Franz Thaler
Franz Thaler (Sarentino, 6 marzo 1925) è un pacifista, artigiano e pellettiere italiano, sopravvissuto ai lager di Dachau e Hersbruck e fermo sostenitore della serena convivenza tra gruppi linguistici in Alto Adige.
Biografia
Nato nel 1925 nel comune di Sarentino, Alto Adige, appartiene alla locale minoranza tedesca. Con la scelta del padre nel 1939 di non aderire alle Opzioni e quindi di non emigrare nel Terzo Reich ha inizio per la famiglia Thaler un periodo di difficoltà ed emarginazione che portarono Franz ad essere escluso dalle lezioni scolastiche.
Dopo l'occupazione tedesca dell'Alto Adige e la costituzione della Zona d'operazioni delle Prealpi, nel maggio 1944, quando aveva diciannove anni, nonostante fosse cittadino italiano (Dableiber) ricevette una cartolina precetto che gli intimava di presentarsi per l'arruolamento nel Polizeiregiment "Schlanders" (Silandro), gemello del più noto Polizeiregiment "Bozen" (Bolzano). Thaler si diede alla fuga rifugiandosi in montagna ma, dopo che i tedeschi minacciarono ritorsioni sulla famiglia (in base alla norma penale germanica della Sippenhaft, traducibile come «responsabilità del clan»), non poté rifiutarsi quando il padre lo supplicò di costituirsi. Processato dalla corte marziale, essendo minorenne (all'epoca la maggiore età si raggiungeva a ventuno anni) ed essendosi costituito spontaneamente, non fu condannato a morte ma a dieci anni di detenzione e lavori forzati in un campo di concentramento[1].
Nel dicembre 1944 arrivò nel campo di concentramento di Dachau per essere spostato nello stesso mese in quello di Hersbruck (un lager secondario del campo di Flossenbürg) a lavorare nella squadra costruzioni.
Il 29 aprile 1945 il campo di concentramento venne liberato da truppe americane e Thaler venne trasferito in un campo di prigionia francese. Rientrato in patria nell'agosto del 1945, cominciò a scrivere un libro di memorie, Dimenticare mai, pubblicato solo nel 1989. Ha lavorato come artigiano pellettiere fino al pensionamento nel luogo di nascita, la Val Sarentino.
Riconoscimenti e fortuna
Nel 2010, assieme all’oppositore e vittima del nazismo Josef Mayr-Nusser, è stato nominato cittadino onorario della città di Bolzano.
Luis Sepúlveda ha conosciuto Thaler e ne ha descritto la storia in un capitolo del suo libro edito nel 2010 Ritratto di gruppo con assenza (Guanda), intitolato "Alchimia della luce, del rispetto e del miracolo". Di Thaler Sepulveda disse: «Conosciamo la violenza della dittatura, condividiamo il medesimo sogno di pace e di fratellanza».[2]
Note
- ^ Stralci del libro autobiografico di Franz Thaler, Dimenticare mai, riprodotti in StoriaE, 2005, n. 1, pp. 20-25.
- ^ Sepúlveda racconta Franz Thaler, in "Alto Adige" del 22 ottobre 2010.
Bibliografia
- (DE) Unvergessen. Option, KZ, Kriegsgefangenschaft, Heimkehr. Ein Sarner erzählt, Edition Raetia, Bolzano 1999, ISBN 88-7283-128-8
- Dimenticare mai: opzioni, campo di concentramento di Dachau, prigioniero di guerra, ritorno a casa, traduzione di Peter Litturi, prefazione di Carlo Romeo, cronologia di Leopold Steurer, Edition Raetia, Bolzano 1990, ISBN 88-7283-206-3
- (EN) Unforgotten: a Memoir of Dachau, translated by Paul Crichton and Christl Kiener, Kiener, Londra-Monaco 2011, ISBN 978-3-943324-99-0
Collegamenti esterni
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