)(guida DS) |
176 4 |
826.138 826.139 |
SN DS |
'63..'65 | 1001 | 1168 | 168 | 3C GT Coupé Coupé Speciale Pininfarina Coupé Ghia |
3C GT Coupé (Touring)(guida SN) 3C GT Coupé (Touring)(guida DS) Coupé Speciale (Pininfarina)(#1167) Coupé Marica (Ghia)(#1168) |
165 1 1 1 |
826.140 826.141 |
SN DS |
'63..'65 | 1001 | 1300 | 300 | 3C GTL Coupé | 3C GTL Coupé (Touring)(guida SN) 3C GTL Coupé (Touring)(guida DS) |
295 5 |
826.232 826.233 |
SN DS |
'64..'67 | 2001 | 2150 | 150 | Supersport | Supersport (Zagato)(guida SN) Supersport (Zagato)(guida DS) |
148 2 |
Note
[1] Secondo il volume «La Lancia» di Wim H.J. Oude Weernink e Adriano Cimarosti, Edito da Motor Racing Publications LtD (Croydon, GB) nel 1991, le Flaminia Coupé 3B da 2,8 litri sarebbero state costruite in 1133 esemplari (anziché 1048) e le numerazioni sarebbero state, da 1001 a 2085 per la 826.030 e da 1001 a 1048 per la 826.031. Secondo invece il volume «Lancia Fulvia, Flavia, Flaminia» di Sergio Puttini, Edito da Giorgio Nada Editore(Milano, I) nel 1989, le Flaminia Coupé 3B da 2,8 litri sarebbero in tutto 1085, con numerazione unica da 1001 a 2085.
[2] Riconvertiti in 826.232 (Supersport).
Dati di produzione
Anno per anno
I dati sotto-riportati sono stati tratti dal volune «La Lancia» di Wim H.J. Oude Weernink e Adriano Cimarosti, Edito da Motor Racing Publications LtD (Croydon, GB) nel 1991
Produzione Flaminia anno per anno | ||||
---|---|---|---|---|
Anno | Berlina | Derivate | Totale | |
1957 | 479 | --- | 479 | |
1958 | 1069 | --- | 1069 | |
1959 | 421 | 688 | 1109 | |
1960 | 508 | 1865 | 2373 | |
1961 | 338 | 1856 | 2194 | |
1962 | 348 | 1238 | 1586 | |
1963 | 338 | 1688 | 2026 | |
1964 | 206 | 920 | 1126 | |
1965 | 91 | 177 | 268 | |
1966 | 37 | 46 | 83 | |
1967 | 40 | -- | 40 | |
1968 | 41 | -- | 41 | |
1969 | 36 | -- | 36 | |
1970 | 8 | -- | 8 | |
Totale | 3.960 | 8.478 | 12.438 |
Modello per modello
I dati sotto-riportati (tratti nella quasi totalità dal volune «La Lancia» di Wim H.J. Oude Weernink e Adriano Cimarosti, Edito da Motor Racing Publications LtD (Croydon, GB) nel 1991) sono ricavati essenzialmente dalle numerazioni degli chassis.
Produzione Flaminia anno per anno | ||||
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Modello | Anno | Quantità | Dettaglio | |
Flaminia berlina
Flaminia Coupé (Pininfarina)
Flaminia GT Coupé (Touring)
Flaminia GT Convertibile (Touring)
Flaminia Sport e Supersport (Zagato)
Flaminia tipo 335 (Presidenziali)
Dalla famiglia delle Flaminia, grazie alla sua immagine "altolocata" (è stata infatti l'auto di molti "VIP" dell'epoca), è derivata una versione di sicuro spicco, la cosiddetta "335" (la sigla corrisponde alla misura del passo), realizzata per il Presidente della Repubblica Italiana ed ancora oggi utilizzata nelle grandi parate di Stato. Questa vettura è stata progettata da Pinin Farina nel 1960 su richiesta del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi il quale - in vista della visita in Italia della Regina Elisabetta d'Inghilterra - decide sia giunta l'ora di mandare in pensione la vecchia cabriolet ministeriale d'anteguerra (una mastodontica Fiat 2800 del 1939) che qualche volta fa i capricci e vuole esser certo di poter ospitare l'ospite regale su una macchina degna del ruolo.
In pochi mesi, il maestro carrozziere, partendo da uno chiassis Flaminia, realizza quattro esemplari, che, continuando la tradizione, vengono battezzati con nomi propri: Belfiore, Belmonte, Belvedere e Belsito.
Rispetto alla berlina da cui deriva, la meccanica si differenzia per la aggiunta di una pompa del carburante elettrica e di una bobina (entrambe di scorta), per l'aumento di quasi mezzo metro del passo (cm 335 invece di 287), per l'aumento delle carreggiate e per il più corto rapporto finale di trasmissione.
La carrozzeria, che certamente non tradisce l'origine Flaminia, è più lunga (cm 546 invece di 485,5), più larga (cm 189 invece di 175) e, naturalmente, assai più pesante (un po' più di due tonnellate).
Le prime tre Flaminia speciali (Belfiore, Belmonte e Belvedere) vengono immatricolate il 27 aprile 1961 e sono caratterizzate dalla carrozzeria cabriolet con la capote in tela rigida, ripiegabile con meccanismo idraulico, mentre l'ultima, la Belsito, ha il posto dell'autista coperto da una capote in tela non apribile che non consente il montaggio del grande tetto rigido trasparente[5].
Il primo impiego importante è quello in occasione della visita della Regina Elisabetta, ai primi di maggio del 1961.
Durante tutti gli anni sessanta le quattro "335" vengono utilizzate come vetture di rappresentanza durante le visite di Stato, come quella famosa di John Fitzgerald Kennedy il 1° luglio 1963.
Nel 1967 una importante modifica al sistema di apertura e chiusura della parte posteriore del tetto, che lascia fissa la parte sovrastante il posto di guida.
Le quattro Flaminia rimangono in servizio attivo fino al 1982, poi vengono rispolverate solo in alcune occasioni, anche se Oscar Luigi Scalfaro le ha volute per le visite ufficiali e Carlo Azeglio Ciampi addirittura se ne è servito nella cerimonia del suo insediamento.
Un esemplare risulta ceduto all'Esercito Italiano, un altro al Museo dell'Automobile di Torino: le restanti due vetture sono usate come auto ufficiali dal Presidente Giorgio Napolitano.
Anche se mancano i necessari riscontri, si dice che un quinto esemplare sarebbe stato costruito per espresso desiderio della Regina Elisabetta, rimasta colpita dalla bellezza e comodità della Flaminia 335, e si troverebbe ancora conservato a Buckingham Palace[6].
- Periodo di produzione: 1961.
- Modelli:
- tipo 813.99, cabriolet presidenziale, 4 porte, 7 posti, con guida a sinistra
- Numerazione progressiva: vedi Nota (1)
- da 1001 a 1004 (o 1005)
- Unità prodotte: vedi Nota (1)
- 4 o 5
- Caratteristiche principali:
motore: anteriore a 6 cilindri a V di 2457,98 cm³, potenza 102 cv (DIN) a 4600-4800 giri, valvole in testa; carrozzeria: cabriolet presidenziale 4 porte, 7 posti, telaio con longheroni e traverse, sospensione anteriore a ruote indipendenti, sospensione posteriore a ruote semi-indipendenti (schema De Dion); trasmissione: con trazione alle ruote posteriori, cambio a 4 rapporti+retromarcia; dimensioni e peso: passo cm 335, lunghezza cm 546, larghezza cm 189, peso approssimativo (a vuoto) oltre kg 2000; velocità max: (approssimativa) km/h 110-120.
Nota (1): secondo alcune fonti, sarebbe stato costruito un 5° esemplare per la Regina Elisabetta: in quel caso, potrebbe essere stato contraddistinto dalla numerazione 1005.
Caratteristiche tecniche Lancia Flaminia tipo 335 (Presidenziali) | |
Motore |
tipo "813.00”; anteriore, longitudinale, monoblocco; corpo cilindri in alluminio con canne ghisa piantate; pistoni in lega d’alluminio, con tre anelli (due di tenuta e uno raschiaolio); testa cilindri in alluminio con sedi valvole riportate; bielle in acciaio con boccole perno stantuffo in bronzo; albero motore ruotante su 4 supporti; peso del motore a secco (senza acqua e senza olio) kg 175; sospensione motore tramite quattro supporti su doppi tamponi di gomma. |
Numero e posizione cilindri | 6 cilindri a V (60°). |
Cilindrata | cmc 2457,98 (alesaggio mm 80,00 - corsa mm 81,50). |
Distribuzione | albero a camme, nel basamento, in posizione centrale (posto cioè nell’angolo formato dalle due file di cilindri) comandato a catena con tenditore idraulico automatico; valvole in testa (due per cilindro) inclinate tra di loro, azionate da puntalini e bilancieri; ogni valvola è richiamata da una molla singola; camere di scoppio emisferiche; messa in fase della distribuzione: a) aspirazione: apertura 11° prima del P.M.S. (Punto Morto Superiore), chiusura 49° dopo il P.M.I. (Punto Morto Inferiore): b) scarico: apertura 49° prima del P.M.I., chiusura: 11° dopo il P.M.S.; gioco normale valvole a motore freddo: aspirazione 0,15 mm, scarico 0,25 mm; cilindri 1-6 al P.M.S. (Punto Morto Superiore): con segno “0” sul volano motore che coincide con l’indicazione ¼ sulla scatola volano; controllo della messa in fase: inizio apertura della valvola di aspirazione del cilindro n° 1 al P.M.S. (Punto Morto Superiore) con gioco al controllo di 0,8 mm. |
Rapporto di compressione | 7,85:1 |
Potenza max | 102 cv a 4.600-4.800 giri/minuto (misurata col sistema DIN); il regime massimo di rotazione è superiore a quello della potenza massima, ed è fissato in 5.200 giri/minuto; la potenza media al regime di coppia massima (3000 giri/minuto) è di circa 80 cv. |
Coppia | 19,5 mkg a 3000 giri /minuto; |
Lubrificazione | forzata, con pompa ad ingranaggi e valvola limitatrice della pressione; filtro del tipo “a cartuccia” tipo FRAM posto sul lato sinistro del motore, filtro a rete nella succheruola; capacità circuito circa litri 6,60 (pari a kg 6,0), compresi filtri e tubazioni; manometro pressione olio sul quadro strumentazione. |
Raffreddamento | ad acqua, a circolazione forzata, con pompa centrifuga coassiale col ventilatore ausiliario a 4 pale, comandato con cinghia trapezoidale; l’impianto è regolato da due termostati, uno sulle tubazioni e l’altro che comanda la persiana al radiatore; capacità circuito (radiatore e motore) litri 10 (incluso 1 litro dei riscaldatori); introduzione acqua tramite apertura tappo sul radiatore; scarico acqua tramite rubinetto posto sul lato destro del motore. |
Accensione | a spinterogeno; 1 bobina Marelli più una seconda bobina di scorta. |
Alimentazione | carburatore invertito Solex 35 PAAI, doppio corpo, munito di dispositivo d’avviamento (starter); pompa meccanica situata sul lato destro del motore, munita di filtri a rete; pompa supplementare elettrica. |
Impianto elettrico | a 12 V. |
Trasmissione | trazione sulle ruote posteriori; frizione,cambio e differenziale in gruppo unico, fissato al telaio e disposto al retrotreno L’albero di trasmissione è in due tronchi, con supporto intermedio. |
Frizione | frizione in blocco unico con cambio e differenziale (blocco unico disposto al retrotreno, come indicato alla voce “trasmissione”) monodisco a secco tipo. |
Cambio | cambio in blocco con frizione e differenziale (blocco unico disposto al retrotreno, come indicato alla voce “trasmissione”) a 4 rapporti+retromarcia; tutte le marce avanti sono silenziose e sincronizzate; rapporti: I=3,31:1;II=2,20:1;III=1,51:1;IV=1:1; RM=3,60:1; leva di comando al volante. |
Rapporto al ponte | rapporto finale di riduzione (approssimativo) 5,9:1. |
Scocca | telaio a longheroni e traverse. |
Sospensioni ant. | a ruote indipendenti a quadrilatero trasversale, molle ad elica e barra stabilizzatrice; ammortizzatori idraulici telescopici a doppio effetto. |
Sospensioni post. | a ruote semi-indipendenti (schema De Dion), mediante assale con barra di reazione trasversale e barra stabilizzatrice, balestre longitudinali ed ammortizzatori idraulici telescopici a doppio effetto. |
Impianto frenante | freni d’esercizio a disco (Dunlop), a pedale, idraulici ed agenti sulle 4 ruote, con servofreno; freno di stazionamento, a mano, meccanico ed agente sul propulsore posteriore (la impugnatura del comando del freno a mano è posizionata sotto il cruscotto) ; i freni anteriori sono montati normalmente sulle ruote, quelli posteriori sono montati all'uscita dal gruppo frizione-cambio-differenziale; |
Sterzo | sterzo a vite globoidale e rullo |
Ruote | a disco, in lamiera stampata, a base allargata. |
Pneumatici | misura 185x400. |
Passo | cm 335,0. |
Carreggiate anter-poster | cm 146,0 -cm 142,0. |
Lunghezza x larghezza x altezza | vettura (cabriolet) cm 546,0 x cm 189,0 x cm 160,0. |
Carrozzeria, arredamenti ed accessori | carrozzeria: cabriolet 4 porte, 7 posti con capote in tela grigia, ripiegabile con meccanismo idraulico; volante a due razze con semi-anello per azionamento avvisatore elettroacustico; divisorio trasparente tra i due posti anteriori e la parte posteriore dell’abitacolo; selleria in pelle Connolly 8500; telefono/interfono per consentire al passeggero seduto posteriormente sulla destra di comunicare con l’autista;due autoradio Voxson sedili: sedile anteriore unico, fila di sedili intermedi (2 trapuntini), sedile posteriore unico.
|
Peso | a vuoto kg 2000 (abbondanti) circa. |
Serbatoio carburante | capacità litri 58, di cui 7 di riserva; indicatore livello sul quadro porta-apparecchi del cruscotto. |
Velocità massima | 110-120 km/h circa; velocità massime (km/h) nelle varie marce:: I=36 II=52, III=76; Retromarcia=32; tutti i valori sono indicativi ed approssimativi. |
Flaminia fuori serie
Sono soltanto 5 le Flaminia carrozzate "fuori serie" in esemplare unico di cui si ha notizia.
In ordine cronologico:
Una spider carrozzata da Vignale (1959)
Lo stravagante esemplare Nardi-Loewy, denominato "Loraymo", realizzato da Motto (1960)
Una convertibile, denominata "Amalfi", carrozzata da Boneschi (1961)
Una coupé, denominata "Speciale", carrozzata da Pininfarina (1963)
Una coupé, denominata "Marica", carrozzata da Ghia (1969)
Flaminia Spider Vignale (1959)
Alla 41.esima edizione del Salone dell'Automobile di Torino che si tiene dal 31 ottobre all'11 novembre del 1959, molti si aspettano che la Lancia. dopo aver lanciato le splendide versioni "chiuse" derivate dalla Flaminia berlina (la lussuosa Coupé di Pininfarina, quella filante di Touring e la più sportiveggiante Zagato), presenti come novità la versione "aperta", spider o cabriolet che sia.
Delusione : nello stand Lancia solo Flaminia chiuse, berlina o coupé. C'é invece, nello spazio del carrozziere Vignale, una bella spider/cabriolet, progettata da Giovanni Michelotti, costruita sull'autotelaio Flaminia con passo di 252 cm e motore da 119 cv (lo stesso utilizzato per le coupé Touring e Zagato).
Sembrerebbe una delle numerose fuoriserie che popolano il Salone: si saprà poi che invece questa macchina rappresenta il prototipo della versione aperta della Flaminia, che la carrozzeria Vignale ha approntato in concorrenza con analogo prodotto della Touring.
Caratterizzata da una linea piacevole e d'effetto ma con alcuni particolari poco convincenti (i semiparaurti anteriori troppo massicci in primis) viene scartata dalla Lancia, che le preferisce le linee forse più armoniose proposte dalla Touring sulla coupé e trapiantate tali e quali sulla spider.
L'esemplare esposto a Torino, che è poi l'unico costruito, ha colore azzurro scuro (è definito all'epoca come "luce di mezzanotte"), gli interni in pelle, la capote che scompare nella coda. Da notare la presa d'aria sul cofano motore, che è rovesciata, ovvero con la fessura rivolta verso il parabrezza.
Originale anche il disegno del cruscotto, con cornice trapezoidale.
Flaminia Coupé Loevy-Motto-Nardi "Loraymo" (1960)
Complici le confidenze di qualche alto dirigente della Lancia, l'eco della bravura dell'eclettico carrozziere torinese Rocco Motto giunge alle orecchie di un ricco americano, Raymond Loewy - molto noto in quanto designer, tra l'altro, della Studebaker, di treni, del marchio della Lucky Strike e della bottiglia della Coca Cola - il quale ha disegnato una originalissima carrozzeria per uno chassis Flaminia Coupé con passo di cm 275[7] (tipo 823.00), e chiede a Rocco Motto di realizzargliela.
In realtà pare che Loewy si fosse rivolto ad altri carrozzieri che però avevano preferito defilarsi, probabilmente spaventati dalla complessità del progetto.
Invece Motto, che tra l'altro è uno specialista nella lavorazione dell'alluminio, accetta e compie uno straordinario lavoro, tanto che alla fine perviene ad un risultato talmente entusiasmante per Loewy, che questi lo vuole con sé al 47° Salone dell'automobile di Parigi che si svolge dal 6 al 16 ottobre del 1960, quando la singolare vettura (color ambra scuro metallizzato) viene esposta per la prima volta al pubblico.
Tra le tante particolarità o stravaganze della linea: l'alettone regolabile, posto sopra al lunotto (tipo quello che parecchi anni dopo verrà adottato da altre due Lancia, la Stratos prima e la Delta Integrale Evoluzione poi), la calandra (che ha un bordo cromato - di sagoma vagamente arieggiante lo stile "Luigi XVI" - che è libero di scorrere per svolgere la funzione di paraurti, dei quali in realtà anteriormente è priva), i parafanghi anteriori arretrati, i fari antinebbia posti al di fuori della carrozzeria, l'assenza dell'apertura del cofano del bagagliaio (accessibile quindi soltanto dall'abitacolo).
Particolare anche il nome dato alla macchina, "Loraymo", acronimo del nome-cognome del designer americano e corrispondente all'indirizzo telegrafico dello studio Loewy.
La "Loraymo" è munita del motore Flaminia tipo 823.00 (quello montato sulle Flaminia derivate) elaborato però dallo specialista torinese Nardi, il quale ne ricava una potenza di circa 150 cv[8] (contro i 119 originali).
Loewy, che ha fatto costruire la vettura per usarla personalmente, la impiega dapprima in Europa e successivamente in America, poi se ne perdono le tracce. Qualche anno dopo la morte del designer (14 luglio 1986) la macchina viene scovata dal presidente del Club Lancia d'America che la dona alla Casa madre torinese[9] per il suo Museo, dove viene perfettamente restaurata.
Flaminia Convertibile Boneschi "Amalfi" (1961)
Nell'aprile del 1961, la carrozzeria milanese Boneschi allestisce una convertibile su uno degli chassis Flaminia destinati alle Touring (siglati 824.04) munito dunque del motore da 119 cv.
La macchina, denominata "Amalfi", suscita pareri contrastanti, perché la sua linea estremamente spigolosa non è da tutti apprezzata.
Si tratta comunque di un esemplare unico, senza seguito produttivo neppure di modesta entità.
Il disegno è opera dello stilista Rodolfo Bonetto, il quale ha probabilmente interpretato in maniera volutamente "provocatoria" il tema propostogli.
Flaminia Speciale Coupé Pininfarina (1963)
Al 45° Salone dell'automobile di Torino (30 ottobre-10 novembre 1963) Pininfarina espone, su meccanica Flaminia 3C di 2.8 litri, un filante coupé caratterizzato da un originale e non casuale contrasto stilistico tra il frontale - chiaramente ispirato a quello della sorella più piccola, la Flavia coupé - ed il resto della macchina, molto faccettato e sfuggente.
Il disegno è da attribuire allo stilista Tom Tjaarda, recentemente passato dalla Ghia alla Pininfarina, e segue le linee guida viste nelle contemporanee Fiat 2300 Coupé Speciale (1962)[10] e Lausanne (1963) e nella Chevrolet Corvair, anche se nella Flaminia Tjaarda ha evitato di inserire i fari a mandorla che caratterizzano invece la Chevrolet.
Nel lussuoso abitacolo, si notano: tutta la selleria in pelle nera, i sedili di forma anatomica
muniti nello schienale di una feritoia praticata al fine di consentire una costante aerazione ed
il cruscotto completamente imbottito atto a proteggere meglio gli occupanti in caso di eventuali urti.
La vettura esposta al Salone di Torino (color paglierino) appare, inalterata, al 34° Salone dell'automobile di Ginevra (12-22 marzo 1964), ma successivamente subisce alcune modifiche, tra cui la riverniciatura in altra tinta, più esattamente in grigio metallizzato. Le prime modifiche riguardano il cofano motore, in cui scompare la presa d'aria e appare invece un rilievo (necessario per ospitare i tre carburatori). Successivamente, vengono modificati i fanalini anteriori (che diventano rotondi) e le maniglie delle porte; l'ultima variazione nota riguarda l'aggiunta dei deflettori alle portiere; la macchina, va precisato, è sempre la stessa, e reca il numero di telaio 826.138-1167.
Flaminia Coupé Ghia "Marica" (1969)
L'ultima delle 5 Flaminia fuori serie, tutte realizzate da carrozzieri Italiani, è una Coupé firmata da Ghia, chiamata "Marica" (dal nome mitologco di una ninfa romana), che appare al 51° Salone dell'Automobile di Torino (29 ottobre-9 novembre 1969).
Si tratta di un esemplare unico che effettivamente vede la luce un po' tardivamente, nel senso che nell'autunno del 1969, quando viene esposto a Torino, la Flaminia è ormai di fatto fuori di produzione; per di più, la macchina viene costruita partendo dal telaio (con passo di cmc 252) numero 1168, che è l'ultimo della serie contraddistinta dalla sigla 826.138 che identifica, tranne due eccezioni (la Speciale di Pininfarina del 1963 e, appunto, la Marica) le Flaminia 3C 2800 GT carrozzate Coupé da Touring, e che probabilmente è uscito dalla fabbrica qualche tempo prima.
Pare peraltro che la Marica sia stata costruita per espresso volere di Alejandro De Tomaso, che da poco ha rilevato la Ghia, al fine di richiamare l'attenzione sulla Lancia, che versa in grosse difficoltà economico-finanziarie ed è in cerca di un compratore.
La vettura, classica e affatto eccentrica, ha una calandra di evidente stile Lancia, il parabrezza e il lunotto fortemente inclinati, gli interni spaziosi e raffinati, la plancia rivestita in radica di noce, gli alzacristalli elettrici e le ruote di disegno esclusivo, pressofuse in lega leggera.
Della vettura vengono fornite anche le dimensioni : lunghezza cm 441, larghezza cm 167,4 e altezza cm 126.
Note
- ^ Wim H.J. Oude Weernink e Adriano Cimarosti. «La Lancia», Vimodrone (Milano) [I], Giorgio Nada Editore, 1994, pagina 216
- ^ Quattroruote numero 4 anno 1956, pagina 51
- ^ Motor Italia numero 34 anno 1956 pagina 41
- ^ Auto Italiana numero 11 anno 1956 pagina 66
- ^ Lancia (serie Story Collection), Milano [I], Hachette, modellini Lancia ed enciclopedia a fascicoli, capitolo "Loro Maestà le Lancia Flaminia"
- ^ La Manovella numero 12, anno 2005, pagina 57
- ^ Ruoteclassiche numero 191, anno 2004, pagine 29 e 33)
- ^ Quattroruote numero 11 anno 1960 pagina 82
- ^ Lancia (serie Story Collection), Milano [I], Hachette, modellini Lancia ed enciclopedia a fascicoli, capitolo "omaggio alla Lancia"
- ^ Style Auto, nunero 1, anno 1963, pagine 69 e 75)
Bibliografia
Collezione della rivista «Quattroruote»
Collezione della rivista «Motor Italia»
Collezione della rivista «Lancia»
Collezione della rivista «Auto Italiana»
Collezione della rivista «Auto-In Vogue»
Collezione della rivista «Auto Capital»
Collezione della rivista «Auto d'Epoca»
Collezione della rivista «Ruoteclassiche»
Elio Zagato. «Elio Zagato: storie di corse e non solo», Vimodrone (Milano) [I], Giorgio Nada Editore,2002.
Sergio Puttini. «Lancia Fulvia, Flavia e Flaminia», Milano [I], Giorgio Nada Editore, 1989.
Colin Pitt. «Lancia 1938 to 1968», (città N.D.)[GB], Unique Motoring Portfolio, 1997 (anno stimato).
Halwart Schrader. «Lancia 1946-72», Uelzen [D], Schrader Verlag Gmbh, 1992.
Michael Frostick. «Lancia», London [CH], Dalton Watson Publisher Ltd, 1976.
Peter Garnier. «Lancia (serie Autocar)», Middlesex [GB], The Hamlyn Publishing Group Limited, 1981.
Ferruccio Bernabò. «Lancia: Catalogue Raisonné 1907-1983», Milano [I], Automobilia, (2 volumi), 1983.
Autori diversi. «Lancia: le ammiraglie dall'Aurelia alla Thesis», Rozzano (Milano) [I], Editoriale Domus, 2002.
Marco Matteucci. «Lancia: le grandi berline», Milano [I], Gruppo Rusconi-Gente Motori, 1994.
Riccardo P. Felicioli. «Lancia: L'armonia e l'invenzione», Torino [I], libro realizzato a cura della Lancia, 1996.
Nigel Trow. «Lancia: the sield and flag», Vermont [USA], David & Charles, 1980.
Ferruccio Bernabò. «Lancia. Una storia, una leggenda, una realtà - 1906-1981», Torino [I], Lancia Pubblicità e immagine, 1981.
Ferruccio Bernabò. «Lancia. Una storia, una leggenda, una realtà - 1906-1986», Torino [I], Lancia Pubblicità e immagine, 1986.
Wim H.J. Oude Weernink e Adriano Cimarosti. «La Lancia - 70 years of excellence», London [GB], Motor Racing Publications Ltd, 1979.
Wim H.J. Oude Weernink e Adriano Cimarosti. «La Lancia», Vimodrone (Milano) [I], Giorgio Nada Editore, 1994.
Wim H.J. Oude Weernink e Adriano Cimarosti. «La Lancia», Croydon [GB], Motor racing Publications LtD, 1991.
Angelo Tito Anselmi. «Le Lancia di Pininfarina», Torino [I], Edizione del periodico "Motori", 1990.
Voci correlate
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