Mario Ballocco

artista italiano (1913-2008)
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Mario Ballocco (Milano, 24 giugno 1913Milano, 25 ottobre 2008) è stato un artista italiano.

Biografia

Mario Ballocco è stato un personaggio cruciale nell’arte e nella cultura italiana del Novecento. Fu sperimentatore originale, uomo dai mille interessi, precursore in molti campi: pittore astrattista di grande coerenza, fornì un contributo fondamentale alla diffusione del design e alle indagini sul colore e la percezione visiva. In lui si incontravano le istanze dell’estetica e della scienza, della comunicazione e della didattica, della teoria e della tecnica[1]. Massimo esperto e studioso di riferimento della figura e della produzione di Ballocco è lo storico dell'arte Paolo Bolpagni, che è anche presidente del Comitato scientifico dell'Archivio Mario Ballocco di Milano.

Gli esordi e il Gruppo Origine

Dopo gli studi con Aldo Carpi all’Accademia di Brera, nel 1947 Ballocco fu in Argentina, a contatto con Lucio Fontana. Fondatore nel 1950 a Milano del Gruppo Origine (cui aderirono anche Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi ed Ettore Colla), creò e diresse le riviste “AZ” (dal 1949 al 1952) e “Colore. Estetica e Logica” (dal 1957 al 1964)[2].

La pittura

Lo sviluppo della pittura di Ballocco si può distinguere in tre grandi fasi: la prima, ancora figurativa, arriva fino al 1947, ed è caratterizzata da una tinta fondamentalmente espressionista, in cui talora affiorano echi neocubisti; la seconda fase, quella dell’approdo a un originale astrattismo “primordiale”, è segnata da tre cicli di opere, ossia le Monadi, i Reticoli e le Grate, che vanno dal 1948 al 1952; a partire dal 1952 la pittura di Ballocco evolve inizialmente verso la geometria pura e la modularità, e poi soprattutto in direzione di uno studio dei fenomeni percettivi, anche con esiti che anticipano di alcuni anni la Optical Art. In un ambito a sé stante si situano il ciclo di tempere e disegni Odissea dell’homo sapiens (1945-1952) e quello delle Asimmetrie cristallografiche (1956).

Il design e la cromatologia

Ballocco curò a Milano esposizioni di design ed estetica industriale e una mostra sulla storia della fotografia (rispettivamente nel 1952 e nel 1953 alla Fiera). Del 1958 è invece la “1ª mostra del colore”, allestita al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci. Ballocco è anche l’inventore della “cromatologia”, metodo interdisciplinare per la soluzione di “problemi visivi di interesse collettivo”: dal colore delle autoambulanze a quello dei quaderni per gli alunni delle scuole. Suo obiettivo era sconfiggere la monotonia “che ci fa nascere con il bianco, vivere con il grigio e morire con il nero”. All’inizio degli anni Settanta Ballocco introdusse la cromatologia come materia di studio all’Accademia di Brera, e successivamente tenne corsi anche all'Accademia Carrara di Bergamo e al Politecnico di Milano[3].

La Biennale di Venezia

Presente due volte alla Biennale di Venezia con personali-omaggio (nel 1970 e nel 1986), opere di Ballocco sono conservate in molte importanti collezioni e musei italiani e stranieri.

Principali mostre postume

Note

  1. ^ Paolo Bolpagni (a cura di), Mario Ballocco, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2009.
  2. ^ Daniele Astrologo Abadal - Paolo Bolpagni - Ruggero Montrasio (a cura di), All’Origine della forma. Mario Ballocco - Alberto Burri - Giuseppe Capogrossi - Ettore Colla, Allemandi, Torino-Milano, 2012
  3. ^ Archivio Mario Ballocco
  4. ^ Archivio Eventi | Società per la Belle Arti ed Esposizione Permanente

Bibliografia essenziale

  • Paolo Bolpagni (a cura di), Mario Ballocco, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2009.
  • Paolo Bolpagni - Francesca Pola, Mario Ballocco. Odissea dell’homo sapiens (catalogo della mostra tenutasi nel 2010-2011 a Roma), MACRO Museo d’Arte contemporanea Roma - Marsilio, Roma-Venezia, 2010.
  • Daniele Astrologo Abadal - Paolo Bolpagni - Ruggero Montrasio (a cura di), All’Origine della forma. Mario Ballocco - Alberto Burri - Giuseppe Capogrossi - Ettore Colla (catalogo della mostra tenutasi nel 2012-2013 a Milano), Allemandi, Torino-Milano, 2012.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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