Alois Hudal

criminale e vescovo cattolico austriaco
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Alois Hudal (conosciuto anche come Luigi Hudal; nato il 31 maggio, 1885 in Graz; morto il 13 maggio, 1963 in Roma) era un vescovo della chiesa austriaca con base a Roma.

Alla fine della seconda guerra mondiale stabilì una "ratline" (via di fuga) per i criminali di guerra denominata la via dei ratti.

Biografia

Il vescovo Alois (o Luigi) Hudal nacque il 31 maggio, 1885 nella città austriaca di Graz, dove studiò e conseguì il dottorato. Venne ordinato prete nel luglio del 1908. Esercitò come prete cappellano in Kindsberg, prima di dirigersti alla volta di Roma per i suoi studi. Sebbene non venne mai mantenuta la promessa di assegnargli una cattedra alll'università di Vienna, Hudal divenne un noto specialista di liturgia, dottrina, spiritualità ed "errori" della chiese slave (Chiese ortodosse orientali). Dopo aver completato i suoi studi in Roma (1911-1913), entrò nella facoltà degli studi dell'antico testamento dell'Università di Graz nel 1914. Nel 1923 divenne recttore del Pontificio Istituto Teutonico Santa Maria dell’Anima (Germanicum) in Roma, un seminario teologico per preti tedeschi e austriaci nel quale iniziò la sua carriera nel 1911 come cappellano. Era anche padre confessore della comunità tedesca di Roma. Nel 1930 assunse il ruolo di consulente per il Sant'uffizio, e nel 1933 venne consacrato vescovo di Aela dal cardinale Eugenio Pacelli.[senza fonte] Era un protégé del cardinale Theodor Innitzer, 10 anni più anziano di lui e arcivescovo di Vienna dal 1932 al 1955.

Hudal era un convinto anti-comunista.

Hudal si fregiava del distintivo dorato del partito nazista riservato ai membri più importanti dello stesso. Nel 1937 pubblicò un libro intitolato I fondamenti del nazional socialismo, che ottenne l'imprimatur dell'arcivescovo Innitzer nonostante fosse una entusiastica adesione alle tesi hitleriane. Curiosamente il libro, in seguito, venne bandito dai nazisti a causa del loro disprezzo verso il cattolicesimo in generale e della Santa sede in particolare. Nel libro Hudal cercava di stabilire un compromesso tra nazismo e cristianesimo proponendo che alla chiesa fosse lasciata l'educazione della gioventù e al partito nazista la direzione politica del paese.

Nonostante la messa a bando del libro, molte rigide restrizioni verso monasteri e parroci, gli sforzi del governo di eliminare dalle scuole l'educazione cattolica (con il bando del crocifisso non solo nelle scuole ma anche in tutti gli uffici pubblici, vedi Oldenburger Kreuzkampf), nonostante persino la distruzione di alcuni conventi e il bando ufficiale di giornali e associazioni cattoliche in seguito all'annessione dell' Austria ("Ostmark"), il vescovo Hudal rimase un fervente nazista vicino alle alte gerarchie del regime. Durante la guerra, Hudal entrò in contatto a Roma con Walter Rauff (vedi sotto).

Dopo la guerra, Hudal venne incaricato di provvedere agli sfollati, ciò gli permise di organizzare la fuga di criminali di guerrra quali Franz Stangl, comandante del campo di concentramento di Treblinka, Gustav Wagner, comandante del campo di concentramento di Sobibor, Alois Brunner, organizzatore della deportazione dalla Francia e Slovacchia nei campi di concentramento tedeschi e di Adolf Eichmann. L'attività di Hudal provocò uno scandalo sulla stampa nel 1947, quattro anni dopo, nel 1951 rassegnò le dimissioni dal suo incarico. Rimase a Rome fino alla sua morte nel 1963.

Rapporti con il Vaticano

La promozione a vescovo di Hudal è stata citata per evidenziare gli stretti legami che ebbe con i membri della curia del Vaticano, ed in particolare con il segretario di stato Eugenio Pacelli (in seguito Pio XII) che, precedentemente, aveva ricoperto la carica di nunzio apostolico in Germania.

Stante l'adesione al nazismo di Hudal, desta sconcerto che, alla fine della guerra, egli fosse incaricato di occuparsi degli sfollati oltre ad essere prescelto come ministro degli internati tedeschi in Italia. Il Vaticano si accordò con gli alleati al fine di concedere uno speciale passaporto per i viaggi di Hudal. La fuga dei ratti venne materialmente finanziata da Rauff e dal cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova.

Il Vaticano fu coinvolto nel grande lavoro umanitario del dopoguerra per soccorrere gli sfollati e qualche storico di simpatie cattoliche in Hudal vede solo un attore minore su un palcoscenico ben più grande. Il gesuita Robert A. Graham (1913-1997), coautore dell'XI volume Atti e documenti della Santa sede relativi alla seconda guerra mondiale (Città del Vaticano, 1965-1981) afferma che l'attività di Hudal non rifletteva la posizione ufficiale della Santa sede, che egli fosse un pesce piccolo e che operava in modo del tutto autonomo senza alcuna copertura superiore. L'altro autore del volume citato Atti e documenti, il gesuita Pierre Blet, menziona Hudal solo in merito all'incarico che ricevette nell'ottobre del 1943 da parte della Santa sede di fare da tramite con gli esponenti del regime nazista, perché fosse posto termine alle razzie nei conventi di Roma. Nei conventi sudddetti, infatti, si erano rifugiati centinaia di ebrei in seguito all'occupazione della città da parte dei tedeschi nel settembre del 1943. Questa richiesta d'intervento era stata preceduta da pressioni diplomatiche e, sempre secondo il Blet, raggiunse l'obiettivo di salvare molte vite.

Prima che il lavoro di Graham e Blet fosse pubblicato, lo storico Michael Phayer, professore dell'università cattolica gesuita di Marquette, ha sostenuto l'esistenza di una stretta collaborazione tra il Vaticano (Papa Pio XII e Giovanni Battista Montini, allora "Sostituto" al Segretariato di Stato, in seguito divenuto Paolo VI), da un lato e Draganovic-Hudal dall'altro, e ha sostenuto che lo stesso Pio XII fosse direttamente coinvolto nella fuga dei ratti.

Comunque, in accordo con altre fonti, il vescovo Hudal poteva essere un informatore basato in Vaticano dello spionaggio nazista. Molti autori menzionano i suoi contatti a Roma con il capo dell'intelligence delle SS Walter Rauff, colui che sviluppò l'idea dello sterminio mobile mediante dei furgoni che immettevano i gas di scarico nel vano sigillato dove venivano caricati i prigionieri, che fu mandato a Roma nella primavera del 1943 per un periodo di sei mesi senza alcu incarico specifico. Viene affermato che Hudal abbia incontrato Rauff e che abbia iniziato a cooperare per impostare una rete che permettesse la fuga dei nazisti al termine della guerra. Nei fatti Hudal fu uno dei principali organizzatori cattolici della via dei ratti, assieme all'ecclesiastico croato Krunoslav Draganovic, che era coinvolto nello spionaggio pro-fascista e che in seguito venne reclutato nello spionaggio pro-NATO durante la guerra fredda. Draganovic si era dedicato alla fuga dei criminali di guerra fascisti ustasha e venne reclutato , in seguito, dai servizi segreti statunitensi durante la guerra fredda. Il suo nome appare nel libro paga del Pentagono dalla fine degli anni 1950 ai primi anni 1960, quando venne "pensionato". In base ad accordi con la Repubblica Socialista Federale di Yugoslavia gli venne garantita l'immunità dal governo titino per cui rientrò in Croazia dove morì nel 1983 a 79 anni.

Nelle sue memorie postume (vedi sotto tra i suoi maggiori lavori), Hudal invece ricorda con amarezza lo scarso supporto da parte della Santa sede alla guerra della Germania nazista contro il "bolscevismo senza dio" combatutto sul fronte orientale. Hudal diverse volte nelle sue memorie si lamenta delle critiche che ricevette il nazismo dai diplomatici di Pius XII. Fino alla fine pensò di avere il dono di essere dalla parte della ragione, e disse, che considerava cosa buona e giusta salvare i ricercati tedeschi dalle persecuzioni degli alleati.

Lavori importanti

  • Die deutsche Kulturarbeit in Italien (Münster, 1934) - L'attività culturale tedesca in Italia.
  • Rom, Christentum und deutsches Volk (1935) - Roma, Christendom and the German People.
  • Deutsches Volk und christliches Abendland (1935) - Il popolo tedesco e l'occidente cristiano.
  • Die Grundlagen des Nationalsozialismus (Leipzig and Vienna, 1936) - I fondamenti del del nazional socialismo.
  • Römische Tagebücher. Lebensbeichte eines alten Bischofs (Graz, 1976) - Diari di Roma. Confessioni sulla vita di un veccho vescovo.

Bibliografia