«Perché dovrei cambiare squadra? Il Liverpool è la squadra più forte non solo d’Inghilterra, ma del mondo»

Il Liverpool Football Club (o, più comunemente, Liverpool) è un club calcistico avente sede nell’omonima città britannica.

Esso milita nella FA Premier League, della quale è stata uno dei fondatori, ed è affiliato alla Football Association. Trattasi di uno dei club più titolati d’Inghilterra e del mondo, avendo vinto - tra l’altro - 18 titoli nazionali e 5 titoli di campione d’Europa.[1]

Il Liverpool fu coinvolto in due delle pagine più funeste della storia del calcio europeo: nel 1985 a Bruxelles (Belgio), quando 39 persone rimasero uccise per via degli incidenti allo stadio causati dagli hooligan inglesi[2] e nel 1989 a Sheffield, quando 96 persone perirono per il crollo di una tribuna allo stadio di Hillsborough.[3]

Il Liverpool è membro fondatore del G-14, associazione di club calcistici europei consorziatisi per ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte all’UEFA e alla FIFA.

Storia

Le origini

Dalla fondazione alla Grande Guerra

La storia del Liverpool è legata alle vicende di Anfield, lo stadio di casa del club. Originariamente lo stadio era utilizzato dall’Everton, altro club professionistico di Liverpool, nato nel 1878 e tra i fondatori della Lega Calcio inglese. Quando l’Everton giudicò troppo alto il canone d’affitto dell’impianto, decise di lasciarlo per trasferirsi a Goodison Park[4]. L’usufruttuario del terreno, John Houlding, decise quindi di fondare un nuovo club calcistico che avrebbe dovuto originariamente chiamarsi Everton FC and Athletic Ground Ltd, abbreviato in Everton Athletic, abbandonato a seguito del rifiuto da parte della FA di riconoscerlo con tale nome: il 15 marzo 1892, quindi, il neonato club fu battezzato Liverpool Association Football Club[5] e, poco dopo, solo Liverpool Football Club.

Il primo presidente del club fu John McKenna e il suo primo atto da manager fu l’ingaggio di tredici calciatori professionisti provenienti dalla Scozia, che si sommarono ai tre inglesi rimasti dopo la diaspora dell’Everton. Il Liverpool non aderì subito alla Lega Calcio inglese: lo fece l’anno successivo e, per la stagione 1893/94 fu iscritto alla Seconda Divisione. Al termine di una stagione senza sconfitte, la squadra vinse il campionato e fu promossa in Prima Divisione. Nel 1901 arrivò anche il primo dei 18 titoli di campione d’Inghilterra, bissato cinque anni dopo nel 1906. Del 1914 fu la prima finale di Coppa d’Inghilterra, persa per 0-1 contro il Burnley.

Il Liverpool tra le due guerre

La squadra non lasciò grande impronta di sé nel periodo tra le due guerre, se si eccettua il biennio sportivo 1921/22 - 1922/23, che vide il Liverpool vincere la sua prima serie di titoli consecutivi. A guidare in campo la squadra in quei due campionati vinti era il difensore della nazionale inglese Ephraim Longworth. Nonostante le premesse, quei due titoli furono il prologo al periodo più infruttuoso della storia dei Reds: quasi un quarto di secolo, interrotto solo dopo la fine della guerra, nel 1947.

Il dopoguerra

Il declino e la retrocessione

Il titolo vinto nel 1947, il quinto, sembrò aver ridato lustro al club, ma fu un fuoco di paglia. Una serie di campionati fallimentari portarono il Liverpool sempre più in basso, finché nel 1954 giunse la retrocessione in Seconda Divisione dopo 61 anni di massima serie. Il quinquennio successivo fu il più basso della storia del club, con la squadra fuori dal grande giro e l’onta di un pesante 1-9 subìto a opera del Birmingham City nel dicembre 1954, e l’umiliazione dell’eliminazione nei quarti di finale della Coppa d’Inghilterra nel 1957 a opera del Southend Utd. Unica - magra - consolazione fu la vittoria per 4-0 sui rivali cittadini dell’Everton nel corso della Coppa d’Inghilterra 1954/55.

Bill Shankly e la resurrezione

 
L’ingresso di Anfield intitolato a Bill Shankly

Quando nel 1959 lo scozzese Bill Shankly fu chiamato a prendere in mano il Liverpool, la squadra proveniva, come detto, da uno dei punti più bassi della sua storia. Come già accaduto al primo manager del club, anche Shankly, per ripartire, si affidò a una generazione di giovani scozzesi. Uno dei più famosi fu certamente Ian St. John, subito divenuto un beniamino del pubblico di Anfield dopo una tripletta all’Everton al suo debutto in maglia rossa, nonostante la sconfitta per 3-4 del Liverpool, e ribattezzato The Saint. In tre stagioni, Shankly riuscì a riportare i Reds in Prima Divisione e costruì la base per i successi futuri: nel 1963/64 arrivò addirittura il sesto titolo di campione d’Inghilterra, il primo dopo diciassette anni, e l’anno successivo il Liverpool arrivò fino alla semifinale di Coppa dei Campioni.

Il 1965 fu anche l’anno della prima Coppa d’Inghilterra, ottenuta battendo 2-1 a Wembley il Leeds Utd.. Ad essa seguì, l’anno successivo (1966) il settimo titolo inglese, che finalmente riportava il Liverpool tra le grandi del Paese, e la terza consecutiva Charity Shield. Furono in totale 15 gli anni di Bill Shankly alla guida del Liverpool: prima di ritirarsi (1974) lasciò alla squadra l’ottavo titolo nazionale (1973) e, prima di questo, soprattutto la Coppa UEFA 1972/73, che apriva la strada del club al dominio continentale. Sebbene non vittorioso come i suoi successori, Shankly aveva restituito l’orgoglio ai tifosi di Anfield, e per questo è ancora oggi ricordato.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Bill Shankly.

La conquista dell’Europa

File:Liverpool FC logo.png
Gli allenatori del Liverpool

A prendere il posto di Shankly fu il suo vice Bob Paisley, sempre al fianco del tecnico scozzese nei suoi quindici anni alla guida della squadra. Fu, quello di Paisley, il periodo più fecondo della storia del Liverpool, ed egli stesso è ricordato come uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio. Grazie anche all’ossatura predisposta da Bill Shankly, Paisley poté disporre di una squadra formata da elementi di sicuro valore come il portiere Clemence, i difensori Neal e Alan Kennedy, i centrocampisti Case, Hughes e McDermott, gli attaccanti Ray Kennedy, Toshack e, su tutti, la classe di “King” Kevin Keegan, uno dei migliori talenti espressi dal calcio inglese. Tutti giocatori di livello internazionale e regolarmente usati dalle loro rappresentative nazionali, tra l’altro.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Bob Paisley.

Dopo aver portato a casa l’accoppiata titolo nazionale (il nono) e Coppa UEFA (la seconda in quattro anni) nel 1976, il Liverpool giunse alla finale di Roma della Coppa dei Campioni l’anno successivo, contro il Borussia Mönchengladbach, già battuta nella finale di Coppa UEFA del 1972. I Reds vinsero 3-1 e si laurearono campioni d’Europa per la prima volta, successo che replicarono l’anno successivo nella finale di Wembley contro i belgi del Bruges.

Keegan, dopo questi successi, lasciò il Liverpool per andare a giocare in Germania, nell’Amburgo, e il suo posto fu preso dallo scozzese Kenny Dalglish, ma la squadra continuò a mietere successi: fino al 1983, l’anno del suo ritiro, Paisley vinse ancora un’altra Coppa dei Campioni (a Parigi nel 1981 contro il Real Madrid, grazie alla quale è tuttora l’unico tecnico di club a essersi laureato tre volte campione d’Europa), tre titoli nazionali, tre Coppe di Lega consecutive e una Supercoppa d’Europa. Paisley lasciò da trionfatore un Liverpool trasformato nella miglior squadra d’Inghilterra e d’Europa.

Gli hooligan e la messa al bando

Anche con Joe Fagan, subentrato a Paisley, il Liverpool non smise di vincere: nel 1984 arrivò il quindicesimo titolo nazionale e, soprattutto, la quarta Coppa dei Campioni, vinta ancora una volta allo Stadio Olimpico, questa volta contro la squadra che in quello stadio era normalmente di casa, la Roma: dopo l’addio di Ray Clemence, il Liverpool si era affidato a un portiere africano spericolato e guascone, lo zimbabwese Bruce Grobbelaar, ex combattente e giramondo (aveva giocato al calcio in Sudafrica e in Canada). Per la prima volta nella sua storia la finale di Coppa dei Campioni fu decisa ai calci di rigore (dopo un tiratissimo pareggio per 1-1 siglato da Neal e Pruzzo), e in quel frangente fu determinante l’atteggiamento clownesco di Grobbelaar, che indusse Conti e Graziani a sbagliare i loro tiri e a far volare la Coppa per l’ennesima volta in Inghilterra.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Bruce Grobbelaar.

Sfortunatamente per il Liverpool, ai successi in campo internazionale corrispondeva anche un elevato tasso delinquenziale di molti dei suoi tifosi (i famigerati hooligan), autori di autentici raid teppistici di inusitata violenza sia in Inghilterra che in giro per l’Europa (e già i tifosi di un’altra squadra inglese, il Tottenham, si erano distinti per violenze varie nella finale di ritorno della Coppa UEFA 1983/84 contro l’Anderlecht, a Bruxelles). Proprio l’esperienza di Bruxelles avrebbe dovuto suggerire all’UEFA di non far giocare una finale europea in uno stadio vecchio e insicuro come l’Heysel, ma nonostante tutti gli avvisi, la finale della Coppa dei Campioni 1984/85 fu assegnata alla capitale belga. Anche quell’anno il Liverpool raggiunse la finale, e trovò per il secondo anno di fila un’italiana, la Juventus. Gli incidenti che precedettero la partita - cui fece da contraltare l’assoluta inefficienza della polizia belga, impreparata a gestire una situazione come quella creatasi - costarono, tra tifosi italiani, francesi, belgi e irlandesi, 39 morti, il bando quinquennale di tutte le squadre inglesi dalle competizioni europee eccettuato lo stesso Liverpool per il quale il bando fu di sei stagioni, e la fine del ciclo continentale dei Reds. Paisley si ritirò dopo la partita che, per la cronaca, vide la squadra inglese sconfitta per 0-1 (Platini su rigore per fallo su Boniek).

  Lo stesso argomento in dettaglio: [[Strage dell'Heysel.

In quel momento difficile, Kenny Dalglish assunse l’incarico di giocatore-allenatore: nonostante la squadra fosse rimasta fuori dall’Europa, in campo nazionale era ancora la più forte, e vinse altri tre campionati, nel 1986, nel 1988 e nel 1990 (tuttora l’ultimo vinto dal club). I successi domestici, però vennero offuscati dall’ennesimo disastro, quello dello stadio di Hillsborough di Sheffield dove, a causa di gravissimi errori organizzativi e logistici, 96 persone rimasero uccise.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Strage di Hillsborough.

A guidare il club, dopo Dalglish, altre due glorie dei Reds: prima Ronnie Moran, poi Graeme Souness, entrambi campioni d’Europa a Roma nel 1984. La prima uscita europea del Liverpool si arrestò nei quarti di finale della Coppa UEFA 1991/92 contro il Genoa, ma paradossalmente quello fu l’inizio dell’uscita dal lungo tunnel iniziato la notte dello stadio Heysel. La Coppa d’Inghilterra del 1992 e quella di Lega del 1995 segnarono la ripresa di un cammino che poi, sotto la guida prima di Roy Evans (1991-1998) e poi di Gérard Houllier (dal 1998), avrebbe riportato il club alla ribalta.

Il nuovo millennio e il ritorno

File:Kop ynwa banner.jpg
Tifosi del Kop srotolano lo striscione con lo stemma del Liverpool

L’affidamento del club a un tecnico francese suscitò sulle prime un certo scetticismo. Gérard Houllier, che peraltro si era sempre dichiarato tifoso del Liverpool fin da giovane, aveva al suo attivo al momento dell’ingaggio solo una Coppa di Francia nel 1995, anche se era stato il vice allenatore della nazionale francese campione del mondo 1998, guidata da Aimé Jacquet. Dalla sua, però Houllier aveva una grande pazienza e la capacità di adattare i giocatori al suo credo tattico, cosa questa che gli fece avere successo quasi subito. Assunto all’inizio per affiancare Roy Evans, il tecnico inglese non tollerò a lungo la doppia conduzione tecnica e nel 1999 questi lasciò Houllier da solo alla guida della squadra.

L’esplosione di Houllier si ebbe nella stagione 2000/01: giunto terzo nel suo girone di Champions’ League, il Liverpool fu dirottato sulla Coppa UEFA e lì la squadra iniziò un cammino lento ma sicuro verso la finale: vittime di riguardo la Roma (battuta 2-0 all’Olimpico con una doppietta del talento Michael Owen) e il Barcellona. La rocambolesca finale contro il Deportivo Alavés fu vinta 5-4 al golden goal e, nel settembre di quello stesso anno, giunse anche la Supercoppa d’Europa contro i campioni continentali del Bayern Monaco, che chiuse la tripletta stagionale che comprendeva anche la Coppa di Lega.

L’anno seguente il Liverpool si piazzò secondo in Premier League, al termine di una stagione difficile che vide Houllier operato di cuore a seguito di un infarto cardiaco occorsogli durante una partita contro il Leeds Utd. La squadra, sotto la guida del suo vice Phil Thompson, ne risentì e non rese secondo le aspettative e le possibilità. Nel 2003 arrivò un’altra Coppa di Lega ma nel 2004, dopo un periodo di turbolenza e di malintesi con la tifoseria, Houllier e il Liverpool decisero di separarsi.

La Quinta di Benitez

File:Formazione Liverpool - Liverpool-Juventus Champions League 04-05.jpg
La squadra schierata ad Anfield per l’andata dei quarti di finale di CL contro la Juventus il 5 aprile 2005

La squadra presa in mano dallo spagnolo Rafael “Rafa” Benitez (già finalista due volte di seguito della Champions’ League) aveva delle buone individualità, come il capitano Steven Gerrard e i solidi Jamie Carragher e Sami Hyypia, ma non sembrava poter competere con il gigantismo delle sue rivali Manchester Utd. e soprattutto Chelsea. In effetti, alla fine del campionato, il Liverpool non andò oltre un quinto posto, alle spalle perfino degli eterni rivali cittadini dell’Everton. Ma fu in Europa che Rafa compì un capolavoro tattico, affidandosi soprattutto alla difesa: nei quarti di finale di Champions’ League 2004/05 eliminò la Juventus (2-1 e 0-0) e, trovato in semifinale il Chelsea, lo costrinse allo 0-0 a Londra per poi batterlo 1-0 ad Anfield al termine di una partita molto chiusa. In finale a Istanbul il Liverpool trovò il Milan che parve aver messo le mani sulla Coppa dopo un primo tempo terminato 3-0. Nella ripresa, però, una reazione dei Reds riuscì a riportare in parità l’incontro in 6 minuti grazie ai goal del capitano Gerrard, di Šmicer e di Xabi Alonso, costringendo la squadra italiana ai tempi supplementari, là dove il portiere Jerzy Dudek operò un doppio salvataggio di eccezionale abilità su Andriy Shevchenko proprio al 120’. Ripetendo quello che aveva fatto Bruce Grobbelaar vent’anni prima, Dudek si propose in atteggiamenti clowneschi sulla linea di porta che portarono Serginho, Pirlo e lo stesso Shevchenko a sbagliare i propri rispettivi calci di rigore, e che come conseguenza consegnarono al Liverpool il suo quinto titolo di campione d’Europa; qualche mese più tardi la Supercoppa vinta contro il CSKA Mosca (anch’essa di proprietà di Roman Abramović come il Chelsea) fece coppia con il massimo trofeo europeo.

La quinta Coppa valse al Liverpool il Badge of Honour dell’UEFA, oltre al diritto di tenere definitivamente l’originale del trofeo nella propria bacheca, sebbene, paradossalmente, non garantì l’automatica qualificazione all’edizione successiva, come avveniva con la vecchia Coppa dei Campioni. La questione fu successivamente risolta con una deroga speciale dell’UEFA valida solo per quel caso eccezionale.[6]. Nonostante al termine della stagione 2005/06 il Liverpool abbia totalizzato 82 punti, il suo miglior punteggio nelle ultime 18 stagioni, non è andato oltre un terzo posto finale in Premier League (piazzamento che gli ha garantito la partecipazione alla Champions’ League 2006/07). Ha tuttavia vinto la Coppa d’Inghilterra (in finale contro il West Ham) e, nell’agosto 2006, la Community Shield (dal 2002 nuovo nome della coppa precedentemente nota come Charity Shield) battendo il Chelsea per 2-1.

Nuova proprietà

Il 6 febbraio 2007, gli industriali delle telecomunicazioni statunitensi George Gillett (proprietario della squadra canadese di hockey su ghiaccio dei Montréal Canadiens) e Tom Hicks (proprietario della squadra di baseball dei Texas Rangers), hanno acquistato la maggioranza del club con un investimento complessivo di 470 milioni di sterline (720 milioni di euro). Nell’offerta sono compresi anche 215 milioni di sterline per il nuovo stadio, da costruirsi a Stanley Park. L’inizio previsto dei lavori è circa 60 giorni dalla stipula dell’accordo commerciale. I nuovi proprietari del club hanno dichiarato, nella conferenza stampa di presentazione, che lo stadio potrà anche essere rinominato da un eventuale sponsor, se questo sarà utile a incassare il denaro necessario per portare a Liverpool un calciatore di valore a stagione[7][8]. David Moores è stato riconfermato presidente del club.

Calciatori famosi

  Lo stesso argomento in dettaglio: [[Liverpool F.C./Giocatori di rilievo.

Numerosi giocatori di prestigio - britannici e non - hanno vestito la maglia del Liverpool. Oltre ai citati in altra parte di questo articolo, è degno di nota il portiere nordirlandese Elisha Scott, che è il giocatore di più lunga militanza dei Reds avendone difeso i pali per 22 stagioni consecutive dal 1912 al 1934; lo scozzese Ron Yeats, difensore centrale voluto da Bill Shankly per ricostruire la retroguardia della squadra nei primi anni sessanta; l’inglese Roger Hunt, che con la sua Nazionale divenne campione del mondo nel 1966. Negli anni settanta e ottanta un importantissimo contributo venne dal gallese John Toshack, dallo scozzese Alan Hansen, vincitore di tre coppe dei Campioni e vera spina dorsale della squadra insieme a Dalglish e McDermott, e dal centravanti gallese Ian Rush. Molto probabilmente, tuttavia, il giocatore più amato dai tifosi del Kop è Ian Callaghan, idolo di casa (è nato a Liverpool) che dal 1960 al 1978 collezionò 640 presenze in Lega con i Reds, record tuttora imbattuto, e iniziò dalla Seconda Divisione per terminare la carriera con due Coppe dei Campioni, accompagnando la risalita del club dopo la caduta.

In tempi più recenti, vi sono stati numerosi giocatori che hanno iniziato la carriera al Liverpool, per poi andare a giocare altrove. È il caso ad esempio di Steve McManaman (attualmente ritiratosi dopo aver giocato anche nel Real Madrid), Robbie Fowler (passato per Leeds e Manchester City per poi tornare a giocare per i Reds) e Michael Owen (anch’egli passato per il Real Madrid e attualmente al Newcastle). Attualmente, il giocatore più rappresentativo della squadra è senza dubbio il capitano Steven Gerrard, nazionale inglese, nato e cresciuto a Liverpool e da sempre facente parte del club, essendovi entrato da bambino come allievo della scuola calcio e insignito dell’onoreficenza di Membro dell’Impero Britannico nel dicembre 2006.

Cronologia

  • 1980: Prima Divisione - 1°
  • ---
  • ---
  • 2006: Prima Divisione - 1°


Colori e simbolo

Stadio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Anfield.

Rosa attuale (Campionato 2006-07)

Portieri
1   Xxx Yyy
12
22
Difensori
2   Xxx Yyy
3
4
5
6
Centrocampisti
7   Xxx Yyy
8
10
11
21
23   Xxx Yyy (dal Briminghton dic.06)
Attaccanti
9   Xxx Yyy
16   Xxx Yyy (al Zebrian City nov.06]]
18
19
20
27
83
Staff tecnico
allenatore   Xxx Yyy
vice-allenatore


le testatine "portieri", "difensori", ecc. possono essere colorate con i colori sociali della squadra

Rose anni precedenti

2004-05, 2005-06, ...

sezione eventuale, nelle rose degli anni precedenti è possibile inserire presenze e gol segnati nella stagione, all'inizio di ogni nuova stagione spostare la sezione nella sottopagina dedicata


Giocatori famosi

Elenco di giocatori famosi della Zebria FC divisi per periodo (fra parentesi anni di militanza):

possibile inserire anche la nazionalità e la corrispondente bandiera

Allenatori

Elenco di allenatori della Zebria FC divisi per periodo (fra parentesi anni di militanza):

Titoli

  • Campionato:
    • Vincitore (7): 1980-81, 1981-82, 1982-83, 1990-91, 1995-96, 2001-02, 2005-06
  • Coppa:
    • Vincitore (5): 1982-83, 1990-91, 1995-96, 1996-97, 2003-04

eventualmente inserire anche piazzamenti (non al di sotto del 3° posto o delle semifinali), non inserire titoli riconducibili a singoli calcatori (per es. capocannoniere)

Record e curiosità

divisibile in due sezioni

Tifosi

I tifosi della Zebria FC sono considerati...

Attenzione! sezione ad alto rischio POV. Restringere al massimo la lunghezza di questa sezione

Collegamenti esterni

possibile inserire anche link a siti statistici, possibilmente evitare link a siti di calciatori singoli (da inserire nella voce corrispondente), assolutamente da evitare link pubblicitari

Note

Bibliografia

Rosa attuale

Template:Calciatore in rosa - inizio

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |P |Jerzy Dudek

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |D |Álvaro Arbeloa

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |D |Steve Finnan

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |D |Sami Hyypiä

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |D |Daniel Agger

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |D |John Arne Riise

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |C |Harry Kewell

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |C |Steven Gerrard (capitano)

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |C |Robbie Fowler

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |C |Luis García

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |C |Mark González

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |D |Fábio Aurélio

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |C |Xabi Alonso

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |A |Peter Crouch

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|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |D |Jamie Carragher (vice-capitano)

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|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |D |Miki Roque

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|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |A |Craig Lindfield

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |D |Stephen Darby

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |P |David Martin

|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" |[[File:{{Naz/{{{nazione}}}|a}}|class=noviewer|{{Naz/{{{nazione}}}|c}} (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |A |Nabil El Zhar Template:Calciatore in rosa - fine

  Lo stesso argomento in dettaglio: [[Liverpool F.C./Rosa e staff tecnico attuale.

Colori sociali, stemma e inno ufficiale

I colori originari della squadra erano gli stessi dell'Everton, bianco e blu. Tuttavia, già dal 1894, si decise di adottare il colore civico della città di Liverpool, il rosso. Nel 1901, inoltre, fu adottato come stemma il Liver Bird, l'uccello mitologico riprodotto in due statue bronzee che campeggiano sulle due torri del municipio della città. Secondo alcuni tale uccello ricorda a un grifone; secondo altri, un cormorano).

Fino agli anni sessanta le maglie rosse si appaiavano ai calzini bianchi (e i colori si invertivano secondo necessità in caso di incontri fuori casa. Nel 1964 Bill Shankly decise di adottare una tenuta completamente rossa, che da allora non è più cambiata.

Diverso il caso delle tenute da trasferta: tradizionalmente bianche con i pantaloncini neri, si sono spesso alternate ad altre completamente gialle. Nel 1987, tuttavia, fu introdotta una tenuta grigio argento, dismessa per il centenario del club nel 1992, allorché si adottò una tenuta verde con pantaloncini bianchi. Comunque, sia la tenuta grigia che quella verde non incontrarono mai il gradimento del pubblico e furono definitivamente abbandonate.

Attualmente, il Liverpool dispone di due tenute da trasferta, una completamente bianca e un’altra completamente gialla. Da notare che, per le gare di campionato, i numeri sulla maglia rossa sono bianchi, mentre in Champions’ League sono dorati.

Lo stemma attuale del Liverpool raffigura il tradizionale Liver Bird dentro uno scudo. Il tutto è sormontato da una stilizzazione dell’ingresso di Anfield dedicato a Bill Shankly e la scritta You’ll Never Walk Alone (Non camminerete mai soli), che è anche il titolo dell’inno ufficiale[9]. Le fiamme ai lati dello scudo sono a ricordo delle vittime della citata strage di Hillsborough.

Le Signore del Liverpool

  Lo stesso argomento in dettaglio: [[Liverpool FC/Ladies.

Dal 1994 il Liverpool ha una sezione femminile che attualmente gioca nell’equivalente maschile della Seconda Divisione, anche se nella stagione 2004/05 la squadra ha militato in Prima Divisione Nazionale. Il miglior risultato a tutt’oggi raggiunto dalla squadra sono le tre finali consecutive di Coppa d’Inghilterra dal 1993 al 1995.

Palmarès

  Lo stesso argomento in dettaglio: [[Liverpool_F.C./Stagioni_sportive.

Record

Record presenze in campionato

Giocatore Periodo Presenze Media presenze/stagione
1   Ian Callaghan (1959-1978) 640 33,68
2   Billy Liddell (1945-1961) 495 30,94
3   Emlyn Hughes (1966-1979) 474 36,46
4   Ray Clemence (1968-1981) 470 36,15
5   Ian Rush (1980-1996) 468 29,25
6   Tommy Smith (1962-1978) 467 29,19
7   Phil Neal (1974-1986) 455 37,92
8   Bruce Grobbelaar (1981-1994) 440 33,85
9   Alan Hansen (1977-1990) 436 33,54
10   Elisha Scott (1912-1934) 430 19,55
11   Chris Lawler (1962-1976) 406 29
12   Roger Hunt (1959-1970) 404 36,73
13   Donald McKinlay (1909-1929) 393 19,65
14   Arthur Goddard (1901-1914) 388 29,85
15   Ronnie Whelan (1980-1994) 363 25,93
16   Gordon Hodgson (1925-1936) 359 32,64
17   Ron Yeats (1961-1971) 358 35,8
18   Alan A'Court (1952-1965) 355 27,31
18   Kenny Dalglish (1977-1990) 355 27,31
19   Ronnie Moran (1952-1965) 343 26,38
20   Ephraim Longworth (1910-1928) 342 19

Record gol in campionato

Calciatore Periodo Gol Media Gol/Stagione
1 Roger Hunt (1959-1970) 245 22,27
2 Gordon Hodgson (1925-1936) 232 21,09
3 Ian Rush (1980-1996) 228 14,25
4 Billy Liddell (1945-1961) 216 13,5
5 Harry Chambers (1919-1928) 135 15
6 Jack Parkinson (1899-1914) 123 8,2
7 Robbie Fowler (1993-2001) 120 15
8 Sam Raybould (1900-1907) 119 14,88
9 Kenny Dalglish (1977-1990) 118 9,08
10 Dick Forshaw (1919-1927) 117 14,63
11 Jack Balmer (1935-1952) 99 5,82
12 Ian St. John (1961-1971) 95 9,5
13 John Barnes (1987-1997) 84 8,4
14 Jimmy Melia (1955-1964) 76 8,44
15 Albert Stubbins (1946-1953) 75 10,71
15 Arthur Goddard (1901-1914) 75 5,77
17 John Toshack (1970-1978) 74 9,25
17 Berry Nieuwenhuys (1933-1947) 74 5,29
19 Jack Cox (1897-1909) 72 6
20 Kevin Keegan (1971-1977) 68 11,33

Note

  1. ^ In particolare, 4 Coppe dei Campioni e 1 Champions’ League, nome assunto dalla Coppa dei Campioni nel 1992
  2. ^ Il 29 maggio 1985, prima della finale di Coppa dei Campioni contro la Juventus, numerosi tifosi italiani si accalcarono su un muretto contenitivo degli spalti di un settore dello stadio Heysel (oggi “Re Baldovino”) per sfuggire alla carica di alcuni hooligan al seguito del Liverpool. Il muro cedette e i tifosi caddero sul sottostante lastricato da un’altezza di circa 10 metri. Persero la vita 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese. A seguito di quell’episodio - ricordato ancor oggi come strage dell’Heysel - le squadre inglesi subìrono un bando di cinque stagioni dalle Coppe Europee e il Liverpool, in particolare, di sei.
  3. ^ Il 15 aprile 1989, in occasione della semifinale di Coppa d’Inghilterra da disputarsi a Sheffield, in campo neutro, tra Nottingham Forest e Liverpool, i tifosi di quest’ultima vennero dirottati verso una zona dello stadio con pochi ingressi, cosa questa che provocò rallentamenti nell’accesso agli spalti e malumori. La polizia ebbe così la catastrofica idea di aprire all’improvviso il cancello di un tunnel che conduceva alla tribuna, per permettere un afflusso maggiore: la massa di gente che si accalcò sulle tribune provocò la morte per schiacciamento e soffocamento di molti tifosi entrati in precedenza e rimasti bloccati contro il muro e le recinzioni laterali, così come di alcuni tifosi rimasti intrappolati nel tunnel. Alla fine i morti furono 96, tra cui molte donne e bambini. L’evento è noto come strage di Hillsborough.
  4. ^ Tuttora lo stadio di casa dell’Everton
  5. ^ Nelle isole Britanniche, il nome proprio del calcio è Association Football (da cui il termine soccer, usato in America), in quanto il semplice termine football indica propriamente un qualsiasi sport con il pallone. Tuttavia, per sineddoche, in Gran Bretagna è invalso l’uso del termine football per indicare il calcio
  6. ^ Nella stagione 2004/05 le prime quattro classificate furono Chelsea (campione), Manchester United, Arsenal ed Everton, la rivale cittadina del Liverpool, il quale si piazzò a sua volta quinto. In un primo momento la Football Association considerò l’ipotesi di iscrivere il Liverpool proprio al posto dell’Everton, cosa questa che avrebbe creato seri problemi in città. A quel punto la squadra gallese del Total Network Solutions, qualificatasi per i preliminari di Champions’ League, si offrì di farsi da parte, garantendo al Liverpool la partecipazione ai preliminari (l’UEFA infatti ammette alla competizione solo le squadre che si qualifichino tramite la classifica dei propri campionati nazionali, a differenza della vecchia Coppa dei Campioni, che vedeva la detentrice qualificata di diritto). Una deroga valida solo per quel caso permise invece agli inglesi di partecipare alla competizione partendo dal primo turno di qualificazione, dove singolarmente trovarono proprio i gallesi del TNS che si erano offerti di lasciar loro il posto
  7. ^ (EN) «US pair agree Liverpool takeover», da BBC Sport News, 6 febbraio 2007
  8. ^ (EN) «US business duo at Liverpool helm», da BBC Sport News, 6 febbraio 2007
  9. ^ La canzone, scritta dagli americani Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II nel 1945 per il musical Carousel, oltreoceano divenne presto un brano di uso comune durante le feste di saluto degli studenti dopo il diploma. Arrivata in Inghilterra alla fine degli anni cinquanta, fu incisa nel 1961 da un gruppo di Liverpool, Gerry & The Pacemakers, che ai tempi rivaleggiavano per fama cittadina con i Beatles. Adottata dal Kop divenne di fatto l’inno ufficiale della squadra. In seguito la canzone fu incisa da altri famosi artisti come Frank Sinatra, Elvis Presley e Patti LaBelle. Nel 2003 Gerry Marsden, ex leader dei Pacemakers, la cantò allo stadio di Glasgow prima dell’incontro del Liverpool contro il Celtic e invitò tutto il pubblico a seguirlo. Altre tifoserie (Ajax, Feyenoord, etc.) sono use cantarla allo stadio, sebbene non sia il loro inno ufficiale.

Voci correlate

Collegamenti esterni