Papa Leone X
Template:Papa della chiesa cattolica Leone X, nato Giovanni di Lorenzo de' Medici (Firenze, 11 dicembre 1475 - Roma, 1 dicembre 1521), fu Papa dal 1513 alla sua morte.
Giovanni era il secondogenito di Lorenzo de' Medici e portò alla corte pontificia lo splendore della sua terra di origine(il secondo genito della famiglia non poteva usufruire dell'eredità del padre).
Venne destinato fin dall'inizio alla carriera ecclesiastica; ricevette la tonsura a sette anni, reggeva dei benefici ad otto, e prima dei tredici erano in corso negoziati per la sua elevazione a cardinale. Innocenzo VIII, il Papa regnante, era legato a Lorenzo de' Medici da relazioni domestiche e da una comunanza di interessi e politiche; nell'ottobre 1488 Giovanni venne nominato cardinale alla condizione che non venisse riconosciuto pubblicamente come tale per altri tre anni. L'intervallo di tempo venne dedicato allo studio della teologia e del diritto canonico, impegni meno congeniali al giovane principe della chiesa, rispetto all'elegante letteratura per la quale aveva ereditato il gusto del padre, e nella quale aveva fatto grandi progressi sotto la tutela di Poliziano e Bibbiena.
Nel marzo 1492 divenne cardinale e prese residenza a Roma, ricevendo una lettera di consigli [1] dal genitore, che figura tra le più sagge e di valore nelle composizioni del suo genere. Nel giro di pochi mesi le sue prospettive vennero offuscate dalla morte quasi simultanea di suo padre e del Papa, un doppio lutto che chiudeva un'era di pace che la politica prudente di Lorenzo aveva donato all'Italia, e inaugurava un periodo di invasioni staniere e lotte interne.
Una delle prime conseguenze dell'irruzione francese in Italia, che seguì a breve, fu l'espulsione della famiglia Medici da Firenze (novembre 1494). Dopo aver resistito il meglio che poté, il cardinale de' Medici trovò rifugio a Bologna, e, vedendosi privato al momento di importanza politica, oltre ad essere malvisto dal successore di Innocenzo, Alessandro VI, intraprese un viaggio in nazioni straniere con un gruppo di amici. Al suo ritorno si insediò a Roma, sottraendosi all'attenzione il più possibile, e disarmando la gelosia di Alessandro con la sua completa devozione ai conseguimenti letterari.
Questo papa, raffinato e colto umanista in un'Europa che si stava avviando al fanatismo religioso e alle guerre teologiche inaugurate dalla Riforma protestante, è stato spesso criticato per le caratteristiche laiche del suo pontificato e per la mancanza di zelo riformista. Di lui gli avversari raccontano che quando divenne papa, a soli trentasette anni, l'11 marzo 1513, abbia detto a suo cugino Giuliano: "Poiché Dio ci ha dato il Papato, godiamocelo". Si racconta viaggiasse attraverso Roma alla testa di una stravagante parata, in cui sarebbero apparsi pantere, giullari ed un elefante bianco. Avrebbe fatto servire cene con sessantacinque portate, nelle quali dei ragazzini saltavano fuori dai budini.

A corto di fondi causate da guerre contro la Francia e da vasti lavori edilizi in corso a Roma, Leone fece un accordo con l’arcivescovo Alberto di Brandeburgo, in Germania, che avrebbe aiutato a compiere l’opera di completamento della basilica di S.Pietro a Roma. Egli accettò da Alberto la somma di 10.000 ducati in cambio dell’arcivescovado di Magonza. Affinché Alberto potesse restituire la somma alla casa finanziaria di Jakob Fugger, da cui aveva ottenuto il prestito, il Il 31 marzo 1515 il papa con la bolla Sacrosancti Salvatoris et Redemptoris gli diede il privilegio di dispensare un’indulgenza nei suoi territori per un periodo di otto anni. Metà del denaro ricevuto sarebbe stato versato al papa e l’altra metà a Fugger come restituzione del prestito. Emanò il codice "Camera Taxe", che con i suoi 35 articoli permetteva di ottenere il perdono di tutti i crimini, anche i più efferati, dietro pagamento di una ammenda da versarsi all’erario pontificio. Ne riportiamo alcuni: Art. 1) Un ecclesiastico che commette un peccato carnale con le proprie sorelle, figlie, cugine, nipoti o con altra donna, sarà assolto dietro pagamento di 67 libre. Art. 2) Se un ecclesiastico chiede l’assoluzione per aver commesso peccati contro natura con un bambino o con una bestia potrà ottenerla dietro pagamento di libre 131. Art. 5) Ai preti è permesso di vivere in concubinaggio con i propri parenti dietro pagamento di 76 libre. Art. 9) Se un prete uccide un laico può avere l’assoluzione versando un montante di 15 libre. Art. 10) Se l’assassino ha ucciso due o più persone nello sesso giorno, pagherà 15 libre come se ne avesse ucciso uno solo. Art. 14) Per l’omicidio di un fratello, d’una sorella, del padre o della madre, si dovrà pagare 17 libre. Art 18) Colui che vuole garantirsi l’assoluzione per tutti gli omicidi che potrà commettere in futuro, pagherà 168 libre. Art. 29) Il figlio bastardo di un prete che vuole succedere al posto del padre nelle sue funzioni religiose, pagherà 27 libre.
Martin Lutero criticò Leone X per la vendita di indulgenze e la predicazione grossolana del monaco domenicano Johann Tetzel commissario generale dell'arcivescovado di Magonza. Il 31 ottobre 1517, Lutero affisse le sue "95 tesi sulle Indulgenze" sul portone della chiesa di Wittenberg, e la riforma protestante, con suo furore religioso, fu il peggior colpo allo splendore umanistico della corte papale del rinascimento, di cui Leone fu uno dei maggiori esponenti.
Il 15 giugno 1520 Leone pubblicò la bolla Exsurge Domine con la quale vennero condannate alcune delle tesi di Lutero e con la quale minacciò di scomunica Lutero se non avesse ritrattato entro 60 giorni le sue posizioni. Lutero ignorò la bolla e successivamente la bruciò nella piazza di Wittenberg. Il 3 gennaio 1521 Papa Leone X scomunicò Martin Lutero con la bolla Decet Romanu Pontefici, il 1 dicembre dello stesso anno Leone moriva e fu seppellito nella basilica di Santa Maria sopra Minerva.
Voci correlate
Collegamenti esterni
| Predecessore: Pier Soderini* |
Signore di Firenze |
Successore: Giuliano Duca di Nemours |