Input
Input, dall'inglese mettere dentro, indica in senso stretto il dato fornito ad una elaborazioni e in senso più ampio l'indieme di elementi per formare qualcosa.
Il termine, approdato in Italia con la prima informatica degli anni sessanta indicava al contempo i dati di entrata e i supporti che li contenevano. Successivamente, in particolare con l'avvento delle metodologie di gestione per processo, si è diffuso in quasi tutti le discipline, anche non tecniche, nel senso più generale di insieme di elementi in entrata, per realizzare o produrre qualcosa. La fortuna del termine, insieme al suo opposto output, è stata la sua sinteticità e il fatto che era molto semplice schematizzare un qualsiasi processo (non necessariamente fisico, ma per esempio decisionale) con tre soli simboli: una freccia in entrata, un riquadro, una freccia in uscita.
Oggi non è affatto infrequente sentire, ma anche leggere, di un dirigente che fornisce l'input ad un collaboratore, o del collaboratore che dice: mi hai dato l'input sbagliato.
Input in informatica
- dati di input
- Nei primi elaboratori il più semplice dato di input era il bit, che conteneva un'informazione binaria: zero oppure uno. Era fornito con l'impostazione di un'interruttore (switc) o un pulsante.
Successivamente diventava un carattere quando all'elaboratore veniva connessa una tastiera; la pressione del singolo tasto veniva convertita in una serie di bit (inizialmente 5 (codice Baudot), poi 7 e 8 (codice ASCII).Altro passo in avanti fu l'avvento delle schede perforate che permettevano di introdurre 80 caratteri alla volta. - Prima delle schede perforate i dati di input erano indifferentemente istruzioni o dati di lavoro.
Con l'avvento delle schede perforate si iniziò a distinguere le istruzioni dai dati di lavoro, soprattutto per il fatto che le istruzioni (di fatto il programma) erano (quasi sempre) le stesse, mentre i dati di lavoro, per loro natura, cambiavano ad ogni elaborazione. - Nacque quindi il termine libreria dei programmi, ad indicare la residenza di questo specifico tipo di input. La residenza era un nastro magnetico, poi un disco magnetico.
- supporti, strumenti, metodi di input
- Come accennato nel paragrafo precedente, per molto tempo l'input è stato strettamente correlato al suo supporto fisico e al metodo di acquisizione. Con l'avvento del teleprocessing (primi anni settanta) l'input inizia ad essere fornito anche con un mezzo nuovo, la comunicazione via filo e via radio. Le schede perforate furono sostituite gradualmente (anni ottanta) con i floppy disk da 8 pollici, nati molti anni prima, ma fino allora usati solo per scopi particolari.
Questo per grandi volumi di input. Per piccoli volumi, e soprattutto, per la produzione del software era già disponibile il terminale, non più simile ad una telescrivente, ma dotato di monitor video.
Dal terminale (tuttora strumento valido per determinati lavori) si è passati direttamente al personal computer, che può emulare il terminale, o meglio ancora, colloquiare con un elaboratore in rete, locale o remota. - Con lo sviluppo delle applicazioni basate sul web è nato un ulteriore metodo di gestione dell'input, ed è attraverso i form delle pafine video.