Tiziano Terzani
Tiziano Terzani (Firenze, 14 settembre 1938 – Orsigna, 28 luglio 2004) è stato un giornalista e scrittore italiano.

Biografia
Tiziano Terzani nacque mercoledì 14 settembre 1938 a Firenze in via Pisana nel quartiere popolare di Monticelli[1] sulla riva sinistra dell’Arno. Il padre, Gerardo Terzani, gestiva una piccola officina meccanica a Firenze vicino a Porta Romana e la madre, Lina Venturi, lavorava come cappellaia in un negozio di sartoria. Con la famiglia conviveva la nonna materna Elisa, rimasta vedova dopo i numerosi lutti familiari per tubercolosi – due zie e il nonno Giovanni. Preoccupati per la sua salute i genitori lo porteranno fin da piccolo sull’Appennino pistoiese per godere di un clima salubre:
Il legame con questi luoghi, e in particolare con la valle dell’Orsigna, lo accompagnò per tutta la vita.
La guerra e le scuole elementari
Nei primi di agosto del 1944 la ritirata dei nazisti sulla Linea Gotica e l’avanzata alleata delle truppe britanniche portò alla liberazione di Firenze [2], ciò gli consentì di frequentare la prima elementare presso il convento femminile della Chiesa di San Piero a Monticelli. L’anno seguente, con la riapertura regolare degli istituti, proseguì gli studi nella Scuola di Legnaia [3]. Dal 1949 al 1952 frequentò le scuole medie Niccolò Machiavelli in piazza Frescobaldi. Dopo l’esame di terza media avvenne una svolta decisiva, il professor Ernesto Cremasco convocò i genitori:
Gli anni del ginnasio e del liceo
I genitori impegnarono gli averi al Monte di Pietà e acquistarono a rate i pantaloni che consentirono a Tiziano di frequentare la succursale della Machiavelli in piazza Pitti. Dal 1954 proseguì gli studi al liceo classico Galileo dove si diplomerà brillantemente nel 1957. In quegli anni frequentò i "Sabati dello studente" in via Gino Capponi, un circolo ricreativo in cui soddisfò la passione per il cinema e il teatro misurandosi anche in sporadiche recitazioni. Qui conobbe e avvicinò i rappresentanti del cattolicesimo democratico e progressista fiorentino come Dino Pieraccioni, Ernesto Balducci, Raffaele Bensi e Giorgio La Pira:
Raccolse da questi incontri il valore dell’umanità e apprese il senso non solo del dialogo ma dell’autonomia delle proprie idee, già sperimentata in casa con il padre comunista e la madre cattolica.
Nel 1955 per guadagnare qualche soldo collaborò al Giornale del Mattino diretto dal giovanissimo Ettore Bernabei. Nei panni di cronista sportivo ebbe il compito di documentare le corse podistiche, le gare in bicicletta e soprattutto le partite di calcio del Campionato nazionale Dilettanti coprendo in particolare la provincia di Firenze muovendosi con la Vespa del padre:
Nel 1956, nel periodo drammatico della Rivoluzione ungherese, si iscrisse alla sezione fiorentina della Gioventù Federalista Europea, l’organizzazione giovanile del Movimento Federalista Europeo fondato da Altiero Spinelli. Un'adesione temporanea ma che rivela la capacità di non allinearsi ai pensieri dominanti dell'epoca, quello di matrice cattolica legata alla Democrazia Cristiana e quello marxista legato al Partito comunista.
L’incontro con Angela Staude e l’università
Nell'estate del 1957 appena diplomato ricevette un'offerta di lavoro dalla Banca Toscana, che rifiutò:
Sfidando il parere dei genitori tentò l’ammissione al collegio Medico-Giuridico annesso alla Scuola Normale di Pisa. Nel concorso nazionale che offriva solo cinque posti, arrivò secondo. Scelse la facoltà di giurisprudenza.
Nel mese di settembre conobbe una ragazza di origini tedesche, Angela Staude[4], nata a Firenze nell'aprile 1939, figlia del pittore Hans-Joachim[5] e dell’architetto Renate Moenckeberg. Gli Staude abitavano in via della Campora sulla collina di Bellosguardo, erano noti per essere una famiglia colta ma non convenzionale che vantava tra i propri avi esploratori, accademici e amicizie eccellenti come Maria 'Maja' Einstein[6] o Maria José [7][8]. Tiziano fu colpito dall’atmosfera casalinga e poliglotta dove arte e musica si mescolavano alle biografie avventurose della famiglia Staude, un entusiasmo che gli fece avvertire la differenza con le proprie origini certamente più umili:
Seppur divisi dagli studi − Tiziano a Pisa e Angela a Monaco − mantennero i contatti. All’università Tiziano conobbe e frequentò molti amici tra cui Alberto De Maio[9], Giuliano Amato[10], Carlo Donolo, Enrico Mugnaini[11]. La vita in collegio fu estremamente stimolante:
Ma l'esperienza universitaria venne segnata da due eventi drammatici: nel 1958 una grave infezione tubercolotica lo costrinse a un lungo ricovero al Careggi e un anno più tardi una trombosi colpì il padre rendendolo inabile al lavoro. Le ristrettezze economiche e il bisogno di contribuire al sostentamento dei genitori alimentarono l’inquietudine e il desiderio di fuga immaginando una vita differente e autonoma. Si laureò nel 1961 a pieni voti presentando una impegnativa tesi di diritto internazionale con il giurista Giuseppe Sperduti[12] dal titolo Il Dominio riservato. Una tesi che richiama i caratteri, le inclinazioni e gli interessi che manifesterà più avanti nella professione giornalistica[13].
L’Olivetti e il matrimonio
Dopo la laurea fallì il tentativo di continuare gli studi all’università di Leeds, avventura che durò appena 5 mesi:
Rientrato in Italia accettò la proposta dell’Olivetti di Ivrea grazie ai contatti con l'ex collegiale Romano Gabriele[14]. Una scelta vicina al proprio modello di società[15]:
Qui, dopo un lungo tirocinio, giunse all’ufficio del personale dove conobbe Paolo Volponi, Ottiero Ottieri e Giancarlo Lunati ricevendo l’incarico di reclutare nuovi laureati per le consociate estere. L’Olivetti forte della sua rete globale di concessionarie e fabbriche gli consentì di viaggiare in tutto il mondo. Il 27 novembre 1962, pochi mesi dopo l'assunzione, sposò Angela a Vinci. Il lavoro dell’Olivetti lo portò prima a viaggiare in tutta Europa – con lunghi soggiorni in Danimarca, Portogallo, Paesi Bassi, Gran Bretagna – e successivamente in Oriente. Nel gennaio 1965 arrivò in Giappone, fu la sua prima volta in Asia. Qui visitò anche Hong Kong e il sogno della Cina iniziò a prendere forma. Nel 1966 acquistò con i primi risparmi un terreno nella valle dell’Orsigna dove negli anni a venire costruì una piccola abitazione.
L’esordio con “l’astrolabio”
Nell'autunno 1967 l’Olivetti lo mandò in Sud Africa, a Johannesburg. Vi giunse pochi giorni dopo l'assassinio del Primo ministro Verwoerd in un clima di forti tensioni politiche. In questo paese segnato dall’apartheid raccolse materiali, interviste e fotografie per redigere i primi reportage che pubblicò su l’astrolabio, settimanale della sinistra indipendente diretto da Ferruccio Parri. Il primo reportage s'intitola Natale negro. Rapporto sulla segregazione in Sud Africa pubblicato il 25 dicembre 1966. La collaborazione con la rivista terminò nel novembre 1970. Dopo aver viaggiato in Australia e Thailandia, insoddisfatto del lavoro all'Olivetti, prese l’aspettativa, e su indicazione di Samuel Gorley Putt[16] - conosciuto per caso alla Hopkins University di Bologna[17] - si aggiudicò una borsa di studio che gli aprì le porte della Columbia University di New York dove scelse il corso di laurea in Affari internazionali.
L'università in America e la scelta del giornalismo
La borsa di studio del Commonwealth Fund's Fellowship programme gli consentì di viaggiare in tutto il paese. Continuò a scrivere per l’astrolabio raccontando le lotte civili del movimento nero intervistando Rap Brown, gli scontri tra gli studenti pacifisti che manifestavano contro la guerra in Vietnam e le forze di polizia nella rivolta della Columbia, e un evento storico come l'allunaggio dell'Apollo 11. Durante il biennio americano sfruttò l'occasione di uno stage nella redazione del New York Times:
Nel 1968 si trasferì in California frequentando la Stanford University dove imparò la lingua cinese. Si interessò allo studio del maoismo e del comunismo cinese, incuriosito dalla grande eco che la Rivoluzione culturale di Mao stava avendo in tutto il mondo. Ebbe l'occasione di conoscere e intervistare William Hinton che lo affascinò con la sua esperienza cinese. Si convinse che la sua missione era di andare in Cina per verificare di persona quanto aveva studiato sui libri e sui giornali. Tra le fonti che ispirarono il suo sogno ci sono i testi di un grande reporter come Edgar Snow.
Dopo i numerosi testi pubblicati su l'astrolabio nell'aprile del 1969 l’ordine dei Giornalisti lo registrò ufficialmente nell’elenco "pubblicisti": una qualifica che aspettava da tempo. In agosto a New York nacque il figlio Folco. Laureatosi per la seconda volta, in settembre rientrò in Italia. Lasciò definitivamente l'Olivetti e cercò un'occupazione come giornalista.
Alla fine di novembre del 1969 iniziò il praticantato nella redazione del quotidiano milanese Il Giorno[18] diretto da Italo Pietra e Angelo Rozzoni[19]. Qui conobbe inviati già affermati come Natalia Aspesi, Giorgio Bocca, Giampaolo Pansa e uno dei giornalisti ai quali fu legato da profonda amicizia, Bernardo Valli[20]. Nel marzo del 1971 nacque la figlia Saskia e all'inizio dell'estate sostenne l'esame di Stato per diventare giornalista professionista. In autunno si confrontò con il direttore confidando in un incarico all'estero, ma la risposta fu lapidaria:
Deciso a perseguire il prossimo sogno di corrispondente, si dimise. Girò tutta l'Europa alla ricerca di un posto di lavoro finché l'occasione arrivò dal settimanale amburghese Der Spiegel diretto da Rudolf Augstein che gli offrì un contratto da free lance per coprire il Sud-est asiatico.
Gli anni Settanta
Nel gennaio 1972 si stabilì a Singapore in Winchester Road aprendo il primo ufficio di Der Spiegel in Peck Hay Road.
Impegnato al fronte pubblicò il suo primo vero reportage per il settimanale amburghese[21]. Contemporaneamente coltivò la collaborazione con L’Espresso - il settimanale romano diretto da Livio Zanetti con vicedirettore Nello Ajello - pubblicando importanti articoli e misurandosi sulle stesse pagine con le opinioni di Furio Colombo, Camilla Cederna e Alberto Moravia. A questo aggiunse il rapporto con il quotidiano milanese Il Giorno.
Il 1973 fu un anno delicato: il 23 luglio morì il suocero, Hans-Joachim Staude, e quattro giorni dopo scomparve anche Raffaele Mattioli, l’economista e dirigente della Banca Commerciale Italiana che per primo aveva creduto in lui commissionandogli rapporti politici ed economici dall’Estremo oriente[22]. In novembre pubblicò per Feltrinelli la sua prima opera letteraria Pelle di leopardo. Diario vietnamita di un corrispondente di guerra 1972-1973 inserito nella collana Franchi Narratori. Renzo Foa fu tra i primi a leggerlo e recensirlo:
Dal luglio 1974 al maggio 1975 Terzani collaborò anche con Il Messaggero, diretto in quel periodo da Italo Pietra[23]. Nel 1975 fu tra i pochi giornalisti non solo ad assistere alla caduta di Saigon, ma a rimanervi per tre mesi dopo la presa del potere da parte delle forze comuniste:
Alla fine del 1975 si trasferì con tutta la famiglia a Hong Kong abitando sul Peak in Mount Austin Road in un caseggiato con altri giornalisti. Questo essere alle porte della Cina alimentò il suo interesse e il sogno di trasferirsi sul territorio cinese.
Nel 1976 iniziò a collaborare con la Repubblica, il nuovo quotidiano diretto da Eugenio Scalfari finanziato da Carlo Caracciolo e Giorgio Mondadori che contava una settantina di redattori oltre a molti volontari tra cui Giorgio Bocca, Miriam Mafai e Barbara Spinelli. Alla fine di marzo pubblicò sempre per Feltrinelli Giai Phong! La liberazione di Saigon con cui si aggiudicò il Premio Pozzale Luigi Russo per la saggistica. La giuria era composta da Ernesto Balducci, Gian Carlo Ferretti, Giovanni Giudici, Cesare Luporini, Walter Pedullà[24]. Nel mese di ottobre ebbe la possibilità di viaggiare fino a Shanghai raccogliendo le prime impressioni sulla politica e sulla società cinese sconvolta dalla morte di Mao avvenuta il 9 settembre. Si occuperà nei mesi successivi del processo alla Banda dei Quattro.
Nel 1977 fu testimone della tragedia dei profughi indocinesi, dramma che preannunciava nel 1978 l'invasione della Cambogia da parte del Vietnam. Questo conflitto militare lo impegnò per molto tempo. Raccolse dapprima con incredulità e poi con sgomento i racconti e le atrocità di ciò che poi si rivelerà essere l'olocausto cambogiano[25] perpetrato da Pol Pot. La moglie Angela ha raccolto questa esperienza in una antologia postuma Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia[26] pubblicata nel 2008 dalla Longanesi.
Dopo un viaggio preliminare per Der Spiegel tra fine del 1979 ed i primi giorni del 1980 Terzani riuscì a stabilirsi definitivamente a Pechino[27] come primo corrispondente di un magazine occidentale, anticipando i concorrenti TIME e Newsweek, e realizzò così a 41 anni il sogno concepito nelle aule della Stanford University.
Gli ultimi anni
Il libro Un altro giro di giostra tratta del suo modo di reagire alla malattia, un tumore all'intestino, viaggiando per il mondo e osservando con lo stesso spirito giornalistico di sempre le tecniche della più moderna medicina occidentale e le medicine alternative; il viaggio più difficile, alla ricerca di una pace interiore, che lo portò ad accettare serenamente la morte.
Terzani si ritirò in Asia e in India per diversi anni, grazie all'amicizia dell'amico Pietro Della Torre che lo accostò alla realtà filomatica[non chiaro]. In seguito trascorse i suoi ultimi giorni ad Orsigna nel pistoiese, il rifugio di una vita, sull'Appennino tosco-emiliano, spegnendosi il 28 luglio 2004. La ricerca della verità si spostò dai fatti all'interiorità, portandolo a concepire il giornalismo solo come una fase della sua vita.[28]
Le sue ultime memorie sono registrate in un'intervista televisiva intitolata "Anam, il senzanome" (dove Terzani parla anche della sua scelta etica in favore del vegetarismo[29]) e nel libro postumo La fine è il mio inizio, in cui Terzani riferisce al figlio Folco le proprie riflessioni di tutta una vita.
La sua attività di scrittore ricade in buona parte nell'ambito della periegesi, termine con cui si intende quel filone storiografico che, intorno ad un itinerario geografico, raccoglie notizie storiche su popoli, persone e località, verificate, per quanto possibile, dall'esperienza diretta.
Terzani non fu molto conosciuto in Italia durante la sua attività giornalistica, poiché la testata per la quale lavorava principalmente era un periodico tedesco, Der Spiegel (anche se scrisse saltuariamente per molte testate italiane tra cui L'Espresso), ma oggi è riconosciuto[da chi?] quale uno dei massimi scrittori italiani di viaggi del XX secolo, appassionato cronista del proprio tempo, entusiasta ricercatore della verità degli avvenimenti, dei suoi protagonisti e degli uomini suoi compagni di viaggio, fisico e spirituale: una mente tra le più lucide, progressiste e non violente di inizio XXI secolo.
Critiche
L'opera di Terzani ha attirato anche critiche, soprattutto accuse di semplificazioni e pressappochismo dovute al suo approccio a volte naif e senza una base di studi antropologici avanzata con cui interpretare la sue osservazioni, in pratica la superficialità giornalistica applicata alla saggistica; famosa è la breve ma forte polemica con Giovanni Sartori che accusò appunto Terzani - in sintesi - di ingenuo buonismo e confusoneria - "Terzani cita a sproposito" ebbe a dire - Terzani a sua volta definì sarcasticamente Sartori un solone nell'intervista "La fine è il mio principio[senza fonte]".
Film
La fine è il mio inizio
Il 7 ottobre 2010 nelle sale tedesche è uscito il film basato sul suo ultimo libro, La fine è il mio inizio, con lo stesso titolo. Il lungometraggio sceneggiato dal figlio Folco Terzani[30] e Ulrich Limmer è stato diretto da Jo Baier e girato nella stessa casa di Terzani all'Orsigna sulla Montagna pistoiese. Il film è stato distribuito in Italia da Fandango a partire dal 1º aprile 2011. Tra gli interpreti Bruno Ganz nei panni di Terzani, Elio Germano nei panni del figlio Folco, Erika Pluhar nei panni della moglie Angela Staude e l’attrice ungherese Andrea Osvárt nel ruolo della figlia Saskia. Le musiche originali sono state composte dal pianista torinese Ludovico Einaudi.
In occasione del decennale della morte di Terzani, è stata lanciata sul web la campagna di crowdfunding per produrre un film tratto dal libro Un indovino mi disse di Tiziano Terzani.
L'idea è del regista Mario Zanot, autore di Anam il senzanome, l'ultima intervista allo scrittore scomparso nel 2004.
Una parte degli incassi del film verrà devoluta a Emergency, per l'ospedale afghano di Lashkar-gah, intitolato a Terzani.
Per promuovere il progetto, è stato fondato il Comitato Un indovino ci disse. Il film che sta organizzando serate di raccolta fondi in tutta Italia. Grazie all'aiuto dei lettori di Terzani, sono già state organizzate più di sessanta serate, in piccole e grandi città.
Opere
Reportage narrativi e saggi
- Pelle di leopardo. Diario vietnamita di un corrispondente di guerra 1972-1973, Milano, Feltrinelli, 1973
- Giai Phong! La liberazione di Saigon, Milano, Feltrinelli, 1976
- (DE) con Ariane Barth, Holocaust in Kambodscha, documentazione di Anke Rashatusavan, Reinbek bei Hamburg, Spiegel-Buch/Rowohlt, 1980 - instant book in lingua tedesca dedicato al genocidio cambogiano e scritto a quattro mani
- (DE) Fremder unter Chinesen. Reportagen aus China, documentazione di Michael Morozow, Reinbek bei Hamburg, Spiegel-Buch/Rowohlt, 1984 - da questa edizione in lingua tedesca Tiziano Terzani ricava poco dopo quella italiana conosciuta come La porta proibita, Milano, Longanesi, 1984
- Buonanotte, signor Lenin, Milano, Longanesi, 1992
- Un indovino mi disse, Milano, Longanesi, 1995
- in Asia, Milano, Longanesi, 1998
- Lettere contro la guerra, Milano, Longanesi, 2002
- Un altro giro di giostra, Milano, Longanesi, 2004
Postumi
- La fine è il mio inizio, a cura di Folco Terzani, Milano, Longanesi, 2006
- (EN) ,(FR) India Notes, con Raghu Rai, Parigi, Editions Intervalles, 2007 - edizione bilingue con testi tratti da Un altro giro di giostra
- Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia, con uno scritto di Angela Terzani Staude, Milano, Longanesi, 2008
- Angkor, con una nota di Sandra Petrignani, Courmayeur, Liaison Editrice, 2009
- (DE) Asien, mein Leben die grossen Reportagen, a cura di Angela Terzani e Dieter Wild, Monaco/Amburgo, Goldmann/Spiegel-Buchverlag, 2010 - edizione in lingua tedesca che raccoglie una selezione di grandi reportage pubblicati su Der Spiegel in oltre 20 anni di carriera
- Un mondo che non esiste più, fotografie e testi scelti da Folco Terzani, Milano, Longanesi, 2010
- Mustang. Un viaggio, a cura di Folco Terzani, Roma, Fandango Libri, 2011 - catalogo della mostra "Tiziano Terzani: Clic! 30 anni d'Asia. La mostra" organizzata a Roma dal 23 marzo al 29 maggio 2011
- Tutte le opere 1966-1992, a cura di Àlen Loreti con una introduzione di Franco Cardini, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2011
- Tutte le opere 1993-2004, a cura di Àlen Loreti, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2011
- Che fare? a altre prose sulla pace, a cura di Àlen Loreti, Pistoia, Edizioni Via del Vento, 2011
- Un'idea di destino, prefazione di Angela Terzani Staude, a cura di Àlen Loreti, Milano, Longanesi, 2014
- Le parole ritrovate. Testi inediti, a cura di Mario Bertini, Brescia, La Scuola, 2015
Prefazioni
Vengono riportati i volumi con prefazioni e introduzioni scritte da Tiziano Terzani:
- Kuang Huan Fan (a cura di), La cultura di Mao. Antologia di documenti sulla rivoluzione culturale in Cina, Firenze, La Nuova Italia, 1969
- Louis Fischer, La vita di Gandhi, Firenze, La Nuova Italia, 1971
- Robi Ronza, La nuova via della seta. Verso l’assetto mondiale degli anni ’90, Milano, Jaca Book, 1984
- Liu Heung Shing, Cina dopo Mao. Chiedi la verità ai fatti, Milano, Jaca Book, 1987
- Francesco d'Orazi Flavoni, Rabari. Gli ultimi nomadi, Viterbo, Stampa Alternativa, 1998
- Giuseppe Mucci, Fattecosiècche… Leggende, paure e riti del paese di Piteglio, Pistoia, Provincia di Pistoia, 1999
- AA.VV., Maresca-Orsigna. La guerra del cartello. Contrasto poetico attizzato da Tiziano Terzani, disegni di Renato Vivarelli e Tiziano Terzani, Maresca, société éditoriale mapsulonnaise, 2000
- Peter Levi, Il giardino luminoso del re angelo. Un viaggio in Afghanistan con Bruce Chatwin, Torino, Einaudi, 2002
- Gloria Germani,Teresa di Calcutta. Una mistica tra Oriente e Occidente, Milano, Paoline, 2003
- Ludovico Guarneri, La cosa più stupefacente al mondo. Avventure di un malato esperto, Milano, Anima Edizioni, 2004 - successivamente in una nuova edizione Milano, TEA, 2006
Contributi
Vengono riportati i volumi in cui Tiziano Terzani ha contribuito con interviste, articoli o testi di altro genere:
- Paolo Pagani, La scrittura è un aeroplano. L'avventura intellettuale di otto grandi firme del giornalismo italiano, prefazione di Enrico Deaglio, Arezzo, Limina Editore, 1997
- Contro la guerra. Tiziano Terzani a Ravenna. Sala D'Attorre di Casa Melandri, Ravenna. Presentazione del suo libro Lettere contro la guerra, Ravenna, Edizioni Carismatici francescani, 2002
- Federica Morrone, Regaliamoci la pace. Conversazione con Tiziano Terzani e quindici contributi per una cultura di pace, San Lazzaro di Savena, Nuovi Mondi Edizioni, 2002
- Raffaele Palumbo, Prima scrivere. Suggerimenti alla scrittura come comunicazione, Firenze, Mediascape Edizioni, 2004
- Danilo Soscia (a cura di), In Cina. Il Grand Tour degli italiani verso il Centro del Mondo 1904-1999, prefazione di Renata Pisu, Pisa, Edizioni ETS, 2010
- AA.VV., 11.9: il giorno che ha cambiato il mondo - Le parole, Milano, Corriere della sera, 2011
Bibliografia critica
Vengono riportati saggi, memoir e testi che affrontano e analizzano la vita e l'opera di Tiziano Terzani:
- Silvia Zangrandi, A servizio della realtà: il reportage narrativo dalla Fallaci a Severgnini, Milano, Unicopli, 2003
- Vincenzo Cottinelli (fotografie di), Tiziano Terzani: ritratto di un amico, Milano, A.Vallardi, 2005 - volume monografico illustrato
- Grazia Neri, Fotografie di un'amicizia, «Fotographia», n.109, III-2005 - con due contributi di Vincenzo Cottinelli Giornalista, scrittore, ma anche fotografo e La fotografia.
- Antonio Bortolotti e Massimo De Martino (a cura di), Dentro di noi: parlano i lettori di Tiziano Terzani, Milano, TEA, 2006
- Alberto Malcangi, Tiziano Terzani, Roma, Coniglio Editore, 2007
- Gloria Germani, Tiziano Terzani: la rivoluzione dentro di noi, Milano, Longanesi, 2008
- Giancarlo Zampini, Tiziano Terzani: l'Orsigna ultimo amore, prefazione di Angela Terzani Staude e Gianfranco Venturi, Poggibonsi, Lalli Editore, 2009
- Marco Dondero (a cura di), Scrittori e giornalismo. Sondaggi sul Novecento letterario italiano, nuova edizione con due testimonianze di Vittorio Emiliani e Anna Proclemer, Macerata, eum, 2009 - con l'intervista a Vittorio Emiliani Terzani al «Giorno»
- Franco Cardini (a cura di), La Porta d'Oriente, con la collaborazione di Luca Mantelli e Silvia Agnoletti, Roma, Casa Editrice Pagine, 2009 - numero monografico speciale della Rivista di studi sugli "Orienti" dedicato a Tiziano Terzani
- Alberto De Maio e Dino Satriano, Il mio fratellone Tiziano Terzani, premessa di Angela Terzani Staude, Milano, TEA, 2011 - memoir dedicato al periodo universitario con documenti e illustrazioni
- Àlen Loreti, Il Novecento compiuto di Tiziano Terzani, «Confronti», n.9, settembre 2012 - rivista mensile
- Giovanni Nardi, Tiziano Terzani, Pisa, Pacini Editore, 2014
- Àlen Loreti, Tiziano Terzani. La vita come avventura, Milano, Mondadori, 2014
- Àlen Loreti (a cura di), Tiziano Terzani. Guardare i fiori da un cavallo in corsa, Milano, Rizzoli, 2014
- Gloria Germani, Terzani. Verso la rivoluzione della coscienza, Milano, Jaca Book, 2014
Filmografia
Vengono riportati i filmati con protagonista Tiziano Terzani o ispirati alla sua opera letteraria:
- Hôtel Continental. C'era una volta Saigon, diretto da Leandro Manfrini con la partecipazione di Tiziano Terzani, Jean-Claude Pomonti e Stanley Karnow, RSI, 1995, DVD - documentario trasmesso il 18 aprile 1995 all'interno del programma televisivo 999 e inserito nei contenuti extra dell'edizione italiana del DVD di Platoon diretto da Oliver Stone
- Tiziano Terzani. Il kamikaze della pace, un film di Leandro Manfrini e Willy Baggi con la partecipazione di Jovanotti, Milano, Longanesi/RSI, VHS, 2002 - documentario allegato al volume Lettere contro la guerra e successivamente ristampato in formato DVD, 2009
- Anam il senzanome. L'ultima intervista a Tiziano Terzani, un film di Mario Zanot, Milano, Longanesi/Storyteller/Mediaset, 2005, DVD - documentario sull'ultima videointervista rilasciata da Terzani quattro mesi prima della morte
- La fine è il mio inizio (orig. Das Ende ist mein Anfang), un film di Jo Baier, sceneggiatura di Folco Terzani e Ulrich Limmer, Universum Film/Fandango, Roma, 2011, DVD - film liberamente tratto dal volume La fine è il mio inizio uscito in Germania nell'autunno 2010 e distribuito nelle sale italiane nell'aprile 2011
Riconoscimenti
A Tiziano Terzani sono dedicati i seguenti premi:
- "Premio letterario internazionale Tiziano Terzani"[31] con sede a Udine organizzato dalla associazione "vicino/lontano" a partire dal 2005
- "Premio nazionale Tiziano Terzani per l'Umanizzazione della Medicina"[32] con sede a Bra organizzato dalla ASL18 Alba-Bra a partire dal 2006
- "Premio letterario Firenze per le Culture di Pace"[33] dedicato a Tiziano Terzani con sede a Firenze organizzato dalla associazione "Un tempio per la pace" a partire dal 2006
- "Premio letterario Fogli di Viaggio" dedicato a Tiziano Terzani con sede a Campi Bisenzio organizzato dalla cooperativa "Macramè" a partire dal 2011
A Tiziano Terzani sono stati intitolati nel tempo locali e spazi pubblici sia sul territorio nazionale che all'estero:
- il Centro Chirurgico Tiziano Terzani a Lashkar-Gah in Afghanistan inaugurato il 13 ottobre 2004
- il Sentiero di Tiziano[34] a Orsigna sulla Montagna pistoiese inaugurato il 24 luglio 2005
- il Viale Tiziano Terzani[35] all'interno del parco di Villa Torlonia a Roma inaugurato il 20 dicembre 2006
- la Scuola Tiziano Terzani a Bassi-Zanga in Burkina Faso completata nel 2007
- il Vicolo Tiziano Terzani a Savignano sul Rubicone inaugurato il 18 maggio 2008
- una Sala di Palazzo Bargagli[36] sede della redazione fiorentina del Corriere della Sera intitolata unitamente a Oriana Fallaci e Indro Montanelli inaugurata nel luglio 2008
- il Parco della Pace Tiziano Terzani[37] nella frazione di Pontasserchio inaugurato il 4 ottobre 2008
- l'Auditorium Tiziano Terzani nella biblioteca San Giorgio di Pistoia
- il Giardino pubblico Tiziano Terzani[38] a Castelnuovo Rangone inaugurato il 15 aprile 2012
- il Collegio Tiziano Terzani[39] all'interno della Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant'Anna di Pisa inaugurato il 9 maggio 2012
- la Scuola Primaria Tiziano Terzani[40] nella frazione di Gaggio Montano inaugurata il 9 maggio 2013
- dal 31.12.2014 l'Istituto Comprensivo Statale di Abbiategrasso (MI), sito in via Legnano N. 92, con decreto del Dirigente dell’U.S.T. di Milano, ha ufficialmente assunto la denominazione di "I.C. Tiziano Terzani" dopo che su proposta del Consiglio d'Istituto, il Comune di Abbiategrasso prima e la Prefettura di Milano poi hanno autorizzato l’intitolazione proposta.
Note
- ^ Terzani - il protagonista, RAI «1 su mille», 6 aprile 2010
- ^ Quei giorni della liberazione di Firenze, «Corriere Fiorentino», 10 agosto 2010
- ^ Una centenaria nel quartiere di Legnaia, «PortaleRagazzi.it», 27 gennaio 2010
- ^ «Vi racconto la mia storia d’amore con Tiziano Terzani», «Corriere Fiorentino», 6 maggio 2009
- ^ Hans-Joachim Staude, sito ufficiale
- ^ Qualcuno suona ancora il pianoforte di Einstein, «la Repubblica», 26 gennaio 2011
- ^ Archivi di famiglie e di persone, Pubblicazioni degli Archivi di Stato Strumenti CLXXXIII, 2009, 283
- ^ Officina Terzani, «la Domenica di Repubblica», 4 marzo 2007, 29
- ^ Terzani con la cravatta, predestinato a vent’anni, «Corriere della sera», 3 novembre 2011
- ^ Tiziano, una vita alla ricerca non solo di sé, «Sant'Anna News», 24, gennaio 2005, 1
- ^ Ricordo di Tiziano Terzani, «Sant'Anna News», 24, gennaio 2005, 2
- ^ Giuseppe Sperduti, «Treccani.it»
- ^ Tiziano Terzani alla Normale di Pisa, «InfiniteStorie.it», 28 novembre 2011
- ^ Ricordo di Tiziano Terzani, «Sant'Anna News», 24, gennaio 2005, 3
- ^ Il manager e l'arcobaleno, «ARPA», 2, marzo-aprile 2004, 4
- ^ Obituary: S. Gorley Putt, «The Indipendent», 8 maggio 2005
- ^ Tiziano Terzani: l'esordio, RAI «1 su mille», 6 aprile 2010
- ^ Scrittori e giornalismo. Sondaggi sul Novecento letterario italiano. Nuova edizione, con due testimonianze di Vittorio Emiliani e Anna Proclemer, eum Edizioni Università di Macerata 2009
- ^ È morto il giornalista Rozzoni, «la Repubblica» 1º maggio 1985
- ^ Il lungo viaggio sulla mongolfiera indiana, «la Repubblica», 8 marzo 2002
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Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Tiziano Terzani
Collegamenti esterni
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- Premio letterario internazionale Tiziano Terzani, su vicinolontano.it. URL consultato il 10 dicembre 2012.
- Tiziano Terzani, ritratto di un amico a cura di Ilaria Besana, su foto.virgilio.it, Virgilio.it, novembre 2006. URL consultato il 1º febbraio 2013.
- Approfondimento con interviste video a cura di Luciano Minerva, su rainews24.it, RAI News24, 4 maggio 2005. URL consultato il 1º febbraio 2013.
- Angela Terzani parla di "Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia", su rai.tv, RAI Tre, 10 febbraio 2008. URL consultato il 10 dicembre 2012.
- Un capitolo di Un altro giro di giostra, anticipato per il Corriere della Sera
- Anam, il senzanome. L'ultima intervista a Tiziano Terzani, su youtube.com, Storyteller / RTI, 27 settembre 2004. URL consultato il 1º febbraio 2013.
- Un indovino mi disse. Il film
- http://www.icvialegnanoabbiategrasso.gov.it/L_Istituto.html
- Interventi Postumi, Francesca Caponetto
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