Bandiera d'Italia
La bandiera italiana è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni, così definita dall'articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana del 27 dicembre 1947, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana nº 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947.
Tricolore italiano | |
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![]() | |
Proporzioni | 2:3 |
Simbolo FIAV | ![]() |
Colori | Pantone (17-6153) (11-0601) (18-1662) CMYK(C:100 M:0 Y:100 K:0) (C:0 M:0 Y:0 K:5) (C:0 M:100 Y:100 K:0) RGB(R:0 G:146 B:70) (R:241 G:242 B:241) (R:206 G:43 B:55) |
Uso | Bandiera civile e di stato |
Tipologia | nazionale |
Adozione | 27 dicembre 1947 |
Nazione | Italia |
Altre bandiere ufficiali | |
Navale Civile | ![]() ![]() ![]() |
Navale di Stato | ![]() ![]() ![]() |
Navale Militare | ![]() ![]() ![]() |
Stendardo del Presidente della Repubblica | ![]() ![]() ![]() |
Stendardo dei Presidenti emeriti | ![]() ![]() ![]() |
Stendardo del Presidente del Consiglio dei Ministri | ![]() ![]() ![]() |
Stendardo del Presidente supplente | ![]() ![]() ![]() |
Stendardo del Presidente emerito | ![]() ![]() ![]() |
Fotografia | |
![]() Il Tricolore italiano sventola su Piazza Venezia a Roma | |
Il 7 gennaio di ogni anno la bandiera italiana è protagonista della giornata nazionale della bandiera, istituita dalla legge nº 671 del 31 dicembre 1996.
Significato
I tre colori della bandiera italiana simboleggiano i più alti valori su cui è stata edificata l'Unità d'Italia. Per comprenderne le motivazioni profonde, tuttavia, bisogna tracciarne una breve storia.
Come la somiglianza lascia intendere, il tricolore italiano deriva da quello francese, il quale nasce durante la Rivoluzione Francese dall'unione del bianco - colore della monarchia - con il rosso e il blu - colori di Parigi.
La campagna italica di Napoleone Bonaparte esporta il tricolore nella penisola, dove al blu si sostituisce il verde, colore delle uniformi della Guardia Civica milanese[1], e quindi simbolo di tutti coloro che hanno combattuto per l'Italia. Per la Massoneria inoltre il verde era il colore della natura, emblema quindi tanto dei diritti dell'uomo quanto del florido paesaggio italiano[2] (interpretazione tuttavia osteggiata da chi sostiene che la Massoneria, in quanto società segreta, non avesse abbastanza influenza per ispirare i colori nazionali)[3].
In Italia il bianco e il rosso si caricarono di nuovi significati: portati durante la Restaurazione da chi si opponeva al ritorno dell'Antico regime e con essi perseguitati, divennero simboli della rivoluzione intesa come sovranità per il popolo e libertà per la nazione[4].
Questa bandiera, che per la prima volta in Italia non era più un'insegna dinastica, ma l'emblema di una nazione, divenne il simbolo della rivolta che animava e univa tutta l'Italia: il Risorgimento.
Con l'Unità ai tre colori si aggiunse l'azzurro, colore distintivo della famiglia Savoia, inserito nella bandiera del Regno d'Italia sul contorno dello stemma per evitare che la croce e il campo dello scudo si confondessero con il bianco e il rosso delle bande del vessillo; da allora è uno dei colori di riferimento e riconoscimento dell'Italia, ad esempio per le maglie sportive nazionali.
La Repubblica italiana cancellò ovviamente il blu di Savoia e ufficializzò la bandiera nell'articolo 12 della Costituzione, disponendo il verde, il bianco e il rosso a tre bande verticali di eguali dimensioni, per ribadire ancora una volta gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità.
Storia
Con l'avvio della Campagna d'Italia e le vittorie del giovane generale Napoleone Bonaparte, in molti luoghi i giacobini insorsero, contribuendo alle vittorie francesi.
Divenne subito chiara la volontà dei rivoluzionari di volersi riconoscere in una bandiera composta dei tre colori che oggi compongono la bandiera della Repubblica Italiana.
Cherasco
Il primo territorio a venir conquistato da Napoleone fu il Piemonte; nell'Archivio Storico di Cherasco è conservato un documento che comprova come il 13 maggio 1796, in occasione dell'armistizio di Cherasco tra Napoleone e le truppe austro piemontesi:
Sul documento la parola "Verde" è stata successivamente corretta in "Bleu".[5]
Il Tricolore si diffonde
Con il susseguirsi delle vittorie militari di Napoleone e della nascita di repubbliche favorevoli agli ideali rivoluzionari, in molte città si assunsero i tre colori come simbolo del rinnovamento.
Bologna
Il 18 ottobre 1796 (27 vendemmiaio anno V) la Congregazione dei magistrati e deputati aggiunti di Bologna (davanti al cittadino De Bianchi, cittadini-senatori: Segni, Malvezzi, Isolani, Angeletti, Bargellini, Cospi, Marescalchi, Bentivoglio, con i cittadini legali consiglieri Gavazzi, il sindaco Tacconi e l'avvocato Antonio Aldini), al terzo punto della discussione così delibera:
Modena
Dal 16 al 18 ottobre 1796, a Modena si tenne il Congresso a cui parteciparono i delegati di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio nell'Emilia, che decretò la nascita della Repubblica Cispadana, con l'avvocato Antonio Aldini presidente.
Il Congresso deliberò anche la costituzione di una Legione Cispadana, per appoggiare la Francia nella guerra contro l'Austria.
Si tratta comunque ancora di vessilli militari e non di una bandiera nazionale[7].
Felina
Presso il palazzo comunale del Fariolo, allora sede del Comune di Felina, il 22 ottobre 1796 si tenne una seduta del consiglio comunale in cui si trattava l'unione dei paesi di Felina e Braglia alla Repubblica Reggiana.
L'ordine del giorno venne discusso alla presenza dell'avvocato Antonio Francesco Rondoni, rappresentante plenipotenziario reggiano; il settimo punto era così formulato:
I verbali della seduta si trovano presso gli archivi comunali di Reggio nell'Emilia, fra i fascicoli che riguardano la richiesta dei diversi comuni per riunirsi alla città. Che la deliberazione sia stata approvata proprio il 22 ottobre, il professor Giuseppe Giovanelli lo desume dal fatto che tra i punti discussi e riportati mancano il quinto e il sesto, dimostrando che vennero trascritti solo gli argomenti approvati[8][9].
Novellara
Il 19 ottobre 1796, venne offerto un pranzo in onore del generale Napoleone Bonaparte. Nei documenti che testimoniano quest'avvenimento si legge[8][9][10]:
Più avanti nello stesso documento si dice che alle domande di Bonaparte riguardanti il motivo della carcerazione dell'avvocato Giuseppe Cuoghi, giudice di Novellara e consigliere al Ministero degli Affari Esteri degli Stati estensi, fu risposto che:
Milano
L'11 ottobre Napoleone comunicava al Direttorio la nascita della Legione Lombarda, costituita l'8 dello stesso mese, i cui «coulers nationales qu'ils ont adoptés son le vert, le blanc e le rouge»[11].
Il 6 novembre, a Milano, la prima coorte della Legione Lombarda ricevette la bandiera nel corso di una solenne cerimonia alle ore cinque pomeridiane sulla piazza del Duomo. Lo stendardo si presentava diviso in tre fasce verticali, riportava la scritta "Legione Lombarda" e il numero di coorte, al centro era presente una corona di quercia che racchiudeva un berretto frigio e una squadra massonica con pendolo. Si tratta ancora una volta di un vessillo militare[7]. Bandiere della stessa foggia furono assegnate anche alle altre cinque coorti costituite; tutte e sei le bandiere sono ancor oggi esistenti[11].
A Reggio nell'Emilia nasce ufficialmente la bandiera tricolore
A Reggio Emilia il 27 dicembre 1796, si riunì un'assemblea di 110 delegati presieduti da Carlo Facci per decretare la costituzione della Repubblica Cispadana, comprendente i territori di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia.
Ad avanzare la proposta di adozione di una bandiera verde, bianca e rossa fu Giuseppe Compagnoni, che per questo è ricordato come il "Padre del Tricolore"[7].
Nel Verbale della riunione del 7 gennaio 1797 si legge:
Nella seduta del 21 gennaio, tenutasi a Modena, dove nel frattempo erano stati spostati i lavori congressuali, la decisione venne ulteriormente sancita:
La bandiera si presentava a bande orizzontali con il rosso in alto, al centro l'emblema della repubblica e a lati le lettere R e C, iniziali della repubblica[7].
La conferma
Pochi mesi dopo, con l'unione tra le repubbliche Cispadana e Transpadana, si costituì la Repubblica Cisalpina, il cui Gran Consiglio, in data 11 maggio 1798, confermò la bandiera nazionale[7].
La Repubblica Italiana (1802-1805) ed il Regno d'Italia (1805-1814)
Con la nascita della Repubblica Italiana (1802-1805) vennero conservati i colori ma la forma mutò in un quadrato verde inserito in un rombo bianco, a sua volta inserito in un quadrato rosso: si tratta di una composizione identica all'attuale stendardo presidenziale italiano.
Il vicepresidente della Repubblica Melzi d'Eril avrebbe voluto eliminare il verde dalla composizione ma, a causa dell'opposizione di Napoleone e delle «pressioni di forze morali massoniche democratiche», il colore venne mantenuto[12].
Con la trasformazione in Regno d'Italia (1805-1814), la bandiera non subì modifiche formali, benché i vessilli militari riportassero un'aquila imperiale di colore giallo sul quadrato verde[12].
Le guerre d'indipendenza e l'Unità d'Italia
Nel 1821 durante i Moti del 1820-1821, alla Cittadella di Alessandria, il Tricolore sventolò per la prima volta nella storia risorgimentale. Nel 1831, Giuseppe Mazzini sceglie il Tricolore come emblema della Giovine Italia e nel 1834 viene adottato dai rivoltosi che tentarono di invadere la Savoia.
Nel marzo del 1848, durante le Cinque Giornate di Milano, il re di Sardegna Carlo Alberto assicura al Governo provvisorio lombardo che le sue truppe, pronte a venire in aiuto per la prima guerra d'indipendenza, avrebbero marciato sotto le insegne del Tricolore, con lo stemma sabaudo sovrapposto sul bianco. Sempre nel 1848, viene adottato dalle milizie borboniche e papali inviate in soccorso dei Lombardi, da Venezia e dal Governo insurrezionale della Sicilia. Il 12 febbraio 1849 viene adottato dalla Repubblica Romana.
Nel 1860 tricolore divenne anche la bandiera del Regno delle Due Sicilie, con lo stemma borbonico sovrapposto sul bianco.
Quando il 17 marzo 1861 viene proclamato il Regno d'Italia, il Tricolore, per consuetudine, continuò ad essere la bandiera nazionale[13].
La bandiera di Vicenza
La città di Vicenza è l'unico comune italiano che, al posto di un proprio gonfalone, ha la Bandiera Nazionale con, al centro, il simbolo della città. Questa scelta fu ufficializzata nella seduta del Consiglio Comunale del 5 novembre 1866 dopo che, poche settimane prima, il re Vittorio Emanuele II era giunto in città per appuntare al gonfalone cittadino la medaglia d'oro al valor militare, guadagnata con le battaglie del 1848[14]. Patriotticamente la città (annessa da poco al Regno d'Italia) si presentò con il Tricolore al posto del gonfalone. Essendo la Bandiera di Vicenza l'unica bandiera comunale ad essere decorata da due Medaglie d'Oro al Valor Militare, riceve gli stessi onori di una bandiera di guerra; nelle cerimonie ufficiali deve precedere tutte le altre bandiere (ad eccezione delle bandiere di guerra dei reggimenti in armi) e gonfaloni comunali e dev'essere sempre accompagnata da almeno un vigile urbano in alta uniforme storica.[15]
La Repubblica italiana
Solo con la nascita della Repubblica, con il decreto legislativo del Presidente del Consiglio del 12 giugno del 1946 si stabilì ufficialmente la foggia della nuova bandiera che in seguito venne confermata nella seduta del 24 marzo del 1947 dall'Assemblea Costituente e inserita pertanto nell'articolo 12 della Costituzione.
Tutela giuridica
L'articolo 292 «Vilipendio o danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema dello Stato» del codice penale tutela la bandiera italiana così:
- Chiunque vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la multa da euro 1 000 a euro 5 000. La pena è aumentata da euro 5 000 a euro 10 000 nel caso in cui il medesimo fatto sia commesso in occasione di una pubblica ricorrenza o di una cerimonia ufficiale.
- Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la reclusione fino a due anni.
- Agli effetti della legge penale per bandiera nazionale si intende la bandiera ufficiale dello Stato e ogni altra bandiera portante i colori nazionali.
Descrizione
Il verde, il bianco e il rosso
I colori della bandiera italiana (il Tricolore), sono indicati nell'articolo 12[16][17] della Costituzione della Repubblica Italiana del 27 dicembre 1947, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana nº 298, Edizione Straordinaria, del 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948:
L'esatta definizione cromatica
I toni cromatici dei tre colori sono stati definiti nelle:
- circolare del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta del 18 settembre 2002;
- circolare del segretario generale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Antonio Catricalà del 17 gennaio 2003;
verde: Pantone tessile 18-5642TC (Golf Green), chiamato nel testo verde prato brillante;
bianco: Pantone tessile 11-4201TC (Cloud Dancer), chiamato nel testo bianco latte;
rosso: Pantone tessile 18-1660TC (Tomato), chiamato nel testo rosso pomodoro.
Nuove disposizioni hanno poi sostituito le precedenti:
- circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri nº UCE 3.3.1/14545/1 del 2 giugno 2004;
- decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 14 aprile 2006, Disposizioni generali in materia di cerimoniale e di precedenza tra le cariche pubbliche (GU 174 del 28 luglio 2006):
verde: Pantone tessile 17-6153 TCX (Fern Green);
bianco: Pantone tessile 11-0601 TCX (Bright White);
rosso: Pantone tessile 18-1662 TCX (Scarlet Red).
I toni cromatici dei tre colori succitati, su tessuto stamina (fiocco) di poliestere, sono sanciti nel comma nº 1, dell'articolo nº 31 Definizione cromatica dei colori della bandiera della Repubblica[18][19], della Sezione V "Bandiera della Repubblica, Inno nazionale, Feste nazionali e Esequie di Stato", del Capo II "Delle disposizioni generali in materia di cerimoniale", dell'Allegato "Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento del Cerimoniale di Stato", al Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 aprile 2006 "Disposizioni generali in materia di cerimoniale e di precedenza tra le cariche pubbliche", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana nº 174 del 28 luglio 2006:
- verde: Pantone tessile 17-6153 TCX (Fern Green);
- bianco: Pantone tessile 11-0601 TCX (Bright White);
- rosso: Pantone tessile 18-1662 TCX (Scarlet Red).
Pantone tessile |
Approssimazione su video[20] | RAL[20] | |||
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HEX | RGB | CMYK | HSV | ||
17-6153 TCX Fern Green |
#009246 | R:000 G:146 B:070 | C:100 M:000 Y:100 K:000 | H:149º S:100% V:057% | 6024 Traffic green |
11-0601 TCX Bright White |
#F1F2F1 | R:241 G:242 B:241 | C:000 M:000 Y:000 K:005 | H:120º S:000% V:095% | 9003 Signal white |
18-1662 TCX Scarlet Red |
#CE2B37 | R:206 G:043 B:055 | C:000 M:100 Y:100 K:000 | H:356º S:079% V:081% | 3020 Traffic red |
-
Colori Pantone 2002-2004
-
Colori Pantone attuali
Analogie e differenze rispetto ad altre bandiere
Per via della disposizione comune dei colori, molti ritengono che l'unica differenza tra la bandiera italiana e la bandiera messicana sia soltanto lo stemma presente nella seconda. In realtà la bandiera italiana non solo utilizza tonalità più chiare di verde e rosso, ma ha proporzioni diverse rispetto a quella messicana: quelle della bandiera italiana sono pari a 2:3, mentre quelle della bandiera messicana sono 4:7. La somiglianza fra le due bandiere pose comunque, come si è già detto, un serio problema nei trasporti marittimi, dato che in origine la bandiera mercantile messicana era priva di stemmi e conseguentemente identica al tricolore repubblicano italiano del 1946. Per ovviare all'inconveniente, su richiesta delle autorità marittime internazionali, sia l'Italia che il Messico adottarono bandiere navali con stemmi differenti.
Sempre per via della disposizione tricolore, la bandiera italiana risulta piuttosto simile anche alla bandiera irlandese, ad eccezione dell'arancione al posto del rosso (sebbene le tonalità impiegate per i due colori si rassomiglino molto) e delle proporzioni (2:3 contro 1:2).
Il tricolore ungherese ha gli stessi colori di quello italiano, ma ciò in genere non crea confusioni (grazie alle fasce orizzontali della bandiera ungherese) tra le bandiere, quanto in altre situazioni in cui i tre colori non sono disposti a strisce, come nelle coccarde: hanno infatti gli stessi colori, ma mentre quella italiana ha il verde al centro e il rosso periferico, quella ungherese li ha al contrario.
Bandiere storiche
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Bandiera della Repubblica Cispadana (1797)
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Bandiera della Repubblica Cisalpina (1798-1802)
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Bandiera della Repubblica italiana (1802-1805)
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Bandiera del Regno d'Italia (1805-1814)
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Bandiera della Repubblica romana (1849)
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Bandiera delle Province Unite del Centro Italia (1859-1860)
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Bandiera del Regno delle Due Sicilie (1860)
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Bandiera del Regno di Sardegna (1848-1861) e del Regno d'Italia (1861-1946)
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Bandiera di guerra della RSI (1943-1945)
L'azzurro
Esatta definizione cromatica
Non è mai stata introdotta un'esatta definizione dell'azzurro, originato dal colore blu Savoia:
Colore | Approssimazione su video | |||||
---|---|---|---|---|---|---|
HEX | RGB | CMYK | HSV | RAL | ||
#4B61D1 |
R:075 G:097 B:209 | C:077 M:066 Y:000 K:000 | H:230º S:064% V:082% | 5012 light blue |
Origine storica
L'origine del colore azzurro (blu Savoia)[21] risale al 20 giugno 1366, quando il Conte Verde, Amedeo VI di Savoia, partendo per la crociata indetta da papa Urbano V in aiuto dell'Imperatore bizantino Giovanni V Paleologo, suo cugino di parte materna, volle che sulla sua galera veneziana, ammiraglia di una flotta di 17 navi e 2000 uomini, sventolasse accanto allo stendardo rosso-crociato in argento dei Savoia, uno scialle azzurro:
Da quel periodo gli ufficiali portarono annodata in vita una fascia o sciarpa azzurra. L'uso venne reso obbligatorio per tutti gli ufficiali nel 1572 dal duca Emanuele Filiberto di Savoia.
Attraverso diverse modifiche nel corso dei secoli la sciarpa azzurra divenne la principale insegna di grado dell'ufficiale italiano ed è ancora oggi simbolo distintivo degli ufficiali delle Forze Armate italiane.
La definizione "azzurri" associata alle squadre sportive nazionali italiane è pure essa derivata dal colore azzurro della maglia inizialmente adottato in onore dei Savoia.
Il Tricolore nell'arte
Il noto quadro Il bacio, del pittore Francesco Hayez, nasconde un riferimento al tricolore italiano. Non bisogna dimenticare che al di là del soggetto romantico l'opera ha un senso politico storico: "infatti Hayez attraverso i colori (il bianco della veste, il rosso della calzamaglia, il verde del cappello e del risvolto del mantello e infine l'azzurro dell'abito della donna) vuole rappresentare l'alleanza avvenuta tra l'Italia e la Francia (accordi di Plombières)"[22]. Il tricolore ricorre spesso nei quadri dei pittori italiani aderenti al futurismo; in particolare Giacomo Balla ha spesso utilizzato il simbolo del tricolore in alcune opere di carattere patriotico quali: Forme grido-Viva l’Italia o Vola solo chi osa farlo.
Il Tricolore nella musica
Famosissima è la nota canzone risorgimentale La bandiera dei tre colori, fino a pochi decenni fa cantata in tutte le scuole elementari.
Nel marzo 2007 il cantautore reggiano Graziano Romani pubblica il suo album Tre colori, ispirato al tricolore italiano e alla circostanza che, proprio nella sua città natale, venne adottata la prima bandiera nazionale. Il testo della canzone Tre colori sembra accogliere le interpretazioni romantiche del tricolore.
"...raccolgaci un'unica bandiera; una speme...": così Goffredo Mameli scrisse nel testo dell'inno nazionale italiano. Questo passaggio, che si legge nella seconda strofa, richiama all'unità nazionale sotto un solo simbolo, il Tricolore italiano.
Il Tricolore nella poesia
Molti poeti del romanticismo, e non solo, trattarono la scelta dei colori, traendone accostamenti e simbolismi:
il rosso l'allegria dei nostri cuori
ci metterò una foglia di verbena
ch'io stesso alimentai di freschi umori.»
non più come un giorno sì gialla, sì nera;
sul candido lino del nostro stendardo
ondeggia una verde ghirlanda d'allor:
de' nostri tiranni nel sangue codardo
è tinta la zona del terzo color.»
a una foglia d'allor metti vicino
i tre colori avrai più cari e belli
a noi che in quei ci conosciam fratelli
i tre colori avrai che fremer fanno
chi ancor s'ostina ad essere tiranno.»
il bianco l'Alpi,
il rosso i due vulcani,
il verde l'erba dei lombardi piani.»
il rosso che col sangue è a pugnar presta
e quell'altro color che vi si innesta
che mai mancò la speme alla sventura.»
Giovanni Pascoli nell'ode Il corbezzolo vede il primo tricolore nel trasporto del cadavere di Pallante, descritto come il primo eroe delle Tre Rome.
(Il corbezzolo ha contemporaneamente le foglie verdi, i fiori bianchi e le bacche rosse).
del Palatino lo chiamava a nome,
alto piangendo, il primo eroe caduto
delle tre Rome»
soave olezzo di vividi fior,
rosseggianti su coste selvose,
dolce festa di vaghi color.»
ognun s'è comunicato.
Come piaga incrudelita
coce il rosso nel costato,
ed il verde disperato
rinforzisce il fiele amaro.»
che ngè pittato il ghiango, il russo, e il verde
la neve di fruntiera, u' sango sperzo, e la speranza che giammai si perdo
tutti inzieme questi tre spezzoni formano un trappo
che infilata a mazza garriscio su migliaio di pennoni
e sveglio il senzo erotico da razza
il cui senzo erotico è il siguento:
saglie la bantiera al vertice da mazz
a genta mena n'uocchio nu mumento
e nun su fa passà mango pu cazz»
Ipotesi dantesche
Nel corso del suo spettacolo al Festival di Sanremo del 2011, a cui era stato invitato in occasione del 150º anniversario dell'Unità d'Italia per tenere una lezione sull'Inno di Mameli, Roberto Benigni ha ricondotto la nascita del Tricolore a Giuseppe Mazzini, che secondo il comico pratese è stato ispirato da alcuni versi della Divina Commedia.
Tuttavia non vi sono fonti storiche che colleghino il Tricolore al movimento mazziniano e l'ipotesi viene considerata infondata dagli studiosi[23], in quanto «Dante non pensava all'Italia più o meno unita […] ma alle virtù teologali o della legge cristiana, cioè la Carità, la Speranza e la Fede, le quali ultime due si vollero poi simboleggiate nella bandiera italiana»[24].
Nel canto XXX del Purgatorio, infatti, alle soglie del Paradiso, quando Virgilio affida l'Autore a Beatrice, questa appare a Dante vestita con un velo candido, cinta di ulivo, il mantello verde e la veste rosso acceso. In questo caso i tre colori simboleggiano le virtù teologali cristiane: verde-speranza; bianco-fede; rosso-carità[25]:
che da le mani angeliche saliva
e ricadeva in giù dentro e di fori,
sovra candido vel cinta d'uliva
donna m'apparve, sotto verde manto
vestita di color di fiamma viva.»
Un'altra ipotesi, in voga durante il Risorgimento, collegava i colori della bandiera al canto XXIX del Purgatorio:
venian danzando; l'una tanto rossa
ch'a pena fora dentro al foco nota;
l'altr'era come se le carni e l'ossa
fossero state di smeraldo fatte;
la terza parea neve testé mossa; »
Note
- ^ www.quirinale.it/qrnw/statico/simboli/tricolore/tricolore.pdf
- ^ Ruggiero Romano, Storia d'Italia.
- ^ Vittorio Fiorini, Le origini del tricolore italiano, in Nuova Antologia di scienze lettere e arti, vol. LXVII, quarta serie, 1897, pp. 239-267 e 676-710.
- ^ Nicola Ferorelli, La vera origine del tricolore italiano, in Rassegna storica del Risorgimento, vol. XII, fasc. III, 1925, pp. 654-680.
- ^ a b Otto mesi prima di Reggio il Tricolore era già una realtà, su radiomarconi.com. URL consultato il 27-08-2011.
- ^ Archivio di Stato di Bologna, Archivio napoleonico, I, Senato provvisorio, Atti dell'Assunteria di magistrati, b. 5, c. 542 “Bandiera coi colori nazionali” e sgg., 10 maggio 1796 - 30 ottobre 1796.
- ^ a b c d e Vecchio, p.42.
- ^ a b Al Fariolo sventolò per primo, su tuttomontagna.it.
- ^ a b Il Tricolore montanaro… dimenticato, su redacon.radionova.it.
- ^ Accademia italiana della cucina, delegazione di Reggio nell'Emilia, in collaborazione con l'Associazione nazionale comitato primo Tricolore, Bicentenario del pranzo offerto dalla comunità di Novellara al generale Bonaparte comandante dell'armata d'Italia, Reggio nell'Emilia, 1996.
- ^ a b Bovio, p. 19.
- ^ a b Bovio, p 37.
- ^ Storia della bandiera italiana
- ^ Il Giornale di Vicenza.it - Dossier - Vicenza - Italia 150° - 3 - Bandiera invece del gonfalone. Vicenza è l'unica città d'Italia
- ^ Stemma comunale - Comune di Vicenza
- ^ www.governo.it
- ^ La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
Articolo nº 12 della Costituzione della Repubblica Italiana del 27 dicembre 1947, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana nº 298, Edizione Straordinaria, del 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948. - ^ www.governo.it
- ^ 1. I toni cromatici dei colori della bandiera della Repubblica, indicati dall'art. 12 della Costituzione, sono definiti dalla circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 2 giugno 2004, UCE 3.3.1/14545/1, con i seguenti codici Pantone tessile, su tessuto stamina (fiocco) di poliestere:
· verde: Pantone tessile 17-6153;
· bianco: Pantone tessile 11-0601;
· rosso: Pantone tessile 18-1662.
2. L'utilizzazione di altri tessuti deve produrre lo stesso risultato cromatico ottenuto sull'esemplare custodito presso il Dipartimento del Cerimoniale di Stato della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché presso ogni Prefettura e ogni Rappresentanza diplomatica italiana all'estero.
Articolo nº 31 Definizione cromatica dei colori della bandiera della Repubblica, della Sezione V Bandiera della Repubblica, Inno nazionale, Feste nazionali e Esequie di Stato, del capo II Delle disposizioni generali in materia di cerimoniale, dell'allegato Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento del Cerimoniale di Stato, al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 aprile 2006 Disposizioni generali in materia di cerimoniale e di precedenza tra le cariche pubbliche, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana nº 174 del 28 luglio 2006. - ^ a b per il verde; per il bianco; per il rosso
- ^ Alessandro Martinelli L'azzurro italiano in Vexilla Italica (Periodico del CISV – Centro italiano studi vessillologici), anno XXXIII – n. 62 - 2/2006.
- ^ cit. dalla pagina di Wikipedia su il bacio
- ^ Bovio, p. 23.
- ^ Pagano, p. 10.
- ^ Questo non esclude tuttavia che, successivamente, la tradizione letteraria non abbia operato un collegamento tra i colori della bandiera nazionale e la nota allegoria dantesca, come dimostra il testo di Carducci riportato più sopra. La figura di Dante, infatti, assurse a simbolo risorgimentale per eccellenza proprio con Mazzini e, sulla sua falsariga, con altri patrioti e letterati, tra i quali Carducci: cfr. Eugenia Querci (a cura di), Dante vittorioso, Allemandi, Torino-Londra-Venezia-New York 2011 ISBN 978-88-422-2040-4. Questo accadde in particolare con la celebrazione a Firenze, ma anche in altre città italiane come Verona o Trento, del 'Centenario dantesco', vale a dire la commemorazione del sesto centenario di nascita del Poeta (1865), definito da Carducci «poetico centenario».
Bibliografia
- AA. VV., Tricolore d'Italia, Roma, Opera Nazionale Orfani di Guerra, 1952.
- Stefano Ales, Bandiere, stendardi, labari e gagliardetti dei Corpi militari dello Stato, Franco dell'Uomo e Giovanni Cecini, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, 2008.
- Luigi Avellino, Verde Bianco Rosso – Il nostro Tricolore, Pompei, s.e., 1999.
- Ugo Bellocchi, Il primo Tricolore – Reggio Emilia 7 gennaio 1797, Reggio Emilia, Ufficio Relazioni Pubbliche Lombardini Motori S.p.A., 1963.
- Ugo Bellocchi, Il tricolore. Duecento anni (1797-1997), Modena, Artioli, 1996, ISBN 88-7792-049-1.
- Oreste Bovio, Due secoli di Tricolore, Roma, Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, 1996.
- Ito De Rolandis, Origine del Tricolore – Da Bologna a Torino capitale d'Italia, Torino, Il Punto - Piemonte in Bancarella, 1996, ISBN 88-86425-30-9.
- Ito De Rolandis, Orgoglio Tricolore – L'avventurosa storia della nascita della Bandiera Italiana, Asti, Editore Lorenzo Fornaca, 2008, ISBN 978-88-7320-190-8.
- Tarquinio Maiorino, Il Tricolore degli italiani. Storia avventurosa della nostra bandiera, Giuseppe Marchetti Tricamo e Andrea Zagami, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN 978-88-04-50946-2.
- Emiliano Pagano, Delle origini della bandiera tricolore italiana. Ricordi storici, Roma, Tipografia agostiniana, 1895.
- Mauro Stramacci, Origini, storia e significato del Tricolore nel suo bicentenario (PDF), Conferenza tenuta il 16 giugno 1997 presso la Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno, 1997.
- Giorgio Vecchio, Il tricolore, in Almanacco della Repubblica, Milano, Bruno Mondadori, 2003, pp. 42-55, ISBN 88-424-9499-2.
Voci correlate
- Italia
- Simboli patrii italiani
- Emblema della Repubblica Italiana
- Stendardo presidenziale italiano
- Tricolore
- Bandiera francese
- Bandiera del Ducato di Savoia
- Simboli delle regioni d'Italia
- Bandiere delle comunità minoritarie d'Italia
- Bandiere istituzionali e militari dello Stato italiano
- Coccarda italiana tricolore
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- La Bandiera degli italiani dal sito del Quirinale, su quirinale.it. URL consultato il 23 giugno 2010.
- Lo stendardo presidenziale dal sito del Quirinale, su quirinale.it. URL consultato il 23 giugno 2010.
- La Bandiera dal sito del Governo Italiano - Dipartimento per il Cerimoniale dello Stato, su governo.it. URL consultato il 23 giugno 2010.
- Museo del Tricolore
- Storia minima della bandiera italiana dal sito del C.I.S.V. - Centro italiano studi vessillologici
- Bandiera di bompresso del Regno d'Italia, 1879-1946 dal sito del C.I.S.V. - Centro italiano studi vessillologici
- Italia dal sito Bandiere Passato e Presente di Roberto Breschi
- (EN) Italy, su Flags of the World.
- Cronologia degli avvenimenti che furono alle origini del tricolore della bandiera nazionale italiana
- Trascrizione del verbale sulla nascita della bandiera italiana - settembre 1794
- Il significato dei tre colori della nostra Bandiera Nazionale
- Costituzione della Repubblica di Bologna (Approvata il 4 dicembre 1796) + Lo stemma del Comune di Bologna
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