Utente:Lupo rosso/Sandbox
Incuminsu cun dedica
File:Il coraggio del pettirosso.jpg
dedicato a Carlo Giuliani(proprieta' fondazione Giuliani,autore e diritti fotografia--Lupo rosso 11:51, 20 gen 2007 (CET))
scultura presso Cimitero monumentale di Staglieno
note per stesura di pagine
Gli Arditi del Popolo furono un'organizzazione antifascista nata nell'estate del 1921 da una scissione della sezione romana degli Arditi d'Italia per iniziativa di un gruppo di iscritti guidati dal simpatizzante anarchico Argo Secondaried appoggiati da Mario Carli: l'obiettivo della scissione fu quello di opporsi alla violenza delle Camicie Nere. Questo movimento si opponeva alle spedizioni punitive fasciste e creò vere e proprie milizie per la protezione dei quartieri e dei centri oggetto di attacchi armati da parte dalle squadracce fasciste.
citazioni storiche
.Dichiarazione del tenente Argo Secondari,pluridecotato prima guerra mondiale, all'assemblea degli Arditi del Popolo del 27 giugno 1921, riportata da «Umanità Nova», Roma, 29 giugno 1921
(sintesi di parte di documento per questura Roma 1922 fornito dall'infiltrato )
generalita'
Un gran numero di Arditi confluirono nel movimento fascista, anche se l'adesione non fu unanime ne' maggioritaria. Il rapporto con il fascismo non fu sempre lineare e negli anni successivi si arrivò, nella fasi più convulse e controverse, anche all'espulsione di iscritti al PNF dalle associazioni degli Arditi d'Italia.
Dopo la prima guerra mondiale gli Arditi affluirono nell'Associazione Arditi d'Italia, fondata dal capitano Mario Carli, lo stesso che, dopo l'assalto di un gruppo di Arditi assieme a Marinetti alla casa del Lavoro di Milano, scrisse il noto articolo "Arditi non gendarmi" e distrusse il connubio instaurato nel primo dopoguerra fra Arditi e fascismo.
Gli Arditi parteciparono attivamente all'impresa fiumana guidati da Gabriele d'Annunzio, che proclamarono loro comandante. Durante l'impresa di Fiume furono sperimentate dai Legionari forme di democrazia libertaria. Vista anche la presenza di frange della sinistra rivoluzionaria, la stessa impresa di Fiume fu appoggiata anche da Lenin, che vedeva in D'Annunzio un possibile capo rivoluzionario. In quella fase, d'altra parte, D'Annunzio avrebbe, secondo alcune fonti, tenuto in considerazione le indicazioni di Alceste De Ambris, sindacalista rivoluzionario.
Altre fonti, spesso in contrasto con quanto ancora sostenuto dalla storiografia prevalente, mettono in rilievo come, di fatto, la Libera Repubblica di Fiume sarebbe stata distrutta dall'Esercito italiano, coadiuvato da un nucleo di squadristi fascisti (episodio passato alla storia come Natale di Sangue).
nascita
Gli Arditi del Popolo nacquero nell'estate del 1921 dalla sezione romana degli Arditi d'Italia. Loro fondatore è considerato Argo Secondari, pluridecorato tenente delle fiamme nere (Arditi che provenivano dala fanteria). Secondari era di tendenze anarchiche, come l'ardito Gino Lucetti, responsabile di un attentato contro Benito Mussolini (cui fu poi intitolato il battaglione Lucetti che agì durante la resistenza sui monti dell'alta Toscana).
La nascita degli Arditi del Popolo viene anche annunciata da Lenin sulla Pravda,l'Internazionale Comunista era favorevole a questa organizzazione come si legge sul resoconto nell'incontro fra Nikolai Bucharin e Ruggero Grieco,quest'ultimo rappresentava l'ala bordighista del partito comunista d'Italia,durante l'incrontro,(frazione in quel momento maggioritaria e quindi vincolante per tutti i militanti per disciplina di partito) fu ripreso per tali posizioni con durezza,Bucharin,ricordo' che il partito rivoluzionario di classe sta dove e' la classe,in tutte le sue epressioni,e non a discuterne in salotto ( vedi Eros Francescangeli:gli Arditi del popolo).La posizione di Antonio Gramsci era ben diversa e partiva dai presupposti gia' in nuce di quando lui tento' tramite il tenente comunista Marco Giordano,della Legione di Fiume, di entrare in contatto con Gabriele Dannunzio,ovvero,sinteticamente, era una posizione di attenzione e possibile appoggio:i legami fra Repubblica di Fiume e potere Sovietico erano forti in quel periodo ed all'interno della Legione di Fiume vi era una consistente ala filosovietica (vedi :"alla festa della rivoluzione" di Claudia Salaris).
personaggi ed imprese
Altro personaggio di rilievo nelle formazioni antifasciste degli Arditi del Popolo nel Ravennate fu Alberto Acquacalda, massacrato da un gruppo di fascisti.
La consistenza di queste formazioni viene - secondo alcuni studi - fatta ammontare a circa 20.000 uomini. Altre stime fanno salire a 50.000 uomini la loro consistenza considerando insieme iscritti, simpatizzanti e partecipanti alle azioni. Tra gli Arditi del Popolo poi divenuti celebri si ricordano: Riccardo Lombardi (non iscritto ma partecipante alle azioni), Giuseppe Di Vittorio, Vincenzo Baldazzi (detto Cencio); numerosi Arditi caddero durante la guerra di Spagna militando nelle Brigate internazionali).
L'evento forse di maggior risonanza che coinvolse gli Arditi del Popolo fu la difesa di Parma dallo squadrismo fascista nel 1922: secondo alcune versioni, oltre 20.000 squadristi fascisti, prima al comando di Roberto Farinacci e poi di Italo Balbo, avrebbero attaccato e sarebbero stati respinti e messi in fuga da appena 350 Arditi del Popolo, comandati dai pluridecorati reduci della prima guerra mondiale Antonio Cieri e Guido Picelli, (che moriranno poi in Spagna). Fondamentale per la resistenza e la vittoria fu l'appoggio di massa dato dalla popolazione e il supporto di retrovia fornito soprattutto dalle donne parmensi (ne parlò lo stesso Balbo con malcelato elogio), che comunque in molti casi parteciparono anche ai combattimenti.
continuita' storica
Una certa continuità può essere ravvisata fra Arditi del Popolo e Resistenza anche se gli scopi erano ben diversi: gli Arditi, anche se in modo politicamente confuso, erano per la formazione di una Repubblica con basi progressiste estreme, almeno rispetto a quelle su cui poi si fonderà la Repubblica italiana (vedi Carta del Carnaro). L'ira dei fascisti si scatenò soprattutto contro i capi degli Arditi del Popolo, che furono incarcerati o massacrati dagli squadristi, spesso con la connivenza degli organi di polizia dello Stato.
Secondo talune tesi della storiografia contemporanea, gli Arditi avrebbero potuto battere il fascismo se non fossero stati abbandonati dai partiti democratici e dal neonato partito comunista (ad eccezione di Antonio Gramsci(stralcio articolo Gramsci,come gia' spiegato), la cui fazione era però allora minoritaria), che contravvenne alle indicazioni dell'Internazionale comunista che aveva esplicitamente invitato ad appoggiare gli Arditi.
Alcune formazioni partigiane nella Resistenza assunsero il nome di Arditi del Popolo: tra le più note e sulle quali si hanno maggiori e più documentate notizie, quella nella quale fu attivo Antonello Trombadori, poi esponente del PCI.
Tom Bhean,storico del fascismo,asserisce:
Inoltre il Bhean fa un eplicito parallelo e richiamo storico fra la situazione di allora ed i movimenti attuali anti globalizzazione sostenendo la tesi dell'importanza della partecipazione a tali movimenti anche da parte dei militanti che ne criticano la mancanza di obbiettivi strutturati strategicamnete,in quanto attualmente sono il solo metodo per la costruzione di un'alternativa allo sviluppo capitalistico come si sta prefigurando.
Gli Arditi del Popolo nel cinema e nella letteratura
A parte la letteratura specifica di indirizzo storico sull'argomento,che ormai e' rilevante dopo anni di disinteresse o quasi,anche il mondo dell'espressione artistica, benché in modo piuttosto episodico, si occupò degli Arditi del Popolo; tra le opere più note ispirate alle loro gesta va ricordato Maciste, il valoroso fabbro antifascista di "Cronache di poveri amanti", film tratto dal libro di Vasco Pratolini; Maciste è un ex Ardito del Popolo che viene assassinato dagli squadristi,interpretato da un magistrale Adolfo_Consolini,tenuto conto che non era attore professionista,ed affiacato dall'amico,comunista irriducibile,(dopo un tentennamento ma riportato all'"ordine" da Maciste),interpretato da Marcello_Mastroianni,in una parte da "duro" perfettamente retta anche se al di fuori dei suoi ruoli classici.Anche Alberto_Bevilacqua parla degli Arditi del Popolo,anche se non e' centrale per la trama il discorso,nel suo libro "il viaggio misterioso". Gli Arditi del Popolo, come pure Gino Lucetti, hanno ispirato anche alcune canzoni popolari e partigiane come il quella del "Battagione Lucetti" ricordata da Maurizio_Maggiani nel "coraggio del pettirosso".
Voci correlate
- Arditi
- Antifascismo
- Resistenza italiana
- Unione Sindacale Italiana
- Le prime formazioni di difesa proletaria a Genova
- Filippo Corridoni
- Alceste De Ambris
- Gaetano Perillo
- Armando Vezzelli
- Legione Proletaria Filippo Corridoni (corridoniani)
- Storia_del_movimento_partigiano_a_Genova
- sansepolcrismo
- Ercole_Miani
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Lupo rosso/Sandbox
Collegamenti esterni
- Approfondimento/1
- Approfondimento/2
- Canzone popolare sugli Arditi del Popolo
- articolo di Gramsci,stralcio
- una bandiera deli Arditi del popolo
- The Resistible Rise of Benito Mussolini and fighting fascism in Britain today
- Tom Behan, “The resistible rise of Benito Mussolini”
- Nell’80° anniversario delle Barricate antifasciste dell’agosto * [1922, Biblioteche e Archivi, Centro Progetti per la Scuola del Comune di Parma
- Museo risorgimento Torino,in cui viene conservato un petardo Thevenot ed un pugnale di un Ardito del Popolo
Carabinieri e fascismo :citazioni
dal discorso di Mussolini 26 maggio 1927 fonte www.cronologia.it
Veniamo alla Polizia. Fortunatamente, gli Italiani stanno liberandosi dei residui lasciati nei loro spiriti dai ricordi delle dominazioni straniere: absburgiche, borboniche, del granducato, per cui la Polizia rappresentava una funzione odiosa, abominevole, da evitare. Signori! è tempo di dire che la Polizia va, non soltanto rispettata, ma onorata. Signori: è tempo di dire che l'uomo, prima di sentire il bisogno della cultura, ha sentito il bisogno dell'ordine. In un certo senso si può dire che il poliziotto ha preceduto, nella storia, il professore, perché se non c'è un braccio armato di salutari manette, le leggi restano lettera morta e vile. Naturalmente ci vuole il coraggio fascista per parlare in questi termini. L'onorevole Federzoni ha lasciato una legge di Pubblica Sicurezza. Abbiamo in Italia 60.000 carabinieri, 15.000 agenti di polizia, 5.000 metropolitani, 10.000 appartenenti alle Milizie, diremo così, tecniche: la Milizia Ferroviaria, la Portuale, la Postelegrafonica, la Stradale; tutte Milizie e Polizie che compiono un servizio regolare, perfetto ed utile. Poi abbiamo la Milizia Confinaria e finalmente la Milizia Forestale. Io calcolo che il regime ha un complesso di 100.000 uomini come forza di Polizia. È un numero imponente. Bisogna epurare la Polizia, specie quella in borghese. Io non ho voluto aumentare il numero delle divise, non ho voluto cioè che i 15.000 agenti in borghese avessero la divisa. Ma quando la polizia è in borghese e non controllabile attraverso l'uniforme, deve essere scelta, cioè deve essere composta di cittadini irreprensibili, zelanti e silenziosi. Tutti coloro che non hanno questi attributi, io li mando a spasso senza pietà. Così, in questi mesi, ho allontanato sette questori, quattro vice-questori, venti commissari, sei commissari aggiunti, cinque vice-commissari, ed ho fatto una rapida pulizia, ho dato un colpo di «ramazza» in quella Questura di Milano che non mi è mai piaciuta. Sono in corso altri 52 collocamenti a riposo di funzionari e di 37 impiegati del gruppo C. Ma questo è il principio dell'epurazione. Dovrà essere continuata. Poi bisogna dare i mezzi alla Polizia. La delinquenza moderna è avanzatissima, come progresso! Conosce la chimica, la fisica, la balistica, adopera tutti i mezzi più veloci. La Polizia italiana aveva ancora le vecchie automobili, che col rumore della loro incomposta ferraglia si annunziavano di lontano al delinquente, che faceva in tempo a fuggire. Abbiamo portato le autovetture della Questura da 161 a 611. Tutti i comandi di legione dei carabinieri hanno un'automobile. Altrettanto dicasi di tutti i comandi di legione della Milizia volontaria. La polizia dispone oggi, quindi, di 774 autovetture, di 290 camions, di 198 motocicli, di 48 natanti e motoscafi, e di 12.000 biciclette.»
Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia di Giacomo Matteotti
fonte www.cronologia.it
A Loreo i fascisti su di una strada assaltarono un povero disgraziato, lo picchiarono e poi si presentarono al comando dei carabinieri dichiarando di avergli sequestrata una rivoltella. I carabinieri, invece di arrestare coloro che lo avevano picchiato e assalito e perquisito, sostituendosi se mai alla pubblica autorità, arrestarono lo stesso disgraziato e insultato. Sono metodi e sistemi che hanno perfino meravigliato l'autorità politica. Perciò la mia interrogazione era diretta al ministro della guerra, troppe volle assente in questi banchi della Camera, per sentire le sue responsabilità. Ho detto che il sottoprefetto era avvisato della presenza dei fascisti in Adria, e la notte che andarono a prendere nella sua casa il Presidente della Deputazione Provinciale, i carabinieri perciò appunto dormivano profondamente e non udirono nulla, mentre per due o tre ore in città si udirono spari, inseguimenti, rumori. Nessun carabiniere apparve se non alle 4,40 del mattino, quando, come nell'episodio dei "Maestri Cantori", i ladri e gli assassini erano scappati, la luna sorgeva e tutto era ritornato in tranquillità. Fino a questo si arriva : che, mentre lo chaufeur che ha condotto l'automobile assassina di Pincara ha deposto e indicato persone; mentre è noto chi montava l'automobile chi la pagò, chi andò a compiere l'assassinio, il procuratore del re, ancora dopo parecchi giorni, mi dichiarava che non sapeva nulla, e che egli non ha l'abitudine di leggere i giornali.
"La viltà è un atto d'eroismo" Qui non si tratta di fatti singoli, di piccola polizia. Voi avete detto di aver preso delle misure che non sono state osservate. Ma qui si tratta piuttosto di riconoscere una organizzazione, una associazione a delinquere, la quale si vanta nei giornali, con manifesti, vistati dalle vostre autorità, che minacciano di morte determinate persone, di organizzare queste spedizioni e queste rappresaglie. E' una organizzazione a delinquere conosciuta nei suoi mezzi, nei suoi scopi, un per uno, e voi la lasciate intatta. . Se avviene mai che qualche avversario sia bastonato, allora sono arrestati i capilega, il Sindaco, gli Assessori, tutti i nostri di quel Comune, vi siano o no indizi di colpabilità. Ma da parte opposta nulla, anzi spesso la glorificazione, l'apologia dell'assassinio o dell'incendio.
Ecco, perchè, onorevoli colleghi, la stampa tace sugli avvenimenti della provincia di Rovigo. Ma allora che cosa ci resta a fare? Noi continuiamo da mesi e mesi a dire nelle nostre adunanze che non bisogna accettare provocazioni, che anche la viltà è un dovere, un atto di eroisno. Ma abbiamo continuato a predicare per troppi mesi, o signori dei Governo, invano; non ci sentiamo e non possiamo più oltre tacere ai nostri che la disciplina può segnare la loro morte, non possiamo più oltre ordinare che si lascino uccidere ad uno ad uno, sgozzare uno per uno, per amore della nostra disciplina. Questo non ci sentiamo più di consigliare, e nelle nostre assemblee ormai si dicono delle parole che non possiamo più oltre sopportare. Voi del Governo assistete inerti o complici. Noi non deploriamo più, non domandiamo più nulla. Ora voi siete informati delle cose; la Camera è avvertita»
dal sito dell'arma dei carabinieri
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Il colpo di Stato mussoliniano è da manuale: infiltrazione graduale di apparati statali con simpatizzanti; creazione di un movimento politico; riuscita dimostrazione di forza; progressiva e rapida occupazione dello Stato. Nessuno spargimento di sangue, paralisi della classe dirigente, neutralità dei reparti non amici, cattura dell'opinione pubblica. Nei mesi seguenti viene operata la fascistizzazione della vita pubblica e privata dell'Italia in un crescendo di leggi liberticide e sempre più invadenti.»
da www.triangoloviola.it/stitalia4.html
Dal gennaio 1925, il potere di Mussolini era ormai ben saldo e il processo di fascistizzazione delle istituzioni e della società in quest'anno, si delineava in maniera netta, più che prima. Una delle prime preoccupazioni del Duce, fu quello del riassetto delle forze di polizia e più in generale dei corpi armati.
Nel campo delle forze di Polizia (qui quello che ora più ci interessa) si avvertì l'esigenza di creare uno strumento proprio che fosse fedele allo Stato fascista piuttosto che allo Stato di diritto e che si caratterizzasse come un corpo esclusivamente poliziesco repressivo. L'arma dei carabinieri aveva ben svolto un ruolo repressivo durante tre anni di transizione, ma dalla polizia il fascismo voleva molto di più: una presenza effettiva capillare nella società, il controllo totale della vita pubblica e privata di tutti i cittadini. Non solo repressione, quindi, ma anche vigilanza di prevenzione. Per raggiungere quest'obiettivo era necessario un corpo alle dirette dipendenze del Ministro dell' Interno, (di Mussolini, quindi, che ricoprì ad Interim la carica una prima volta dal 31.12.1922 al 17.6.1924 [dal 17.6.1924 al 6.11.1926 il dicastero venne retto da Luigi Federzoni] e una seconda la più lunga e la più importante dal 6.11.1926 al 25.7.1943 quando fu arrestato) che avesse notevole celerità e mobilità nell'intervento.»
da Wikipedia Fascismo_e_questione_ebraica
Collabora «Alcune prefetture e comandi ci mettono uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacità, nel collaborare con i nazisti.»»
Carabinieri caccia ai partigiani da www.associazioni.prato.it/resistente/italia/home.htm
Scoppia a un combattimento che porta a un vero e proprio massacro, con successive rappresaglie fasciste sulla popolazione locale»
periodo prefascista
rapporti con repubblica di Salo' e repressione nazifascista
rapporti con Resitenza
Generalita'rapporti fascismo organi di repressione dello stato
dal discorso di Mussolini 26 maggio 1927 fonte www.cronologia.it
Veniamo alla Polizia. Fortunatamente, gli Italiani stanno liberandosi dei residui lasciati nei loro spiriti dai ricordi delle dominazioni straniere: absburgiche, borboniche, del granducato, per cui la Polizia rappresentava una funzione odiosa, abominevole, da evitare. Signori! è tempo di dire che la Polizia va, non soltanto rispettata, ma onorata. Signori: è tempo di dire che l'uomo, prima di sentire il bisogno della cultura, ha sentito il bisogno dell'ordine. In un certo senso si può dire che il poliziotto ha preceduto, nella storia, il professore, perché se non c'è un braccio armato di salutari manette, le leggi restano lettera morta e vile. Naturalmente ci vuole il coraggio fascista per parlare in questi termini. L'onorevole Federzoni ha lasciato una legge di Pubblica Sicurezza. Abbiamo in Italia 60.000 carabinieri, 15.000 agenti di polizia, 5.000 metropolitani, 10.000 appartenenti alle Milizie, diremo così, tecniche: la Milizia Ferroviaria, la Portuale, la Postelegrafonica, la Stradale; tutte Milizie e Polizie che compiono un servizio regolare, perfetto ed utile. Poi abbiamo la Milizia Confinaria e finalmente la Milizia Forestale. Io calcolo che il regime ha un complesso di 100.000 uomini come forza di Polizia. È un numero imponente. Bisogna epurare la Polizia, specie quella in borghese. Io non ho voluto aumentare il numero delle divise, non ho voluto cioè che i 15.000 agenti in borghese avessero la divisa. Ma quando la polizia è in borghese e non controllabile attraverso l'uniforme, deve essere scelta, cioè deve essere composta di cittadini irreprensibili, zelanti e silenziosi. Tutti coloro che non hanno questi attributi, io li mando a spasso senza pietà. Così, in questi mesi, ho allontanato sette questori, quattro vice-questori, venti commissari, sei commissari aggiunti, cinque vice-commissari, ed ho fatto una rapida pulizia, ho dato un colpo di «ramazza» in quella Questura di Milano che non mi è mai piaciuta. Sono in corso altri 52 collocamenti a riposo di funzionari e di 37 impiegati del gruppo C. Ma questo è il principio dell'epurazione. Dovrà essere continuata. Poi bisogna dare i mezzi alla Polizia. La delinquenza moderna è avanzatissima, come progresso! Conosce la chimica, la fisica, la balistica, adopera tutti i mezzi più veloci. La Polizia italiana aveva ancora le vecchie automobili, che col rumore della loro incomposta ferraglia si annunziavano di lontano al delinquente, che faceva in tempo a fuggire. Abbiamo portato le autovetture della Questura da 161 a 611. Tutti i comandi di legione dei carabinieri hanno un'automobile. Altrettanto dicasi di tutti i comandi di legione della Milizia volontaria. La polizia dispone oggi, quindi, di 774 autovetture, di 290 camions, di 198 motocicli, di 48 natanti e motoscafi, e di 12.000 biciclette.»
voci correlate
links di riferimento e di approfondimento
spunti
A Genova l'alleanza tattica interclassista fra commercianti, industriali e lavoratori trovò voce nel Congresso degli Scienziati del 1846. A titolo di esempio, vale la pena di ricordare l'opera di uno dei capofila di queste posizioni, Giovanni Ansaldo, al quale si deve l'introduzione della scuola serale per operai-lavoratori [1] nel capoluogo ligure e che, nella seconda metà dell'Ottocento, ebbe il maggiore centro di studi politecnici del Regno d'Italia. In questa situazione è comprensibile come la fascia più agiata della borghesia genovese desiderasse perpetuare la propria memoria tramite segni duraturi tali da ricordare il proprio lavoro e la propria morale: anche, e soprattutto, a quel tempo il metodo migliore si rivelava ancora la scultura. Da qui il nascere di lavori realistici, talvolta anche iperrealistici, comunque di buon livello (alcuni addirittura di ottima fattura) che riguardavano soprattutto la prima fase scultorea del cimitero monumentale di Staglieno.
Spesso, nelle tombe realizzate all'epoca, il defunto è ritratto circondato dai propri cari, ma anche da altre persone; viene quindi interpretato come una figura patriarcale e positiva, tipica di chi finalmente si è guadagnato il giusto riposo dopo una alacre vita di lavoro. Ben diversa sarà invece l'impostazione contenutistico-formale delle opere successive che caratterizzeranno la fase dell'apice e d'inizio di fase calante della borghesia commerciale-industriale genovese. In essa viene evidenziato il rapporto eros-tanatos arrivando a espressioni di tipo liberty con figure di angeli che ricordano le concubine del morto, ovvero statuette femminili molto seducenti che erano poste nella tomba dei faraoni o dei notabili egizi per rendergli piacevole la permanenenza nel regno dei morti.
Il limite è dato da una statua di importante aspetto contenutistico e di ottima tencica, pur tuttavia non eccelsa secondo molti critici, che rappresenta la morte come donna seducente che porta con sé il defunto su un focoso destriero.}}
Nascita scuola tecnica serale genovese
introduzione
A Genova il tentativo di alleanza tattica interclassista fra commercianti, industriali e lavoratori trovò voce nel Congresso degli Scienziati del 1846. A titolo di esempio, vale la pena di ricordare l'opera di uno dei capofila di queste posizioni, Giovanni Ansaldo, al quale si deve l'introduzione della scuola serale per operai-lavoratori[2] nel capoluogo ligure e che, nella seconda metà dell'Ottocento, ebbe il maggiore centro di studi politecnici del Regno d'Italia.L'Istituto Tecnico Commerciale "Vittorio Emanuele II" nella seconda meta' dell'Ottocento costituiva il maggiore centro di studi politecnici del Regno d'Italia e diede origine a tre grandi scuole genovesi: il Liceo scientifico Gian Domenico Cassini, l'Istituto Nautico "San Giorgio" e l'Istituto Tecnico per Geometri "Buonarroti".Un ricordo di tale periodo strorico si trova nella parte monumentale del cimitero di Staglienonelle cosudette "tombe dei Patriarchi"Cimitero_di_Staglieno#Analisi_storica.
linea di pensiero fautrice
Tale linea di pensiero si sviluppo' dopo i tentativi insurrezionali mazziniani del 1832-34 a Chambery, Torino e Genova,che nonostante la sconfitta smossero l'opinione pubblica italiana, e,sopratutto, preoccuparono i le classi dominanti e benestanti:quest'ultime pur parzialmente disponibili ad un rinnovamento (che avrebbe ulteriormente incrementato i loro capitali,favorendo commercio e sviluppo industriale,fra l'altro,ricalcando così, almeno nelle linee principali, il concetto di libero scambio poi analizzato da Adam Smith e dopo anche diffuso in Italia da Richard Cobden),non erano disponibili a riforme quali il suffragio universale e men che meno a una costituzione repubblicana.Tali avrebbero minato le basi del loro potere per cui pur in contrasto all'avanzata,per loro, ideologia mazziniana, ma ben distante dal conservatorismo immobilista ed autoritario si rinforzo' la corrente di pensiero politico lberale moderata che tendeva ad assumere la guida di un Risorgimento che impedisse eccessi,dal loro punto di vista,rivoluzionari.Tali intelettuali erano fautori della linea di pensiero che impegno sociale e politico potevano portare,gradualmente,senza discuntinuita'delle classi dominanti,all'unita' nazionale ed a riforme sociali progressiste per le classi subalterne:Conseguenza diretta di questo pensiero e' favorire,iniziare e' meglio dire visto il tempo,lo sviluppo della cultura fra i lavoratori e la classe operaia e quindi la soluzone inevitabile era(ed e' in molti casi)la scuola tecnica(ovviamente per esigenze epocali) serale.Si impegnarono con coraggio e decisione sia a mezzo stampa,sia a livello saggistico, sia con un impegno politico seppur ristretto dalla mancanza di liberta' democratiche del tempo.Tale linea di pensiero di tipo liberale moderato portava alla conclusione che per lo sviluppo economico e sociale della nazione,ancora in nuce,accorresse come premessa indispensabile:un accrescimento della cultura fra i lavoratori e la classe operaia stessa.
considerazioni
Occorre rimarcare che questa alleanza tattica fu temporanea e parziale in quanto poi la stragrande maggioranza della classe operaia genovese si sposto'ovviamente,su posizioni di classe,la storia di tale sviluppo e' riportata,parzialmente in Le_prime_formazioni_di_difesa_proletaria_a_Genova,comunque, nel tessuto sociale genovese questa tendenza interclassista,comprensiva anche di istanze sociali democratico-progresiste e' ben radicata ancora adesso,come prese di posizione di alcuni industriali dimostrano.
specificita' sviluppo scuole
Nello specifico la scuola tecnica serale nasce in prima istanza dalle Scuole Tecniche di Chimica e Meccanica applicate alle arti, scuole serali frequentate da artigiani e operai, volute e poi finanziate con profusione di mezzi dalla Camera di Commercio di Genova.La crescita fu rapida e si avvalsro della didattica didocenti universitari, ben conosciuti nell'ambiente della cultura e del mondo liberale moderato del Risorgimento genovese,quali Giovanni Ansaldo, Stefano Grillo, Gerolamo Boccardo, Michele Erede, Giuseppe Sapeto.L'impegno che mettevano tali intellettuali nel lavoro didattico era tale,ad esempio,che Giovanni Ansaldo,che il piu' importante fautore di questo tipo di scuola,per tener le sue lezioni veniva in calesse da Torino a Genova.Importanza fondamentale nel contesto e' il "Vittorio Emanuele II":una seppur frettolosa visita sia all'interno che all'esterno di tale scuola fa calare nel periodo di cui si scrive,sia dal punto di vista archittetonico,sia dalla ricchezza dei reperti di Archeologia Industriale(motori strumenti ecc.)che dai laboratori e gli archivi.Importanti archivi e reperti di archeologia industriale,se non prorio dell'epoca,comunque a cavallo fra '800 e 900',che andrebbero valorizzati son presenti anche in diverse scuole genovesi.
a pie' pagina si riporta il link al sito di 150 anni di scuola tecnica serale in cui e' riportata l'intero testo della ricerca della dott.prof.Barabino Rosanna
Voci correlate
links di riferimento
http://www.geocities.com/storiascuolatecnicaseralegenova/ storia scuolatecnica seraledi genova di dott.prof.Rosanna barabino,testo scritto di consultazione presso biblioteca Berio di Genova
Difesa di Parma
Cenni alla situazione italiana del periodo
Nel 1920, i disagi sociali ed le protratte mire imperialistiche del capitalismo italiano portarono alla cosiddetta "Rivolta dei Bersaglieri" di Ancona, una vera e propria sommossa popolare, partita dalla Caserma Villarey dove i bersaglieri non volevano partire alla volta dell'Albania:c'e'ancora vivo il ricordo della Settimana Rossa l'insurrezione popolare verificatasi in Ancona tra il 7 e il 14 giugno 1914 e partita proprio per una manifestazione antimilitarista e la rivolta, in seguito estesa in Romagna, Toscana e altre parti d'Italia.in quel periodo vi e' pure la rivolta degli Arditi di Trieste,in concomitanza dell'impresa fiumana che non vogliono partire per altre guerre di rapina imperialista.Fra i capi anarchici che entrano in contatto con i bersaglieri di Ancona spingendoli alla ribellione c'e' Antonio Cieri,anarchico,che non potendo essere incarcerato per mancanza di prove viene trasferito a Parma,dove poi con Guido Picelli,e la popolazione di Parma,le donne in particolare,importantissime sia come combattenti sia per supporto alla truppa, sara' l'artefice della sconfitta dei temutissimi squadristi di Italo Balbo.
Nel 1921 La volontà di lotta rivoluzionaria del proletariato si scontra col riformismo ed il massimalismo,spesso solo parolaio del Partito Socialista,a causa anche di cio' le lotte si radicalizzarono sempre piu':l'esempio della Russia,ed anche le spinte bolsceviche di Fiume, galvanizzavano il proletariato, nel Luglio 1921 ci sono i Fatti_di_Sarzanaed i fatti di Genova: il fascismo ha gettata la maschera di movimento di sinistra legata al sindacalismo rivoluzionario interventista,sansepolcrismo, come e' stato rappresentato, artatamente, anche, sul Popolo d'Italia di Benito Mussolini,mettendo in evidenza e "caricando" solo la seconda del discorso di piazza S.Sepolcro,quella nettamente orientabile a sinistra:"l'affidamento delle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente ) della gestione di industrie e servizi pubblici" con punti di anticlericalismo, come appare dalla lettura dei punti riguardanti il problema finanziario ;repubblicanesimo, volendo infatti formare una Repubblica con la creazione di una Assemblea Nazionale e rivendicazioni nettamente eguglitarie e di classe discendenti dal sindacalismo rivoluzionario interventista [3] (non pochi che aderirono al primo movimento fascista erano in buona fede, infatti passeranno all'antifascismo).
Nel 1922, il settarismo di Amadeo Bordiga da una parte e la moderazione dei riformisti dall'altra, hanno impedito l'organizzazione generale e l'appoggio corale alle formazioni di difesa Antifascista che formavano gli Arditi del Popolo (lo storico Tom Bhean, tra i tanti, indica in tali formazioni l'unica possibilità di fermare il fascismo). Anche Antonio Gramsci (articolo di Gramsci,stralcio) aveva capito la situazione ma fu messo a tacere, in quanto minoranza nel Partito Comunista d'Italia. Giuseppe Di Vittorio nel 1922 struttura le squadre antifasciste: socialisti, comunisti, anarchici, assieme agli Arditi del Popolo, legionari ed ex ufficiali fiumani, ed organizza la difesa della sede della Camera del Lavoro sconfiggendo gli squadristi fascisti di Caradonna. A Piacenza, Livorno, Ravenna,Roma, Civitavecchia, (dove viene ancora conservata con orgoglio la Bandiera battaglione di Civitavecchia degli Arditi del Popolo), Bari, Ancona, Vercelli, Novara, Biella, Torino, Piombino, ecc. praticamente in tutta o quasi la penisola con le punte nelle zone con forte concentrazione operaia e/o portuali (Benito Mussolini si chiede "se è l'aria di mare a favorire il sovvertivismo"), é tutto un formarsi di squadre di autodifesa antifascista che sbarrano militarmente il passo agli squadristi, basandosi pure sulle capacità militari ed organizzative di molto reduci di guerra, anche graduati, in particolare una parte degli Arditi assaltatori d'Italia che passa con l'antifascismo e spinge alla controffensiva armata, tenuto conto anche delle indicazioni di Mario Carli col suo articolo Arditi non gendarmi [4], che fece epoca.
Nel proseguio a Roma i “marciatori”[5] sono bloccati all'ingresso dei quartieri popolari (storica la difesa di San Lorenzo coi preti alle campane per richiamare la popolazione), a Parma la Legione Proletaria Filippo Corridoni va in clandestinità assieme a frange di Arditi del popolo, dopo aver duramente sconfitto gli squadristi guidati da Farinacci prima e da Italo Balbo (che lo aveva sostituito nel comando per ordine di Benito Mussolini) poi.
La lotta è impari anche a Genova, i fascisti passano ma la classe operaia di Genova è battuta ma non schiacciata: duri scontri tra fascisti e guardie regie da una parte, operai, Arditi del Popolo, sindacalisti, anarchici e comunisti dall'altra, si protraggono per quasi tutto il 1922.
tessuto sociale parmense del periodo
Il comune di Parma nel periodo era costituito quasi interamente da teritorio quasi urbano con una popolazopne di 57000 nel censimento del 1921,attorno al 1911 ne contava circa 10000 di meno,nel 1901 48500,dopo la lunga stsi delll'800aveva subito un notevole incremento avvetendo in generale il periododi ripresa di stampo giolitina e nello specifico la capacita' del sindaco Giovanni Mariotti[[6]]alla crescita demografica si era ssociato uno sviluppo urbano aldi fuori dell '500 mura(bastioni),demoliti allo scopo.Il quartiere operaio di S.Leonardo si era sviluppato nella zona nord,resdenzialmente meno accogliente con lo sviluppo contemporaneo di numero fabriche,fra le quali la vetreria Bormioli che contava gia' 300 nel 1913,a sud, verso la Cittadella, si sviluppava invece un quartiere e di ville e villette per benestanti.La viabilita' subbi'un progresso nel 1910 con l'inaugarione nel maggio delle linee tranviarie elettriche in generale:nel 1900 entrarono in funzione nuovo acquedotto e nuovo macello, nel periodo intercorrente fra il 1901 e il 1903 i ponti Verdi e Italia seguito dallo stabilimento dei Bagni Pubblici sul Lungoparma nel 1906,(nel 1907 apriva Croce Bianca albergoin piazza della Steccata, di cui prese possesso il comando fascista nell'agosto del 1922), nel 1909 le nuove Poste, e nel 1913 il supercinema Orfeo,tanto per citare alsuni sintomi del robusto sviluppo di inizio secolo.A fronte di questi cambiamenti le crisi economiche nazionali del 1907 e del 1913 non ebbero forti ripercussioninel Parmense, ancora poco industrializzato rispetto al triangolo Milano-Torino-Genova(il triangolorosso era individuato da Genova Vercelli Torino,nel proseguio,pero'). Nelparmense la produzione della ricchezza restava, e restera' ancora a lungo di natura prevalentemete agricola ( nel 1921 occupava circa 116.000 individui contro 37.500 nel ramo industriale) ed oltre la meta' nel capoluogo,operatori addetti alla trasformazione dei prodotti agricoli e alle piccole industrie metalmeccaniche specializzate nella produzione dimacchinari agricolo e/o per il trattamento di prodotti della terra.Mentre avvenivano queste trasformazioni rimaneva per converso diviso in due l'aspetto social-logistico:Oltretorrente,chiamato anche Parma vecchia,a ovest,in cui alla fine del '800, in palazzi speso fatiscenti si era raccolto un coagulo di abitanti di viverseproveniene geografiche e sociali,che si era integrato nel tesuto sociale gia' esistente:conadini inurbati,montanari in cerca di lavoro nel campo edilizio tenuto conto del rigoglioso sviluppo cittadino.Ad est quella che era la parte piu' antica della citta', ma che veniva chiamata Parma nuova proprio per il suo aspetto piu' moderno e decoroso, abitata in prevalenza dai diversi ceti borghesi, dove si trovavano (e ancora in gran parte si trovano) le sedi dei poteri istituzionali;il dato sociale era comunque che era comunque che la coessione sociale di Parma vecchia era molto superiore a quella di Parma nuova,esempio del tessuto sociale di provenienza diversa ma amalgamato:un Ardito del Popolo Enrico Griffih [7][8]:la XXXXVII brigata Garibaldi operante sull’Appennino parmense nella Resistenza avra' il suo nome Il borgo del Naviglio aveva amalgama sociale simile all'Oltretorente,al margine nord orientale,trascurando,ovviamentela zona dei bordelli fra borgo Tasso e borgo S.Silvestro:Antonio Cieri dirigera' l'epica sortita del Naviglio a danno degli squadristi,magistralmemte raccontata nel libro Oltretorrente di Pino Cacucci:la suddivisione in due parti,o quasi,di Parma.avra' anche grossa importanza militare nello svolgersi della difesa della citta' dagli squadristi nel'Agosto 1922.E' ancora da notare pe la vicenda un dato dell'artigianato,in quanto nell'Oltretorrente ci sono laboratori per scarpe e busti femminili con molti addetti/e,andati in crisi con l'avvento della guerra,ed a parte quindi la crescita di malcontento c'e da supporre una parte di manodopera femminile con relativa emancipazione da cui l'importanza dele donne nella difesa di Parma sia nei combattimenti sia per supporto nelle retrvie,organizzazione lodata a denti stretti dalla steso Italo Balbo(non solo donne ma anche suore che curavano gli Arditi ed i combattenti feriti e che il vescovo della cita' dovette difendere dale proteste dei ras asquadristi)Anche il parmense rsenti' gli effeti del'entrata in guerra del '15,coi problemi del prima e del dopo del conflitto:inflazione che erodeva i salari,difficolta' di rifornimenti di alimentari e combustibili,debilitazione fisica diffusa e aumento delle malattie (anche a Parma nel 1919 infurio' la "spagnola"),la mancanza di uomini spediti al fronte e la sostituzione con ragazzi e donne e di nuovo siamo alla formazione di una base operaia femminile colegata al problema militare della difesa di Parma;ovviamnete,anche se ci fu il blocco di lavori pubblici in quanto l'oepedale ad es. fu finito nel 1925 ed il formidabile monumento a Giuseppe verdi nel 1920, non ci furono gravi problemi di disoccupazione visto lo "spopolamento" di manodopera maschile per l'invio ala guerra.La situazione e' chiaro sia presaga dello scontro coi fascisti,visto anche la notevole presenza di dirigenti interventisti di sinistra ormai delusi e con capi riconosciuti sia a livello nazionale che locale,ad esempioAlceste De Ambris,con associazion e formazioni molto presenti in loco come la Legione Proletaia Filippo Corridoni:Mussolini avra' l'amara sorpresa di trovarseli contro i Corridoniani,ma non fu del tutto una sorpresa visto che aveva intuito l'aria che tirava. ristudiare . Nel Parmense solo poche industrie vennero dichiarate �requisite� per le esigenze belliche ma parecchie, soprattutto alimentari, usufruirono di notevoli commesse militari, senza per� che questo rappresentasse uno stimolo per la modernizzazione degli impianti e della produzione. Le modificazioni nel tessuto economico e sociale avvengono comunque in tempi lunghi, anche se risentono di fasi brevi e convulse come quelle belliche e postbelliche. Il ceto possidente parmense del dopoguerra si presenta ancora, nonostante i notevoli cambiamenti intervenuti, come una borghesia prevalentemente agraria o comunque legata alla trasformazione dei prodotti agricoli, in difficolt� di fronte alle mutazioni in atto ma che per affrontarle non volgeva lo sguardo a soluzioni di tipo squadristico, continuando invece a mantenere come riferimento l�ideologia e l�organizzazione della potente Associazione Agraria Parmense, quella che aveva avuto il sopravvento nello sciopero del 1908. Sul fronte opposto gli uomini che tornavano dalle trincee non solo rimanevano delusi nelle aspettative (Parma era stata una citt� fortemente interventista) ma si trovavano di fronte a grosse difficolt� di reinserimento nel lavoro, vedevano salari e stipendi drammaticamente erosi dall�inflazione e in generale subivano condizioni di vita che apparivano peggiorate rispetto al periodo prebellico, il tutto in un quadro politico e psicologico, questo s�, profondamente mutato. Come tutta l�Italia (e si potrebbe dire tutta l�Europa) anche Parma e il Parmense apparivano pi� che mai spaccati in due ma con una storia (recente e meno recente) molto peculiare, che ebbe una influenza determinante sulla peculiarit�, per non dire unicit�, degli avvenimenti parmensi dell�agosto 1922.
sintesi avvenimenti
personaggi correlati
Aimi Alcide (Polesine Parmense, Parma, 1896 - Como 1960). dopo esser stato in seminario ed aver militato nella guardia regia e partecipato alla prima guerra mondiale costituisce il Fascio a Busseto nel 1921e si puo' identificare come capo degli squadristi della Bassa Parmense.E' in collegamento con Roberto Farinacci,il ras di Cremona,non per niente il primo a dirigere gli atacchi a Parma sara' lo stesso Farinacci sostituito poi per inefficienza militare;il culmine dei suoi atttacchi fascissti si trova con la distruzione della Cooperativa di Fontanelle nell'agosto del 1922. Nle proseguio il suo fascissmo di stampo intransigente lo porta al'emarginazione nel movimento fascista stesso,quando e',nel seguito,da limitare uso di manganello ed olio di ricino lo spinsero ad esser quasi emarginato dal fascismo parmense,diviene comunque membro del primo Consiglio direttivo della Confederazione Nazionale dei Sindacati Fascisti,commissario straordinario dei sindacati fascisti di Firenze e segretario generale di Massa e Carrara ;nel 1929 il PNF lo trasferisce a Mantova dove continua ad occuparsi di sindacalismo.
Giuseppe Balestrazzi (Parma, 1893 - Roma, 1983);presidente dAssociazione Mutilati e Invalidi di Guerra di Parma, Balestrazzi, sottotenente, venne ricoverato nel 1917 nell'Ospedale di Parma per una grave mutilazione al braccio sinistro dovuta ad ferita riportata in guerra e nello stesso anno con Priamo Brunazzi, altro mutilato di guerra assieme adaltri pochi commilitoni fondaa l'Associazione dei Mutilati e Invalidi di guerra a Parma quasi nello stesso periodo incui nasce l'Associazione Nazionale di Milano. I due reduci si impegnano e portano allo sviluppo dell'associazione di stampo apolitico per cui trovano un buon consenso interclassista,facendo ben notare che i reduci parmensi contavano piu' di 40000 uomin(altri provincia compresa portano il numero abbondantemente aldi sopra di 50000;ma retando al dato qui riportato si ebbero 1.089 caduti sul campo, 1.718 caduti nel seguito per le ferite, 1.800 cadut per infezioni contratte nel conflitto, 420 internati in campi di detenzione militare degli avversari;ci furonodispersi furono 673con oltre diecimila feriti.Si ricorad che Parma fu epicentro del sindacalismo rivoluzionario e quindi anche di un non esiguo interventismo di sinistra(Alceste DE Ambris).L'associazione fu subito ben accolta e in breve tempo conto'2000 iscritti circa,il foglio che editava si chiamava "la Parola";nel 1919 Brunazzi dovette,avendo peso entrambi i piedi,per le sofferenze,dovette abbandonare gran parte del suo lavoro ed il carico degli impegni associativi ricadde quasi del tutto su Balestrazzi per cui nel 1920 diveine presidente a tutti gli effetti dell'associazione con Brunazzi quale presidnte onorario.Dopo il secondo conflitto il Balestrazzi diviene promotore dell'Istituto per la rieducazione dei mutilatini di guerra nel 1947.Balestrazzi si trasferisce poi a Roma e si occupa di scritti storici suoi suoi trascorsi e sugli avvenimenti collegati Balestrazzi fu uno dei promotori della fondazione in Parma dell'Istituto per la rieducazione dei mutilatini di guerra.Si trasferisce poi a Roma dove si dedica a scriti sulle sue memorie ed i fatti storici collegati.
Umberto Balestrazzi [9](Parma, 1885 - 1970) dirigente dell'Unione Sindacale Parmense ,sarto,attivo fino da inizio secolo nelle formazioni giovanili dei socialisti,nel 1906 era segretario del circolo di Parma,nel 1907, contrapposto alle posizioni ufficiali dei socialisti, pasa alla linea sindacalista-rivoluzionaria di Alceste De Ambris,svolge il lavoro politico-sindacale presso la Camera del Lavoro di borgo delle Grazie e nello stesso anno viene arrestato er i tafferugli che seguono una manifestazione anticlericale.Viene scarcerato in maggo dl 1908 e partecipa allo sciopero agrario. venne arrestato e condannato per la partecipazione agli incidenti scoppiati dopo una manifestazione anticlericale,si trasferisce in Francia,prende contatto con le organizzaione operaie locali e conosce Jean Jaur's, il leader del socialismo francese.Tornaa Parma nel 1914,e' il periodo che Filippo Corridoni fa il noto viaggio in francia che lo sposta su posizioni interventiste definitivamente,mentre invece U.Balestrazzi entra in cnflittto con la dirazione sindacalista favorevole all'interventismo:fonda un gruppo di sindacalisti "neutralisti"con Mario Longatti, Casimiro Accini, Lodovico Saccani, Dante Vecchi e Alfredo Veroni.E' da questo gruppo che dopo il conflitto puo' rinascer l'Unione Sindacale Parmense con un giornale :Il Proletario.Fu amico sia di Giuseppe Di Vittorio che di Guido Picelli,e si occupa anche del periodico L'Ardito del Popolo.Nel seguito si avvicina sempre piu' al Partito Comunista d'Italia.
Agostino Berenini senatore (Parma, 1858 - Roma, 1939),senatore,monarchico da giovale legato al gruppo moderato di Alfonso Cavagnari,dal 1881 aderisce alla scuola di giurismo positivista avvicinandosi coneguentemente alla democrazia radicale,ebbe carriera ccadrmica ostacolata ma riusci' comunque a diventre rettore di Parma dal 1919 al 1925Da giovane fu monarchico e fece parte della cerchia moderata di Alfonso Cavagnari[10].Nel 1892 su eletto senatore socialista nel collegio di Borgo San Donnino(Fidenza),rimanendo comunque legato all'ideologia democratico-sociale,fu l'arteficice della solida struttura di socialismo riformista divenuta tipica del suo colegio elettorale:fu deputato 8 volte di seguito. Nel 1912 usci dal Partito Socialista seguendo Bissolati verso un'evoluzione democratico-interventista,nel 1921 pur non essendo eletto fu nominato da Giolitti senatore.I fascissti gli furonostili e dovette ritirarsi a vita privata dimostrando qualche simpatia,dopo,per l'intervento dell'Italia in Libia.
Dante Gorreri[11] (Parma, 1900 - 1987),dirigente dei giovani comunisti ;idraulico(lattoniere come si diceva un tempo),e ' fante nella prima guerra mondiale,al ritorno entra nela Gioventu' socialista e nel 1921 passa immediatamente nel Partito Comunista d'Italia,sindacalista della Uil in cuie c'e' una forte componente sindacalista rivoluzionaria.Durante l'assalto degli squadristi di Italo Balbo guida la difesa della barricate di Oltretorrente,lo storico quartiere operaio,in via Massimo D'Azzeglio,in qualita' di capo squadra degli Arditi del Popolo.A fascismo affermato viene ripetutamente arrestatao e poi spedito per 5 ani al confino a [Favignana] e Lipari,la condanna viene prolungata per altri 4 anni a Ponza ed alle Tremiti,altri 5 di nuovo a Ponzanel 1926 condannato a cinque anni di confino (Favignana e Lipari), rinnovati per altri quattro anni (Ponza e Tremiti) nel 1932 e ancora per cinque anni (Ponza fino al 1937).Nel 1942 in qualita' disegretario federale in clandestinita' rientra a Parma,dopo l'8 settembre del 1943 e' organizzatore della resistenza a Parma ed a Como dove dirige la federazione clandestina,ovviamente,del partito),nel 1945 viene preso da un reparto delle Brigate Nere ma riesce a fuggire in Svizzera e nuovamente a raggiungerela 52esima Brigata Garibaldi Luigi Clerici, che al comando di "Pedro",Pier Luigi Bellini Delle Stelle ,nell'aprile cattura Mussolini e altri gerarchi fascisti che cercano di arrivare al confine svizzero,in questo periodo avviene tutta la vicenda legata all'oro di Dongo con forti tensioni fra il Gorreri ed altri epici dirigenti comunissti della Resienza.Nel 1946 e' eletto nell'Assemblea Costituente.Nel 1949 viene arrestati per i fatti di Dongo e l'ipotizzao trafugamento di oro che sara' chiarito in tribunale,scagionando gli imputati anche da Enrico Mattei, responsabile amministrativo di tutte le formazioni partigiane durante la Resistenza ;Gorreri viene comunque liberato nel 1953 in quanto viene eletto deputato.Il processo che risolvera' il problema dei fatti di Dongo ,a parte alcuni supposti omicidi all'interno dello stesso PCI) si protrarra' tantissimo [[12][[13] Gorreri in seguito verra sempre riconfermato in parlamento fino al 1972
Gaetano Perillo ,comunista,capo degli Arditi del Popolo di Genova,partigiano,storico,Genova gli ha destinato un fondo per lo studio del movimento operaio genovese;alcuni storiografi che si sono occupati del riordino della vicenda degli Arditi del Popolo lo danna presente anche a Parma in quei periodi.
epilogo e sviluppi
Voci correlate
- Arditi
- Antifascismo
- Resistenza italiana
- Unione Sindacale Italiana
- Le prime formazioni di difesa proletaria a Genova
- Filippo Corridoni
- Alceste De Ambris
- Gaetano Perillo
- Armando Vezzelli
- Legione Proletaria Filippo Corridoni (corridoniani)
- Storia del movimento partigiano a Genova
- sansepolcrismo
- Carta del Carnaro
- Ercole Miani
- Guido Picelli
- Fatti_di_Empoli_1921