Chiesa di San Francesco (Prato)

edificio religioso di Prato


La chiesa di San Francesco è un luogo di culto cattolico di Prato. Sorge in piazza San Francesco, sul terreno che venne donato dal comune ai frati minori solo otto giorni dopo la canonizzazione del santo, nel 1228.

Chiesa di S. Francesco
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Toscana
LocalitàFile:Prato-Stemma.png Prato
Coordinate43°52′45.23″N 11°05′49.6″E{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareFrancesco d’Assisi
OrdineOrdine dei Frati Minori
DiocesiDiocesi di Prato
Consacrazione1508
Stile architettonicoRomanico fiorentino, Neogotico, Rinascimentale
Inizio costruzione1228
Completamento1331
Sito web[[1]]

Storia e descrizione

L'attuale edificio, iniziato nel 1281, vicina al primo oratorio dell'omonimo convento francescano, sorto nel 1228. Fu concluso nel 1331, tuttavia la chiesa fu consacrata solennemente solo il 15 gennaio 1508 da Giovanni da Prato vescovo dell' Aquila[1]. Quasi interamente in mattoni (primo edificio pubblico di Prato ad essere realizzato con questa tecnica, anziché in pietra), ha la facciata a fasce bicrome di pietra alberese e serpentino, aperta dall'elegante portale e conclusa dal timpano triangolare aggiunto nel Quattrocento, con rilievo in stucco di Andrea Della Robbia: le Stimmate di san Francesco. Il fianco ha paramento in cotto, scandito da lesene, che prosegue nell'interessante esterno del transetto, nel quale la linea degli spioventi della cappella maggiore è proseguita dalle tre minori, arretrate. Il campanile è di Antonio Benini (1799-1801).

Il vasto interno, impoverito da un ripristino neomedievale nel 1902-1904, conserva però opere notevoli. Il raffinato monumento sepolcrale di Geminiano Inghirami (1460 circa), con l'austera figura marmorea distesa, attribuibile a Pasquino da Montepulciano (in uno stile vicino anche a Antonio Rossellino), che eseguì anche il piccolo ciborio sulla parete del presbiterio.

Presso un pulpito rinascimentale in pietra serena è collocata una tavola quattrocentesca col Monogramma di Cristo, che si ritiene portata a Prato da san Bernardino, mentre sopra l'altar maggiore è posto un Crocifisso trecentesco in legno policromato, di drammatica espressività, donato dal mercante Francesco Datini, che volle essere sepolto davanti all'altare: nella sua raffinata lastra tombale in marmo bianco (Niccolò di Pietro Lamberti, 1411-12) lo raffigura in un elaborato tabernacolo gotico.

A destra della chiesa si accede al chiostro su colonne ioniche (1438-1440), la prima completa architettura rinascimentale del territorio, con stemmi e lapidi sepolcrali dal XV al XIX secolo, e alcuni affreschi (una lunetta con la Madonna e il Bambino, un tabernacolo con la Madonna in trono e santi, del primo Trecento).

Cappella Migliorati (o Sala del Capitolo)

 
La cappella Migliorati (Sala del Capitolo)

Tre grandi aperture centinate segnano l'ingresso al Capitolo, o Cappella Migliorati, interamente affrescata intorno al 1400 da Niccolò Gerini, con figure di solidità giottesca, preziose nel colore, e con storie equilibrate e minuziose.

La cappella, a pianta quasi quadrata, è coperta da una bella volta a crociera con costoloni, impostata su pilastri angolari; purtroppo su questo ambiente fu fondato il campanile a torre, terminato nel 1801, che occupò l'angolo nord-ovest della cappella distruggendo alcune scene che la decoravano. L'ambiente infatti era stato interamente decorato per volontà della famiglia Migliorati (della quale restano gli stemmi nei pilastri angolari) dal fiorentino Niccolò Gerinifra il 1395 e il 1400. La volta è decorata nei quattro spicchi dalle imponenti figure dei quattro evangelisti, con vesti dai bei panneggi e di vivace cromatismo, risaltanti sul fondo azzurro a stelle d'oro. La scena più grandiosa e solenne del ciclo, purtroppo la più rovinata, occupa la vasta lunetta della parete orientale, di fronte all'ingresso, e raffigura la Crocifissione, o più precisamente una meditazione sul dramma della Passione alla quale partecipano vari santi (ispirata all'"Albero della croce" di Taddeo Gaddi nel convento di Santa Croce a Firenze). Al centro, isolato, è il monumetale, pacato Crocifisso ai cui piedi la composta Maddalena sembra sostenere la Croce. L'altare in muratura è ornato da un affresco a monocromo con Cristo in pietà tra la Vergine e San Francesco. Sulla parete destra sono le storie di San Mattero, su due registri, narrate con cura analitica ed equilibrio, indulgendo ad effetti di eleganza e preziosità che non raggiungono la maestosità della Crocifissione. Sulla parete sinistra, tagliata dal campanile, sono dipinte le storie di Sant'Antonio abate. La parete di ingresso, infine, ha nella lunetta finte nicchie coi santi Chiara d'Assisi, Caterina d'Alessandria e, al centro, Giovanni battista, ai piedi del quale è l'iscrizione con la firma dell'artista (« NICCHOLO DI PIERO GIERINI DIPINTORE FIORENTINO PINSE QUI CON SUO COLORE » ), mentre a destra sono Bartolomeo e Tommaso d'Aquino.

Altri ambienti

Sul lato settentrionale rispetto alla chiesa, da piazza S. Antonino si accede all'Oratorio di Sant'Antonio Abate (Prato). L'edificio ha la porta ornata da una copia della lunetta di Andrea della Robbia con Sant'Antonio abate.

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Altri progetti

Note

  1. ^ Cesare Guasti, Bibliografia pratese, compilata per un da Prato, Prato, 1844, pag. 300

Bibliografia

  • Cesare Guasti, Bibliografia pratese, compilata per un da Prato, Prato, 1844

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