Gaio Ummidio Durmio Quadrato
Gaio Ummidio Durmio Quadrato (12 a.C. – 60) è stato un politico e militare romano, governatore della Siria dal 51 al 60, sotto i regni di Claudio e Nerone.
Gaio Ummidio Durmio Quadrato | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Gaius Ummidius Durmius Quadratus |
Nascita | 12 a.C. |
Morte | 60 d.C. |
Gens | Ummidia |
Padre | Marcus Durmius (?) |
Questura | nel 14 d.C.[1] |
Vigintivirato | sacris faciundis[1] |
Edilità | 16 o 17 d.C.[1] |
Pretura | nel 18 d.C.[1] |
Consolato | 37 d.C.[1] |
Proconsolato | a Cipro (post 37)[1] |
Legatus Augusti pro praetore | governatore della Siria dal 51 al 60 |
Biografia
Origini famigliari
Gaio Ummidio Durmio Quadrato nacque nel 12 a.C..[2] Apparteneva alla gens Ummidia, una famiglia originaria di Casinum, nel Latium,[3] da poco entrata a far parte del patriziato romano. Tuttavia il secondo nomen Durmio, potrebbe riferirsi al fatto che fosse stato adottato dalla gens; in questo caso, suo patre potrebbe identificarsi con Marcus Durmius, un triumviro monetale il cui nome appare su una moneta del 19 a.C..[2]
Inizio della carriera politica
Iniziò la sua carriera politica come oratore nei dibattiti giudiziari, per poi giungere nel 14 alla questura,[1] magistratura che gli consentiva l'accesso al Senato, divenendo uno dei questori imperiali di Augusto, con il compito di rappresentare l'imperatore in Senato, riscuotere le imposte per conto dello Stato (praefectus aerarii Xvir stlitibus iudicandis)[1] e talvolta presiedere alle commissioni per il censimento delle province.[2][4]
Carriera sotto Tiberio
Alla morte di Augusto, il 19 agosto del 14, Ummidio Quadrato assisté di persona alla presa del potere del suo erede e successore Tiberio, sotto il cui regno inizia un rapido cursus honorum: edile curule nel 16 o 17,[1] pretore nel 18 e poi legatus Augusti in Lusitania, oltre a quindecemviro sacris faciundis. Quadrato ottenne infine il consolato nel 37, anno della morte di Tiberio e dell'ascesa al trono di Caligola.[1] Lo storico Ronald Syme ipotizza che possa essere caduto in disgrazia presso il secondo imperatore di Roma.[2] Dopo il 37 ottenne anche il proconsolato a Cipro.[1]
Governatore della Siria
Nominato dall'imperatore Claudio governatore in Illyricum e poi nel 51 in Siria,[1] Quadrato dovette fin dall'inizio risolvere numerosi problemi che si stavano verificando nella sua provincia. Infatti il procuratore della Giudea, Ventidio Cumano, non aveva saputo risolvere un tumulto scoppiato tra Giudei e Samaritani, esprimendosi a favore di questi ultimi; i Giudei, allora, per ritorsione si sollevarono contro le truppe romane acquartierate nel territorio e uccisero alcuni soldati. Vista la situazione esplosiva che si era creata a causa dell'inettitudine di Cumano, Quadrato nel 52 mosse da Antiochia verso la Samaria, chiamato dalle stesse fazioni in conflitto. Giunto a Lidda, il governatore fece crocifiggere tutti gli istigatori della rivolta contro Roma,[5] poi incontrò i delegati dei Giudei (tra i quali figuravano il sommo sacerdote Anania e il comandante della guardie del Tempio di Gerusalemme Anano) e dei Samaritani, ascoltandone le perorazioni, inviando questi, Cumano e il tribuno Celere nella capitale affinché si discolpassero di fronte al tribunale imperiale presieduta da Claudio in persona. L'esito fu favorevole ai Giudei: i delegati samaritani vennero messi a morte, Celere venne condotto a Gerusalemme per essere esposto al pubblico ludibrio e poi ucciso, mentre Cumano fu destituito ed esiliato per la sua incompetenza come governatore: al suo posto fu nominato il liberto Antonio Felice, fratello di Pallante, ministro di Claudio, su richiesta del nuovo sommo sacerdote Jonathan. Infine Quadrato, temendo una nuova sollevazione del popolo ebraico, si recò a Gerusalemme, trovando la città pacifica e dedita alla celebrazione della Pasqua ebraica; fatto ciò, rientrò ad Antiochia di Siria.[6] Dopo la morte di Claudio,avvenuta nel 54, Ummidio Quadrato fu riconfermato governatore dal successore Nerone, morendo però mentre era in carica, nel 60. Al suo posto venne scelto il generale Corbulone, che stava conducendo una campagna in Armenia contro i Parti.[7][8]
Note
- ^ a b c d e f g h i j k l CIL X, 5182, AE 1973, 188, AE 1907, 194.
- ^ a b c d Syme, Roman Papers II, p. 660.
- ^ Syme, Roman Papers II, p. 659.
- ^ ILS 972 (da Casinum). Edward Dąbrowa (1998), The Governors of Roman Syria from Augustus to Septimius Severus, in Antiquitas, pp. 49–50. David C. Braund (1985), Augustus to Nero: A Sourcebook on Roman History (31 BC–AD 68), p. 402.
- ^ Tacito, Annales, XII, 45 e 54.
- ^ Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XX, 20.6.1-2; Guerra giudaica 2.12.3-6; Zonara, 6.15.
- ^ Tacito, Annales, XIV, 26.
- ^ Prosopographia Imperii Romani, III, 468, N. 600; CIL X, 5182, AE 1907, 194.
Bibliografia
- Fonti antiche
- Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XX, 128 - 133.
- Tacito, Annali, XII, 54.
- Fonti storiografiche moderne
- David C. Braund, Augustus to Nero: A Sourcebook on Roman History (31 BC–AD 68), Totowa, New Jersey, Barnes and Noble, 1985, p. p. 402, ISBN 0-389-20536-2.
- Edward Dąbrowa, The Governors of Roman Syria from Augustus to Septimius Severus, in Antiquitas. Reihe 1, Abhandlungen zur alten Geschichte; Bd. 45, Bonn, R. Habelt, 1998, pp. 49–53, ISBN 3-7749-2828-2.
- Ronald Syme, The Ummidii, in Historia, vol. 17, 1968, pp. 72–105. Ristampa Ronald Syme, Roman Papers II, Oxford, Oxford University Press, 1979, pp. 659–693, ISBN 0-19-814367-2.