John Nash

matematico ed economista statunitense (1928-2015)
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John Forbes Nash, Jr. (Bluefield, 13 giugno 1928[1]Monroe, 23 maggio 2015) è stato un matematico ed economista statunitense.

John Forbes Nash, Jr.
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per l'economia 1994

Tra i matematici più brillanti e originali del Novecento, Nash ha rivoluzionato l'economia con i suoi studi di matematica applicata alla teoria dei giochi, vincendo il Premio Nobel per l'economia nel 1994. È stato anche un geniale e raffinato matematico puro, con un'abilità fuori dal comune nell'affrontare i problemi da un'ottica nuova, trovando soluzioni eleganti a problemi complessi, come quelli legati all'immersione delle varietà algebriche, alle equazioni differenziali paraboliche, alle derivate parziali e alla meccanica quantistica.

Per «i sorprendenti e fondamentali contributi alla teoria delle equazioni differenziali alle derivate parziali non lineari e le relative applicazioni all'analisi geometrica» gli è stato conferito, unitamente a Louis Nirenberg, il Premio Abel 2015.[2]

Nash è divenuto famoso al grande pubblico anche per aver sofferto per lungo tempo di una grave forma di schizofrenia, ispirando la realizzazione del noto e pluripremiato film A Beautiful Mind, non particolarmente accurato dal punto di vista biografico.

Biografia

L'infanzia

John Forbes Nash, Jr. nacque nel 1928 a Bluefield, nella Virginia Occidentale. L'omonimo padre (da cui l'appellativo junior) era nativo del Texas ed ebbe un'infanzia infelice, riscattata dagli studi in ingegneria elettrica, che lo portarono a lavorare per l'Appalachian Power Company di Bluefield.[1] La madre, Margaret Virginia Martin, fu insegnante per dieci anni prima di sposare John Forbes Nash il 6 settembre 1924.[1]

John Nash già da piccolo rivelò un carattere solitario e introverso.[1] Chi lo ha conosciuto lo descrisse come un ragazzo singolare, più interessato ai libri che al gioco con i coetanei. Il clima familiare, tuttavia, era sostanzialmente sereno, con i genitori che non mancavano di dimostrargli il loro affetto. Dopo qualche anno nacque la sorella Martha.[1] Grazie a lei John riuscì a integrarsi un po' di più con i coetanei, riuscendo anche a farsi coinvolgere nei giochi usuali dell'infanzia. Tuttavia, mentre gli altri tendevano a giocare insieme, John spesso e volentieri preferiva rimanere per conto proprio.[1] Il padre inoltre lo trattava da adulto, fornendogli libri di scienza anziché libri per l'infanzia.[1]

Anche la sua frequenza scolastica fu problematica, perlomeno inizialmente. Gli insegnanti non si accorsero del suo genio e dei suoi talenti.[1] Anzi, la sua mancanza di abilità sociali lo mise in cattiva luce nei confronti del corpo docente.[1] Nash era probabilmente annoiato dalla scuola, un caso non raro, visto che anche una personalità come Albert Einstein era altrettanto insofferente verso le tradizionali istituzioni scolastiche.

Gli anni del liceo

Al liceo, invece, la sua superiorità intellettuale sui compagni gli servì soprattutto per ottenere considerazione e rispetto. Ottenne una prestigiosa borsa di studio, la George Westinghouse Scholarship, e si recò nel 1945 a Pittsburgh, all'Università Carnegie Mellon, per studiare ingegneria chimica.[1] Con il passare del tempo, però, il suo interesse per la matematica andò aumentando e decise, anche su consiglio del direttore del dipartimento di matematica John Lighton Synge e di altri professori, di cambiare indirizzo.[1] In questo campo mostrava abilità eccezionali, specialmente nella soluzione di problemi complessi. Con gli amici, invece, si comportava in modo sempre più eccentrico. Non riuscì a instaurare rapporti di amicizia, né con donne né con uomini.

Partecipò due volte alla William Lowell Putnam Mathematical Competition, un premio molto ambito, ma non riuscì ad arrivare tra i primi cinque[1] e fu per lui una grande delusione,[1] di cui parlerà anche dopo vari anni. Ottenne la laurea in matematica nel 1948 e ricevette offerte dalle Università di Harvard, Princeton, Chicago e Michigan per un dottorato.[1] Scelse Princeton, dove entrò nel settembre del 1948.[1] Lì avrà modo di conoscere, fra gli altri, giganti della scienza come Albert Einstein e John von Neumann. Nella lettera di presentazione a Princeton che Nash portò, vi era solo una frase, scritta dal rettore: «Quest'uomo è un genio»[3].

Gli anni a Princeton

Nash ebbe subito grandi aspirazioni in campo matematico, dimostrando una vasta gamma di interessi nella matematica pura: topologia, geometria algebrica, teoria dei giochi e logica.[1] Non gli interessava dedicarsi a una teoria, svilupparla, tessere rapporti con altri specialisti, eventualmente fondare una scuola: desiderava invece risolvere un problema con le sue forze e i suoi strumenti concettuali, cercando l'approccio più originale possibile.

Nel 1949, mentre studiava per il suo dottorato, Nash stabilì i principi matematici della teoria dei giochi e scrisse un saggio che 45 anni più tardi gli sarebbe valso il Premio Nobel per l'economia.[1] Un suo collega, Peter Ordeshook, scrisse:[1]

(inglese)
«The concept of a Nash equilibrium n-tuple is perhaps the most important idea in noncooperative game theory. [...] Whether we are analysing candidates' election strategies, the causes of war, agenda manipulation in legislatures, or the actions of interest groups, predictions about events reduce to a search for and description of equilibria. Put simply, equilibrium strategies are the things that we predict about people.»
(italiano)
«Il concetto di equilibrio di Nash è forse l'idea più importante nella teoria dei giochi non cooperativi. [...] Sia che analizziamo le strategie di elezione dei candidati, le cause della guerra, la manipolazione degli ordini del giorno nelle legislature, o le azioni delle lobby, le previsioni circa gli eventi si riducono ad una ricerca o ad una descrizione degli equilibri. In termini più semplici, le strategie di equilibrio sono ciò che prevediamo delle persone.»

Il 2 settembre 1952, Nash conobbe Eleanor Stier con la quale ebbe un figlio John David Stier che nacque il 19 giugno 1953. Ma non la volle sposare. Nash non volle neppure aiutarla economicamente e non riconobbe il figlio, anche se si occupò saltuariamente di lui[1] e in tarda età gli offrì di dargli il proprio cognome, cosa che John David rifiutò.

Nel 1957, visitò il Courant Institute, dove incontrò Louis Nirenberg, che lo introdusse ad alcuni problemi sulle equazioni differenziali alle derivate parziali. In questo campo ottenne un risultato straordinario, legato a uno dei famosi problemi di Hilbert, per il quale avrebbe potuto essere premiato con la medaglia Fields. Tuttavia il matematico Ennio De Giorgi, di cui Nash ignorava i risultati, aveva già risolto lo stesso problema pochi mesi prima in maniera indipendente. Al conferimento del Nobel, lo stesso Nash dichiarò: «Fu De Giorgi il primo a raggiungere la vetta».

Cominciò anche a occuparsi delle questioni legate all'interpretazione della meccanica quantistica: anni dopo dichiarò che probabilmente l'impegno che mise in questa impresa fu causa dei suoi primi disturbi mentali[4].

Nel 1958, Nash fu segnalato dalla rivista Fortune per la teoria dei giochi, la geometria algebrica e la teoria non lineare, definendolo il più brillante matematico della giovane generazione, che lavoravano tanto nel campo della matematica pura quanto in quello della matematica applicata.

La schizofrenia

Nash e i suoi familiari dovettero convivere con la schizofrenia per più di trent'anni. Con i ricoveri cominciò un periodo lunghissimo della sua vita, in cui alternò momenti di lucidità, durante i quali riusciva a lavorare, raggiungendo risultati assai significativi anche se non del livello dei suoi precedenti, a crisi in cui la sua salute mentale sembrava seriamente deteriorata. I deliri più ricorrenti riguardavano visioni di messaggi criptati provenienti anche da extraterrestri, o la convinzione di essere l'imperatore dell'Antartide o il piede sinistro di Dio, o il capo di un governo universale.

Nell'inverno del 1959 il primo segno visibile della malattia di Nash apparve quando aveva trent'anni ed era professore al MIT. Nash entrò nella sala professori con il New York Times in mano e disse a tutti i presenti, che l'articolo in alto a sinistra della prima pagina, conteneva un messaggio cifrato da abitanti in un'altra galassia che solo lui sapeva decifrare. I colleghi di Nash, pensarono che stesse scherzando.[5] Mentre era al MIT, Nash, subì l'influsso della caccia alle streghe nel periodo maccartista: Nash iniziò a vedere cripto-comunisti ovunque. Poi ha iniziato a pensare che era un uomo di grande importanza religiosa, e a sentire le voci, come se qualcuno gli telefonasse in testa e si opponesse alle sue idee.[1] Alicia, sua moglie, decise di aiutarlo cercando di convincerlo a farsi ricoverare ma dopo il rifiuto di Nash, firmò per un ricovero coatto.

Nel 1959, a Belmont nelle vicinanze di Boston, Nash fu ricoverato in modo coatto, per la prima volta, presso il McLean Hospital, una clinica privata, collegata alla Harvard Medical School. Dopo una anamnesi molto accurata, venne posta diagnosi di schizofrenia paranoide e trattato con torazina, un tipico neurolettico.

Nel 1961, nel New Jersey, Nash fu ricoverato per la seconda volta, presso il Trenton State Hospital, un ospedale statale. Nash fu sottoposto per sei settimane, cinque giorni la settimana, allo shock insulinico. Questo ricovero creò una frattura tra John e Alicia che culminò nel divorzio nel 1962.

Nel 1963, a Belle Meade, a solo otto chilometri a nord di Princeton, Nash fu ricoverato per la terza volta presso la Carrier Clinic.

Dal 30 marzo 1964, a Princeton, Nash fu ricoverato per la quarta volta presso la Carrier Clinic,[6] sottoponendosi ad un trattamento psicoterapeutico con il dottor Howard Mele, da affiancare alla terapia psicofarmacologica con torazina. Era la prima volta che Nash aveva accettato di farsi curare ambulatorialmente dall'inizio della sua malattia. Mele pensava che relazioni positive più le terapie facessero meraviglie e ha contribuito ad avviare Nash a rapporti con altre persone.[7] La degenza questa volta durò sette mesi.

Nel mese di aprile 1964 Milnor propose a Nash di insegnare provvisoriamente il seguente autunno e nella primavera.

Nel 1969, in Virginia, Nash fu ricoverato per la quinta volta presso il DeJarnette State Sanatorium di Stauton in seguito ad un periodo di due anni e mezzo vissuti nella sua città natale di Roanoke insieme alla madre Virginia e alla sorella Martha.

Dopo alcuni spostamenti, nel 1970 tornò al fianco della moglie Alicia, che dopo un periodo particolarmente critico aveva chiesto e ottenuto la separazione. Alicia lo sostenne in tutti i modi e con grandi sacrifici. Nash dichiarò di non aver più fatto uso di farmaci antipsicotici a partire dal 1970. Dopo lunghi travagli, imparò a gestire i sintomi, ottenendo la loro totale remissione e quindi la sostanziale guarigione all'inizio degli anni novanta, quando le crisi sembrarono cessare.

Nash poté tornare al suo lavoro con maggiore serenità, integrandosi nel sistema accademico internazionale e imparando a dialogare e a collaborare con altri colleghi. Il simbolo di questa rinascita fu nel 1994 il conferimento del premio Nobel per l'economia, attribuitogli per i suoi contributi giovanili all'applicazione della teoria dei giochi non cooperativi all'economia, il cui concetto basilare è dato dall'Equilibrio di Nash.

La morte

È morto il 23 maggio 2015 all'età di ottantasei anni, insieme alla moglie ottantaduenne Alicia Larde, in un incidente stradale nel New Jersey.[8] Nash era a bordo di un taxi preso all'aeroporto di Newark di ritorno dalla Norvegia dove si era recato per ritirare il premio Abel.

Filmografia

A Beautiful Mind

Il film A Beautiful Mind (2001) del regista statunitense Ron Howard, vincitore di quattro Golden Globe e di altrettanti Oscar (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior attrice non protagonista a Jennifer Connelly per il ruolo di Alicia Nash) narra, romanzandola fortemente e omettendo i particolari più spiacevoli, la vita di John Nash, interpretato da Russell Crowe.

La trama è parzialmente tratta dall'omonima biografia di Sylvia Nasar, edito in Italia col titolo Il genio dei numeri - Storia di John Forbes Nash Jr., matematico e folle, che condisce la biografia di Nash con una miriade di dettagli, raccolti da matematici che lo hanno conosciuto e dallo stesso Nash.

Tra le tante licenze, nel film Nash continua la terapia farmacologica a base di antipsicotici atipici anche dopo il 1970. Nash riteneva che questa scelta degli sceneggiatori sarebbe stata motivata dal timore di veicolare il messaggio che un genio affetto da schizofrenia avrebbe potuto interrompere la terapia anche in assenza di una remissione totale e definitiva dei sintomi.

Proof

Proof - La prova (Proof, 2005) del regista John Madden, scritto da David Auburn e Rebecca Miller, e interpretato da Anthony Hopkins, Gwyneth Paltrow e Jake Gyllenhaal, narra una storia di fantasia, in cui il ruolo del vecchio padre è blandamente ispirato a John Nash.

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t (EN) Nash biography, su www-history.mcs.st-and.ac.uk. URL consultato il 21 dicembre 2013.
  2. ^ (EN) The Abel Prize Laureates 2015, su abelprize.no, The Abel Prize. URL consultato il 7 maggio 2015.
  3. ^ Harold W. Kuhn e Sylvia Nasar, introduzione (PDF), in The Essential John Nash, Princeton University Press, 2007, p. xI, ISBN 978-0-691-09610-0. URL consultato il 27 settembre 2014.
  4. ^ Nasar, op. cit., pag. 203
  5. ^ (EN) Nasar op. cit., pag. 19. Intervista ad Hartley Rogers.16 febbraio 1997.
  6. ^ (EN) Carrier Clinic. sito ufficiale.
  7. ^ (EN) Nasar op. cit., pag. 146.
  8. ^ (EN) Emily Langer, John F. Nash Jr. dies; Nobel laureate was subject of "A Beautiful Mind", in The Washington Post, 24 maggio 2015. URL consultato il 24 maggio 2015.

Bibliografia

  • Sylvia Nasar, Il genio dei numeri. Storia di John Nash, matematico e folle, 3ª ed., Rizzoli, 1999, ISBN 88-17-86032-8.
  • (EN) Sylvia Nasar, A Beautiful Mind, Simon & Schuster, 1998, pp. 464, ISBN 9781451628425.

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