Mario Magnotta
Magnotta (Pieve di Teco, 14 ottobre 1942 – L'Aquila, 5 gennaio 2009) è stato un bidello dell'Istituto Tecnico Commerciale "Luigi Rendina" de L'Aquila, diventato famoso per essere stato vittima di una serie di scherzi telefonici da parte di alcuni ex studenti dell'istituto.[1][2][3][4]
Biografia
Dalla nascita alla separazione dalla moglie
Mario Magnotta nacque a Pieve di Teco (provincia di Imperia) da Giovanni Magnotta e Romilda Siconolfi. Nel 1945, quando aveva tre anni, la famiglia si trasferì a L'Aquila per motivi di lavoro. Dopo la morte dei genitori, fu affidato a un istituto di suore, dove conseguì il diploma di scuola media. Nel 1960, trovò lavoro come bidello all'Istituto Tecnico Commerciale "Luigi Rendina", dove lavorò per 36 anni. Sposatosi verso la metà degli anni settanta, ebbe una figlia nel 1976. Magnotta divorziò successivamente dalla moglie verso la metà degli anni ottanta.[1]
Lo scherzo della lavatrice
La separazione di Magnotta dalla moglie fu l'occasione per due ex allievi dell'ITC Rendina, Antonello De Dominicis e Maurizio Videtta, di fare uno scherzo telefonico al bidello: «Era il 1985, Mario faceva il doppio lavoro: bidello e commesso in un negozio di abbigliamento. Un giorno[, m]i raccontò che si era separato dalla moglie che voleva indietro la lavatrice», acquistata dal Magnotta nel 1981, così «ci balenò l'idea di uno scherzo».[2][5]
De Dominicis e Videtta, già autori di altri scherzi al Magnotta quand'erano allievi dell'ITC Rendina, fecero credere al bidello di aver sottoscritto, al momento dell'acquisto della lavatrice, un contratto con una serie di "clausole capestro", fra cui l'acquisto obbligato di nuovi elettrodomestici ogni due o tre anni. Lo scherzo durò più di un mese, in cui De Dominicis e Videtta si alternarono sia nell'interpretazione di sempre nuovi personaggi, che nel proporre nuove assurde richieste per "risolvere" il problema. Di questo scherzo, furono registrate solo le ultime quattro telefonate, in cui si sente il bidello abruzzese mostrare sempre più la sua insofferenza, spesso con espressioni in dialetto abruzzese.[5]
La registrazione più celebre dello quattro disponibili rimase l'ultima, in cui un esasperato Magnotta, di fronte all'ennesima richiesta di rimborso dei danni, esplose in una lunga serie di insulti e bestemmie in dialetto, rivolte al presunto proprietario del negozio dove acquistò la lavatrice.[5]
Altri scherzi
Dopo lo scherzo della lavatrice, lungo la fine degli anni ottanta, Magnotta fu vittima di altri scherzi telefonici sempre a opera di De Dominicis e Videtta, ispirati alla separazione dalla moglie. Nel primo, un presunto "operatore del Telefono Azzurro" accusò il bidello di aver provocato «traumi e turbe psichiche» alla figlia, a causa di alcuni suoi «comportamenti fuori dal comune», fra cui una (inventata) relazione omosessuale con un suo collega. Di questo scherzo, sono state rese disponibili solo due registrazioni.[6] Nel secondo, Magnotta fu contattato dal "nuovo compagno" della ex moglie, tale "Bruno", il quale lo avvisa che l'ex moglie ha chiesto al Tribunale un risarcimento per dei "maltrattamenti" subiti durante il matrimonio. Di questo scherzo esistono tre registrazioni, nella cui ultima si assiste a una reazione di Magnotta molto simile a quella "finale" dello scherzo della lavatrice.[7]
De Dominicis e Videtta ammisero successivamente di essere gli autori degli scherzi originali a Magnotta, che rispose con un «Grazie, mi avete fatto compagnia». I due ex alunni, comunque, non smisero di tirare altri scherzi telefonici all'ex bidello,[2] con cui si era stabilito un rapporto di amicizia.[3]
Il successo mediatico
A causa della reazione irata del bidello e delle colorite espressioni dialettali usate, lo scherzo della lavatrice fu ben presto riprodotto su svariate musicassette private, che sancirono il successo di Magnotta: "il bidello più famoso d'Italia" fu invitato in numerose trasmissioni radiofoniche, alle trasmissioni televisive Maurizio Costanzo Show e I fatti vostri, nonché in svariate feste e sagre di paese prima ed eventi in discoteca poi,[1][2][4] protrattisi fino al 2003.[3]
Fra i suoi fan si annoverano anche nomi noti come Dario Vergassola, Antonello Venditti, David Riondino e Simone Cristicchi. Quest'ultimo utilizzò una delle espressioni più famose della quarta telefonata della lavatrice, ossia la minaccia «M'iscrivo ai terroristi» (sic), nel singolo L'Italia di Piero («Piero non rinuncerebbe mai alla lotta e si iscrive ai terroristi come fa il Magnotta»).[2] Quella stessa frase divenne un tormentone, utilizzato anche in alcuni remix suonati nelle discoteche.[3]
Nel 1999, nacque un sito in cui furono caricate in versione digitalizzata le telefonate degli scherzi della lavatrice, del telefono azzurro e della ex moglie. Dal 2001 al 2007, Magnotta condusse varie rubriche su televisioni locali, in cui commentava le notizie del giorno con lo stesso stile delle famigerate telefonate.[2]
A partire dalla seconda metà degli anni duemila, il fenomeno mediatico iniziò ad attutirsi. Lo stesso Magnotta rifiutò spesso di prendere parte a serate in discoteca e altri eventi. Non cessarono però gli scherzi telefonici anche da altri ragazzi, che costrinsero intorno al 2007 l'ex bidello a dover sporgere denuncia perché «perseguitato» da SMS di scherno.[3]
Morte
Mario Magnotta morì all'Ospedale San Salvatore de L'Aquila nella notte fra il 4 e 5 gennaio 2009, dopo essere stato ricoverato alcuni giorni prima per una grave embolia polmonare.[3][8]
Nell'aprile del 2012, il comune de L'Aquila intitolò una via a Mario Magnotta, in seguito a una petizione inviata al sindaco e alle numerose richieste arrivate tramite Internet negli anni.[4]
Note
- ^ a b c Biografia di Mario Magnotta, su Magnotta.it. URL consultato il 21 agosto 2015.
- ^ a b c d e f Stefano Dascoli e Alberto Orsini, È morto Mario Magnotta, il bidello più famoso d'Italia, in Il Messaggero, 6 gennaio 2009. URL consultato il 21 agosto 2015.
- ^ a b c d e f È morto il «mitico» Mario Magnotta, in Il Centro, 6 gennaio 2009. URL consultato il 21 agosto 2015.
- ^ a b c Tiziano Toniutti, L'Aquila, una via per Mario Magnotta, mito blasfemo dello scherzo telefonico, in la Repubblica, 26 aprile 2012. URL consultato il 21 agosto 2015.
- ^ a b c La lavatrice, su Magnotta.it. URL consultato il 21 agosto 2015.
- ^ Il Telefono Azzurro, su Magnotta.it. URL consultato il 21 agosto 2015.
- ^ La moglie, su Magnotta.it. URL consultato il 21 agosto 2015.
- ^ È morto a L'Aquila il "mitico" Mario Magnotta, in la Repubblica, 5 gennaio 2009. URL consultato il 21 agosto 2015.