Palazzo Serristori (Roma)
Palazzo Serristori è un edificio rinascimentale a Roma, importante per ragioni storiche e architettoniche. Il palazzo è uno dei pochi edifici rinascimentali del rione Borgo a essere sopravvissuto alla distruzione della parte centrale del rione a causa della costruzione di via della Conciliazione, il grande viale che conduce alla Basilica di San Pietro.
Ubicazione
Il palazzo si trova a Roma, nel Rione Borgo, tra Via della Conciliazione e Borgo Santo Spirito, con la facciata principale rivolta verso est lungo la Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro. Si trova a est di Palazzo Cesi-Armellini e si affaccia ad est di Palazzo Della Rovere, due notevoli palazzi rinascimentali.
Storia
In questa zona, alla fine del 15° secolo esisteva un palazzetto proprietà di Cesare Borgia, uno dei figli di papa Alessandro VI (r. 1492-1503).[1][2] In seguito, l'edificio divenne proprietà del cardinale Bartolomeo Della Rovere, un nemico convinto dei Borgia.[1] Nel 1565 l'edificio venne abbattuto, e in sua vece fu eretto un nuovo palazzo da Averardo Serristori, ambasciatore del granduca di Toscana Cosimo Medici presso papa Pio IV (r. 1559-1565).[1][3] L'edificio divenne sede dell'ambasciata della Toscana presso il Papa prima del suo trasferimento a Palazzo Firenze in rione Campo Marzio, e rimase di proprietà della famiglia Serristori fino al 1821.[1] In quell'anno la Camera Apostolica lo compro' e lo trasformò nella caserma degli zuavi pontifici.[1] Nel 1867, Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, due romani in lotta per l'annessione della loro città all'Italia, posero una mina sotto il palazzo.[4] Questa esplose distruggendo tutto il lato est e uccidendo 22 zuavi (per lo più membri della banda musicale del corpo, oppure soldati in servizio o puniti), e due civili.[4] I due patrioti furono catturati, condannati a morte e giustiziati.[4]
Dopo il 1870, l'anno in cui Roma fu annessa l'Italia, l'edificio divenne una caserma dei bersaglieri, prima denominata "Caserma Serristori" e dopo il 1904 "Caserma Luciano Manara", prendendo il nome dall'eroe della Repubblica Romana.[4][5] Dal 1920 il palazzo venne usato una civile abitazione.[5] Nel 1927, l'edificio che ospitava la "Pontificia Scuola Pio IX", fondata dal Papa omonimo (r. 1846-1878) nel 1859, ubicata in Piazza Pia (all'ingresso di Borgo nei pressi del Tevere) e guidata dall'istituto religioso dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia, dovette essere abbattuto a causa dell'allargamento della piazza.[6] Due anni più tardi, in seguito ai Patti Lateranensi la Santa Sede riebbe la proprietà di Palazzo Serristori,[2] e la scuola fu trasferita lì, con l'aiuto finanziario di Papa Pio XI e del comune di Roma. Il palazzo venne modificato dall'architetto Alberto Calza Bini per adeguarlo alla nuova funzione.[4] Anche oggi la Pontificia Scuola Pio IX rimane uno dei più importanti della città, ospitando circa un migliaio di studenti, divisi tra scuola primaria e secundaria, Liceo Classico e scientifico. Dalla scuola dipendono anche la società sportiva "Fortitudo 1908", una delle società più tradizionali di Roma, la cui sezione calcio si fuse con altre due squadre locali per fondare nel 1927 la AS Roma, e la "Filodrammatica Roma", una società filodrammatica che annovera fra i suoi membri alcuni tra i migliori attori italiani del 20 ° secolo, come Renato Rascel, Amedeo Nazzari e Andreina Pagnani.[4][6]
Descrizione
L'edificio, secondo una descrizione del tempo di Papa Clemente VIII (r. 1592-1605), aveva una facciata con nove finestre, un cortile, una lunghezza di 50 piedi romani e una larghezza di 85 piedi romani (circa 15m x 25 m).[1] La facciata principale ha finestre quadrate con al centro una porta in bugnato.[7] In origine sopra la porta esisteva una iscrizione latina facente riferimento a Averardo Serristori, ora spostata sul lato rivolto verso via della Conciliazione.[7] Una nuova iscrizione in latino, che dice "AD CHRISTIANAM PUERORUM UTILITATE" ("Per il profitto cristiano dei bambini" ), proveniente dalla distrutta scuola di Piazza Pia, vicino a Castel Sant'Angelo, è stata murata al posto della prima.[8] Il portone è sormontato da uno stemma di papa Pio XI (r. 1922-1939). Il motivo delle chiavi di San Pietro si ripete sotto tutto il cornicione.[7] Internamente, il palazzo conserva ancora l'originale, ampio giardino quadrato rinascimentale con una loggia ad arcate che insistono su pilastri, e un loggiato, anche ad arcate.[7] Una fontana, originariamente collocato al centro del cortile, è stata rimontata vicino al lato ovest del cortile.[7] Vicino ad essa è stata posta un'iscrizione latina che loda Papa Pio XI.[7] L'interno dell'edificio presenta ancora resti di affreschi con soggetti patriottici e militari dipinti dopo il 1870.[7] Il palazzo comprende anche una cappella di pianta rettangolare, decorata con affreschi dipinti nel 1934.[7]
Note
Fonti
- Borgatti, Mariano, Borgo e S. Pietro nel 1300 - 1600 - 1925, Federico Pustet, Roma, 1926.
- Ceccarelli, Giuseppe (Ceccarius), La "Spina" dei Borghi, Danesi, Roma, 1938.
- Topografia e urbanistica di Roma, Bologna, Cappelli, 1958.
- Gigli, Laura, Guide rionali di Roma, Fratelli Palombi Editori, Roma, 1992, ISSN 0395-2710.
- Cambedda, Anna, La demolizione della Spina dei Borghi, Fratelli Palombi Editori, Roma, 1990.
Collegamenti esterni
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Serristori