Gastone Gambara
Gastone Gambara (Imola, 10 novembre 1890 – Roma, 1960) è stato un generale italiano.
Primi passi in carriera
Entra nella scuola sottufficiali appena raggiunta l'età. Diventa ufficiale grazie ad un corso speciale presso la Scuola Militare di Modena (ottobre 1911-gennaio 1913). Al termine prende servizio come sottotenente presso il Battaglione Ceva del 3° reggimento Alpini.
Prima guerra mondiale
Nel maggio 1915 il suo battaglione viene spostato al fronte. Promosso capitano nel gennaio del 1916 viene ferito sul Monte Cengio. Da quel momento viene impiegato nelle retrovie prima presso il deposito del 1° Alpini a Cuneo, poi al Comando Truppe di Venezia. Nell'aprile 1917 rientra al fronte con il 6° Alpini per poi, in seguito alla promozione al grado di maggiore, essere spostato al 1° Reggimento Alpini. Nel 1918 comanda il 29° Reparto d'Assalto (reparto costituito da soli alpini).
Primo dopoguerra
In poco meno di un anno (marzo-novembre 1918) si guadagna tre medaglie d'argento al valore militare. Finita la guerra assume il comando del Battaglione Alpini Edolo (1919-1923) che lascia nel novembre 1923 per seguire il corso di Stato Maggiore presso la Scuola di Guerra a Torino.
Terminato il corso (novembre 1925) rientra per un breve periodo al 6° Alpini a Bergamo. Di lì passa al Comando Divisione Militare di Trento e successivamente nel Corpo di Stato Maggiore fino al 25 agosto 1927. Oramai tenente colonnello assume in Albania il compito di organizzare le forze armate locali.
Guerra di Abissinia
In seguito passa al Ministero della guerra con incarichi speciali e, dall'agosto del 1935 al 19 gennaio 1937 prende parte alla guerra di Abissinia dove si guadagna la promozione a colonnello e l'onorificenza a Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia (poi ordine Militare d'Italia).
Guerra di Spagna
Al suo rientro in Italia viene assegnato al Corpo d'Armata in Bologna che lascia poco dopo per partire volontario per la guerra di Spagna. Lì, assume l'incarico di Capo di Stato Maggiore del Corpo Truppe Volontarie viene insignito dell'onorificenza di Commendatore dell'Ordine Militare di Savoia e promosso al grado di generale di Brigata.
Finita la guerra, dal luglio 1939 al giugno 1940, viene nominato Dirigente della Regia Ambasciata d'Italia a Madrid, con credenziali di Ambasciatore.
Seconda guerra mondiale
La sua carriera riprende slancio con la seconda guerra mondiale. Allo scoppio delle ostilità viene richiamato ed assume il comando del XV Corpo d'Armata (Gruppo Armate Occidentali) impegnato nel sud della Francia (fronte occidentale alpino) fino alla capitolazione davanti alle armate naziste.
Guerra di Albania
Con l'aggressione della Grecia, il 5 febbraio 1941, parte per l'Albania assumendo l'incarico di comandante facente funzioni dell'VIII Corpo d'Armata e ottiene la promozione a generale di Corpo d'Armata.
Terminata la guerra di Grecia grazie all'intervento tedesco, l'11 maggio 1941 Gambara viene trasferito a Tripoli con l'incarico prima di capo di stato maggiore del Comando Superiore Forze Armate Africa Settentrionale e poi di comandante del Corpo d'Armata di Manovra (Gruppo RECAM, divisioni Ariete e Trieste).
Guerra d'Africa
In Africa, vista la mala parata, intervengono le truppe tedesche al comando del generale Rommel. Gli scontri tra tedeschi e italiani sono numerosi e Gambara è oggetto di pesanti critiche.
Capo di stato maggiore di Ettore Bastico, Gambara era un amico di Ciano e una sorta di eroe della guerra di Spagna; per questo i maligni vociferavano della «mafia spagnola»[1] ossia di un gruppo che aveva sfruttato la guerra per ottenere dei vantaggi personali.
Rommel ne aveva una pessima opinione, diceva di lui e di Bastico che erano delle «merde»[2].
Famosa la frase «Wo bleibt Gambara?» ("Dov'è Gambara") a rimarcare la sua assenza in un momento critico per le forze dell'Asse nella seconda battaglia di Sidi Rezegh[3] (4-5 dicembre 1941).
Balcani
Il 6 marzo 1942 venne richiamato in Italia e messo a disposizione del Ministero della guerra. Nel settembre assume il comando dell'XI Corpo d'Armata di stanza nei Balcani dove rimane fino all'8 settembre 1943.
L'XI Corpo si distinse nella lotta contro i partigiani Sloveni e Croati per i mezzi sanguinari di repressione.
La Repubblica Sociale Italiana
La carriera di Gambara è intimamente legata al fascismo al quale aderì incondizionatamente. Ad esso rimane fedele anche dopo l'armistizio dell'8 settembre quando decide di unirsi ai suoi amici e sodali della Repubblica Sociale Italiana: quindi abbandona il suo comando in Albania per raggiungere il nord Italia.
Secondo dopoguerra
Al termine della guerra, nel 1945, viene posto in congedo.
Crimini di guerra
Gambara era un convinto fascista, fu uno dei principali responsabile della sanguninosa repressione nei Balcani e della morte di migliaia di prigionieri.
Il 15 dicembre 1942 Emilio Grazioli, Alto Commissario per la Provincia di Lubiana, trasmise al Comando dell'XI Corpo d'Armata il rapporto di un medico in visita al campo di Arbe/Rab dove gli internati «presentavano nell'assoluta totalità i segni più gravi dell'inanizione da fame" e aggiungeva "... mi riferiscono che in questi giorni stanno ritornando degli internati dai campi di concentramento, specialmente da Rab. Il medico provinciale... ha costatato che tutti senza eccezioni, mostrano sintomi del più grave deperimento e di esaurimento, e cioè: dimagramento patologico, completa scomparsa del tessuto grasso nella cavità degli occhi, pressione bassa, grave atrofia muscolare, gambe gonfie con accumulo di acqua, peggioramento della vista (retinite), incapacità di trattenere il cibo, vomito, diarree o grave stipsi, disturbi funzionali, auto intossicazione con febbre». Il commento autografo apposto da Gambara fu: «Logico ed opportuno che campo di concentramento non significhi campo d'ingrassamento. Individuo malato = individuo che sta tranquillo».[4]
Secondo le ricerche effettuate[4] le vittime slovene in 29 mesi furono:
Ostaggi civili fucilati | 1.500 |
Fucilati sul posto | 2.500 |
Deceduti per sevizie | 84 |
Torturati e arsi vivi | 103 |
Uomini, donne e bambini morti nei campi di concentramento |
7000 |
Totale | 14.187 |
Note
- ^ Massignani Alessandro; Greene Jack. Rommel in Africa settentrionale. Milano, Mursia, 1996, pag. 66.
- ^ Irving David. La pista della volpe. Milano, Mondadori, 1978, pag. 136.
- ^ Carrell Paul. Le volpi del deserto. Milano, Baldini e Castoldi, 1961. "Wo bleibt Gambara?" è il titolo di un intero capitolo.
- ^ a b Franz Potocnik. Il campo di sterminio fascista: l'isola di Rab. Torino, A.N.P.I., Torino, 1979