La letteratura in lingua anglosassone

La prima letteratura inglese è la letteratura anglosassone, che comprende i testi scritti in inglese antico in un periodo che va dal 450 d.c. circa, quando sassoni, juti, angli, frisoni e altre popolazioni germaniche si stabiliscono in Inghilterra dopo la ritirata dei romani dall'isola, alla conquista dell'isola da parte dei normanni nel 1066. Questa data segnerà una progressiva riduzione dei testi nella forma arcaica della lingua che estinguerà completamente agli inizi del XII secolo. Testi scritti composti in questo periodo comprendono includono poemi epici, testi agiografici, traduzioni della Bibbia, cronache storiche, opere giuridiche e altri testi.[1] Circa quattrocento manoscritti risalenti a quest'epoca sono sopravvissuti sino a noi. [1] Nella società inglese di questo periodo il veicolo di trasmissione della cultura è ancora l'oralità e molte delle opere venivano composte per essere lette ad un pubblico.[2][3] Alcuni poemi epici divennero molto popolari e questo può averli aiutati a sopravvivere sino a noi. Molte opere dei manoscritti di questo periodo sono probabilmente adattamenti scritti di precedenti poemi di argomento militare sviluppatisi sul continente. Quando queste opere giunsero in Inghilterra erano ancora tramandate in forma esclusivamente orale da una generazione all'altra e costituivano il patrimonio culturale dei popoli germanici.

Opere suddette cadono in uno dei due grandi gruppi in cui è divisa la letteratura inglese antica ovvero quello contenente le opere eroiche di origine germanica, l'altro gruppo comprende le opere di argomento cristiano. Questo secondo gruppo si origina dalla conversione dei popoli anglosassoni dopo il loro arrivo in Inghilterra. [4]

Le maggiori opere poetiche in inglese antico sfruttano il metro allitterativo, che per creare l'effetto poetico sfrutta l'allitterazione, l'accento e la quantità vocalica. [5]

 
La prima pagina del manoscritto di Beowulf in inglese antico.

L'opera più nota di questo periodo è il poema epico convenzionalmente chiamato Beowulf [6], composto di 3182 versi allitterativi, il cui unico testo manoscritto è contenuto nel Codice Nowell, la cui precisa datazione è discussa, ma viene generalmente collocata intorno all'anno 1000. La composizione del poema, da parte di un anonimo anglosassone a cui solitamente si ci riferisce semplicemente come al "poeta di Beowulf"[7], si colloca tra l'ottavo[8] e l'undicesimo secolo. Il poema narra di diverse avventure di Beowulf, eroe del popolo scandinavo dei Geati. Nella prima, l'eroe sconfigge il mostro Grendel che stava assaltando la reggia del sire dei Dani, Hroðgar. Successivamente anche la madre di Grendel attacca il luogo e viene sconfitta. Vittorioso, Beowulf torna nella sua terra natale nell'attuale Svezia e poi diviene il re dei Geati. Cinquantanni dopo, Beowulf fronteggia e uccide, ma viene mortalmente ferito nello scontro.

Tra le altre opere rappresentative del periodo c'è Giuditta, la riscrittura delle vicende narrate nel biblico libro di Giuditta relativo alla decapitazione di Oloferne. Del testo rimangono 348 versi allitterativi.

Rappresentativi della produzione agiografica sono la raccolta l'Antico Martirologio Inglese e l'autore Ælfric di Eynsham vissuto tra il decimo e l'undicesimo secolo dopo Cristo.

La quasi totalità degli autori della letteratura anglosassone sono anonimi: dodici di essi sono noti da fonti medievali, ma solo di quattro di loro si ha la certezza della paternità sui relativi testi: Cædmon (VII secolo), Beda il Venerabile (673-735), Alfredo il Grande (849-899), Cynewulf (ca. IX secolo). Cædmon è il primo poeta inglese di cui si conosca il nome e la sua unica opera superstite fino ad oggi, chiamata l'Inno di Cædmon, è stata composta tra il 658 e il 680 dopo Cristo, trascritta nell'ottavo secolo e sopravvive attualmente in 14 copie manoscritte accertate e quindi è il primo esempio di letteratura inglese antica e concorre con le incisioni in runico della croce di Ruthwell e del cofanetto Franks per essere il primo esempio attestato di poesia in antico inglese. La poesia Il sogno della croce incisa sulla croce di Ruthwell è inoltre uno dei primi esempi di poesia in una delle lingue germaniche.

 
Beda il Venerabile ritratto nelle Cronache di Norimberga (1493)

Uno dei principali esempi del genere della cronaca è la Cronaca anglosassone, una raccolta di annali in inglese antico che tratta della storia del popolo anglosassone. Di essa sono sopravvissuti nove manoscritti, alcuni integralmente altri in frammenti: non tutti hanno il medesimo valore storico e si pensa che nessuno di essi sia la versione originale dell'opera. Il più antico dei manoscritti risale al periodo finale del regno di Alfredo il Grande durante il IX secolo, mentre il più recente è stata terminata nell'abbazia di Peterborough nel 1116. Quasi tutto il materiale delle Cronache anglosassoni è redatto nella forma di annale a partire dal 60 a.C. (data dell'assalto alla Britannia da parte di Giulio Cesare) fino all'anno contemporaneo alla data della cronaca in questione. Il poema convenzionalmente chiamato La battaglia di Maldon, di data incerta, narra di eventi storici esaltando il vero evento storico omonimo avvenuto il 10 agosto 991, in cui gli anglosassoni hanno fermato un'invasione vichinga. Di quest'opera rimangono solo 325 versi e sia la parte iniziale che quella finale sono andate perdute.

Altra opera rappresentativa è il poema The Wanderer conservato nell'antologia nota come The Exeter Book, un manoscritto datato intorno al X secolo. Il poema consta di 115 versi alliterativi e come la maggiorparte delle altre opere in inglese anglosassone, sia il nome del suo compositore originario sia quello di colui che l'ha trascritto sul The Exeter Book, in cui il testo non ha un titolo, che dunque gli è stato attributo convenzionalmente. Il vagabondo a cui il titolo fa riferimento medita, durante il suo esilio solitario, sulla sua gloria passata da guerriero al servizio del suo signore, sui suoi attuali disagi e sui valori di tolleranza e fede in Dio. Sempre nel The Exeter Book, si trova il poema The Seafarer, consistente di 124 versi seguiti dalla parola "Amen". In passato è stato spesso considerato un'elegia, ovvero poema di carattere malinconico. Tuttavia alcuni studiosi hanno notato che il contenuto dell'opera ha legami con i libri sapienziali e nel Cambridge Old English Reader (2004) Richard Marsden scrive che: "E' un poema esortativo e didattico, in cui le miserie dell'andare per mare d'inverno sono utilizzate come metafora per rappresentare le sfide affrontate dai cristiani devoti" (p. 221)

Durante questa fase della letteratura inglese, non vengono dimenticate le opere dell'antichità classica e molti testi filosofici della tarda antichità vengono riadattati nei poemi anglosassoni oppure tradotti. Lo stesso Alfredo il Grande tradurrà il De consolatione philosophiae di Severino Boezio. L'opera Metres of Boethius s'inspirerà a questa traduzione per creare una serie di poesie in versi allitterativi adattandoli dai metri latini.

Il Middle English

Dopo la conquista normanna da parte di Guglielmo il Conquistatore nel 1066, la lingua anglosassone scritta divenne sempre meno comune e subì l'influenza della lingua degli occupanti, il francese, che era divenuto l'idioma di tutta l'aristocrazia. L'integrazione procedette in entrambi i sensi: lentamente la parlata dagli occupanti si trasformò nella cosiddetta lingua anglo-normanna, mentre il l'inglese antico incorporò numerosi termini di provenienza francese e divenne quello che poi sarà chiamato inglese medio o Middle English. Questa lingua è la forma d'inglese più antica comprensibile, con qualche difficoltà, a un lettore o ad un ascoltatore madrelingua moderno.

Letteratura sacra e traduzioni della Bibbia

In questo periodo la letteratura religiosa continuò ad essere popolare e vennero sia scritte che tradotte diverse agiografie tra cui ad esempio La vita di San Audrey, oppure la cronaca della vita di Anselmo d'Aosta da parte di Eadmero di Canterbury, e anche la raccolta South English Legendary.

Particolarmente importanti sono le traduzioni della Bibbia, specialmente quelle eseguite da John Wycliffe, che aiuteranno l'inglese a imporsi come lingua letteraria. L'insieme di traduzioni in Middle English eseguite sotto l'egida di Wycliffe, tra il 1382 e il 1395, furono la base del movimento dei lollardi, un gruppo che rigettava molti degli insegnamenti propri della Chiesa cattolica. La gran parte dei cristiani dell'europa occidentale medievale conoscevano i passi della bibbia solo in forma orale e la sentivano solo in latino. Anche se pochi al tempo sapevano leggere, la traduzione in linguaggio vernacolare ha certamente aiutato la diffusione del testo e ha contribuito alla sua popolarità: sebbene la traduzione fosse stata proibita essa divenne molto popolare infatti i testi biblici tradotti da Wycliffe costituiscono i più comuni manoscritti della letteratura del Middle English in nostro possesso, per un totale di quasi 200 opere manoscritte.

Nel corso del XIV secolo sono state prodotte altre opere di argomento religioso tra cui le Rivelazioni del divino amore di Giuliana di Norwich, che dovrebbe essere la prima opera letteraria pubblicata da una donna in lingua inglese e che tratta di un pellegrinaggio in vari luoghi sacri in Europa e Asia, e le opere di Richard Rolle e i manoscritti del gruppo Katherine.

Il romances cavalleresco

 
Manoscritto originale del poema Sir Gawain e il Cavaliere Verde, Cotton Library.

Attraverso la traduzione che Layamon fa del Roman de Brut del normanno Robert Wace, appare per la prima volta nella letteratura inglese la figura di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Essa inoltre è la prima opera storiografica a comparire in lingua inglese dal tempo delle cronache anglosassoni.

Da opere come questa trae ispirazione un nuovo genere letterario, che nasce in Inghilterra intorno al XII secolo, il romances cavalleresco con opere quali King Horn e Havelock the Dane basato su originali anglonormanni come il Romance of Horn del 1170 circa. Ma è nel XIV secolo che cominciano ad apparire opere letterarie di grande rilievo. Il primo è il poema narrativo allegorico in versi allitterativi non rimati Piers Plowman unica opera di William Langland. Un altro è il poema cavalleresco Sir Gawain e il Cavaliere Verde di un anonimo chiamato Pearl Poet. Quest'opera è una delle meglio conosciute del ciclo arturiano. Sviluppata da tradizioni inglesi, gallesi e irlandesi Sir Gawain è uno dei meglio conosciuti esempi della letteratura del ciclo arturiano e focalizza la propria attenzione sui classici valori cavallereschi: come da classico esempio del genere cavalleresco esso narra di un eroe che deve affrontare una sfida per provare il suo valore. Il manoscritto originale dell'opera si trova nel codice Cotton Nero A.x' che contiene altre tre opere,generalmente ritenute dello stesso autore: due sono poemi didattici con intento moralistico Patience e Purity, uno è un poema elegiaco, Pearl. Queste opere sono scritte nell'allora dialetto delle Midlans, molto diverso da quello londinese di Chaucher, e meno influenzato dalla lingua francese e che presenta molte più parole di origine dialettale, provenienti dalle lingue scandinave.

Nel XV secolo, compare l'opera La morte di Artù di Thomas Malory, che venne stampata da William Caxton nel 1485 e che è un insieme di opere fracesi e inglesi su re Artù ed è trai primi libri stampati in inglese. Lo scritto divenne molto popolare e influenzò una ripresa d'interesse per le opere del ciclo arturiano.

Geoffrey Chaucer

 
Geoffrey Chaucer

Proprio al dialetto di Londra a quel tempo si ci riferisce con il nome di Chancery Standard che diventerà poi maggioritario in tutta l'Inghilterra verso gli anni '70 del XV secolo determinando l'evoluzione del Middle English. Uno degli scrittori che usano il Chancery Standard, nonché il più conosciuto autore inglese in questa fase della letteratura, è Geoffrey Chaucer (1343-1400). Autore di diverse opere tra cui Il libro della duchessa, La casa della fama, La leggenda delle donne eccellenti, Troilo e Criseide, è maggiormente noto per l'opera I racconti di Canterbury: una raccolta di racconti, scritti per lo più in prosa ma taluni in poesia, inseriti in una complessa cornice che vede i singoli racconti come brani narrati l'un l'altro da dei pellegrini in viaggio da Southwark alla cattedrale di Canterbury per rendere omaggio alla salma di san Tommaso Becket. L'opera di Chaucer è stata determinante per legittimare l'inglese l'inglese come lingua letteraria dominante in Inghilterra al posto del francese e del latino. Bisogna infatti ricordare che essa non era ancora affermata come lingua della cultura, ad esempio il letterato John Gower (1330-1408), amico personale di Chaucer, scrisse tre opere: Mirror de l'Omme, Vox Clamantis e Confessio Amantis rispettivamente in francese anglonormanno, latino e Middle English il che fa capire quanto questo trilinguismo a livello della lingua colta fosse affermato.

Il teatro medievale

Nel medioevo, il teatro nelle lingue vernacolari in Europa trae origine probabilmente da misteri messi in atto durante la liturgia nei portici delle cattedrali oppure nei giorni di festa. Queste rappresentazioni, con interludi e inserti morali, si sono man mano evolute nel teatro che sarebbe fiorito dell'età elisabettiana

Il rinascimento

L'introduzione della stampa in Inghilterra ad opera di William Caxton nel 1476, sancisce la definitiva preponderanza della lingua inglese anch a livello della cultura. Inoltre la Riforma spinge a creare opere religiose in lingua vernacolare anziché in latino che portarono alla stesura del Libro delle preghiere comuni. Il rinascimento inglese è un movimento artistico e culturale che si muove di insieme al più ampio rinascimento europeo che trova la sua origine e il suo fulcro in Italia. Gli argini temporali del rinascimento in Inghilterra vanno dall'ultima parte XV secolo a quella terminale del XVII.

Le influenza latina e italiana

 
Sir Thomas Wyatt introdusse in Inghilterra lo schema metrico del sonetto petrarchesco.

Durante i regni di Elisabetta I (1558-1603) e di Giacomo I (1603-25) si affermò un movimento culturale, che trovava a Londra il proprio cardine, che viene considerato l'apice del rinascimento inglese e che eccelse nella produzione poetica e drammaturgica. Gli autori teatrali inglesi combinarono l'influenza del teatro medievale con la riscoperta dei classici del teatro romano: Seneca per la tragedia, Plauto e Terenzio per la commedia. Italia rimase un importante centro d'ispirazione per le opere rinascimentali in Inghilterra. Ad esempio, il linguista e lessicografo Giovanni Florio (1553-1625), il cui padre era italiano e che si autodefinì "un inglese italiano", lavorò alla corte di Giacomo I e portò molto del linguaggio della cultura italiana in Inghilterra. Egli fu inoltre il traduttore in inglese del francese Michel de Montaigne. L'influenza italiana può essere anche trovata nella poesia di Thomas Wyatt (1503-42), uno dei primi poeti del rinascimento inglese, che introdusse molte innovazioni e, insieme a Henry Howard, ha introdotto, a inizi del XVI secolo il sonetto italiano in Inghilterra. L'idea di Wyatt era di sperimentare con la lingua inglese per civilizzarne il popolo e farlo prevalere sui propri vicini. Mentre una parte consistente della sua produzione letteraria consistette nella traduzione e nell'imitazione dei sonetti di Petrarca, scrisse anche dei sonetti propri. Wyatt s'ispirava a Petrarca quanto al contenuto delle proprie poesie ma ne variava lo schema ritmico. Mentre il sonetto petrarchesco consisteva in un ottava, con schema ritmico abba abba' seguita da un sestetto con diversi possibili schemi ritmici ma che non terminava mai con una rima baciata. Wyatt ricopiò lo schema dell'ottava, ma trasformò quello dei sestetto in abba cc. Questo poi evolverà nel classico sonetto inglese con tre quartine.

La poesia rinascimentale

 
Edmund Spenser.

Trai maggiori poeti rinascimentali abbiamo Edmund Spenser (1552-99) che fu l'autore del poema La regina delle fate, composto tra il 1590 e il 1596, un poema epico-allegorico che celebrava la Dinastia Tudor e la regina Elisabetta. Un'altra figura di spicco è Philip Sidney (1554-1586) che fu poeta, cortigiano e soldato noto per la raccolta Astrophil e Stella e opere quali La difesa della Poesia e il romanzo Arcadia. Altri autori, come Thomas Campion scelsero di scrivere poesie pensate per essere messe in musica e cantate.

William Shakespeare

In questo periodo di fermento culturale emerge fortemente la figura di William Shakespeare (1564-1616) che viene spesso considerato il più grande scrittore in lingua inglese e come il più eminente drammaturgo della cultura occidentale. Shakespeare non nasce come intellettuale di professione e probabilmente non ebbe neppure, in un primo tempo, un istruzione molto approfondita: non fu un uomo di legge né un aristocratico come i talenti che monopolizzavano la cultura inglese del suo tempo, ma con il suo estro riuscì a superare, a livello d'impatto culturale, gli stessi intellettuali di "professione". La stessa lingua inglese rimase influenzata dalla sua opera, con molte formule e conii attualmente utilizzati nel linguaggio colloquiale.

Opere teatrali

 
William Shakespeare spesso considerato come uno dei più grandi autori in lingua inglese.

La più nota produzione di Shakespeare sono le sue opere teatrali, egli esplorò diversi generi di teatro e le sue opere sono convenzionalmente divise in tragedie, commedie e drammi storici anche se spesso talune opere vengono inquadrate in gruppi più specifici come quello delle tragicommedie o del tardo romances shakespeariano. Egli nasce come comico e le sue prime opere ricalcano la commedia classica di stile italiano, come ad esempio La commedia degli errori (1592), che basa la propria comicità su equivoci e scambi di persona, ma che apre la strada all'atmosfera delle sue grandi commedie dopo il 1590. Sogno di una notte di mezza estate (1595) è una miscela di scene di romanzesco, magia e commedia rustica. Seguono le grandi commedie Molto rumore per nulla(1598-99), Come vi piace (1599-1600) e La dodicesima notte (1601). Trai drammi storici troviamo il lirico Riccardo II (1595), scritto quasi interamente in versi, dopo il quale Shakespeare introduce la prosa anche nelle sue opere tragiche come ad esempio avviene nell'Enrico IV diviso in una prima (1597) e una seconda parte (1598) ed Enrico V (1598-99). I suoi personaggi diventano più complessi e insicuri, mentre l'autore comincia a variare abilmente, nella stessa opera, tra scene serie e altre spinte da un acuta ironia. Appaiono così due nuove opere, le prime tragedie: la celebre Romeo e Giulietta (1591-95) e il Giulio Cesare (1599), una tragedia il cui sfondo storico è basato su una traduzione del 1579 di Thomas North delle Vite Parallele di Plutarco. A questo punto l'attività shakespeariana continua con le commedie Misura per misura (1603) e Tutto è bene quel che finisce bene (1602-1603) e con le grandi e più note tragedie: Amleto (1600-1602), Otello (1604), Macbeth (1605-1608), Re Lear (1605-1606) e Antonio e Cleopatra (1607). Queste opere si concentrano sulla debolezza umana e su difetti comportamentali o scelte sbagliate che rovesciano l'ordine sociale e conducono alla rovina l'eroe e i suoi cari. Nel periodo finale della sua carriera, Shakespeare lavora ad opere oggi inserite dai critici in un altro settore in rispetto alla classificazione tripartita: quello dei romances o tragicommedie. Lavori mirabili di questo genere sono Cimbelino (1609), Pericle, principe di Tiro (1607-1608-scritta in collaborazione con altri autori), Il racconto d'inverno (1610-11) e La Tempesta (1611), generalmente considerata l'addio alle scene da parte dell'autore. Queste opere sono più cupe in rispetto alle commedie del tardo XVI secolo, ma si differenziano dalle tragedie sia per i toni meno tetri che per il fatto che errori potenzialmente tragici vengono in esse perdonati senza sfociare in epiloghi drammatici ma con una riconciliazione. Alcuni critici hanno imputato questo cambiamento in rispetto alle tragedie a una più serena visione della vita da parte di Shakespeare, ma esso potrebbe rappresentare anche un cambiamento nel gusto teatrale del tempo, a cui l'autore si è adeguato. Dopo la Tempesta si attribuiscono a Shakespeare le opere Enrico VIII e I due nobili congiunti probabilmente scritte entrambe con l'aiuto di John Fletcher. Complessivamente, attenendosi alla classificazione tradizionale di Shakespeare si contano in tutto 12 tragedie, 15 commedie e 10 drammi storici.

 
Amleto è una delle più conosciute opere teatrali shakesperiane

Sonetti

L'altra porzione della produzione shakespeariana è costituita dai Sonetti, un genere che con Shakespeare si distanziò molto dall'originale petrarchesco. Nella raccolta che si è fatta della sua produzione, si annoverano in tutto 154 sonetti che furono originariamente pubblicati nel 1609 con il titolo di SHAKE-SPEARES SONNETS: never printed before (ovvero Sonetti di Shakespeare: mai stampati prima. tuttavia il sonetto 138 e 144 erano già stati pubblicati nel 1599 nella raccolta di diversi autori Il pellegrino appassionato). I temi centrali delle poesie sono il tempo, l'amore, la bellezza e la morte. I primi diciassette sonetti, chiamati sonetti matrimoniali, sono indirizzati a un giovane a cui chiedono di sposarsi e avere figli per immortalare in essi la propria bellezza, trasmettendola alle generazioni future.

Altri autori del teatro elisabettiano

Thomas Kyd

 
La tragedia spagnola.

La poesia metafisica

John Donne (1572-1631), George Herbert (1593-1633), Henry Vaughan (1621-1695), Andrew Marvell (1621-1678), Richard Crashaw (1613-1649), Thomas Traherne (1636-1674)

Note

  1. ^ a b Angus Cameron (1983). "Anglo-Saxon literature" in Dictionary of the Middle Ages, v. 1, pp. 274–88.
  2. ^ Francis P jr Magoun, The Oral-Formulaic Character of Anglo-Saxon Narrative Poetry, in Speculum, vol. 28, pp. 446–67, DOI:10.2307/2847021..
  3. ^ Donald K jr Fry, The Beowulf Poet: A Collection of Critical Essays, Prentice-Hall, 1968, pp. 83–113..
  4. ^ Henry Mayr-Harting, The Coming of Christianity to Anglo-Saxon England. (Pennsylvania: University Press Pennsylvania, 1992).
  5. ^ The English Alliterative Tradition, University of Pennsylvania Press, 1991..
  6. ^ Robinson, 2001: ‘Like most Old English poems, Beowulf has no title in the unique manuscript in which it survives (British Library, Cotton Vitellius A.xv, which was copied round the year 1000 AD), but modern scholars agree in naming it after the hero whose life is its subject.’ ovvero ‘Come la maggiorparte dei poemi in inglese antico, nell'unico manoscritto in cui è stato ritrovato (British Library, Cotton Vitellius A.xv, which was copied round the year 1000 AD) Beowulf non ha alcun titolo ma studiosi più moderni si sono accordati nel dargli come titolo il nome dell'eroe le cui imprese sono oggetto dell'opera.'
  7. ^ Robinson, 2001: ‘The name of the poet who assembled from tradition the materials of his story and put them in their final form is not known to us.’ ovver‘Il nome del poeta che ha riunito gli elementi della storia dalla tradizione e li ha posti nella loro struttura finale non ci è noto’
  8. ^ A Kent Hieatt, Beowulf and Other Old English Poems, New York, Bantam Books, 1983, xi–xiii.