Missione Italcon Libano
La Missione Italcon (o "contingente italiano in Libano") è stata un'operazione di peacekeeping delle forze armate italiane in Libano svoltasi in due fasi, denominate Libano1 e Libano2. Per la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale un reparto armato italiano si recava in missione fuori dai confini italiani, con il compito di difendere la popolazione civile.
In seguito all'Operazione Pace in Galilea, condotta dalle forze militari israeliane, venne raggiunto un accordo, grazie alla mediazione dell'inviato del presidente statunitense Ronald Reagan in Libano Philip Habib, secondo cui forze militari di pace statunitensi, francesi e italiane, avrebbero garantito ai sopravvissuti dell'OLP di trovare rifugio negli Stati arabi confinanti e allo stesso tempo che i civili palestinesi nei campi profughi non sarebbero stati nuovamente armati.
Operazione Libano 1
L'operazione "Libano 1" e cominciata in Italia il 21 agosto 1982 con la partenza dall'Italia del contingente cui era affidata la missione a bordo delle navi da sbarco della Marina Militare Grado e Caorle e del traghetto del Lloyd Triestino "Buona Speranza", noleggiato dal Ministero della Difesa, con la scorta della fregata Perseo.[1] La missione, al comando del tenente colonnello Bruno Tosetti, venne affidata al 2° battaglione bersaglieri "Governolo", composto da una Compagnia Comando, due compagnie meccanizzate, un plotone genio e un plotone carabinieri, per un totale di 519 uomini (di cui 40 Ufficiali, 81 Sottufficiali e 389 militari di truppa) con al seguito circa 200 mezzi tra ruotati e cingolati.[2] In precedenza nave Caorle aveva evacuato i civile dal Libano.
Dopo l'attracco nel porto di Beirut delle due navi militari e del traghetto civile, avvenuto il 26 agosto 1982 le operazioni ebbero inizio lo stesso giorno. Compito del contingente italiano era quello di garantire la sicurezza fisica dei palestinesi che lasciavano Beirut e degli altri abitanti della città e favorire il ristabilimento della sovranità e dell’autorità del Governo libanese nel settore meridionale della Capitale libanese, smilitarizzare un’area a cavallo della “Linea Verde” interponendosi fra le forze israeliane e palestinesi, e portare in salvo le forze palestinesi oltre il confine siriano.
La missione si concluse il 12 settembre dello stesso anno con il rientro dal Libano dei militari impegnati a bordo delle navi Caorle e Buona Speranza.