Papa Urbano IV

182° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1261 al 1264

Urbano IV, nato Jacques Pantaléon (Troyes, 1195 circa – Deruta, 2 ottobre 1264), fu il 182º papa della Chiesa cattolica dal 1261 alla morte.

Papa Urbano IV
182º papa della Chiesa cattolica
Elezione29 agosto 1261
Insediamento4 settembre 1261
Fine pontificato2 ottobre 1264
Cardinali creativedi categoria
Predecessorepapa Alessandro IV
Successorepapa Clemente IV
 
NomeJacques Pantaléon
NascitaTroyes, 1195 circa
MorteDeruta, 2 ottobre 1264
SepolturaCattedrale di San Lorenzo, Perugia

Biografia

Formazione e carriera ecclesiastica

Jacques Pantaléon nacque a Troyes, nel Nord della Francia (regione della Champagne-Ardenne). Era di famiglia agiata, anche se non nobile, essendo figlio di uno stimato artigiano calzaturiere. Dopo aver studiato teologia e giurisprudenza a Parigi, arrivando a conseguire il titolo di magister in diritto canonico, fu canonico a Léon e arcidiacono a Liegi.

Nel 1251 papa Innocenzo IV, che in precedenza lo aveva già nominato proprio cappellano, lo creò vescovo di Verdun e lo inviò come legato pontificio in Germania. Papa Alessandro IV lo nominò successivamente Patriarca latino di Gerusalemme, in un difficile momento per la Terra santa, che aveva visto l'esplosione di un forte contrasto tra genovesi e veneziani.

L'elezione al Soglio

Dopo la morte di Alessandro IV, avvenuta il 25 maggio 1261, i sette, o forse otto, cardinali che si trovavano a Viterbo[1] e che dovevano eleggere il suo successore, non riuscendo a far convergere i voti su nessuno di loro, incaricarono i due più influenti porporati del tempo, Riccardo Annibaldi e Giangaetano Orsini, di scegliere il nuovo pontefice. Alla fine di agosto i due fecero cadere la loro scelta su Jacques Pantaléon, estraneo al Sacro Collegio, che si trovava provvisoriamente a Viterbo, come Patriarca di Gerusalemme, per dirimere una questione riguardante i Cavalieri di San Giovanni, ai quali Alessandro IV aveva concesso, tra molte polemiche, un'abbazia in Betania.

Seppur stupefatto, il prelato accettò la nomina, scelse il nome pontificale di Urbano IV, e non mancò di ringraziare i due porporati, dopo pochi mesi, con nomine cardinalizie di loro consanguinei in occasione dei suoi due ravvicinati concistori[2].
Urbano IV non fissò mai la propria sede pontificia a Roma, ma risiedette tra Viterbo e Orvieto, oltre a un breve periodo trascorso a Perugia prima della morte.

Il pontificato

Relazioni con l'imperatore

Fin dall'inizio del suo pontificato Urbano IV si dimostrò continuatore della politica dei suoi predecessori contraria agli Svevi e quindi acerrimo nemico (.N.B. permettetemi un commento riflessivo cristiano a chi ha scritto questo articolo..... un Papa cristiano e credente non è "acerrimo nemico" di nessuno...ma "difende la Santa Chiesa di Cristo" dai miscredenti come gli imperatori Svevi che avevano arruolato persino i soldati saraceni per distruggere la Santa Casa di Dio! Vi prego sempre di riflettere quando scrivete la Storia anche su WIKIPEDIA...la Storia è fatta dagli uomini ma Dio Padre Nostro Misericordioso è sempre attento per Salvare i Suoi figli...e quindi a "correggere la storia degli errori Umani" e dei miscredenti in Lui...ed a farli "riflettere su quello che dicono o fanno"... fino ad oggi anno 2015-14 marzo giorno di Sabato! Nota di un figlio e vostro fratello, che cerca di essere devoto sincero di Dio Padre Nostro...) di Manfredi di Sicilia[3]. Questa sua linea finì per coincidere con i piani del cardinale Riccardo Annibaldi, che mirava a creare Senatore di Roma, cioè governatore della città, Carlo I d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX, per ristabilire la supremazia del partito guelfo, messo in grande difficoltà negli anni precedenti dall'opera di Brancaleone degli Andalò (precedente Senatore di Roma), che aveva stretto un forte legame con Manfredi[4]. Per trattare con l'Angiò fu inviato in Provenza - come legato pontificio - l'arcivescovo di Cosenza Bartolomeo Pignatelli, che nutriva, per ragioni personali, un profondo odio ( N.B. anche qui si parla di "odio"...parola grossa... i "credenti"...e quindi i Padri della Chiesa, non hanno odio contro nessuno, ma come Gesù' di Nazareth cercano di seminare Amore.."amatevi l'un l'altro come io ho amato voi"...ed impariamo tutti noi, ad interpretare la Storia con lo sguardo ed il pensiero rivolto a Dio Nostro Creatore e Padre Misericordioso, che non odia nessuno ma ci ama e ci corregge come un Buon Padre.) verso il sovrano svevo[5].

Per rafforzare ulteriormente la sua posizione ( sic! ... e "non proteggere la Chiesa di Cristo" sarebbe meglio detto!), il papa rinnovò la scomunica a Manfredi il 6 agosto 1262, dichiarandolo altresì decaduto dal trono di Sicilia. Per reazione lo Hohenstaufen intraprese, tramite alcuni capi ghibellini a lui fedeli, una serie di iniziative militari volte a isolare e, possibilmente, imprigionare il pontefice (N.B.: ..ma Dio Nostro Padre vigila sulla Sua Chiesa da Lui voluta e protetta <<sulla quale le forze del male non prevarranno ...>> e quindi gli Imperatori Svevi che volevano distruggerla ed imprigionare il Papa, hanno segnato, andando contro Dio e la Sua Chiesa, la loro fine e la fine della loro "Casata" in Italia ed Europa, ...<<esattamente come chiunque non segue le Tavole della Legge che Dio ha lasciato a Mosè'>>. "Il papa Urbano IV ha salvato l'Italia e l'Europa", è scritto nella Chiesa di Troyes dove è sepolto dal 1935 traslato dalla Cattedrale di Perugia. Questa frase si può' leggere in una pergamena incorniciata e protetta da un vetro, affissa ad una parete ben visibile, perché' tutti possano leggerla, nella Chiesa dove il Papa Urbano IV , il Papa della fondamentale cristiana "Bolla del Corpus Domini" e' raffigurato in affresco, sulla parete dove è inserita la sua tomba. Il Papa Urbano IV è raffigurato in ginocchio con la Beata Giovanna di Liegi davanti a Cristo in piedi di fronte a loro a destra, che benedice entrambi. La tomba del Papa Urbano IV ricoperta da questo affresco, è inserita nella parete di sinistra di chi guarda l'altare, a fianco dell'altare principale, visibile a chiunque preghi dinanzi ad esso).

Furono impegnati Percivalle Doria nel ducato di Spoleto, il conte Giordano d'Anglano nella marca anconitana, Tedaldo Annibaldi sul litorale laziale e Pietro di Vico nella stessa Roma. Queste operazioni ebbero complessivamente un esito incerto[6], anche se il papa, per sfuggire alla possibile cattura, fu costretto a lasciare Orvieto, dove si trovava, e a rifugiarsi a Perugia: da questa città inviò un messaggio urgente a Carlo d'Angiò, sollecitandone la discesa in Italia[4].

Urbano IV non ebbe la possibilità di vedere l'arrivo delle armi francesi, poiché il 2 ottobre 1264, mentre si trovava in un convento di Deruta, morì per un improvviso malore[7]. Fu sepolto nella stessa Perugia, nella cattedrale di San Lorenzo[8].

Governo della Chiesa

A Urbano IV va ascritta l'istituzione, l'11 agosto 1264, della solennità religiosa del Corpus Domini, più correttamente chiamata «Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo», con la promulgazione della bolla Transiturus de hoc mundo. Nello stesso anno il papa conferì l'incarico di scrivere l'officio per la solennità e per la Messa al teologo Tommaso d'Aquino, che compose il celebre inno eucaristico Pange Lingua, le cui ultime due strofe (note come Tantum Ergo Sacramentum) sono abitualmente cantate dai fedeli al termine di ogni celebrazione liturgica che si concluda con la benedizione eucaristica[9].

L'idea di una festa volta a celebrare il Corpus Domini si deve principalmente a una santa monaca agostiniana, Giuliana di Cornillon, vissuta nella prima metà del Duecento, che, dopo alcune visioni avute di Cristo che le faceva rilevare questa mancanza di attenzione alla Santa Eucarestia, la promosse con grande insistenza, contattando ripetutamente molti chierici, tra i quali anche lo stesso Jacques Pantaléon de Troyes, all'epoca arcidiacono di Liegi. l'Arcidiacono di Liegi, attento a questa segnalazione, ritenendola estremamente giusta, proclamo'nella sua Diocesi di Liegi, per la prima volta nella Santa Chiesa di Cristo, la solenne Festa del Corpus Domini come voluto da Dio stesso. Ma ancora nessun papa dopo questa proclamazione, penso' di estenderla con una "Bolla"speciale a tutta la Chiesa Cristiana. Allora ecco il miracolo certo! Cristo fa andare l'Arcidiacono di Liegi Jacques Pantaleon. figlio di ciabattino, nel frattempo divenuto Patriarca di Gerusalemme, a Viterbo, proprio durante il periodo della riunione dei Cardinali per eleggere il nuovo pontefice dopo la dipartita di Orlando della famiglia Conti di Segni, il papa Alessandro IV. I cardinali ispirati come sempre dallo Spirito Santo, eleggono il Patriarca di Gerusalemme Jacques Pantaleon de Troyes. Questa "ispirata scelta" fu subito ratificata da Cristo stesso con il Miracolo Eucaristico di Bolsena, subito dopo l'elezione del Patriarca di Gerusalemme al soglio pontificio. Il Papa neo eletto Urbano IV comprende il messaggio di Gesù' espressamente rivolto a Lui ed indice subito la sua Bolla Pontificia per la solenne festa del Corpus Domini. Quindi elemento determinante in questa iniziativa del pontefice fu il miracolo eucaristico di Bolsena (cittadina dell'alta Tuscia viterbese che faceva parte della diocesi di Orvieto):"Non si muove foglia che Dio non voglia".

Come riportato da  http://www.zenit.org/it/articles/i-750-anni-del-miracolo-eucaristico-di-bolsena-prima-parte

''nel 2014 è ricorso l'anniversario dei 750 anni della Bolla “Transiturus de hoc mundo”, scritta da Papa Urbano IV dopo aver constatato di persona la realtà del miracolo di Bolsena. Con quella bolla, il Papa istituiva per tutta la Chiesa la Solennità del Corpus Domini, dopo averla lui stesso istituita a Liegi quando era Arcidiacono, nella sua Diocesi. La solenne Festa liturgica del Corpus Domini, celebra la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucarestia. Infine, secondo un’antica tradizione, rifiutata da molti storici, ma ammessa da altri, i due eventi, miracolo e istituzione della Festa del Corpus Domini, sarebbero all’origine della costruzione del celeberrimo Duomo di Orvieto, uno dei massimi capolavori del gotico italiano, nel quale si conservano le reliquie del miracolo di Bolsena. Come si vede, i tre eventi sono strettamente legati al Sacramento dell’Eucarestia. Per questo, Benedetto XVI, prima di ritirarsi, ha voluto che i tre eventi fossero ricordati con una particolare rilevanza in questo nostro tempo. E così, su mandato di papa Ratzinger, la Penitenzieria Apostolica, con un Rescritto del 13 marzo 2012, ha autorizzato la celebrazione di un Giubileo Eucaristico straordinario a Bolsena e a Orvieto, cioè un “Anno Santo”, ma “speciale”, lungo non uno ma due anni, in modo da comprendere l’anniversario del Miracolo di Bolsena e quello della istituzione della solennità del Corpus Domini. Lo speciale Anno Santo è iniziato a gennaio 2013 e terminerà il 24 novembre 2014. Ha i suoi punti principali di riferimento a Bolsena e a Orvieto, dove si verificarono gli eventi che vengono ricordati e dove si conservano le reliquie di quegli eventi, ma in realtà riguarda tutto il popolo cristiano, perché quei fatti sono strettamente legati al Mistero dell’Eucaristica. Il Mistero della reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati è una delle Verità fondamenta¬li della Religione Cristiana. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma esplicitamente che Gesù è presente nell’Eucaristia in modo, “vero”, “reale”, “sostanziale” con il suo Corpo, la sua Anima e la sua Divinità. 'Il Concilio Vaticano II (Lumen Gentium, 11) definisce l’Eucarestia: “fonte e apice di tutta la vita cristiana”.

Elezione papale 26 maggio - 29 agosto 1261

A questa Elezione papale, tenutasi a Viterbo, parteciparono sette o forse tutti gli otto cardinali viventi[1], così suddivisi: uno (o forse due) cardinali vescovi, due cardinali preti e quattro cardinali diaconi.

Non è certa la partecipazione all'elezione di:

Cardinali creati da Urbano IV

Concistoro del 17 (o 24) dicembre 1261

Concistoro del 22 maggio 1262

Urbano IV nella cultura popolare

Urbano IV compare nella leggenda, di cui è protagonista il poeta tedesco Tannhäuser, suo coevo, che ispirò anche l'omonima opera di Wagner.

Tannhäuser, dopo aver vissuto per un anno nel regno sotterraneo di Venere, lasciandosi andare a una sfrenata lussuria con la dea, vinto dai rimorsi, si reca in pellegrinaggio a Roma, per chiedere l'assoluzione di papa Urbano IV. Il pontefice, però, gli manifesta la gravità dei peccati commessi e condiziona il perdono a un miracolo: la fioritura della sua ferula, o bastone pastorale[10]. Dopo alcuni giorni Tannhäuser riparte per Vienna e il pastorale del papa miracolosamente fiorisce.[11] Per inciso va notato pero', che papa Urbano IV non risiedette mai a Roma.

Note

  1. ^ a b Il numero esatto dei Cardinali che parteciparono a quell'elezione papale viterbese (è corretto usare il termine "conclave" solo dopo la costituzione apostolica Ubi Periculum di papa Gregorio X del 1274, anche se molti storici considerano come Primo Conclave proprio quello viterbese che elesse Gregorio X) è controverso. Il Miranda, nella sua celebre opera on-line, scrive, riprendendo una notizia fornita dal Burkle-Young in Passing the keys, che il cardinale Báncsa si trovava all'epoca in Ungheria; viceversa il Pinzi, nella sua documentatissima (spesso su fonti manoscritte del tempo) Storia della Città di Viterbo -vol. II, p.89 - cita espressamente la presenza del cardinale ungherese, che chiama "un Ungaro". Si può forse presumere che il cardinale magiaro non sia stato presente alla fase iniziale dell'elezione papale, poiché si trovava in Ungheria, come scritto dal Burkle-Young, mentre sia invece intervenuto successivamente (l'elezione durò circa tre mesi) e abbia partecipato alla conclusione, come indicato dal Pinzi.
  2. ^ La monografia dell'agostiniano Roth sul cardinale Annibaldi contiene molte informazioni assai ben documentate sulla storia della Chiesa in quei decenni e in particolare sul pontificato di Urbano IV (Roth, pp. 26-60).
  3. ^ La posizione politica di Urbano IV è analizzata con attenzione nella Civitas Medievale di Storia della Chiesa di Wolter In conclusione si osserva che Urbano IV, in qualche modo, diede inizio alla «dominazione della casa angioina [...] nella penisola italiana» (p. 286).
  4. ^ a b Peter Herde, Carlo I d'Angiò, re di Sicilia, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 97, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2020.
  5. ^ L'odio nutrito dall'arcivescovo Pignatelli nei confronti di Manfredi darà lo spunto a Dante per alcuni celebri versi (cfr. Purgatorio, Canto III, vv. 125-133).
  6. ^ In realtà solo Pietro di Vico ottenne alcuni successi con le sue milizie tedesche, mentre gli altri fedelissimi di Manfredi andarono incontro a pesanti sconfitte e Percivalle Doria finì addirittura annegato mentre guadava il fiume Nera (cfr. Walter Koller, Manfredi Re di Sicilia, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 97, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2020.).
  7. ^ Sarà il successore di Urbano, Clemente IV, a sollecitare ripetutamente e poi a salutare, nel 1265, la discesa in Italia di Carlo I d'Angiò, che in soli tre anni, con il determinante aiuto del pontefice, spazzerà via la casa di Svevia, sconfiggendo e uccidendo prima Manfredi, poi Corradino (cfr. Gregorovius).
  8. ^ Della sua tomba rimangono, nella cattedrale di Perugia, solo alcuni resti.
  9. ^ Il testo del Tantum Ergo ha ispirato in ogni epoca moltissimi musicisti. Sono infatti innumerevoli i compositori che hanno scritto musica per accompagnare le parole del teologo aquinate, da Pierluigi da Palestrina a Haydn, da Couperin a Verdi, da Mozart a Rossini (cui si deve un'interessante versione per organo e tenore), da Bruckner a Bellini, che ne compose addirittura nove versioni, da Liszt a molti altri autori anche rock e pop. La versione più conosciuta e di gran lunga più eseguita in ambito liturgico rimane quella in canto gregoriano (audio:   Tantum Ergo in Canto Gregoriano, su YouTube, 23 luglio 2007.)
  10. ^ Il termine liturgicamente corretto per il bastone pastorale del papa è ferula. Il termine "pastorale" compare nella traduzione italiana del libretto dell'opera di Wagner (atto III, scena III): in realtà sia nel libretto originale dell'opera che in varie versioni della leggenda il termine tedesco usato è Stab, che si traduce bastone o asta (v. in proposito il libretto di sala curato dal Teatro La Fenice di Venezia nel 1996, ricco di articoli e riferimenti bibliografici molto utili per la conoscenza dell'opera wagneriana e della leggenda).
  11. ^ Secondo un'altra versione della leggenda il poeta, davanti al rifiuto del papa, torna disperato tra le braccia di Venere (cfr. Tannhäuser, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.)

Bibliografia

  • Ferdinand Gregorovius, Storia della Città di Roma nel Medioevo, Torino, Einaudi, 1973 [1872], ISBN 978-88-06-37689-5.
  • Cesare Pinzi, Storia della Città di Viterbo, 1889, Roma, Tipografia della Camera dei Deputati.
  • (LA) Ex Urbani IV registro, in Monumenta Germaniae Historica, Epistolae saeculi XIII e regestis pontificum Romanorum selectae, Teil 3, Berlino, Herausgegeben von Karl Rodenberg, 1894, pp. 474– 626
  • Annuaire Pontifical Catholique, Parigi, Maison de la Bonne Presse, 1935
  • Hans Wolter e Hans Beck, Civitas Medievale, in Storia della Chiesa, vol. 5/1, Milano, Jaca book, 2007 [1976], ISBN 978-88-16-30242-6.
  • (EN) Francis Roth O.E.S.A., Cardinal Richard Annibaldi, First Protector of the Augustinian Order, in Journal Augustiniana, vol. 2, Leuven-Heverlee, Augustinian Historical Institute, 1952, pp. 26-60, ISSN 0004-8003 (WC · ACNP).

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