Protein-Sparing Modified Fast
Protein-Sparing Modified Fast (PSMF), letteralmente digiuno modificato per il risparmio proteico, è un regime alimentare chetogenico fortemente ipocalorico in cui l'unico macronutriente fornito (e quindi l'unica fonte calorica) è rappresentato dalle proteine alimentari.[1][2][3]
Si tratta di un regime dietetico usato soprattutto da non professionisti della nutrizione. In ragione del basso contenuto di calorie e dell'affidamento quasi esclusivo a proteine alimentari, questa dieta deve essere seguita solo con la supervisione di un medico e con frequenti esami del sangue per rilevare eventuali anomalie del metabolismo[2].
Caratteristiche
La dieta chetogenica Protein-Sparing Modified Fast (PSMF) è un regime alimentare ipocalorico usato nella ricerca medica dagli anni settanta per il trattamento dell'obesità morbigena[2]. Questa venne testata per la prima volta nel 1973 da Blackburn et al. usando carne magra e proteine dell'albume d'uovo col fine di preservare la massa magra[4][5]. La PSMF rientra nella definizione generica di dieta chetogenica, ovvero un regime alimentare in cui per definizione l'assunzione di carboidrati è inferiore ai 100 gr giornalieri[6] (solitamente in media attorno ai 30-50 gr/die), oppure è assente[2]. La PSMF nasce dalla necessità di portare ad una perdita di peso molto rapida nei soggetti fortemente obesi[2]. In questa dieta, praticamente l'unica fonte calorica è rappresentata dalle proteine alimentari, che vengono fornite nella quantità di 1.2-1.5 gr/kg sul peso ideale (usato per stimare la massa magra)[4][7][8][9][10]. Essa fornisce proteine di media/altà qualità, come carne magra, pollame e pesce[1][11], ad un livello tale da prevenire o attenuare fortemente la perdita di muscolo scheletrico, ma senza ostacolare i vantaggi del digiuno simulato, tra cui la soppressione dell'appetito, e l'affidamento quasi totale ai grassi e ai corpi chetonici (derivati dai grassi) come fonte energetica per il corpo[2]. Altri ricercatori proposero una variante di questo regime in cui veniva consumata una limitata quantità di carboidrati (30-45 g giornalieri), ma non tale da impedirne la definizione di dieta chetogenica. Questi osservarono che una limitata quantità di carboidrati migliorava il risparmio proteico, promuovendo la ritenzione di elettroliti e inibendo l'iperuricemia[12][13]. Il nome della dieta, tradotto come digiuno modificato per il risparmio proteico, lascia intendere che il fine è quello di simulare il digiuno garantendo il solo apporto del nutriente che può garantire il mantenimento della massa magra ed evitare una forte soppressione del metabolismo basale[2]. Il digiuno e la dieta chetogenica (a bassissimo o nullo apporto di carboidrati) infatti condividono molti aspetti metabolici, fondamentalmente l'instaurarsi di uno shift metabolico che passa dall'uso di glucosio come principale substrato energetico (soprattutto per alcuni tessuti, detti glucosio-dipendenti), all'uso quasi esclusivo di acidi grassi e corpi chetonici[14]. Questo aspetto ha portato i ricercatori a concludere che la forte restrizione di carboidrati tipica delle diete chetogeniche sia in grado di simulare le risposte metaboliche tipiche del digiuno prolungato[15][16].
Il regime PSMF prevede anche l'introduzione di vitamine e minerali, come un multivitaminico e 2-3 gr di potassio, per compensare la carenza di micronutrienti dovuta allo scarso e limitato apporto di cibo[10][17]. Inoltre viene previsto il consumo di almeno 2 litri di fluidi acalorici al giorno[18]. L'assunzione calorica indotta dalla PSMF è molto bassa, attorno alle 600-800 kcal al giorno o meno, che tradotte in quantità di proteine (cioè l'unico nutriente calorico fornito) ammontano a circa 150-200 gr giornalieri. Questi valori fanno rientrare tale dieta sotto la definizione di Very Low Calorie Diet (VLCD), definita secondo alcuni, una dieta ipocalorica in cui l'apporto calorico è inferiore alle 800 kcal[19][20], secondo altri, una dieta in cui l'apporto calorico fornito corrisponde a meno del 50% del metabolismo basale dell'individuo[21].
Le perdite di grasso spesso registrate con la PSMF possono corrispondere a circa 0.2 kg al giorno per le donne e 0.3 kg al giorno per gli uomini[10][7], e in 6 settimane si può assistere ad una riduzione media di 14 kg di grasso, mantenendo la massa magra[22]. I soggetti con una bassa percentuale di massa grassa sono soggetti ad un maggiore rischio di riduzione della massa magra tramite questo regime dietetico. Tale rischio è dovuto soprattutto all'eccessiva restrizione calorica (VLCD), la quale è in grado di compromettere la massa magra e di sopprimere il metabolismo basale[23].
L'approccio PSMF viene anche usato nell'ambito sportivo per portare a perdite di grasso molto rapide, ad esempio nel culturismo.
Attualmente la comunità medico-scientifica ritiene questo tipo di approccio dietetico da evitare (come in generale tutte le diete chetogeniche) come spiega il Dr Dean Ornish, fondatore e presidente del Preventive Medicine Research Institute in Sausalito, California[24].
Note
- ^ a b Blackburn et al. Role of a protein-sparing modified fast in a comprehensive weight reduction program. Howard AN eds. Recent Advances in Obesity Research 279–281. Newman Publishing London, UK. 1975
- ^ a b c d e f g Lyle McDonald. The Ketogenic Diet: A Complete Guide for the Dieter and the Practitioner. Lyle McDonald, 1998. pp. 63-64. ISBN 0-9671456-0-0
- ^ Blackburn GL, Kanders BS. Obesity: Pathophysiology, Psychology, and Treatment. Jones & Bartlett Learning, 1994. pp. 197.198. ISBN 0-412-98461-X
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- ^ link video[1].