Cultura dei castellieri

Versione del 18 mar 2007 alle 10:26 di Justinianus da Perugia (discussione | contributi) (Attività illecite sviluppo)

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Territorio e Popolazioni

Territorio

La Cultura dei Castellieri si sviluppò in Istria nell'età del bronzo medio per espandersi successivamente in Friuli ( cjasteleir in friulano ), Venezia Giulia, Dalmazia e zone limitrofe. Durò oltre un millennio (dal XV secolo a.C. al III secolo a.C. circa) ed ebbe termine solo con la conquista romana. Prende il nome dai borghi fortificati che sorsero un pò ovunque nella sua zona di diffusione e definiti per l'appunto Castellieri.

Popolazioni

A dare vita alla cultura dei castellieri fu un gruppo etnico di incerta origine ma probabilmente pre-indoeuropeo e sicuramente proveniente dal mare. I primi castellieri furono infatti costruiti lungo le coste istriane e presentano un curioso fenomeno di megalitismo riscontrabile in quello stesso periodo nel mondo miceneo. Purtuttavia, essendo questo stesso fenomeno diffuso in molte zone del Mediterraneo, non è stato possibile determinare con certezza la procedenza egea di tale popolazione; le ipotesi avanzate su una sua origine illirica non sono parimenti avvalorate dai reperti in nostro possesso. Va anche segnalato che un'etnia propriamente illirica iniziò a formarsi in Europa solo attorno al X secolo a.C..

 
L'Istria, sede originaria della cultura dei Castellieri fin dal XV secolo a.C.

I Castellieri

Erano dei borghi fortificati, generalmente situati su montagne e colline o, più raramente, in pianura (Friuli sud-orientale), e costituiti da una o più cinte murarie concentriche, dalla forma rotonda, ellittica (Istria e Venezia Giulia), o quadrangolare (Friuli), all'interno delle quali si sviluppava l'abitato. Va rilevato che lo spessore delle mura poteva raggiungere anche i quattro o i cinque metri, mentre per quanto riguarda l'altezza questa era generalmente compresa fra i cinque e i sette metri. Erano dunque delle cinte piuttosto massiccie il cui perimetro poteva misurare anche due o tre chilometri. La tecnica costruttiva era a sacco: venivano edificati due muri paralleli costituiti da grandi blocchi di pietra e riempiti, nello spazio interno, da piccole pietre, terra ed altri materiali residuali. Le case di abitazione, generalmente di modeste dimensioni e dalla forma circolare (spesso a trullo) avevano una base di pietra calcarea o arenaria e per il resto erano costruite con materiali deperibili, soprattutto legno.

In Istria, Friuli, e Venezia Giulia sono rimaste alcune centinaia di castellieri fra cui quello di Leme,in Istria centro-occidentale, degli Elleri, nei pressi di Muggia, di Monte Giove, in prossimità di Prosecco (Trieste) e di S.Polo, non lontano da Monfalcone. Ma forse il castelliere più importante e popoloso era quello di Nesactium (Nesazio), nell'Istria meridionale, a pochi chilometri da Pola. Nesactium era circondata da una doppia cinta muraria e fu anche, per lungo tempo, capitale e massimo centro religioso della nazione degli Istri. Dopo la conquista romana, Nesactium, come molti altri castellieri istriani, giuliani e friulani venne trasformato in roccaforte militare.

Storia

Le Migrazioni indoeuropee

Durante la prima età del ferro (X secolo a.C.-VIII secolo a.C.) le popolazioni pre-indoeuropee che in epoca protostorica avevano iniziato a plasmare la cultura dei Castellieri furono sostituite da altre di origine indoeuropea fra cui i Liburni (popolo mediterraneo successivamente illirizzato), i Giapidi (o Japodi) in Dalmazia e nella zona di Fiume, e gli Istri, nella penisola omonima e nella Venezia Giulia meridionale, fino al Timavo. Attorno al V secolo a.C. si vennero ad insediare nella parte centro-settentrionale del Friuli e della Venezia Giulia anche i Carni, gruppo etnico celtico che però ebbe un ruolo pittosto marginale nell'elaborazione della cultura dei castellieri. Il sovrapporsi, l'alternarsi o, in taluni casi, la condivisione di uno stesso territorio fra le varie etnie cui abbiamo fatto accenno, ebbe un'influenza del tutto insignificante sulle tecniche di costruzione utilizzate, le quali si mantennero inalterate fino ad età romana.

Le Invasioni celtiche

Nel corso del IV secolo a.C. alcune popolazioni celtiche, fra cui anche gruppi di Carnii, stabilitisi, come si è detto, nelle prealpi friulane e giuliane, invasero la Venezia Giulia meridionale, l'Istria e la Dalmazia. Gli Istri, i Liburni ed i Giapidi ne contrastarono l'avanzata, non potendo però impedire che alcuni di questi gruppi si insediassero permanentemente nella Dalmazia interna. Col tempo tali gruppi si fusero con i Giapidi dando origine ad una popolazione illiro-celtica che, in epoca romana, fu descritta da Strabone. Le invasioni celtiche che, com'è noto, raggiunsero nel III secolo a.C. persino la Grecia e la penisola anatolica, ebbero un impatto molto minore sulle altre due popolazioni castricole e cioè sugli Istri ed i Liburni.

La Conquista romana

 
Aquileia

Poco prima della II guerra punica i Romani avevano iniziato la loro penetrazione in area padano-veneta. Nel 221 a.C. gli Istri, che vivevano nela penisola omonima e nel carso triestino, furono costretti a pagare un tributo a Roma in segno di sottomissione, conservando però le proprie libertà. La deduzione di una colonia di diritto latino ad Aquileia (181 a.C.), a ridosso del territorio degli Istri, fu il preludio della definitiva annessione di questa nobile e fiera popolazione avvenuta pochi anni più tardi. Una spedizione romana nel 178 a.C., varcò l'Isonzo ma venne decimata.L'anno successivo, un nuovo e più potente esercito romano entrò in Istria e la conquistò, riuscendo ad espugnare, dopo un lungo e durissimo assedio, la sua capitale, Nesactium. Le fonti classiche tramandano che il re di questo popolo, Epulo, preferì togliersi la vita assieme ai pochi cittadini superstiti, piuttosto che cadere nelle mani dei suoi avversari.

Nel 169 a.C. fu la volta dei Giapidi e dei Liburni del Quarnero, sconfitti dal console G. Cassio Longino: la loro sottomissione definitiva avvenne però solo quaranta anni più tardi, nel 129 a.C.. I Carni del Friuli e della Venezia Giulia settentrionali furono gli ultimi castricololi a perdere le proprie libertà: la loro incorporazione nello Stato romano ebbe luogo solo nel 115 a.C., dopo lunga e fierissima resistenza.

Era così iniziata la dominazione romana sulle terre friulane giuliane ed istriane che, da allora[1], e per oltre due millenni, sarebbero passate a costituire l'estremo confine orientale, prima dell'Italia romana,poi della Nazione italiana, ed infine del suo Stato.

Economia

Attività agropecuarie, manifatturiere e commerciali

Tutte le popolazioni che, nel corso dei secoli, si succedettero nella regione, avevano un carattere stanziale ed erano dedite, in prevalenza, ad attività primarie come l'agricoltura (cereali) e l'allevamento (suini, ovini e caprini soprattutto, scarsi i bovini). Anche i campi destinati alla coltivazione venivano spesso delimitati da mura ed erano cosparsi di castellieri dalle dimensioni ridotte che con ogni probabilità venivano adibiti a rifugio o a deposito.

Per quanto rigurda le attività secondarie, grande sviluppo ebbe la siderurgia, curiosamente legata, almeno fino al V secolo a.C., più alla lavorazione del bronzo che non a quella del ferro. Quest'ultima iniziò a diffondersi capillarmente solo con l'arrivo dei Carni e di altre popolazioni celtiche nel Friuli ed in Venezia Giulia. Con la venuta dei Celti ricevette anche particolare impulso la lavorazioe dell'argento.Le attività manifatturiere avevano un carattere artigianale: venivano fabbricate armi di vario tipo, attrezzi destinati all'agricoltura, fibule, borchie ed altri oggetti destinati a corredare l'abbigliamento. Non mancava una copiosa produzione di utensili per uso domestico, spesso di buona fattura.

Sebbene i castellieri fossero dei centri produttivi di carattere autarchico, svolsero anche la funzione di luoghi destinati allo scambio. Dai ritrovamenti fatti (vasellame, monili, urne cinerarie, e persino statue, come a Nesactium) risultano evidenti i contatti che ebbero le popolazioni della regione con il resto del mondo adriatico e persino con l'Egeo. Tali contatti si intensificarono a partire dall'VIII secolo a.C. e raggiunsero il loro massimo sviluppo attorno al VI ed al V secolo a.C., in concomitanza con la diffusione della civilà etrusca nell'Italia settentrionale e con l'ascesa delle colonie greche sulle sponde balcaniche dell'Adriatico: Orikos (Oρικος), Epidamnos (Επίδαμνος), ed Apollonia (Απολλωνία).

Cultura ed arte

Riti funerari

Durante tutta l'età del bronzo il rito praticato fu quello della tumulazione che avveniva con la deposizione del cadavere, generalmente in posizione seduta o rannicchiata, entro una cassa mortuaria costituita da blocchi di pietra. A partire dai primi secoli dell'età del ferro si andò gradualmente imponendo l'uso della incinerazione, a testimonianza del sopraggiungere di nuove etnie di origine indoeuropea che con ogni probabilità non si sovrapposero, ma si fusero con le popolazioni preesistenti. Il rito della cremazione si affiancò infatti a quello che lo aveva preceduto senza riuscire a sostituirsi del tutto ad esso: le urne con le ceneri continuarono spesso a venir deposte nei loculi di sempre e tumulate. Va rilevato che le necropoli erano generalmente poste al di fuori dell'abitato; solo in rari casi, come nel castelliere di Lemme, sono state rinvenute all'interno delle cinte murarie.

Artigianato

Nei Castellieri si sviluppò, fin dall'età del bronzo, un artigianato specializzato nella produzione di vasellame per uso domestico caratterizzato da una grande varietà di anse (a gomito, a presa forata, a ferro di cavallo, con espansioni aliformi ecc.) e spesso decorato con motivi geometrici. I Castricoli sapevano anche produrre oggetti e strumenti metallici (prima in bronzo, poi in ferro) di buona qualità e destinati agli usi più diversi: armi, borchie, attrezzi per l'agricolura ecc. La lavorazione dei corni di bovino e di cervo aveva assunto un alto livello di perfezionamento e serviva alla produzione di impugnature e manici di ogni tipo. Sono stati inoltre rinvenuti articoli di vario tipo (urne funerarie, anfore, ecc.) di produzione non locale e generalmente databili a partire dall'VIII secolo a.C.. Molti di questi manufatti sono di procedenza alto-adriatica (veneta soprattutto), altri di fabbricazione apula, altri ancora egea. I castricoli sapevano anche lavorare l'ambra: a questo proposito va ricordato che il castelliere del Natisone era, con ogni probabilità, un importante mercato di smercio di questo prodotto.

Le statue di Nesactium

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Pola, l'anfiteatro.

A Nesactium, massimo centro politico e religioso degli Istri, furono rinvente agli inizi del '900 alcune statue di grandi dimensioni databili fra il V secolo a.C. ed il IV secolo a.C.. E' un tipo di statuaria profondamente influenzata dall'arte etrusca che si era andata diffondendo nell'Italia settentrionale fin dal VI secolo a.C.. Molti studiosi pensarono infatti che si trattasse di prodotti di importazione provenienti probabilmente dai grandi empori commerciali di Adria o di Spina. Da un più attento esame dei ritrovamenti si poté invece stabilire con certezza che le statue in questione erano state tutte fabbricate in loco. La città di Nesactium era riuscita infatti a sviluppare questo tipo di produzione artistica, unica nel suo genere, e che non troverà riscontro in nessun altro castelliere istriano, friulano o giuliano. Nel museo di Pola si possono trovare esposti, in discreto stato di conservazione, una testa bifronte e un frammento di statua di guerriero a cavallo.

Note

  1. ^ Strabone, nella sua Geografia (ΓΕΩΓΡΑΦΙΚΑ), libro V, 9 scrive: Dopo il Timavo c'è la costa degli Istri fino a Pola, che fa parte dell'Italia (Trad. dal greco di Justinianus da Perugia).

Bibliografia

  • Roberto Bosi, L'Italia prima dei Romani, Milano 1989
  • Gianna Buti e Giacomo Devoto, Preistoria e storia delle regioni d'Italia, Firenze 1974
  • Giacomo Devoto La civiltà dei castellieri sta in Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, autori vari, Ed. De Agostini, Novara 1979
  • Ugo Di Martino, Le Civiltà dell'Italia antica, Milano 1984
  • Autori vari, Storia di Roma Vol.I: Roma in Italia, Einaudi, Torino 1988
  • Autori vari, Popoli e civiltà dell'Italia antica, Vol. I di Antonio M. Radmilli, Roma 1974
  • Autori vari (T.C.I.) Friuli Venezia Giulia ed. aggiornata, Roma 2005

Autori classici

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • Castelliere vita aerea ( google maps ) , in comune di Mereto di Tomba (Udine) località Castelliere.

Voci correlate

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