Lingua lettone

lingua baltica settentrionale
Lettone
(latviešu)
Parlato da: 2 milioni di persone
Classifica: non nella top 100
Famiglie linguistiche: Lingue indoeuropee

  Lingue baltiche
    Orientali
        Lettone

Lingua ufficiale
Paesi: Lettonia
Regolata da: -
Classificazione
ISO 639-1 lv
ISO 639-2 lav
SIL LAT
Parlato in               Numero di locutori
  • Lettonia
  • Stati Uniti
  • Russia
  • Australia
  • Canada
  • Germania
  • Lituania
  • Ucraina
  • Estonia
  • Bielorussia
  • Svezia
  • Brasile
  • Nuova Zelanda
  • Regno Unito
  • Venezuela
  • 1 394 000 (1995)
  • 50 000
  • 29 000
  • 25 000
  • 15 000
  • 8 000
  • 5 000
  • 2 600
  • 1 800
  • 1 000
  • 500
  • non disponibile
  • non disponibile
  • non disponibile
  • non disponibile
  • Il lettone è, assieme al lituano, una lingua appartamente al ramo baltico della famiglia indoeuropea. Lingua nazionale della Repubblica di Lettonia, è parlato da circa due milioni di persone.

    La morfologia è semplificata rispetto a quella del lituano: mancano neutro e duale, i casi della declinazione si riducono in sostanza a cinque; vi è ancora una ricca coniugazione, ma parecchi tempi sono rappresentati da un'unica forma invariabile. Il lessico è analogo, ma non identico, a quello lituano e le radici non sempre coincidono.

    Letteratura

    Nonostante il ricco materiale popolare (ballate, canzoni, proverbi), risalga in certi casi a una remota antichità, la letteratura lettone è piuttosto recente come quella estone. La prima pubblicazione, un catechismo, è del 1585. Ma non si può parlare di vera e propria letteratura fino alla seconda metà del '700, allorché i due Stenders, padre e figlio, utilizzarono il lettone per la poesia e il teatro. Il loro esempio fu seguito da altri autori, al cui fervore si oppose la censura zarista. Tra il 1860 e il 1890, col sorgere della coscienza nazionale, esplose il movimento letterario. Fu in questo periodo che Andrejs Pumpurs diede alla Lettonia il suo poema epico nazionale, il Lāčplēsis.

    Lessico fondamentale

    • Uomo Vīrietis
    • Donna Sieviete
    • Padre Tēvs
    • Madre Māte (parentela con Mater in latino evidente)
    • Cielo Debesis
    • Terra Zeme
    • Sole Saule
    • Luna Mēness
    • Acqua Ūdens
    • Albero Koks

    Alfabeto

    L'ortografia lettone non ha una sua precisa fisionomia fino a tutto il XIX secolo, in quanto si preferisce utilizzare i sistemi ortografici tedeschi e polacchi per rendere i suoni della piccola lingua baltica. Il moderno alfabeto nasce, in sostituzione dei caratteri gotici in uso da secoli, soltanto con l'indipendenza della Lettonia, nel 1921. Una seconda e definitiva riforma ortografica viene fatta solo a metà degli anni '30 da Jānis Endzelīns e Karl Mühlenbach.

    Il moderno alfabeto lettone è mirabilmente preciso. Sua caratteristica principale è una ricca serie di consonanti palatilizzate, segnate con una virgola (o una cediglia) sotto il corpo della lettera. Altra particolarità, è la distinzione tra vocali brevi e lunghe, queste ultime contraddistinte da un macron.

    Vocali

    Vocali del lettone sono le cinque regolari: a e i o u.

    La loro pronuncia è la medesima dell'italiano, tranne per o che suona un po' dittongata (quasi fosse uo). Le rimanenti quattro vocali, possono essere sia lunghe che brevi. Nella forma lunga vengono distinte da un macron: ā ē ī ō ū

    Dittonghi

    Il lettone ha sei dittonghi, che si pronunciano come i relativi accumuli vocalici:

    Tutti i dittonghi hanno intonazione discendente, cadendo l'accento sul primo elemento del dittongo. Questa è la ragione per cui ie e ui si pronunciano sempre con i ed u toniche, come in "mie" e "lui".

    Consonanti

    Il consonantismo lettone non diverge molto da quello slavo. Ci sono innanzitutto, comuni alla maggior parte delle lingue slave e baltiche, le tre lettere č š ž, le quali, contrassegnate dall'accento dolce, equivalgono rispettivamente ai gruppi c(i) e sc(i) dell'italiano e alla j francese. Naturalmente, c senza diacritici è una z aspra [ts].

    Caratteristiche del lettone sono le cinque consonanti palatilizzate ģ ķ ļ ņ ŗ, segnate nella grafia con una virgola o una cedilla posta sotto il corpo della lettera (o sopra, per motivi tipografici, nel caso della ģ minuscola). Si pronunciano come le equivalenti g k l n r, ma seguite nella pronuncia da una subitanea [j] semiconsonante. In particolare, ģ e ķ si leggono come le iniziali delle parole italiane "chiesa" e "ghiaia", ma se possibile ancora più schiacciate; ļ è equivalente alla gl(i) italiana; ņ alla gn italiana; infine ŗ, ormai caduta in disuso, era un suono simile alla r(i) italiana della parola "aria", ma più schiacciata ancora.

    Digrammi

    Vi sono infine in lettone i due digrammi

    Questi gruppi, che il lettone ha in comune con altre lingue slave e baltiche, si pronunciano rispettivamente come la z dolce e la g(i) dolce italiane.

    Accento

    L'accento in lettone cade sempre sulla prima sillaba.

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